Lorena Calise

Lorena Calise

Storia dell’ereditiera che trasformò un palazzo veneziano incompiuto in uno dei musei d’arte moderna più influenti al mondo.

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Venezia deve parte del suo fascino artistico a una donna: Peggy Guggenheim. La leggendaria ereditiera e collezionista americana portò sul Canal Grande l’arte più audace del XX secolo. Negli anni Quaranta e Cinquanta, il suo rifugio veneziano divenne un punto di riferimento per artisti e intellettuali.

Decenni dopo, quel curioso edificio a un solo piano è una delle gallerie d’arte moderna più visitate d’Italia. La Collezione Peggy Guggenheim rappresenta l’eredità di una donna la cui instancabile ricerca del rischio e della libertà ha cambiato per sempre il modo in cui il mondo guarda a Venezia. Ecco come è successo.

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L’eredità del Museo Peggy Guggenheim di Venezia

Per molti aspetti, il Museo Peggy Guggenheim di Venezia riflette lo spirito della sua fondatrice. Tra il 1949 e il 1979, Marguerite Guggenheim, detta Peggy, visse a Palazzo Venier dei Leoni, organizzando cene, incontri e feste di cui tutta Venezia parlava.

Dal suo salotto passavano artisti, scrittori ed eccentrici: da Andy Warhol a Truman Capote, tutti, prima o poi, trovavano la strada verso la grande casa affacciata sul Canal Grande.

A quasi quarantasei anni dalla morte, avvenuta il 23 dicembre del 1979, il museo continua a essere il suo palcoscenico. Le stanze private custodiscono opere realizzate appositamente per lei, una collezione che riflette lo spirito audace e visionario che la collezionista e mecenate statunitense portò nell’amata galleria veneziana. 

La sua è stata una vita eccezionale. Qui ne ripercorriamo alcune tappe per scoprire il legame che la lega a Venezia

Visita la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia

Peggy Guggenheim, una vita tra passione e provocazione

Peggy Guggenheim, una vita tra passione e provocazione

Peggy Guggenheim sur les marches du pavillon de la Grèce en 1948 (24è Biennale de Venise)” di Jean-Pierre Dalbéra, CC BY 2.0

Peggy Guggenheim nasce a New York nel 1898, in una delle famiglie più facoltose d’America. La sua è un’infanzia dorata, che si interrompe però con l’improvvisa scomparsa del padre, Benjamin, morto nel naufragio del Titanic nel 1912.

Anticonformista e ribelle, intorno ai vent’anni inizia a lavorare presso la Sunwise Turn di New York, libreria moderna ed esclusivo salone letterario. Quel lavoro le fa prendere confidenza con un certo ambiente intellettuale e con le correnti progressiste che stanno cambiando la scena artistica dell’epoca. 

La partenza per l’Europa è dietro l’angolo. Prima tappa: Parigi. Sono gli anni Venti e nella Ville Lumière, centro nevralgico delle avanguardie europee, si circonda di amici illustri come Marcel Duchamp e Constantin Brancusi. È qui che inizia a costruire la rete di relazioni e lo sguardo critico che, anni dopo, daranno vita alla Collezione Peggy Guggenheim.

Verso Venezia

Verso Venezia

Nel 1938, Guggenheim apre a Londra una delle prime gallerie in Inghilterra dedicate esclusivamente all’arte moderna. Alla nuova Guggenheim Jeune sono esposte opere di Magritte, Kandinsky, Miró, Picasso.

Nonostante l’interesse suscitato, l’esperimento londinese non è sostenibile dal punto di vista economico e viene archiviato dopo circa un anno.

Con la Seconda Guerra Mondiale che mette in ginocchio il Continente, Peggy torna a New York, dove fonda la galleria Art of This Century, uno spazio radicale che porta il Surrealismo europeo al pubblico americano e contribuisce a lanciare la carriera di Jackson Pollock.

Nel 1947, dopo il successo della stagione newyorkese, approda a Venezia in cerca di una nuova dimensione creativa. Qui trova il luogo ideale per scrivere il capitolo più importante della sua vita.

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Palazzo Venier dei Leoni

Palazzo Venier dei Leoni

“Peggy Guggenheim Collection” di La Citta Vita, CC BY-SA 2.0

Per la sua nuova avventura veneziana, Peggy Guggenheim sceglie un palazzo diverso da tutti gli altri: un edificio settecentesco incompiuto, con un solo piano, lungo il Canal Grande.

