Famoso come il paese dei murales, Piano Vetrale è un gioiellino cilentano, una meta turistica immancabile per chi ama scovare luoghi inconsueti.

Piano Vetrale
Piano Vetrale è una frazione di Orria, piccolo comune nel salernitano. Tipico borgo dell’entroterra cilentano, il paesino è raccolto e ospitale, abitato da poco più di 250 anime. La sua struttura urbanistica resta ferma nel passato, caratterizzata da una rete di innumerevoli ed impervi vicoli, tutti connessi tra loro da lunghi archi. Tutte le stradine anguste presentano una pavimentazione selciata, che svela le antiche origini di questo gioiello cilentano. Tra le testimonianze storiche di questo casale, merita una visita l’antichissima chiesa di Sant’Elia Profeta.
Tutta l'area comunque è costellata di piccoli borghi e meraviglie naturali che sapranno lasciarti sempre a bocca aperta. Un buon punto di partenza per visitare questo splendido angolo d'Italia è l'accogliente B&B L'Aura, che si trova in un elegante palazzo storico della frazione di Stio, a una manciata di chilometri da Piano Vetrale.
La Chiesa di Sant'Elia Profeta

Piano Vetrale custodisce una chiesa millenaria dedicata al patrono del fuoco e della pioggia. Recentemente restaurata, la Chiesa di Sant’Elia Profeta fu fondata intorno all’anno Mille dai Monaci Basiliani ed era originariamente luogo di culto per i tre casali di Aria, Vetrale e Piano. Ogni 20 Luglio si celebra il patrono con una grande festa: anticamente, era a lui che gli abitanti del luogo si rivolgevano durante i periodi di siccità, ma anche per rimediare ad altre sciagure naturali come terremoti, epidemie e guerre. Ad ogni modo, oggi Piano Vetrale richiama molti turisti per una particolare iniziativa che l’ha trasformata in un museo a cielo aperto.
L'iniziativa

Alla fine degli anni ’70 del secolo scorso, l’artista siciliano Pino Crisanti ebbe un’intuizione: adornare i muri, le facciate e i portoni delle vecchie abitazioni della piccola frazione di Piano Vetrale con raffigurazioni pittoriche di cronache di vita quotidiana. In particolare, si è scelto di impreziosire il borgo attraverso dei Murales. Il suggerimento di Crisanti fu accolto con entusiasmo dai giovani del luogo legati al Circolo Culturale “Paolo de Matteis”, dedicato all’illustre artista compaesano e volto a commemorare il suo estro creativo. I cittadini sono sempre stati molto legati alla figura del grande maestro che nacque qui nel 1662, tanto che hanno voluto rendergli omaggio dipingendo il suo volto in un murales in bianco e nero.
I Murales di Piano Vetrale

Dalla fine degli anni ‘70 ad oggi, Piano Vetrale si è vestito di un numero sempre crescente di murales e, aggirandosi tra le sue viuzze impervie, è possibile scorgere incantevoli opere di questa street art, ormai da tempo considerata una nuova forma di rigenerazione urbana. Ad oggi, i murales di Piano Vetrale sono salvaguardati come un patrimonio al pari dell’ambiente naturale. Non a caso, di recente è nato anche un filone di restauro per le opere più datate e, ogni Luglio, si organizza una rassegna di arte contemporanea chiamata “Il Pennello d’Oro”, articolata in diverse sezioni tra cui anche scultura e fotografia. Negli anni, moltissimi artisti provenienti da ogni parte del mondo hanno prestato il loro pennello nella realizzazione dei Murales di Piano Vetrale. Proprio per questo, passeggiando per il borgo cilentano, si possono osservare diversi stili, tecniche e filoni narrativi. La scuola napoletana, ad esempio, punta sul realismo e raffigura scene di tradizione rurale nonché richiami al rispetto per l’ambiente. La scuola siciliana, per contro, adotta come temi i miti classici e li dipinge attraverso una coinvolgente esplosione di colori. Non mancano anche raffigurazioni più estrose, come personaggi fiabeschi dai tratti onirici, tipici della scuola franco-provenzale.
L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è.
Cosa sono i Murales
I murales nascono come forma di arte urbana, ma bisogna distinguerli dal punto di vista tecnico e contenutistico dalle altre raffigurazioni di questo genere. Opere di street art come i graffiti, ad esempio, rappresentano più che altro scritte, firme e, più in generale, esplosioni di fantasia degli artisti. I murales, invece, sono a tutti gli effetti dei dipinti su pareti di edifici privati e pubblici, quindi da considerarsi come una forma completa di pittura. Generalmente, narrano una storia o perseguono delle cause di lotte sociali, denunciando disagi e soprusi della comunità. Non a caso, questa forma artistica ha origini risalenti agli inizi del Novecento, a seguito dei travagliatissimi anni delle rivoluzioni che hanno segnato molti Stati europei ed extraeuropei.
Dalle origini ad oggi
In particolare, il fenomeno culturale dei murales nacque in Messico, dove artisti del calibro di Diego Rivera utilizzavano questa tecnica per esprimere messaggi politici e sociali. Per gli artisti messicani, i murales rappresentavano un nuovo modo di comunicare col popolo, convinti che l’arte dovesse assurgere a mezzo di comunicazione al servizio di quest’ultimo. In un primo momento, la nuova espressione artistica permetteva comunque di lavorare su commissione e su spazi opportunamente preparati. In seguito, si diffuse poco a poco nei vicini Stati Uniti e poi raggiunse una diffusione a livello mondiale, ma come arte povera, anonima, eversiva e che privilegiava la composizione collettiva. In tempi più recenti, i Murales sono diventati una vera e propria forma di rivendicazione degli spazi urbani col fine di utilizzare l’arte per una fruizione comunicativa popolare, diretta e immediata.