
Dalle polpette grandi come un pugno alla pasta annegata nel sugo: gli americani hanno sviluppato una versione della cucina italiana tutta loro e spesso molto, molto diversa da quella a cui dicono di ispirarsi.
Ecco una raccolta dei miti sulla cucina italiana più assurdi, radicati e bizzarri che resistono oltreoceano. Preparati a sorridere (e a rabbrividire) insieme ai tuoi amici americani.

I miti sulla cucina italiana più diffusi

La cucina italo-americana ha la sua dignità, il suo fascino e il suo pubblico, ma quello che molti americani chiamano “cibo italiano” provocherebbe un principio di angina pectoris a più di una nonna vecchio stampo.
L’Italia non ha una cucina, ma ne ha almeno venti, una per ogni regione, modellata da ingredienti locali, clima e tradizioni talvolta imperscrutabili per gli italiani stessi.
Per un turista di passaggio, orientarsi in un ecosistema culinario così complesso, soprattutto se parte con l’idea di sapere già cosa lo aspetta, può essere straniante. E con risultati involontariamente esilaranti per i locali.
Qui non bullizzeremo chi mette senza ritegno la panna nella carbonara, ma racconteremo alcuni miti sulla cucina italiana che sono duri a morire oltreoceano.
Per farlo, abbiamo chiesto ad alcuni amici americani cosa credevano fosse Italian food la prima volta che sono venuti in Italia. Questo è quello che ci hanno detto.
(Se l'argomento ti appassiona, leggi anche anche la nostra recensione di Tucci in Italy).
10. I miti sulla cucina italiana duri a morire - Il formaggio va messo su tutto
Uno di quegli errori comuni che gli americani fanno senza nemmeno accorgersene è spolverare il formaggio su ogni piatto. Ecco cosa ci ha raccontato M.
“Credevo che il formaggio fosse un condimento automatico. Ero a Sorrento e il cameriere mi aveva appena servito un piatto di spaghetti ai frutti di mare. Ho chiesto del parmigiano. Non scorderò mai l’espressione sul viso di quell’uomo".
Visita un caseificio del Parmigiano9. Le fettuccine Alfredo sono un piatto tradizionale

In realtà si tratta davvero di un piatto italiano, ma che vive quasi esclusivamente sulle tavole americane. È stato inventato a Roma da Alfredo di Lelio, ma non è mai diventato un classico nazionale, almeno non con quel nome.
Ha comunque trovato la sua fortuna oltreoceano, dove è diventato un cult nei menu italo-americani. In Italia, però, la pasta non viene quasi mai servita con la panna e il piatto originale, preparato ancora oggi nel ristorante storico di via della Scrofa che lo ha reso celebre, prevede solo burro e parmigiano.
Prova le vere Fettuccine Alfredo8. Gli italiani bevono il cappuccino a tutte le ore
Non è difficile imbattersi in qualche turista che sorseggia il suo cappuccino con grazia a ora di pranzo.
S. ci racconta: “Ero in vacanza con un’amica e abbiamo pensato che ordinare patatine fritte e cappuccino fosse una buona idea. Il cameriere ci ha servite senza battere ciglio, ma poi abbiamo iniziato a notare le occhiate di qualche vicino di tavolo. A quanto pare non è proprio il binomio più apprezzato in Italia!”.
7. Spaghetti con le polpette extra large

L’idea di unire grosse polpette alla pasta è un classico esempio di fraintendimento della cucina italiana, fomentato in questo caso da un grande classico del cinema per bambini come Lilli e il Vagabondo. Tra tutti i miti sulla cucina italiana questo è sicuramente tra i più appetibili, ma tenere separati primo e secondo piatto è certamente la norma.
6. Il pane all’aglio è un antipasto italiano

TikTok è pieno di gente che prepara garlic bread, un antipasto che, a giudicare da certi video, sembra pure piuttosto godurioso, ma in Italia semplicemente non esiste.
Quello che abbiamo è la bruschetta, quindi pane tostato, un filo d’olio evo, pomodori freschi e, al massimo, una strofinata d’aglio. Fine. L’idea di servire pagnotte imburrate e cariche di aglio è l’incubo di qualunque coppia di innamorati (e non solo).
5. Ogni pranzo in Italia è un banchetto

