La Capitale del Medioevo, Gradara, rende omaggio alla figura di Francesca da Rimini e al suo amore maledetto con Paolo Malatesta tramite l’espressione artistica e contemporanea della street art.

Gradara: la Capitale del Medioevo

Come vi abbiamo già detto in un nostro precedente articolo, Gradara è un borgo medievale in provincia di Pesaro – Urbino. Fa parte del gruppo I Borghi più Belli d’Italia ed è stata forgiata della nomina di Capitale del Medioevo.

La maggiore attrazione di Gradara è il suo castello, collocato nel punto più alto della città. Fu costruito nel 1150 dai De Griffo per poi passare ai Malatesta che edificarono la cinta muraria, ancora oggi in piedi, lunga circa 800 metri.

È proprio in questo castello che si consumò la storia d’amore maledetta fra Paolo e Francesca. Qui infatti si trova anche la camera nella quale avvenne la tragedia raccontata da Dante nel V canto dell’Inferno della Divina Commedia.

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La storia d’amore di Paolo e Francesca

La storia d’amore di Paolo e Francesca

A differenza di Romeo & Giulietta, nati dalla geniale fantasia di William Shakespeare, Paolo e Francesca sono due personaggi realmente esistiti. Lo vicende storiche sono ancora però piene di lacune: sono poche le informazioni biografiche pervenute.

Tantissime sono invece le versioni letterarie e artistiche che hanno parlato e si sono ispirate a loro: Dante, Boccaccio, Petrarca, D’Annunzio, Pellico, Zandonai , Scheffer, ecc. Tutte hanno arricchito la narrazione con particolari di grande fascino, fino a confondere storia e leggenda.

Francesca da Polenta era la bella figlia di Guido Minore Signore di Ravenna e Cervia. Nel 1275 Guido decide di dare la figlia in sposa a Giovanni Malatesta, o Gianciotto, detto anche Gianne lo Sciancato, perché brutto e zoppo. Il padre a lui doveva il favore di aver cacciato dei nemici dalle sue terre.

Considerando l’aspetto poco gradevole di Gianciotto e il possibile rifiuto di Francesca, Guido e Malatesta da Verucchio detto il Mastin Vecchio o il Centenario (il padre di Gianciotto) tramarono un inganno. Mandarono a Ravenna Paolo, detto Il Bello (fratello di Gainciotto), facendo credere a Francesca che era lui colui che avrebbe sposato.

Scoperta la realtà dei fatti solo il giorno delle nozze, Francesca si rassegna al suo destino. Paolo, rammaricatosi per essersi prestato all’inganno, va sovente a far visita alla cognata. Finché un giorno, nonostante fossero entrambi sposati, si innamorano uno dell’altra ed iniziano una relazione clandestina.

Uno dei fratelli, Malatestino dell’Occhio, chiamato così perché aveva un occhio solo (ma dal quale ci vedeva benissimo), li spiò e riferì dei loro incontri a Gianciotto. E così, una notte di settembre del 1289, Giovanni li finì entrambi con la sua spada: Francesca morì parandosi davanti al suo amato Paolo, nel gesto di salvarlo.

Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse.

Dante Alighieri

Paolo & Francesca nell’Inferno di Dante

Paolo & Francesca nell’Inferno di Dante

Dante Alighieri nella sua Divina Commedia mette gli sventurati amanti all’Inferno, perché macchiati d’adulterio, un peccato gravissimo, ma li fa vagare insieme. Siamo nel girone dei Lussuriosi e a differenza delle altre anime dannate, non volano separate, ma unite assieme e sembrano straordinariamente leggiadre.

Mentre Paolo rimane in silenzio e piange, è Francesca a raccontare la loro storia a Dante. A differenza delle altre donne lussuriose, descritte con distacco e freddezza, Francesca è raffigurata come una creatura di animo nobile e gentile che, pur se dannata, prova il desiderio di pregare perché Dante trovi conforto e pace. Nelle parole di Francesca viene spiegata un’idea d’amore che richiama l’amor cortese e, in gran parte, anche la teologia cristiana: nessuna persona amata può non contraccambiare l’amore, e l’amore che ciascuno dona agli altri, viene sempre restituito.

Francesca nel corso della storia, è stata prima una figura negativa, una traditrice per i bigotti, poi pian piano, finalmente, ha iniziato a divenire l’immagine della libertà, di chi crede in se stesso e affronta tutto, anche la morte. Passione, peccato, libertà, bellezza, fine.

Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende, prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende. Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona. Amor condusse noi ad una morte.

Dante Alighieri

Gradara Oltre le Mura

Gradara Oltre le Mura

È da quest’ultimo pensiero che prende vita il progetto Oltre Le Mura. Un progetto triennale che a Gradara prende vita nel settembre 2018, durante la decima edizione delle Giornate di Studio Internazionali su Francesca da Rimini. La sfida è quella di raccontare nuovamente e in modo moderno questa donna.

Francesca non più come simbolo di mera peccatrice, ma in quanto ambasciatrice di libertà individuale, in quanto donna, di scegliere chi amare, diventando così, inevitabilmente, icona di parità di genere e libertà di scelta.

È questo l’obiettivo che si pone Gradara, creare un’unione tra passato (Francesca da Rimini in quanto storica abitante della Rocca) e contemporaneità (attraverso il linguaggio della street art e l’ideologia del “Girl Power”). L’idea è del Comune di Gradara in collaborazione con il centro di informazione turistica Gradara Innova e sotto la direzione artistica di Sabrina Gennari, con il finanziamento di Regione Marche.

