Gloria  Venturini

Gloria Venturini

Scopri le atmosfere surreali della città fantasma di Consonno, il perduto Paese dei Balocchi divenuto un’autentica destinazione fuori dagli schemi.

📆 Ultimo aggiornamento
10/01/2023

Immaginate l’emozione di vivere in Lombardia sul finire degli anni Sessanta: una regione in piena espansione, ricca di lavoro e di possibilità, dove le famiglie della piccola borghesia iniziavano a scoprire i piccoli lussi legati al benessere, come ad esempio le gite domenicali fuoriporta.

Sul modello dei parchi a tema statunitensi, nella zona dei laghi iniziarono a sorgere degli immensi parchi divertimenti, dei veri e propri Paesi dei Balocchi pensati per soddisfare le più sfrenate fantasie dei visitatori.

Ed è in quegli anni che ha inizio la storia della città fantasma di Consonno, una storia che parla d’intraprendenza e di rapporto col territorio, ma anche di un evento tragico che cancellò per sempre il sogno del Paese dei Balocchi della Brianza.

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Scopri la surreale città fantasma di Consonno quest'inverno

Città fantasma di Consonno

La nebbia avvolge le strade e i rami spogli degli alberi scheletrici accarezzano il cielo grigio; per una delle più famose città fantasma, è un paesaggio piuttosto ordinario.

Ma nonostante l'aspetto malinconico e spettrale, l'inverno è forse il periodo migliore per scoprire il fascino di Consonno, quel Paese dei Balocchi mai del tutto realizzato.

Il silenzio irreale, il freddo pungente e le luci tenui dell'inverno, qui in questo piccolo angolo della provincia di Lecco non distante dalle sponde dei laghi, creano un'atmosfera unica e per certi versi inquietante.

Oggi la città fantasma di Consonno è solo un pallido ricordo del sogno ambizioso - purtroppo fallito - del Conte Mario Bagno. Ma al contempo, forse inaspettatamente, negli anni si è trasformata in una insolita destinazione capace di attrarre curiosi, street artist e viaggiatori con una mentalità fuori dagli schemi.

Oggi ti guideremo alla scoperta di questo luogo surreale, un vero e proprio tour nel perduto Paese dei Balocchi con tutte le informazioni utili per visitarlo al meglio questo inverno.

Come arrivare a Consonno: giro in auto verso il Paese dei Balocchi

Paese dei Balocchi di Consonno

Siamo partiti presto in auto alla volta di Consonno, in una soleggiata domenica di fine novembre. Provenendo da sud (da Milano, città iconica tutta da esplorare, SS 36 Lago di Como e dello Spluga) ci godiamo l’incantevole spettacolo delle Alpi imbiancante di neve che si fanno sempre più vicine man mano che proseguiamo verso il ramo lecchese del Lago di Como.

Oggi tutta la zona della Brianza è uno dei più grandi agglomerati urbani d’Italia: distese di costruzioni si estendono in tutta la pianura padana, espandendosi da Milano in ogni direzione, come un’immensa ragnatela.

Il tempo è cambiato rapidamente da quando siamo partiti ed ora ci troviamo in mezzo a una grigia pioggerellina tardo autunnale. Il GPS ci dice che mancano solo 20 minuti a Consonno quando la strada inizia ad inerpicarsi su per il Monte Regina.

Mentre ci lasciamo alle spalle una delle zone più industrializzate d’Italia ci immergiamo nei boschi di castagni e intorno a noi il paesaggio si fa più rurale, uno scorcio di come doveva essere la Brianza negli anni Sessanta.

Qui l’economia agricola era fiorente, sostenuta dalle castagne, dalla coltivazione del sedano e dei porri, un luogo agricolo costellato di cascine dove la vita dell’uomo seguiva il ritmo naturale delle stagioni. Eppure, a Consonno nessun abitante era proprietario della casa in cui viveva, né dei terreni che coltivava: tutto qui apparteneva all’Immobiliare Consonno Brianza, posseduta da poche ricche famiglie.

Siamo finalmente giunti a destinazione: parcheggiamo la macchina sulla strada sterrata che attraversa il bosco, superiamo la sbarra che blocca il passo alle macchine e ci incamminiamo a piedi verso la città fantasma di Consonno, situato a poco più di un chilometro di distanza. Nel frattempo la pioggia si è trasformata i grossi batuffoli di candida neve.

