Alessandro  Zoppo

Alessandro Zoppo

Cosa fare a Napoli a gennaio 2026? L'anno nuovo trasforma la città in una vera Neapolis: ecco 10 eventi da non perdere.

Dopo il Capodanno trascorso in Piazza del Plebiscito, sul lungomare Caracciolo, a Castel dell'Ovo o al Parco Virgiliano, cosa fare a Napoli a gennaio 2026? Il primo mese dell'anno nuovo offre mostre ed eventi da non perdere tra concerti, spettacoli teatrali, film cult, balletti e arte. Ce n'è per tutti i gusti: quanto di meritevole passa sui palchi e negli spazi espositivi di Napoli lo trovate qui.

Quella che vi forniamo è una guida ragionata che permette di appuntare in agenda gli eventi migliori, selezionati tra numerosi appuntamenti e inseriti in una lista accurata spalmata nell'arco del mese. Il calendario è fittissimo: per non farsi cogliere impreparati, basta salvare le date e le location e ricordare che per alcuni eventi è meglio acquistare il biglietto in anticipo.

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Cosa fare a Napoli a gennaio 2026

Maria Mazzotta

Maria Mazzotta

Dai grandi concerti italiani ed internazionali alle mostre d'arte, passando per il teatro, la danza e il cinema, Napoli propone un caleidoscopio di esperienze nel primo mese del 2026. In questo articolo sono presenti 10 cose da fare in città a gennaio, scoprendo una vita notturna più scatenata e accogliente che mai nonostante l'aria ancora fredda e il clima piovoso.

Se volete godervi serate indimenticabili all'insegna della cultura e del divertimento, non perdete altro tempo. Napoli è una città in cui ogni giorno c'è qualcosa da vedere e da sentire e dove capita anche di dover fare delle scelte tra la scoperta assoluta e l'usato garantito. Ecco tutti gli eventi, le mostre, i live e gli appuntamenti imperdibili che fanno al caso vostro.

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10. Ramin Bahrami e Massimo Mercelli tra Iran e Italia

L'incontro tra il pianista iraniano e il flautista italiano è il gran finale di Sacro Sud, il festival dedicato alle tradizioni e alle musiche popolari, sacre e devozionali ideato e prodotto da Black Tarantella e diretto da Enzo Avitabile. Partito il 13 dicembre, l'evento ha toccato alcune delle chiese più suggestive di Napoli, dal centro alle periferie. Dopo le esibizioni di Carlos e Curro Piñana, Avitabile, Balanescu Quartet ed Ernst Reijseger, tocca al duo cameristico con i loro giochi contrappuntistici perfetta incarnazione dell'interazione musicale.

Nato a Teheran nel 1979, Bahrami è uno dei più grandi interpreti viventi di Bach e ha inciso con Riccardo Chailly i concerti del compositore tedesco. Classe 1959, Mercelli vanta importanti dediche e collaborazioni con compositori del calibro di Penderecki, Gubaidulina, Glass, Nyman, Morricone, Bacalov, Piovani e Gabriel Prokofiev. Dall'unione di questi due maestri arriva un programma speciale di musica senza confini. Lo spettacolo è ad ingresso gratuito, ma occorre prenotarsi sulla piattaforma Eventbrite del Comune di Napoli - Cultura. Le prenotazioni aprono sette giorni prima del concerto e ogni utente può prenotare fino a un massimo di due biglietti.

5 gennaio, Chiesa di Santa Maria Donnaregina Nuova

9. Maria Mazzotta, tradizione salentina e suoni rock

Voce del Canzoniere Grecanico Salentino, Maria Mazzotta si è messa in proprio da qualche anno, prima in coppia con il violoncellista albanese Redi Hasa e poi da solista con il debutto Amoreamaro. Al suo secondo album, Onde, ha realizzato uno migliori dischi italiani del 2024: una miscela sorprendente, originale e intelligente di musica tradizionale del Salento e del Mediterraneo e spigolosi suoni rock, con omaggi a Roberto De Simone e allargamenti verso il desert blues dei Tuareg grazie alla collaborazione con il portentoso chitarrista nomade Bombino.