Palazzo Venier dei Leoni si distingue per linee sobrie e moderne, in netto contrasto con le facciate ornate che lo circondano. È un’estetica perfettamente in sintonia con il suo gusto.

Acquista il palazzo dove vivrà per i successivi trent’anni nel 1949. Gli interni sono organizzati come una galleria privata: sculture di Jean Arp e Alberto Giacometti; opere di Pollock, Miró e Picasso alle pareti; nel giardino, trovano posto opere di Jean Arp, Henry Moore e Max Ernst.

Mentre l’edificio viene sistemato, Guggenheim espone la sua collezione alla Biennale di Venezia del 1948. È la sua prima grande mostra in Europa.

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Il ruolo della Biennale di Venezia nella carriera di Peggy Guggenheim

Il ruolo della Biennale di Venezia nella carriera di Peggy Guggenheim

La Biennale di Venezia del 1948 segna una svolta nella carriera di Peggy Guggenheim.

Invitata a esporre la propria collezione d’arte moderna nel Padiglione della Grecia, rimasto vuoto a causa della guerra civile greca, presenta all’Europa del dopoguerra una nuova generazione di artisti.

Per la prima volta, pittori americani come Jackson Pollock, Mark Rothko e Arshile Gorky sono presentati accanto ai maestri europei su un piano di parità. La reazione è immediata e l’iniziativa contribuisce ad avviare un dialogo tra i due continenti, con Venezia come palcoscenico. 

Quella Biennale trasformò la sua vita: ne consolidò la reputazione internazionale, rafforzò il suo legame con Venezia e pose le basi per la nascita della Collezione Peggy Guggenheim.

In una sola estate, Guggenheim passò dall’essere una collezionista a una figura capace di plasmare la cultura stessa. Diventò ciò che in seguito avrebbe poi sintetizzato così: «Io non sono una collezionista. Io sono un museo».

La Collezione Peggy Guggenheim

Il museo di Venezia è legato a doppio filo alla sua fondatrice. Peggy Guggenheim riuscì a costruire una delle raccolte più coerenti e significative dedicate all’arte del XX secolo in Europa.

Al suo interno si trovano opere appartenenti ai principali movimenti che lei stessa seguì da vicino tra gli anni Venti e Cinquanta: Cubismo, Futurismo, Pittura Metafisica, Surrealismo ed Espressionismo Astratto. Nella collezione figurano i nomi di Pablo Picasso, Joan Miró, Wassily Kandinsky, Max Ernst, René Magritte, Salvador Dalí e Jackson Pollock.

Una volta stabilitasi definitivamente a Venezia, Guggenheim non smise di collezionare. Arricchì la raccolta con opere di artisti italiani del dopoguerra che volle sostenere — Tancredi Parmeggiani, Emilio Vedova, Edmondo Bacci, Piero Dorazio — accanto a figure internazionali come Francis Bacon, Karel Appel, Graham Sutherland, Marina Apollonio e Kenzo Okada.

Questo diede alla collezione una nuova profondità: da un lato, le avanguardie che aveva sostenuto a Parigi, Londra e New York; dall’altro, l’arte contemporanea che in quegli anni stava trovando una nuova voce proprio a Venezia.

Nel tempo, la Collezione Peggy Guggenheim si è affermata come uno dei musei più amati di Venezia e tra i più importanti al mondo per l'arte moderna, un punto d’incontro tra cultura e creatività europea e americana.

Le opere del museo di Peggy Guggenheim a Venezia

La Collezione Peggy Guggenheim riunisce nomi e opere dirompenti del panorama artistico internazionale: Sulla spiaggia (1937) di Pablo Picasso, L’Antipapa (1942) di Max Ernst, Alchemy (1947) di Jackson Pollock, Donne circondate dal volo di un uccello di Joan Miró, La nascita dei desideri liquidi di Salvador Dalí e Uccello nello spazio di Constantin Brancusi.

Peggy Guggenheim costruì la sua galleria guidata dall’istinto, dalla curiosità e da una spiccata percezione dello spirito dei tempi. 

A Parigi acquistò direttamente dagli artisti che avrebbero poi segnato il secolo. 

Durante gli anni della guerra, a New York, sostenne diversi pittori emergenti in un momento in cui ben pochi collezionisti erano disposti a farlo.

Quando infine si stabilì a Venezia, il suo museo diede vita a un dialogo tra i movimenti europei, come il Cubismo e il Surrealismo, e il nascente Espressionismo astratto degli Stati Uniti.

