La seconda città della Campania ti sta aspettando: scopri cosa fare a Salerno come un local con i nostri consigli.

A Salerno si passeggia lungo piccole stradine sormontate da archi e abitazioni dove qua e là fanno capolino antiche colonne romane. Si entra in chiese sontuose plasmate dall’arte e dal tempo e, girato l’angolo, in negozietti dove lo shopping è giovane e modernissimo.
Si mangia una brioche con il gelato guardando il lungomare e si fa lo struscio in corso Vittorio Emanuele, il lungo viale ottocentesco che accoglie i turisti per il luminoso appuntamento con Luci d’Artista tra novembre e gennaio.
E poi? Ecco cosa fare a Salerno per scoprire la seconda città della Campania proprio come un vero local.
Cosa fare a Salerno come un local

Puoi raggiungere il centro di Salerno in circa trenta minuti partendo con il treno da Napoli. Una volta a destinazione, scoprirai una città gradevole e vivace che anno dopo anno si fa sempre più attraente per i turisti. E non soltanto per merito della vicinanza geografica alla Costiera amalfitana e al Cilento.
Salerno è un centro culturalmente vibrante, con tante iniziative, festival ed eventi che la movimentano, come la Festa di San Matteo, Salerno Letteratura e il Festival del Cinema.
Un luogo in cui le incursioni delle archistar internazionali si fondono in un impianto urbanistico che ha saputo rinnovarsi e valorizzarsi nonostante un passato non sempre felice.
Qualche giorno è sufficiente per apprezzarla e restare piacevolmente stupiti dal suo fascino di città antica che guarda al futuro.
Scopri cosa fare a Salerno come un local.
7. Cosa fare a Salerno come un local: assaggiare la milza imbottita

La Festa di San Matteo è un’istituzione per i salernitani. Il santo patrono della città è festeggiato con tutti gli onori il 21 settembre.
Un’occasione che si trasforma per la comunità in una grande festa collettiva che culmina, come da tradizione, nella processione per le vie del centro storico fino allo sfarzoso Duomo, probabilmente tra i luoghi di culto più belli di tutta la Campania.
Come ogni festa patronale che si rispetti, anche quella di san Matteo si accompagna a un tripudio di suoni, colori e profumi. Uno in particolare è quello che più risalta tra le bancarelle e la folla festate: l’odore dell’aceto usato per preparare la milza imbottita, la “meveza ‘mbuttunata”, come la chiamano da queste parti.
Assaggiarla servita in un panino è certamente tra le cose da fare a Salerno come un local. Un sapore antico, forte, che forse farà storcere il naso a qualcuno. Siamo certi, però, che tra i nostri lettori c’è chi saprà apprezzarla!
6. Fotografare Rione Fornelle
Uno dei rioni più antichi di Salerno è anche uno degli scorci artistici più moderni e interessanti in città. A dare nuova vita al noto quartiere popolare del centro storico è un’iniziativa dal titolo Muri d’Artista.
Nomen omen, verrebbe da dire: dal 2014, ai “vicarielli”, alle facciate logorate dalla salsedine e alla biancheria stesa dai balconi si alternano parole e immagini che parlano il linguaggio della poesia.
La street art ha avuto il merito di donare nuovo fascino e un respiro internazionale a una zona a lunga ritenuta “da evitare” e certamente poco turistica sebbene centrale e a poca distanza dal teatro Verdi e dalla villa comunale.
Tra i murales spuntano impresse le poesie di Alfonso Gatto, amato poeta salernitano, i volti di pino Daniele e Massimo Troisi e tanti rimandati all’elemento essenziale di questa terra: il mare.
Dopo aver esplorato i viottoli di Rione Fornelle puoi prendere l’ascensore per la parte alta della città, dove ad attenderti c’è uno degli angoli più belli di Salerno. Che ti sveliamo al punto successivo.
5. Passeggiare per il giardino della Minerva

Cosa fare a Salerno come un local se non passeggiare nel luogo che è il suo fiore all’occhiello. Il giardino della Minerva è uno degli orti botanici più antichi d’Europa. Ad un costo irrisorio è possibile scoprire uno spaccato verde e tranquillo della storia cittadina.
Questo piccolo angolo nella natura si trova nel cuore antico di Salerno e risale al XII secolo. In passato era utilizzato dalla Scuola medica salernitana per produrre piante impiegate a scopi terapeutici e ancora oggi vi si coltivano oltre trecento specie botaniche.
Visitalo per una passeggiata tranquilla tra i suoi cinque terrazzamenti e approfittante per ammirare lo splendido panorama sul golfo e sorseggiare una bevanda al tavolo della deliziosa tisaneria.
4. Entrare in un’ostrica