A piedi nel bosco: la nascita del vero Paese dei Balocchi

Consonno in inverno

La neve cade fitta e compatta e dopo poco tempo ha già ricoperto tutto con un candido manto, trasformando il bosco in un luogo magico, quasi irreale.

È difficile immaginare come un posto così ricco di calma e silenzio abbia ispirato un uomo come il Conte Mario Bagno a dar vita ad un progetto così futuristico e ambizioso, come il Paese Dei Balocchi di Consonno. Probabilmente, fu il desiderio di imitare iniziative simili legate allo sviluppo sociale e urbanistico, come nel caso di Rosazza.

Questo eccentrico imprenditore, cavalcando l’onda dell’industrializzazione, fece crescere la sua impresa edile costruendo aeroporti, strade e infrastrutture in tutta la penisola. E il sogno di Consonno inizia a prender vita: circuiti panoramici, campi sportivi, hotel tematici, ristoranti, luna park, campi da minigolf, di pattinaggio, un giardino zoologico, un castello medievale e molte sale da ballo. Insomma, il vero Paese dei Balocchi dove è festa tutto l'anno.

Durante un’intervista ad una tv svizzera, Mario Bagno annunciò che avrebbe costruito a Consonno addirittura un autodromo: non c’era più limite alle possibilità e all’ambizione di questo imprenditore.

Consonno: il Minareto e la galleria dei murales

Minareto di Consonno

Giungiamo infine a Consonno dalla strada alta, ormai anche noi ricoperti da una gelida coltre bianca. Davanti a noi si staglia nel cielo il Minareto, la torre in stile moschea simbolo della Città dei Balocchi.

Al piano terra c’era una lunga galleria commerciale mentre al primo e al secondo piano si trovavano degli appartamenti di circa 70mq ciascuno. Di fronte al Minareto si trovava una fontana che emetteva scenografici getti d’acqua. Oggi, però, tutta la struttura è in rovina e i muri sono ricoperti di murales colorati, lascito dei numerosi rave party che si sono svolti tra queste mura negli ultimi vent’anni, diventando un'icona nell'universo della street art.

Sotto il Minareto possiamo scorgere gli interni degli appartamenti ormai privati di tutte le porte: la distruzione dei locali è stata meticolosa, ma qui e li è possibile trovare ancora le antiche piastrelle blu cobalto e le tubature dei servizi igienici. Sbirciando all’interno della struttura ci rendiamo conto che le camere dovevano essere principesche: le ampie finestre che affacciano sulla vallata hanno ampi archi ogivali e dall’esterno si possono ancora vedere i colori delle decorazioni.

Siamo molto emozionati, ci indichiamo l’un l’altro i murales più belli, i resti più notevoli delle antiche strutture e ci sentiamo dei veri e propri archeologi urbani. Ma anche un po' avventurieri, alla scoperta di uno dei luoghi più surreali in Italia.

Affacciandoci sul retro dell’edificio scorgiamo da lontano gli archi che conducono a Consonno dalla strada bassa, riuscendo a distinguere alcune lettere delle scritte che li decorano: “Consonno è il paese più piccolo ma più bello del mondo.

La scritta è incredibilmente rovinata dalla ruggine, come si addice ad una vera città fantasma, ma ci fa lo stesso immaginare quanto dovesse essere emozionante avvicinarsi a questo paese da sogno negli anni del suo massimo splendore.

Consonno, il paese dove è sempre festa

Consonno città abbandonata

Scendendo lungo la strada principale osserviamo un grande edificio sulla destra, il castello medievale: anche questo è ormai abbandonato e interamente ricoperto di scritte e di murales e all’interno oggi oggetto è stata fatto a pezzi con cura.

Per terra troviamo i residui di porte, vetri, muri, intonaci e ancora una volta proviamo la sincera emozione di essere archeologi all’interno di uno scavo, dove ogni cosa racconta una storia.

La stanza principale di questo edificio era una lussuosa balera, chiamata Salone delle Feste. Immaginiamo le migliaia di persone che dovevano affollare questo luogo durante le serate danzanti, i grandi ospiti della musica e dello spettacolo, le luci sempre accese e un mondo dedito alla spensieratezza.

Nel web è ancora possibile trovare locandine e cartoline dell’epoca, sbiadite immagini pubblicate sulla stampa locale che mettono in risalto le suppellettili provenienti da cinecittà che affollano Consonno, come i cannoni e le sfingi.