Nel 1950 organizzò una mostra interamente dedicata a Jackson Pollock al Museo Correr di Venezia. Era la prima volta in Europa e fu una mossa che ne consacrò il ruolo di ponte tra l’arte americana e quella europea. 

La Collezione Peggy Guggenheim ne tiene viva l’eredità offrendo una delle panoramiche più complete sull’arte del Novecento.

L’impatto del museo sulla scena artistica veneziana

L’impatto del Museo Peggy Guggenheim sulla scena artistica veneziana

Prima dell’arrivo di Peggy Guggenheim Venezia non aveva ancora un centro stabile per l’arte moderna, pur essendo già una piattaforma internazionale per le arti contemporanee grazie alla Biennale. 

La Collezione Peggy Guggenheim cambiò radicalmente questa situazione. La sua casa divenne un luogo d’incontro per artisti e intellettuali, restituendo nuova vitalità all’energia creativa della città.

Aprendo le porte al pubblico, Guggenheim offrì ai veneziani il loro primo incontro diretto con il Cubismo, il Surrealismo e l’Espressionismo astratto. La sua influenza contribuì a far slittare l’attenzione culturale di Venezia a una dimensione moderna e innovativa.

L’istituzione da lei creata ha plasmato la scena artistica veneziana del Novecento e continua a farlo ancora oggi.

Il museo è attualmente gestito dalla Solomon R. Guggenheim Foundation e collabora regolarmente con la Biennale e con altre istituzioni.

L’evoluzione del museo dopo la morte di Peggy Guggenheim

L’evoluzione del museo dopo la morte di Peggy Guggenheim

Peggy Guggenheim morì nel 1979, lasciando la sua casa e la sua collezione alla Solomon R. Guggenheim Foundation. L’anno successivo, Palazzo Venier dei Leoni aprì ufficialmente al pubblico come Collezione Peggy Guggenheim.

Il museo si è trasformato in una vera e propria istituzione culturale negli anni Ottanta.

Con il tempo, ha ampliato i propri spazi e le attività didattiche per accogliere studiosi, studenti e appassionati d’arte da tutto il mondo. È stato inoltre avviato un programma di mostre temporanee a complemento della collezione permanente. 

Anche gli spazi esterni hanno subito delle modifiche, con l’apertura di una nuova area del giardino dedicato alle sculture progettata dall’architetto veneziano Giorgio Bellavitis.

La Collezione Peggy Guggenheim di Venezia è visitata ogni anno da centinaia di migliaia di visitatori e rimane fedele alla convinzione di Peggy che l’arte debba essere accessibile, vitale e in dialogo con il proprio tempo.

La Collezione Peggy Guggenheim di Venezia - FAQ

La Collezione Peggy Guggenheim di Venezia - FAQ

Dove si trova la Collezione Peggy Guggenheim a Venezia?

La Collezione Peggy Guggenheim ha sede a Palazzo Venier dei Leoni, l’ex residenza della collezionista statunitense Peggy Guggenheim nel sestiere Dorsoduro di Venezia. Il museo è situato nei pressi delle Gallerie dell’Accademia e della basilica di Santa Maria della Salute e si può raggiungere in vaporetto con la Linea 1, fermata Salute. Per info su come muoversi, consulta la nostra guida al trasporto pubblico a Venezia

Quali sono le opere principali esposte alla Collezione Peggy Guggenheim?

Tra i capolavori più celebri che si possono vedere presso la Collezione Peggy Guggenheim ricordiamo Sulla spiaggia di Pablo Picasso, Alchemy di Jackson Pollock, Uccello nello spazio di Constantin Brancusi, L’Antipapa di Max Ernst e La nascita dei desideri liquidi di Salvador Dalí. La collezione ripercorre la storia dell’arte moderna, dal Surrealismo europeo all’ascesa dell’Espressionismo astratto americano.

Quali sono gli orari di visita e i prezzi dei biglietti della Collezione Peggy Guggenheim?

La Collezione Peggy Guggenheim è aperta tutti i giorni dalle 10:00 alle 18:00, tranne il martedì, giorno di chiusura. La biglietteria chiude alle 17:00. Il biglietto d’ingresso costa 16 € per gli adulti, 14 € per i visitatori oltre i 70 anni e 9 € per gli studenti sotto i 26 anni. L’ingresso è gratuito per i bambini sotto i 10 anni. Il biglietto comprende sia la collezione permanente sia le mostre temporanee. Gli orari o le tariffe possono subire variazioni in occasione di eventi speciali, è quindi consigliabile consultare il sito ufficiale del museo prima della visita.

L'autore

Scritto il 13/11/2025