La Street Art di Gradara: la parola agli artisti

La Street Art di Gradara: la parola agli artisti

Quindi, la street art di Gradara vuole raccontare con un linguaggio contemporaneo la storia d’amore di Paolo e Francesca e, in particolare, rappresentare la “nuova Francesca”. Per fare questo sono stati scelti sei Street Artists italiani, conosciuti a livello nazionale ed internazionale.

Andreco, Tellas, Gola Hundun, Paolo Psiko, Burla e Finnano Fenno hanno dato la loro personale interpretazione alla drammatica vicenda ed hanno valorizzato con le loro opere la storia di Gradara. Un vero e proprio museo/percorso all’aperto che ha riqualificato alcuni spazi del paese dimenticati: le sei opere si trovano tutte all’esterno delle mura.

Qui il significato delle opere e dove trovarle (partendo dal castello).

1. Psiko, Interno del Comune

1. Psiko, Interno del Comune

L’opera dell’artista Paolo Psiko si trova nella scala interna del Comune di Gradara, proprio difronte all’ingresso delle mura. Paolo e Francesca sono rappresentati mentre sono coinvolti in una danza che, secondo l’autore, è un vero e proprio simbolo di libertà. Il corpo si muove sulla musica e, libero da ogni vincolo, può finalmente esprimere la propria forza interiore.

Per danzare è fondamentale la passione, ed è per questo che i due amanti sono avvolti in un panneggio rosso, colore che è sempre stato considerato l’opposto del bianco e del nero e che assieme arrivarono a formare la triade medievale. Ancora oggi, il rosso rappresenta l’amore, la passione, la sensualità e la vitalità. Ed è l’amore passionale che ci spinge a lasciarci andare corpo e anima con la persona desiderata, fino a morire per essa.

2. Gola Hundun, via Mercato n°9

2. Gola Hundun, via Mercato n°9

Nell’opera di Gola Hundun è protagonista la libertà naturale, che è la passione che pervade Francesca nel momento in cui decide di scegliere chi amare. Una trasposizione tra la forza della natura e la passione di Francesca.

La passione di una donna che sceglie e, così facendo rompe gli schemi e le “costrizioni” sociali. L’artista rappresenta Francesca come una foresta che cresce selvaggia e si riappropria di ciò che già sarebbe suo per natura.

3. Finnano Fenno, via Mercato n°34

3. Finnano Fenno, via Mercato n°34

Sulla prima parete delle scuole medie, l’artista Carlo Giardina, in arte Finnano Fenno, gioca con gli effetti ottici e crea un’opera interattiva. Attraverso l’ausilio degli occhiali anaglifi con lenti rosse e blu, i visitatori possono leggere la scritta “amor che nullo amato amar perdona”, il celebre verso detto da Francesca nella Divina Commedia.

Ogni lettera della scritta è rappresenta con un simbolo della loro storia d’amore: l’inferno, la donna, la libertà, il coltello di Gianciotto, il bacio, le lacrime, il peccato, il castello di Gradara, l’emancipazione ed altri ancora.

4. Andreco, Parete SP 47

4. Andreco, Parete SP 47

L’opera di Andreco si trova sulla Strada Provinciale 47, in corrispondenza dello svincolo con via Cattolica. L’opera prende spunto dal V canto dell’Inferno della Divina Commedia di Dante, dedicato ai lussuriosi.

Paolo e Francesca sono rappresentati come due nuvole che volano vicine e attaccate. La nuvola è simbolo di libertà e mentre tutte le altre nuvole seguono una direzione precisa, loro escono dalla scia. Il dipinto vuole omaggiare le azioni mosse dalla passione e dalla voglia di libertà.

Ma ci sono anche tanti altri elementi simbolici nell’opera: l’Alfa che rappresenta il moto delle nuvole; le lettere P e F che rappresentano le iniziali dei due amanti ma anche di Potenza e Forza; la lettera A che sta per Andreco, Amore e Anarchia; il Rho che indica la densità fisica legata allo stato solido delle rocce e gassoso delle nuvole.

5. Tellas, Rotonda di via Tavullia / SP 39

5. Tellas, Rotonda di via Tavullia / SP 39

L’opera di Tellas si trova nella parete di contenimento alla rotonda d’incrocio tra via Tavullia e via S. D’Acquisto. Francesca è simbolicamente rappresentata con la pianta autoctona del sambuco.

Questa pianta è protagonista di diversi racconti. Il sambuco simboleggia il tradimento, pare infatti sia stata la pianta a cui si impiccò Giuda, ma allo stesso tempo simboleggia elevazione spirituale e purificazione.

Per Tellas, Francesca gode della stessa dualità: donna che tradisce, ma che ama e grazie a questo si redime e si eleva ad amore puro.

6. Burla, Torretta Enel (via Raffaello Sanzio, Fanano)

6. Burla, Torretta Enel (via Raffaello Sanzio, Fanano)

L’opera di Burla si trova a Fanano, frazione di Gradara, sulla torretta Enel tra via Raffaello Sanzio e via Caravaggio. Realizzata su tutti e quattro i lati della torretta, l’artista ci propone una versione di Francesca eroina, sicura di se e pronta a difendere se stessa e il suo amato. Brandisce una spada e sulla testa indossa un cappellino da suffragetta che sottolinea la sua libertà di scelta.

Su un lato della torretta la scritta “Fight for your rights”. Sul retro un castello, simbolo della costruzione, della norma e della forma, che viene scosso da un albero fucsia che gli cresce all’interno, simbolo del girl power che scuote tutto cambiando la forma delle cose.

Credits

Info e foto sulle opere ci sono state gentilmente fornite dal centro d'informazione turistica Gradara Innova. 

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