Se cerchi un posto da non perdere in Sardegna, tra delfini, asinelli, trekking mozzafiato, ecco 5 ottimi motivi per visitare l’isola dell’Asinara.

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Hai girato il nord Sardegna in lungo e in largo, dalla Costa Smeralda alla “piccola Tahiti” Cala Coticcio, sino a Stintino e Golfo di Alghero, godendo del mare, delle spiagge, del buon cibo attraverso i tanti percorsi enogastronomici, e meravigliandoti di fronte alla bellezza delle tradizioni e della cultura.

Ma scommettiamo c’è una gemma che non hai ancora visitato?

Stiamo parlando della splendida Isola dell’Asinara, per oltre 100 anni chiusa al pubblico, e divenuta nel 2002 Parco Nazionale ed Area Marina Protetta.

Quest’incantevole meta si trova nell’estremo nord Sardegna, sul versante occidentale, proprio di fronte Punta Capo Falcone.

È necessario raggiungerla via mare, ci sono traghetti e tour che partono da Porto Torres o da Stintino, ed è possibile visitarla tutta anche in mezza giornata.

Il Parco dell’Isola dell’Asinara consiglia di servirsi solo da operatori autorizzati, che garantiscono il supporto adeguato a scoprire l’isola nelle sue sfaccettate possibilità e nel rispetto di un ecosistema unico e fragile.

Ma perchè tanto mistero, e cosa rende quest’isola così speciale?

Lo spieghiamo in questo articolo, e ti diamo cinque ottimi motivi per scoprirla, e mettere l’Asinara nella tua bucket list di avventure!

5. Isola dell'Asinara: il mare...e i suoi abitanti!

Alzi la mano chi ha sempre desiderato un incontro ravvicinato con un delfino?

Nel tragitto per il Parco dell’Asinara è ordinario avvistare questi giocosi animali rincorrersi, fare tuffi e capriole, anche a distanza ravvicinata alle imbarcazioni.

Con il dovuto rispetto che il mare e le sue creature richiedono, sarà possibile ammirarli davvero da vicino e scattare splendide foto.

Non per nulla l’Asinara è spesso chiamata "il paradiso dei delfini", e la sua area marina fa parte del cosiddetto Santuario per i mammiferi marini.

E che dire del Centro Recupero Animali Marini Asinara (CRAMA)? Avete mai assistito ad un rilascio delle tartarughe marine?

Non dimentichiamo poi le splendide insenature, molte raggiungibili solo via mare durante i tour in barca, da esplorare con snorkeling movimentati da colorati anemoni, stelle marine e polpi, o immersioni tra cernie e saraghi. Attenzione alle murene!

4. Natura e trekking: gambe in spalla all'isola dell'Asinara

Il lungo isolamento dell’Asinara l’ha mantenuta selvaggia, con le sue spiagge incontaminate e le alte coste frastagliate. La vegetazione è scarsa, e nei momenti più caldi l’ambiente dell’isola può diventare difficoltoso.

Sicuramente è necessario avere sempre con sé abbondante acqua, SPF e un cappello per ripararsi dal sole, ma il paesaggio autentico e l’essere percorsa da un’unica strada, dalla zona sud di Fornelli verso Cala d’Oliva a nordest, la rende una meta audace, una piccola sfida di circa 16 km in lunghezza, per chi ama il trekking in mezzo alla natura.

Il panorama è spettacolare e mozzafiato, e lungo la costa ci sono molte grotte e anfratti sabbiosi da esplorare. Magari una bella salita per andare a visitare l’ossario Austro-Ungarico… da brividi!

Per chi invece non desidera mettere alla prova la propria prestanza fisica… nessuna paura! Sono presenti numerosi servizi di auto elettriche, fuoristrada 4x4, autobus e anche biciclette a noleggio. Tra le varie attività ci sarà tempo anche per un bel tuffo refrigerante a Cala d’Arena, Cala sant’Andrea o nelle tante insenature nei dintorni della famosa Cala Oliva.

Avventure sì, ma in relax.