Dal 2020, Maria Mazzotta non si è mai fermata e ha suonato dal vivo per oltre duecento concerti in più di venticinque nazioni tra Europa, Sud America e Asia. Ad accompagnarla ci sono Cristiano Della Monica alla batteria e agli effetti elettronici ed Ernesto Nobili alle chitarre elettrica e baritona. Il tour di inizio 2026 debutta proprio a Napoli (il biglietto costa 10 euro) prima di un'incursione americana: la cantante sarà al Lincoln Center di New York per il Global Fest, al Manny's Live Performance Space di State College in Pennsylvania, alla Drom Taberna di Toronto e al Cedar Cultural Center di Minneapolis.

6 gennaio, Auditorium Novecento

8. Il lutto si addice ad Elettra da Eugene O'Neill

Uno dei drammi più complessi e impegnativi di O'Neill torna in scena con l'immaginifica regia di Davide Livermore, per la prima volta alle prese con l'opera del drammaturgo statunitense. La nuova traduzione e l'adattamento sono firmati dalla studiosa Margherita Rubino. In uno spazio scenico suggestivo, pensato come uno specchio distorto della mente umana animato dalle luci di Aldo Mantovani e dai costumi di Gianluca Falaschi, lo spettacolo è “un affascinante e inquietante viaggio tra mito archetipico e moderna psicoanalisi, tra dramma borghese e tragedia classica”.

Oltre che O'Neill e uno dei capolavori assoluti della drammaturgia del Novecento, Livermore omaggia anche il famoso allestimento del Teatro Stabile di Genova diretto da Luca Ronconi nel 1997. In questa rinnovata lettura, spiccano nel cast i nomi di Paolo Pierobon nel ruolo di Ezra Mannon (ossia Agamennone), Elisabetta Pozzi in quello di Christine Mannon (ovvero Clitennestra), Linda Gennari nei panni di Lavinia, Marco Foschi in quelli di Orin Mannon e Aldo Ottobrino come Adam Brant, l'amante di Christine. Tra mito classico e psicanalisi novecentesca, il plot è ancora modernissimo, mentre “è del tutto contemporanea la psiche contorta dei protagonisti, calamitante come un noir che non dà respiro”, come scrive Rubino nelle note di produzione.

Dal 14 al 18 gennaio, Teatro Mercadante

7. Transit Grounds: Dimitris Kontodimos e Gabriel Orlowski

Negli spazi della Shazar Gallery prende vita la doppia personale dello scultore greco e del fotografo polacco, curata da Massimiliano Maglione. Classe 1994, Dimitris Kontodimos vive e lavora ad Atene ed è alla sua prima personale italiana; nato a Varsavia nel 1989, Gabriel Orlowski è uno dei più importanti giovani artisti polacchi, alla sua seconda personale nelle sale di via Scura. Maglione spiega che le opere dei due raccontano la città contemporanea “come archivio di memorie e macchina di consumo, un organismo che accumula rovine mentre produce se stesso, che rinnova incessantemente la propria immagine mentre ne consuma la sostanza”.

Le sculture di Kontodimos simulano percorsi artificiali attraverso i quali si insinua la cultura consumistica, utilizzando “oggetti anonimi della civiltà urbana rendendoli rovine contemporanee, reperti fittizi che mettono in crisi la fiducia nella memoria come strumento di verità”. Le fotografie di Orlowski danno invece corpo alla rovina non più come “ricordo di ciò che è finito”, ma sotto “forma del presente che si consuma, una distesa di strutture, mezzi e persone che continuano a muoversi pur nella sensazione di essere già relitti, conseguenze della logica consumistica”.

Fino al 17 gennaio, Shazar Gallery

6. Franco126 in tour con Futuri possibili

L'artista romano è in giro per l'Italia in questo inizio 2026 e fa tappa a Napoli per proseguire la promozione di Futuri possibili, il suo ultimo album inserito da molti critici nelle consuete classifiche dei migliori dischi italiani del 2025. Nato da un amore finito, il lavoro è un percorso intimo e malinconico che vanta collaborazioni importanti (Giorgio Poi, Coez, Fulminacci, Ketama126, Ele A) e alcune canzoni già cult per i fan come la title track, Due estranei, Bella mossa e Nottetempo.

