Il vino Caprettone, oggi etichettato come Vesuvio Caprettone DOP, prende il suo nome dal vitigno omonimo. Questo clone autoctono selezionatosi naturalmente in un'azienda viticola situata tra i comuni di Torre del Greco e Trecase, era il vitigno storicamente coltivato sulle pendici del Vesuvio.
La storia del Caprettone
Il nome Caprettone si riferisce a un soprannome dato al proprietario del terreno dove sorge il vitigno da cui si ricava questo vino bianco, tale “zi' Peppe e Caprettone” – così chiamato in quanto allevatore di capre.
Fino agli inizi degli anni ottanta questo tipo di vitigno a bacca bianca era coltivato su tutto l'areale vesuviano, da Ottaviano a Somma, Terzigno,Trecase, Ercolano, etc.
Successivamente, questo prestigioso vitigno autoctono fu sacrificato sull'altare della maggiore produzione per ettaro e maggiore resa di cantina con il vitigno "coda di volpe".
Il vitigno Caprettone, rispetto al vitigno "coda di Volpe", rende meno in termini di produzione. Perciò, per mere motivazioni economiche, fu sostituito con il coda di volpe. Anzi, si andò anche oltre, arrivando a dichiarare che il vitigno coda di volpe – originario del beneventano – nell'area vesuviana era noto con il nome di Caprettone e si trattava, quindi, dello stesso vitigno.
L'azienda Fuocomuorto
L'attuale titolare dell'azienda vinicola Fuocomuorto ha iniziato un percorso di scoperta e di valorizzazione di questo vitigno già nel 2004, grazie a un piccolo vigneto residuale di Caprettone ricevuto in eredità dal padre. L'azienda è stata la prima ad utilizzare in etichettatura il termine Caprettone come IGP pompeiano, già dal 2006.
Il consorzio della dop vesuvio si è prodigato, grazie all'azienda Fuocomuorto e con il supporto della facoltà di Agraria, a descrivere dal punto di vista botanico/ampelografico questo clone ed è riuscita a farlo riconoscere dal ministero dell'agricoltura, come clone autoctono.
Nel 2016 sono state apportate delle modifiche al disciplinare della “doc Vesuvio/Lacryma Christi” ed è stato inserito il vitigno Caprettone come il vitigno a bacca bianca più importante dell'areale vesuviano.
Il vino Caprettone: la coltivazione
I vigneti di Caprettone appartenenti a Fuocomuorto sono coltivati tutti franco di piede, allevate a spalliera e potate a guyot. Viene utilizzato lo stesso percorso di vinificazione dei tempi antichi, ma con gli accorgimenti moderni per garantire al consumatore un vino sicuro, sano, salubre, genuino e soprattutto “espressione di quel terroir vulcanico unico al mondo”.
Il vino viene prodotto in purezza , ossia con il 100% di uve di varietà Caprettone, che gli regalano un gusto unico e inconfondibile.
L'azienda Fuocomuorto produce intorno alle 4000/5000 bottiglie/anno di Caprettone DOP Vesuvio.