Massimiliano Antonio Primi

Massimiliano Antonio Primi

Scopri l’emozionante bellezza degli affreschi di Piero della Francesca al Duomo di Arezzo, una meraviglia senza tempo nella Città delle Arti.

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Maestoso, solenne, elegante, come del resto tutta la città, il Duomo di Arezzo è una delle attrazioni più iconiche e assolutamente imperdibili nella Città delle Arti. Un luogo dove ogni cosa racconta attimi di storia dell’antica Arretium, del suo passaggio da ambizioso libero comune a feudo illuminato sotto il dominio dei Medici di Firenze, ma anche di storie di uomini pieni di creatività e sensibilità verso il bello che l’hanno saputa omaggiare e rendere grande tra le grandi nel cuore del rinascimento italiano.

Se il primo mattone di questa imponente chiesa all’apice del centro storico (Piazza Duomo), ufficialmente Cattedrale dei Santi Pietro e Donato, fu posto nel 1278 secondo i canoni dell’arte gotica all’epoca dominante, l’estetica che conosciamo e ammiriamo oggi ne rivela invece un lungo e complesso processo costruttivo protratto nei secoli successivi (addirittura fino al 1914), che ha conferito all'edificio una stratificazione di stili di grande impatto agli occhi dei visitatori.

Ma al di là della sua particolare architettura esterna, la vera magia del Duomo di Arezzo va scoperta e apprezzata con meraviglia all’interno delle sue mura, al cospetto di numerose opere d’arte di grandissimo pregio. Tra queste, non manca certo la firma inconfondibile di uno dei maestri indiscussi dell’arte rinascimentale: Piero della Francesca, sommo pittore e matematico, tra le personalità che più hanno contribuito alla definizione di Arezzo come terra di bellezze e destinazione da scoprire.

Preparati per un viaggio tra armonie di luce, colori e geometrie, dove la spiritualità dell’arte sacra non nega, ma anzi amplifica la ricerca di una perfezione scultorea nella pittura.

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Duomo di Arezzo e Piero della Francesca, quando gotico e rinascimentale si incontrano

Varcando il sontuoso portale d’ingresso del Duomo di Arezzo e volgendo lo sguardo all’insù, verso le sue alte navate sorrette dai possenti pilastri regolari, è facile lasciarsi catturare immediatamente da un'atmosfera di solenne verticalità e slancio, tipica dell’arte e dell'architettura gotica.

Questa struttura così imponente, seppur tipicamente medievale e ancorata agli anni della sua prima edificazione, ospita al suo interno preziose testimonianze del fermento artistico rinascimentale che ha ridefinito l'estetica e le vibes dell’intera città.

Il Duomo di Arezzo rappresenta dunque un punto d'incontro ideale e suggestivo tra le spigolose linee del gotico e l’elegante razionalità del rinascimento. Una combinazione di stili che trova espressione in capolavori come le magnifiche vetrate policrome di Guillaume de Marcillat, realizzate tra il 1516 e il 1524, che inondano l'ambiente di una luce vibrante e mistica e che, al variare delle stagioni, cambia inevitabilmente anche riflessi e sfumature.

In questo crocevia di stili si inserisce con ineguagliabile purezza e precisione formale l'arte di Piero della Francesca. Originario della vicina Sansepolcro, Piero è uno degli artisti più rappresentativi della scuola di Arezzo, con un'eredità di rara bellezza, estro e sapienza prospettica da ammirare in giro per la Città delle Arti.

La presenza del della Francesca nelle aule interne del Duomo, anche se apparentemente nascosta, non è però un semplice dettaglio. Il suo è un contributo che arricchisce il patrimonio artistico di questo luogo incantevole nel centro storico di Arezzo, e che coniuga la ricerca spirituale nell’arte con la precisione matematica, inseguendo l’ideale rinascimentale di armonia e compostezza.

La Maddalena di Piero della Francesca, un capolavoro nel Duomo di Arezzo

Maddalena di Piero della Francesca, Duomo di Arezzo

In un angolo defilato e quasi nascosto sulla parete nella navata sinistra del Duomo di Arezzo, proprio accanto al maestoso monumento funebre dedicato a Guido Tarlati - vescovo e signore della città agli inizi del ‘300 - ecco apparire con eleganza, radiosità e grazia uno dei capolavori di Piero della Francesca: l’affresco della Maddalena.

Risalente approssimativamente al 1460, questa Maddalena è uno degli esempi più raffinati e prestigiosi dell’arte rinascimentale, italiana ed europea. Questo affresco si distingue per una ricerca quasi ossessiva di armonie tra geometrie stilistiche e bilanciamento cromatico, elementi distintivi del modo di Piero della Francesca di intendere la pittura. L’opera raffigura l’immagine di Maria Maddalena in una veste innovativa per l’arte sacra dell’epoca, con un'eleganza estremamente vivida, al contempo pacata e monumentale.

L’affresco, dipinto direttamente sulla parete all’interno di una nicchia con arco a tutto sesto, assume alla vista dei visitatori un senso estetico molto più simile alla scultura che alla pittura, dovuto anche alle sue imponenti dimensioni (190 cm x 105 cm), trasmettendo una naturale sensazione di tridimensionalità. Un realismo che si riscopre anche in altri dettagli: i lunghi capelli della santa sciolti e fluenti sulle spalle, la plasticità della posa e dei movimenti con le mani, il volto leggermente inclinato e pervaso da uno sguardo dolce e pensieroso.