Al terzo progetto da solista, Federico Bertollini (questo il suo vero nome) ha fatto un disco “senza pensarci tanto”, come ha raccontato in un'intervista a Rolling Stone, ma con tredici canzoni dentro unite da “un filo rosso che è quell'altalena emotiva che si prova in seguito a una rottura importante, quindi ci sono anche dei pezzi che magari vanno un po' in contraddizione l'uno con l'altro”, come ha spiegato in un'altra intervista a Billboard. Prezzo del biglietto 30 euro.

17 gennaio, Teatro Palapartenope

5. Lo schiaccianoci del Russian Classical Ballet

La grande tradizione del balletto russo del Russian Classical Ballet torna nel capolavoro ispirato alla celebre favola di E.T.A. Hoffmann, Schiaccianoci e il re dei topi. La composizione immortale del geniale Pyotr Čajkovskij è l'avventura indimenticabile della piccola Clara e del suo soldatino di legno che prenda vita per battersi contro un esercito di topi e il loro malvagio re a sette teste. L'adattamento del sogno di Natale con animazione, creature malvagie e l'improbabile principe eroe è portato in scena con la direzione artistica di Evgeniya Bespalova e Denis Karakashev.

Il cast è formato da ballerini diplomati nelle più prestigiose scuole coreografiche russe: Mosca, San Pietroburgo, Novosibirsk, Perm. Le coreografie sono quelle storiche di Marius Petipa, il “padre” del balletto classico. I costumi sono di Elik Melikov, la scenografia di Evgeny Gurenko e la regia di Elik Melikov. Tra le magiche melodie di Čajkovskij, dall'ouverture fino al valzer dei fiori passando per il valzer dei fiocchi di neve che chiude il primo atto, un tripudio di fantasia e romanticismo per iniziare l'anno nuovo nel migliore dei modi. Biglietti da 32 euro.

18 gennaio, Teatro Palapartenope

4. Inland Empire di David Lynch torna al cinema

A partire dallo scorso maggio, Lucky Red e la Cineteca di Bologna hanno portato al cinema la rassegna The Big Dreamer, nove capolavori di David Lynch e altri contenuti speciali tra corti, documentari e interviste dedicati a uno dei registi più originali, amati e ammirati della storia del cinema, scomparso a 78 anni il 16 gennaio 2025. Ad un anno esatto dalla sua morte, il ciclo si chiude con il ritorno sugli schermi del suo ultimo lungometraggio, Inland Empire, del quale ricorre anche il ventesimo anniversario dall'uscita nelle sale.

Arrivato nel 2006 a cinque anni dal successo di Mulholland Drive, Inland Empire è il film più ambizioso, intricato e lungo della carriera di Lynch: 172 minuti di perturbante sperimentazione audiovisiva. “Anche di fronte ai mondi più oscuri, alle minacce più irrazionali, alla violenza più raccapricciante, l'universo ribattezzato come Lynchtown è diventato per noi famigliare – ha scritto il critico e docente Roy Menarini nelle note che accompagnano The Big Dreamer –. Amiamo abitarci, tornarci, metterci alla prova ogni volta. E non è un caso che la notizia improvvisa della morte del regista americano abbia suscitato una delle più sincere e unanimi ondate di affetto che si ricordino per un artista: evidentemente quel piacere di fronte ai suoi racconti distorti e geniali è sempre stato dettato dall'integrità artistica e dalla trasparenza creativa”.

Dal 19 al 21 gennaio, Cinema Metropolitan

3. L'Arcana Circus di Vesuviano

Vesuviano è il nome d'arte di Carmine Lauretta, cantante nato a Cercola nel 1994 e cresciuto nella zona periferica di Giugliano. Diventato un fenomeno su Spotify, ha una storia davvero particolare alle spalle: è un medico prestato alla musica e un grande fan di One Piece, il manga e anime di Eiichirō Oda che irrompe nei suoi lavori, mentre i suoi spettacoli sono un mix di concerto, stand-up e circo. Alla fine del 2025 è uscito il concept album Arcana XXIII (Vol. 1), in cui il pirata della musica napoletana costruisce un maestoso inno alla libertà.