Ovvero nella futuristica stazione marittima di molo Manfredi che ha, per l’appunto, la forma di un’ostrica. Si tratta di uno degli ultimi progetti realizzati in Italia da Zaha Hadid, la geniale designer anglo irachena scomparsa nel 2016.
La struttura avveniristica è simbolo del rinnovamento urbano di Salerno, di cui ha modellato un già malioso waterfront. Uno spettacolo che acquista ancora maggior fascino alla sera, quando il particolare tetto ondulato ricoperto da piastrelle in ceramica si accende di luce e suggestioni con centinaia di luminosi led.
Il terminal ha un accesso pedonale al lungomare e alla nuovissima piazza della Libertà, la più grande piazza sul mare in Italia.
3. Scoprire i tesori nascosti di Via Massuccio Salernitano
Nota ai salernitani anche con il nome pittoresco di vicolo dei caciocavalli, in questa stradina stretta stretta del centro storico si respira un’aria davvero particolare. Via Masuccio Salernitano collega piazza Sedile di Portanova a piazza Flavio Gioia, la cosiddetta “Rotonda", con i suoi palazzi “avvolgenti”, la fontana dei Delfini e l’antica porta di accesso alla città.
La strada segue il tracciato delle antiche mura medievali lungo cui sorsero le nuove case a schiera medievali edificate in seguito all’espansione urbana voluta da Arechi II. Quando giungi nel suo punto più ampio, all’altezza del civico 71, comincia a guardarti intorno con maggiore attenzione. Noterai ciò che resta dell’antica chiesa di Santa Maria De Domno: un alto arco che sovrasta il vicolo e un campanile.
Ti trovi proprio a ridosso dell’antico ghetto ebraico, l’odierno vicolo Giudaica. L’area è tutta da esplorare e cela piccole e grandi sorprese ad ogni angolo. A poca distanza puoi raggiungere un altro scorcio incantevole di Salerno: è vicolo della Neve, sui cui palazzi si susseguono poetici omaggi all’illustre concittadino Alfonso Gatto.
2. Cercare i panorami più belli di Salerno

Magari in compagnia della persona che ami. In città troverai tanti punti in cui guardare il mare e innamorarsi (di qualcuno o anche solo del panorama) è una sola cosa.
Noi te ne suggeriamo uno che ti offrirà lo spunto per una gita facile ma altamente suggestiva a due passi (si fa per dire) dal centro storico di Salerno. Ugo Foscolo ne rimase talmente colpito da sceglierlo come ambientazione per la tormentata storia d’amore della Ricciarda, tragedia del 1813.
Per trovare questo luogo devi raggiungere il Castello di Arechi, sul monte Bonadies. Ci arrivi in autobus o anche a piedi se la forte pendenza non ti spaventa. A ogni modo, la strada da percorrere immersa nella macchia mediterranea è molto scenografica. In cima, nella corte del castello, ci trovi un ristorante e un bar dove fare sosta ammirando la bella vista sulla costa.
Il complesso di epoca longobarda ospita il Museo medievale con una ricca raccolta di reperti rinvenuti nei pressi del castello.
1. Entrare in casa di Vincenzo Malinconico
Il simpatico avvocato protagonista dei romanzi di Diego De Silva vive una Salerno romantica e verace. All’adattamento televisivo di successo fanno da sfondo i luoghi più famosi e iconici della città: la Villa comunale, il Crescent, il Palazzo di Giustizia o il palazzo Sant’Agostino.
Noi vogliamo parlarti di un posto probabilmente meno noto rispetto a quelli appena citati ma che nasconde un grande carico di fascino e bellezza.
In via Trotula de Ruggiero, al civico 27, si trova una raffinata dimora del XVIII secolo che, dalle pendici del monte Bonadies, osserva nobile e schiva la città e il suo mare dall’alto.
Nella fiction, Palazzo Copeta è casa dell’avvocato Malinconico. Nella realtà, il grande edificio di gusto rococò, ricco di stucchi e decorazioni dai contrasti cromatici, fu sede della pretura e ospitò per un periodo la Scuola medica salernitana.
È un pezzo della storia di Salerno riconducibile alla ricostruzione edilizia successiva al sisma del XVII secolo. Raggiungilo per riscoprire un “dettaglio” non molto conosciuto del centro storico ma che si rivela essere un’autentico gioiello dell’architettura campana dell’epoca.