Questo percettibile tocco di umanità distingue la Maddalena di Piero della Francesca dalla consueta ieraticità delle figure sacre, rendendola una delle rappresentazioni femminili più suggestive e tecnicamente avanzate dell’arte rinascimentale. L'uso sapiente della luce, che colpisce la figura dalla sinistra del fruitore, ne esalta infatti forme, linee e sfumature di colore, nell’incarnato quanto nelle vesti e nei dettagli che completano l’immagine.

Elementi stilistici che rendono questo affresco un’opera imprescindibile per gli amanti dell’arte, mettendone da parte l’aspetto strettamente spirituale per soffermarsi piuttosto sull’elevata purezza e precisione estetica realizzata dal della Francesca. La Maddalena è però solo il preludio, elegante ed emozionante, di una scoperta ancor più suggestiva e ricca del genio di questo artista nel cuore di Arezzo.

Oltre il Duomo: gli straordinari affreschi di Piero della Francesca ad Arezzo

Lasciandosi alle spalle la magnificenza del Duomo di Arezzo e delle sue bellezze d’arte, tra i quali spicca l’affresco della Maddalena, il pellegrinaggio artistico nell’eredità di Piero della Francesca in città prosegue verso un’altra tappa fondamentale: la Basilica di San Francesco, più precisamente nella Cappella Bacci, dove è custodito il ciclo di affreschi della Leggenda della Vera Croce.

Eseguito da Piero della Francesca tra il 1452 e il 1466, questo ciclo pittorico riconosciuto universalmente come uno dei punti più alti raggiunti dall’arte rinascimentale italiana non è una semplice narrazione per immagini. Queste figure rappresentano infatti un complesso compendio storico-teologico, realizzato a partire dai racconti della Legenda Aurea del frate domenicano Jacopo da Varagine e magistralmente articolate sui tre livelli delle pareti della cappella.

Una dopo l’altra, come pezzi di un puzzle, queste immagini affrescate da Piero della Francesca si incastrano perfettamente tra loro per ripercorrere come le pagine di un libro, o per chi preferisce come le scene di un film, tutti i passaggi della storia della Croce di Cristo.

È qui che il genio matematico dell’artista si manifesta pienamente, dando un senso quasi scientifico all’arte della pittura e dell’affresco: la costruzione prospettica delle sequenze di scene è precisa e rigorosa, e considera attentamente il bisogno di avere sufficienti spazi di luce per modellare i soggetti con sfumature di colore intense, conferendo dunque ad ogni scena una vividezza quasi metafisica.

Dalla Morte di Adamo al celeberrimo Sogno di Costantino, ogni elemento della Leggenda della Vera Croce è una lezione di equilibrio di stili, di armonie di contrasti tra luce e colore e di monumentalità scultorea a colpi di pennello. L’artista ancora una volta fa uso sapiente dei colori e della geometria, trasformando ogni episodio affrescato in visioni chiare e palpabili, eternamente intense eppure remote, da ammirare con fascino qui ad Arezzo.

Scopri il genio creativo di Piero della Francesca nei dintorni di Arezzo

L'eredità artistica e culturale di Piero della Francesca si estende però ben oltre i confini della sola città di Arezzo, invitando l'appassionato d'arte a vivere un affascinante tour nei borghi della provincia più vicini, proprio quei luoghi che hanno plasmato sia l'uomo che l'artista in un percorso di vita e sviluppo stilistico. Una ideale Via di Piero, per scoprire altre bellezze del maestro dopo aver ammirato con meraviglia la sua Maddalena al Duomo di Arezzo e la straordinaria Leggenda della Vera Croce presso la Basilica di San Francesco.

Una prima tappa irrinunciabile è Sansepolcro, vicino Anghiari, la città natale di Piero della Francesca. Qui presso il Museo Civico si può ammirare la celeberrima Resurrezione, un affresco definito dall’autore Aldous Huxley addirittura come il dipinto più bello del mondo. In quest'opera la figura del Cristo risorto si erge solenne e dominante sull’intera scena, evidenziando ancora una volta quella plasticità quasi scultorea della figura protagonista, bilanciando con perfetta sintesi la calma trasmessa tipicamente dall’arte rinascimentale con la suggestione e il pathos dell’evento sacro. Nella stessa sede si trova il Polittico della Misericordia, un'opera giovanile che rivela però già un'innata padronanza di luci, colori e prospettive.

Un'altra tappa da non perdere è il piccolo borgo di Monterchi, incastonato tra le colline della Val Tiberina. Qui è conservata la Madonna del Parto, un peculiare affresco di grande bellezza estetica e ricco di simbolismi. L’opera ritrae la Vergine nel suo stato di attesa con una maestà regale, affiancata da due angeli speculari sui due lati, dando vita a una scena che trasmette un senso di intimità divina. Un affresco che celebra la vita che nasce e la figura materna, testimoniando la capacità dell’autore di raffigurare temi delicati oltre l’aspetto puramente sacro, con una potenza espressiva che trascende il suo tempo.

Questo percorso attraverso le opere maggiori e i luoghi della vita di Piero della Francesca è un’occasione, invitante, suggestiva e appassionante, per scoprire il genio creativo dell'artista immersi nella genuina e naturale bellezza di un angolo di Toscana ancora poco conosciuto. E proprio come la sua ricerca incessante di armonie e prospettive, Arezzo e il suo patrimonio di arti accolgono gli amanti del bello per esperienze di viaggio uniche e vivide, come sfumature di un affresco meraviglioso in queste terre da sogno.

L'autore

Scritto il 12/12/2025