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I lavoratori dello spettacolo, dai registi ai musicisti e tutte le maestranze, protestano contro la chiusura di cinema e teatri prevista dal nuovo Dpcm del 26 ottobre; l’articolo riguardante il settore recita che sono sospesi gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto. Una scelta che lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha definito in conferenza stampa “particolarmente difficile: il mondo della cultura è in forte sofferenza ormai da mesi“. Il ministro dei Beni Culturali Franceschini commenta: “Un dolore lo stop, ma prima la salute“. Rimangono, invece, aperti i musei.

L'appello di Cultura Italiae per il settore dello spettacolo

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Subito dopo la firma del DPCM il web si è mobilitato per cercare di cambiare tale decisione. In particolar modo spicca la campagna lanciata dalla piattaforma Cultura Italiae, un’unione di donne e uomini del mondo della cultura, dello sport, dell’innovazione, delle arti, dell’impresa e delle professioni hanno deciso di unire le proprie competenze per realizzare progetti concreti finalizzati a rappresentare al meglio l’Italia del merito e dell’eccellenza, credendo nella cultura come volano economico del sistema Paese. Ieri hanno aperto la raccolta firme intitolata Vissi d’arte, dove si legge un elenco di punti atti per proteggere, tutelare e esporre gli sforzi compiuti dalle professioni dello spettacolo, come le norme di sicurezza adottate subito dopo la fine del primo lockdown, le difficoltà affrontate per la riorganizzazione delle tournée e degli spettacoli e per riacquisire la fiducia degli spettatori. Tra i firmatari, compaiono attori, registi, personaggi della televisione e cantanti promotori di una credenza, ovvero quella che non sia più accettabile privare i cittadini di sognare e di farsi trasportare lontano oltre i confini della propria quotidianità, soprattutto in tempi di crisi e pandemia.

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