Non proprio. L’idea che ogni italiano a pranzo si sieda a una tavola imbandita come per un matrimonio è uno di quei miti sulla cucina italiana a cui gli americani sembrano credere ciecamente.
Ce lo racconta J., che viaggia spesso in Italia per lavoro: “All’inizio credevo che sarebbe stato come per Julia Roberts in Eat, Pray, Love. In realtà, la maggior parte delle volte i miei colleghi italiani mangiano in venti minuti. Anche con gli amici ci ritroviamo spesso a brunch o aperitivi che hanno poco di tradizionale. Ci ho messo tre settimane per mangiare la mia prima cotoletta”.
4. La pizza italiana è gigante e carica di roba
C’è chi arriva in Italia sognando pizze grandi come ruote di trattore e dinanzi alla realtà resta deluso. Se ci atteniamo alla tradizione, qui troviamo al massimo una ruota di carretto.
La scoperta che la pizza napoletana nasce come piatto individuale, pensato dunque per essere mangiato da una sola persona, è per alcuni sconcertante. Per fortuna basta poco (un morso) per convertirsi sulla via di Napoli.
Leggi anche la nostra intervista a Franco Pepe, 4 volte Best Pizza Chef ai Best Chef Awards.
Qui la raccolta delle migliori pizzerie di Napoli del 2025.
3. Gli italiani sono ossessionati dalla loro cucina

Su questo punto un fondo di verità c’è, ma non nel modo in cui pensano gli altri. Non è snobismo, non è deriva nazionalista, non è nemmeno ossessione. Siamo soltanto emotivamente coinvolti.
Ce ne accorgiamo per esempio quando viviamo all’estero, quando facciamo l’Erasmus e il nostro coinquilino, per farci una sorpresa, ci prepara della pasta condita col ketchup. E lì scatta la difesa d’istinto. La consapevolezza. La missione.
2. In Italia si mangia pollo alla parmigiana

Il Chicken Parmesan non è italiano. Il pollo servito sopra gli spaghetti non si trova da nessuna parte in Italia. È invece una ricetta italo-americana a tutti gli effetti, nata dal desiderio di sentirsi a casa in un paese nuovo e, insieme, affermare un nuovo status sociale.
Per molti emigrati italiani provenienti da contesti di povertà dove la carne era un lusso, trovarne in abbondanza e poterne usufruire era una conquista. Nacque così una variante della parmigiana che prevedeva fettine di pollo impanate al posto delle melanzane, salsa di pomodoro, mozzarella e parmigiano.
1 La pasta deve annegare nel sugo
Uno dei malintesi più diffusi tra chi prova la cucina italiana per la prima volta è che la pasta debba essere sommersa dal sugo, letteralmente annegata.
In Italia è esattamente il contrario: il condimento serve ad accompagnare la pasta, non a nasconderla. Certo, chi è abituato a certi standard al primo piatto "scarico" si sente un po’ preso in giro. Ma poi assaggia. E capisce.
I consigli essenziali da dare a chi viene in Italia per la prima volta

Alcuni turisti possono avere delle idee un tantino distorte su come si mangia da queste parti, specialmente se hanno sempre creduto ai miti sulla cucina italiana.
Niente di grave, basta qualche semplice dritta per evitare le trappole per turisti e le occhiatacce dei camerieri. Ecco allora cosa vale la pena spiegare ai tuoi amici in vacanza prima che si siedano al loro primo tavolo.
1. Mai formaggio sulla pasta con il pesce.
In generale, meglio evitare formaggio e frutti di mare insieme a meno che l’abbinamento non sia voluto e suggerito dallo chef.
2. Il pane non è sempre gratis.
Quel cestino che arriva al tavolo spesso rientra nel “pane e coperto”, una piccola voce che si trova sullo scontrino e che per chi è in Italia per la prima volta può essere fraintesa. Tranquillizzate i vostri amici: non è una truffa, ma la prassi.
3. Capire il menu
Antipasto (l’inizio), primo (pasta o riso), secondo (carne o pesce), contorno (verdure, insalata…). Non sono tutte cose da mettere nello stesso piatto: arrivano in ordine e separatamente.
4. Niente latte a pranzo
Durante i pasti si beve acqua, vino o al massimo Coca-Cola e simili. Il cappuccino dopo aver mangiato è visto come una stranezza esotica. Espresso, sempre.
5. Niente bicchieri taglia XL
Ribadite ai vostri amici in vacanza che se chiedono un caffè al bar riceveranno un espresso. Per varianti varie ed eventuali meglio specificare subito.
6. Occhio al conto
Il conto il più delle volte non arriva in automatico ma va chiesto esplicitamente.
7. Niente mancia obbligatoria
Il servizio è di solito incluso, ma se ti sei trovato bene, lasciare qualche euro fa sempre piacere. Non è richiesto, ma è ben visto.
8. Niente cena alle 18
Pranzo tra le 12:30 e le 14:30, cena dalle 20 in poi. “Ma ho fame prima!”. Fai merenda. Ditelo con brutalità.
9. Evitare i menu turistici come la peste
Se c’è un buttadentro, se gli arredi sono folkloristici e stereotipati, se i prezzi sono inverosimilmente bassi e se ai tavoli ci sono solo turisti scappa.
10. Chiedi consiglio
Mostrare interesse è il modo migliore per farsi consigliare bene e mangiare ancora meglio. Anche quando hai già scelto il ristorante, chiedere il parere della persona che ti sta servendo al tavolo è (quasi) sempre una buona idea.
Oltre i falsi miti sulla cucina italiana