Consonno e i suoi graffiti

Consonno graffiti e street art

Finalmente ha smesso di nevicare e possiamo goderci Consonno al suo meglio: un’esplosione di colori che risplendono al sole in una delicata cornice bianca.

Proseguiamo la discesa lungo il pendio e d’un tratto scorgiamo sulla destra qualcosa di bellissimo: un vecchio camioncino senza più porte, interamente arrugginito e completamente ricoperto di scritte coloratissime.

Questi piccoli gioielli di arte urbana rendono Consonno una città fantasma davvero unica, che continua a pulsare di vista nonostante qui non abiti più nessuno da molti decenni.

Dopo gli anni del boom economico, Consonno andò incontro ad un periodo di declino che la portarono poco alla volta a non essere più la meta desiderabile e incredibile che era: gli anni Settanta non furono clementi con il Paese dei Balocchi della Brianza.

Consonno: il sogno del Grand Hotel

Grand Hotel di Consonno

L’ultima tappa del nostro tour nella città fantasma di Consonno è un sogno...ovvero il Grand Hotel, situato a circa un quarto d’ora a piedi dal Minareto. Ci soffermiamo ad ammirare il paesaggio: la neve ha ricoperto l’altura ma appena sotto di noi la pianura è ancora verde e marrone dei colori dell’autunno inoltrato.

Lentamente scendiamo lungo il versante della montagna, passando sotto a tutti gli archi con le scritte che celebrano Consonno, oggi in rovina. Ma come ha potuto un progetto così grandioso cadere nell’oblio? Un luogo di gioia ed avanguardia trasformarsi in una città fantasma? Semplice: fu la mano stessa dell'uomo.

Tutte le splendide opere architettoniche del Paese dei Balocchi di Consonno, infatti, avevano intaccato il delicato equilibrio idrogeologico della zona per la loro costruzione, rendendolo ancora più fragile.

Già nel 1966 le continue piogge favorirono il movimento di grosse masse di fango giù a valle, frenando l’afflusso dei turisti.

Ma il colpo di grazia avvenne nel 1976 con una frana che distrusse la strada principale che portata al cuore di Consonno, giusto di fronte attrazioni come la Pagoda e il “Missile Bagno”.

Nel 1981 l’imprenditore provò a sistemare le cose e a rilanciare il parco, ma senza successo: i turisti ormai non erano più attratti dalla novità del posto e anche gli abitanti del paese iniziarono ad abbandonare le loro case per trasferirsi altrove.

All’interno dell’Hotel di Consonno, Mario Bagno fece costruire una casa di riposo dove trascorse gli ultimi anni della sua vita, finché morì il 22 ottobre 1995 all’età di 94 anni. La casa di riposo fu poi definitivamente chiusa nel 2007.

Pochi giorni dopo la chiusura, più di mille persone si recarono a Consonno per il Summer Alliance, un grosso rave party della durata di tre giorni: per l’ultima volta una moltitudine di persone si riunì sotto il Minareto di Consonno per celebrare l’allegria e la vita.

Un estremo saluto a un progetto che cambiò il volto della Lombardia, un grandioso e allegro funerale per una figura forse troppo visionaria dell'imprenditoria italiana, con graffiti e musica techno.

Città fantasma di Consonno sul grande schermo

Consonno Italia

Nonostante lo stato di abbandono generale, negli anni - e ancora oggi - la suggestiva località di Consonno viene utilizzata come set cinematografico e per girare video musicali e pubblicitari.

Il registra Davide Ferrario scelse Consonno come set del film Figli di Annibale, uscito nel 1998. La città fantasma fu utilizzata anche dal famoso marchio Levi’s per una pubblicità, dalla trasmissione musicale MTV e per la seconda stagione della webserie Skypocaliypse (mai conclusa).

Nel 2008 a Consonno venne ambientato il mediometraggio Armi del registra Andrea Bettoni, una pellicola noir con contaminazioni western. Nel 2013 fu la volta dell’azienda Glassing che scelse questa città fantasma per uno spot di occhiali. Nel 2015 fu la webserie di Lory Del Santo, The Lady, ad essere girata qui; lo stesso anno la BMW girò qui uno spot.

Sono moltissimi i musicisti italiani che hanno deciso di girare i loro videoclip tra le rovine di Consonno: tra tutti ricordiamo il video degli Studio 3 “Voglio star con te” e quello di Pino Scotto “Don't Touch The Kids”.

L'autore

Scritto il 04/12/2021