3. Profumi e sapori della Sardegna più antica

Chi conosce la Sardegna, ne ricorda immediatamente i suoi profumi selvatici: il mirto, il cisto dai fiori bianchi, le graminacee pungenti.

L’isola presenta una percentuale straordinaria di piante endemiche protette, tra cui il Fiordaliso Spinoso.

Se di rientro dall’Asinara vuoi averne un ricordo oltre che in termine di profumi anche di eccezionali sapori, proprio affacciato al Golfo dell’Asinara in mezzo al verde, tra Marina di Sorso e Castelsardo, si trovano le Tenuta Asinara e il Ristorante Akitchen.

Nata come azienda agricola, quella di Tenuta Asinara ed Akitchen, sotto la guida dello chef Mirko Pinna, è una filosofia di cucina sostenibile, kilometro 0 e addirittura autoprodotta, per garantire la massima trasparenza e qualità, in modo da raccontare al meglio un’isola dai sapori decisi e complessi come la Sardegna.

Dalle carni eccellenti ai prodotti dell’orto-giardino interno, è un’esperienza che sublimerà l’escursione in un sito meraviglioso come quello del Parco nazionale dell’Asinara.

2. Valore storico: le antiche prigioni dell’isola

Prigioni Isola dell'Asinara

Antiche prigioni dell'isola dell'Asinara - foto elisalocci

Ti sarai chiesto il motivo di ben 115 anni di isolamento che hanno reso l’isola dell’Asinara una meta remota e aspra.

Istituito nel 1885 e dismesso nel 1998, il carcere dell’Asinara ha un enorme valore storico. Non solo ospitò per motivi di protezione i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ma fu anche luogo di detenzione di Totò Riina, camorristi in regime di massima sicurezza e tanti esponenti delle Brigate Rosse durante gli anni di piombo.

Per la sua posizione strategica era considerata una piccola Alcatraz, con ben undici distaccamenti. Consigliata la visita, di grande interesse storico e importante memoria nazionale.

1. Perchè si chiama Isola dell’Asinara? La risposta non è così ovvia come sembra.

Asinara asinelli bianchi dell'isola dell'Asinara

Asinelli bianchi e grigi sull'isola dell'Asinara - foto elisalocci

L’avrai intuito dal nome: l’isola dell’Asinara è famosa per i suoi dolcissimi asinelli bianchi.

Oltre allo snorkeling e al birdwatching, gli amanti degli animali avranno il piacere di fare la conoscenza di questi docili quadrupedi, che è possibile incontrare in libertà su tutta l’isola.

Ma attenzione: pare che in realtà, contrariamente a quanto possa sembrare ovvio, il nome “Asinara” sia una derivazione storpiata del nome latino “Sinuaria”, la sinuosa, per vie delle sue coste così ricche di insenature.

Tuttavia gli asinelli bianchi detengono il primato iconografico assoluto legato all’isola, soprattutto per la loro particolare connotazione albina.

Dall’aspetto candido, lucente e cotonoso, con gli occhi rosati o celesti, e la loro dimensione ridotta, la presenza di questi animali è ancora avvolta nel mistero.

C’è chi parla di un naufragio, forse di un vascello diretto in Francia, e chi di animali da compagnia importati dall’Egitto per il Marchese di Mores, Duca dell’Asinara.

L’ipotesi più accreditata oggi vede semplicemente questi splendidi animali come il risultato di una mutazione dell’autoctono asino grigio, presente in tutta la Sardegna, compreso sulla stessa isola dell’Asinara.

Il Parco dell’Asinara ne conta oltre 120 esemplari, continuamente monitorati sia dal Parco, sia dall’Ente Sardo Forestas congiuntamente ai veterinari dell’Università di Sassari.

Coccolati per giusta causa, non è da tutti essere il simbolo di un’isola e di un parco speciale come quello dell’Isola dell’Asinara, un luogo splendido che merita sicuramente una visita, specialmente in bassa stagione e vacanze di primavera e inizio estate.

Affrettatevi a prenotare, i posti sono pochi e vanno a ruba!

Sia per l’Isola… che per il ristorante.

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