Uno degli elementi che più stupiscono i turisti è quanto la stagionalità influenzi la cucina italiana, o almeno quella di qualità.
Nei buoni ristoranti (che non sono necessariamente quelli più cari), alcuni piatti compaiono solo per poche settimane all’anno, ovvero quando gli ingredienti di cui si compongono sono al meglio.
Ciò detto, è bene notare che questo approccio non sempre è la norma ovunque. Molti locali mantengono lo stesso menu per tutto l’anno, sacrificando qualcosa in termini di freschezza e sapore. Non vuol dire che si mangi necessariamente male, solo che è opportuno essere consapevoli delle scelte che si fanno e di cosa aspettarsi.
Altra cosa da considerare è che non sempre cibo di qualità è sinonimo di conto salato. Ci sono una moltitudine di posti dove si mangia una bellezza a prezzi più che onesti. Anche sul piano della qualità, il confronto con ristoranti dai nomi blasonati o che vantano location prestigiose regge benissimo.
Nel volume La cucina italiana non esiste edito da Mondadori, si evidenzia come il mito della cucina italiana sia in realtà esso stesso un mito, un’invenzione recente talvolta alimentata da racconti suggestivi e poco (se non per niente) documentati sulle origini di quasi ogni piatto in circolazione. Più che inseguire la ricetta “purista” a tutti i costi, quindi, meglio guardare alla qualità.
Abbracciare una cucina regionale e di stagione e supportare i piccoli produttori locali, magari acquistando direttamente dai loro banchi al mercato, è già un buon punto di partenza. Ed è anche il modo migliore per andare oltre i tanti falsi miti sulla cucina italiana.
Dove capire la cucina italiana se non hai una nonna italiana
Mercati rionali
Ovunque ci si trovi c’è sempre un mercato di quartiere dove fare la spesa e scambiare due parole con i venditori. Offrono una panoramica sempre interessante su stagionalità, materie prime e rituali gastronomici. Inoltre, visitarli consente di calarsi senza filtri nella cultura gastronomica del posto.
Corsi di cucina
Le masterclass di cucina piacciono tanto ai turisti di passaggio, ma riscuotono successo anche tra gli aspiranti chef italiani, attratti da formule brevi e pratiche che consentono di cavarsela in autonomia fin da subito con la pasta fresca, il pesto o la pizza.
Agriturismi
Ingredienti dall’orto alla tavola, menu stagionali, ambienti informali. In agriturismo l’esperienza è tutta incentrata sui sapori e si riscopre la vera cucina regionale italiana.
Partecipa a una masterclass di cucina a RomaFalsi miti sulla cucina italiana - FAQ

Quali sono i miti più comuni sulla cucina italiana?
Spaghetti bolognese, pane all’aglio, “Italian dressing”, pepperoni pizza sono tutti esempi di piatti che, per quanto famosi all’estero, con la cucina italiana hanno poco a che fare. Si tratta di interpretazioni nate altrove, soprattutto negli Stati Uniti, che nel tempo hanno dato vita a una sorta di mitologia italo-americana culinaria spesso molto distante dalla realtà delle tavole italiane.
Gli italiani mangiano davvero la pizza con l’ananas?
No e, se possibile, meglio non tirare mai fuori l’argomento. Per la maggior parte degli italiani è una provocazione. La pizza è un universo ricco e creativo, ma la frutta tropicale di solito ne resta fuori.
Il cibo italiano in America è diverso da quello in Italia?
Moltissimo. La cucina italo-americana ha una sua storia e identità, ma è frutto di adattamenti fatti dagli emigrati. Piatti come il Chicken Parm o le Fettuccine Alfredo da noi quasi non esistono.
Le fettuccine Alfredo sono italiane?
Sì, ma sono diverse da come le conoscono all’estero. La versione originale, nata a Roma, era semplicissima: pasta, burro e parmigiano.
Si può ordinare un “latte” in Italia?
Certo che sì se quello che vuoi è un bicchiere di latte, senza caffè. Se vuoi quello che negli Stati Uniti chiamano “latte”, devi chiedere un caffè latte.
Perché gli italiani non mangiano il garlic bread?
Perché da noi non esiste. Al suo posto c’è la semplice bruschetta, condita con olio, pomodoro e a volte con un pezzetto o una sfregata d’aglio.
L'autore
Scritto il 31/07/2025
Lorena Calise
Pane all’aglio, cappuccini giganti con la pizza, formaggio sulle vongole. Questi falsi miti sulla cucina italiana ti faranno rabbrividire.