Accompagnato da Elisa Benetti, Alessandro Morlando e i fratelli Pietro e Vincenzo Lauretta, Vesuviano accoglie il pubblico in quella che definisce “una vera e propria frenesia”: uno spettacolo di canzone popolare, rap e r'n'b, arte visiva e illustrazioni ispirate ai tarocchi. “Vesuviano voglio che sia la somma di tutto quello che ho fatto – ha raccontato in un'intervista a Il Riformista –. Semplicemente vorrei fare quello che mi viene naturale, senza pensarci troppo prima. È difficile per me trovare la strada per il prossimo pezzo, perché è sempre un viaggio, una ricerca anche lunga fino alla soluzione. Sicuramente non voglio perdere nulla di quello che ho fatto”. Biglietti a partire da 25 euro.

23 gennaio, Teatro Palapartenope

2. Totò e la sua Napoli

Inaugurata il 31 ottobre, la mostra dedicata al principe Antonio de Curtis celebra il profondo legame tra l'attore e la sua città. L'occasione è speciale: i 2.500 anni dalla fondazione di Neapolis, una delle città più antiche d'Europa. Organizzato da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare e curato da Alessandro Nicosia e Marino Niola con la partecipazione degli eredi di Totò, il percorso si articola in sezioni tematiche che attraversano la vita e la carriera dell'artista: le origini, il Rione Sanità, le bellezze di Napoli, il teatro, il cinema, le poesie, le canzoni, le testimonianze e il saluto della sua città.

Quando è morto il 15 aprile 1967 all'età di 69 anni, Totò è stato celebrato con tre funerali: uno a Roma, il secondo a Napoli nella Chiesa del Carmine Maggiore e il terzo nel Rione Sanità. Quella nel suo quartiere fu un bagno di popolo, testimonianza diretta di quanto fosse amato dal pubblico. Ma il principe della risata è ancora oggi ricordato con omaggi e tributi sparsi per la città, con murales nei vicoli e nelle piazze e con statue di bronzo nei quartieri, la più famosa al Vomero. La mostra napoletana raccoglie documenti originali, manufatti, ricordi, fotografie, filmati, costumi, installazioni, ricostruzioni scenografiche, manifesti, locandine e giornali ed è la prima tappa di un progetto che proseguirà presto a New York. Il biglietto intero costa 10 euro.

Fino al 25 gennaio, Sala Belvedere di Palazzo Reale

1. La città dei vivi, dal bestseller di Nicola Lagioia

Ispirato al brutale omicidio di Luca Varani, il 23enne romano torturato e ucciso in un appartamento della zona est della Capitale nel corso di un festino a base di sesso, alcol e droga, il quinto romanzo di Nicola Lagioia ha vinto il Premio Internazionale Bottari Lattes Grinzane, il Premio Leogrande e il Premio Napoli nel 2021. A sei anni dalla sua pubblicazione, il libro diventa uno spettacolo della compagnia Elsinor per la regia di Ivonne Capece “con attori reali e semi olografici sul rapporto genitori-figli, sulla bellezza e la violenza, che scuote in modo profondo e pone interrogativi: quanto sappiamo di non sapere sulle vite di coloro che amiamo? Perché diciamo sempre ‘Ti prego, fà che non accada a me’ e mai ‘Ti prego, fa che non sia io a farlo’?”.

L'inchiesta narrativa di Lagioia si trasforma in una drammaturgia tesa, “ibrida tra racconto e confessione”, dove “il teatro diventa lo spazio dove guardare l'indicibile”. “Non è la cronaca di un delitto, ma il riflesso di un'autopsia interiore, in cui l'artista si espone al vortice emotivo che lo lega alla sua città e al suo stesso impulso di raccontare. Roma, con il suo caos, l'indifferenza e la magnificenza, non è uno sfondo ma una forza che modella il dolore e la scrittura”, recitano le note di produzione. I biglietti vanno da 15 a 30 euro, ma lo spettacolo non è adatto ai minori di 16 anni.

Dal 27 gennaio, Teatro Bellini

L'autore

Scritto il 01/12/2025