Scopri Castel Trosino, il piccolo borgo medievale di Ascoli Piceno pieno di tesori. Te li raccontiamo uno a uno.

Una bella prospettiva di Castel Trosino la puoi apprezzare dalle sponde del torrente Castellano, con le sue peculiari acque verdi (il colore è dato dalla vicina sorgente sulfurea) che riflettono lo spettacolo del paese fortezza a picco sulla vallata.

Una volta raggiunto l’abitato, vedrai come poi sia l’intero piccolo borgo, parte di Ascoli Piceno, a presentarsi come un gioiellino anche oltre l’antico arco a tutto sesto che segna da secoli l’ingresso in questo enclave di Medioevo.  

Come è lecito aspettarsi da un castello, Castel Trosino svetta alto e fiabesco su uno sperone roccioso. Tutt’intorno, un bosco fitto e rigoglioso dove ti attende un emozionante appuntamento con la storia. E una natura che incanta. 

Scopri cosa vedere a Castel Trosino, tra leggende, cascate e cavalieri.

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Castel Trosino, una gemma nascosta ad Ascoli Piceno

Lasciata l’auto appena fuori dal paese, inerpicandoti lungo una strada in salita raggiungerai le mura difensive che cingono Castel Trosino

Il centro storico è tutto un groviglio di viottoli fioriti e graziose casine di pietra deliziosamente incorniciate da balconi (anche quelli) fioriti e piante rampicanti.

L’atmosfera è squisitamente antica, condita da un silenzio e una tranquillità che contribuiscono a ricreare attimi di passato nel qui e ora. Mettici di tuo un pizzico di fantasia e immaginazione e quasi ti sembrerà di vedere re Manfredi passare in ricognizione tra le strade del borgo mentre una bella fanciulla lo osserva affacciata dalla loggetta della sua dimora. 

Secondo una leggenda, il sovrano, figlio di Federico II di Svevia, visse una fugace storia d’amore con la giovane abitante di quella che è oggi conosciuta come Casa della Regina. Un’altra versione della storia racconta invece che la palazzina in travertino sia stata abitata per un certo periodo dallo stesso Manfredi. Di qui l’altro nome con cui è nota, Casa di Re Manfrì.

Comunque la si chiami, resta il fatto certo: si tratta dell’edificio più famoso di Castel Trosino. Lo riconosci per la loggia a tre luci che ne incornicia il secondo piano e per il portoncino d’ingresso in legno. Nelle immediate vicinanze si trovano la chiesa di San Lorenzo Martire e un bel giardino panoramico. 

Castel Trosino è un piccolo centro che si gira per bene in poche ore. Oltre a visitare il borgo, vale la pena fermarsi a esplorare i dintorni (qui trovi tante informazioni utili per programmare al meglio la tua visita). Perché ci sono attrattive storiche e naturalistiche che sarebbe un peccato perdersi. Ecco qualche esempio. 

Le cascate di Castel Trosino e…

…il lago di Casette, uno specchio d’acqua artificiale frutto dello sbarramento del torrente Castellano. Il parco che lo circonda è solcato da sentieri vicino a Castel Trosino da attraversare a piedi o in mountain bike. C’è anche una pista ciclopedonale che dal lago conduce alle sorgenti di acqua sulfurea, sfruttate sin da epoca romana per le riconosciute proprietà terapeutiche. 

Altra tappa imperdibile, le cascate di Castel Trosino sono una fermata d’obbligo quando si visita il borgo medievale. Se viaggi in estate, troverai questa destinazione particolarmente gradita, perché potrai rinfrescarti facendo il bagno nelle limpide (e gelide) acque della sorgente nel refrigerio di un’incantevole cornice naturale. Il modo migliore per raggiungere le cascatelle è quello di incamminarti a piedi dal paese, tieni però presente che il tragitto potrebbe non essere segnalato ottimamente. 

A proposito di cascate. Non distante da Castel Trosino c’è un luogo perfetto per scattare foto magnifiche, un piccolo angolo di Terra di Mezzo nascosto nella vegetazione. Si tratta del ponte di Tasso, un camminamento sospeso di epoca medievale. Al di sotto, una suggestiva cascatella si getta nel verde smeraldo del Castellano. Ci vuole un’intensa scarpinata per arrivarci, ma la fatica è ricompensata da una delle visioni più particolari e fascinose delle Marche. 

Castel Trosino: la necropoli longobarda

A Castel Trosino si trova la più grande necropoli longobarda d’Italia, un tesoro dell’antichità riemerso per caso nel XIX secolo. “Per caso” perché a dare il via agli scavi che avrebbero fatto recuperare le 260 tombe del sito archeologico (con relativi corredi funebri, armi, gioielli e manufatti vari in oro e argento) fu il ritrovamento fortuito da parte di un prete e un agricoltore intenti a eseguire dei lavori in una vigna nell’area di Castel Trosino. 

Gran parte del tesoro emerso, reperti di immenso valore storico, è oggi parte dei musei dell’Alto Medioevo di Roma e Ascoli Piceno. 

La necropoli dista solo una decina di minuti dal castello e si raggiunge percorrendo un sentiero tra i boschi. Il tragitto non è particolarmente impegnativo, a parte per un breve tratto in forte pendenza. Un percorso alternativo ma non segnalato ti consentirà comunque di aggirare l’ostacolo: chiedi consiglio a un local, ti suggerirà la strada più idonea. 

Una volta a destinazione, troverai a darti il benvenuto un comitato d’accoglienza molto particolare, composto da un gruppo di soldati e da una donna ritratti in sembianze e movenze gravi e solenni. Le statue, a grandezza naturale, riproducono un’appariscente e scenografica cerimonia funebre longobarda. 

L’insolita scena segna l’inizio della visita al sito, che si sviluppa tra la fitta e rigogliosa vegetazione ammantato in un’atmosfera quasi mistica e per certi versi surreale. 

Uno dei reperti che più emoziona, non lontano dalla messinscena del funerale longobardo, è senz’altro una cripta la cui copertura in vetro permette di scorgere l’ospite che ancora la abita. Le ossa del defunto e il corredo funebre sono ben visibili e rappresentano una testimonianza straordinaria della solennità del luogo e della sua rilevanza storica e umana. 

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