Lorena Calise

Lorena Calise

Conosci la Chiesa di San Giorgio di Oriolo? Te la raccontiamo in un articolo di approfondimento pieno di curiosità e spunti di viaggio.  

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Chi viaggia tra gli angoli meno noti del Sud Italia troverà in questo paese collinare della Calabria un edificio che racchiude quasi un millennio di arte, storia e devozione popolare. Oriolo è uno dei borghi ufficialmente riconosciuti come “più belli d’Italia”. Al suo centro sorge la Chiesa di San Giorgio, il principale monumento del paese insieme al castello medievale che la sovrasta. Entrambi sono tutelati dal Ministero della Cultura come beni di interesse nazionale.

Vale la pena visitarla? Cosa c’è da vedere? E cosa c’entra Caterina de’ Medici con una chiesa di provincia? A queste e altre domande rispondiamo nella nostra guida à-porter tutta dedicata alla Chiesa di San Giorgio di Oriolo.

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Fede e storia: la Chiesa di San Giorgio di Oriolo

Fede e storia: la Chiesa di San Giorgio di Oriolo

Corso Vittorio Emanuele si arrampica tra case dai tetti di coppi e strette viuzze secondarie. Dopo poche curve, la strada si apre in una piccola piazza. Ed eccola lì, con la sua facciata di pietra che domina gli edifici secolari del centro storico. Due leoni scolpiti nel 1264 e levigati dal tempo ne custodiscono l’ingresso.

All’interno, ogni dettaglio ricorda che anche in un piccolo paese arroccato possono celarsi tesori preziosissimi. 

La devozione per San Giorgio si esprime nella Chiesa Madre di questo borgo medievale al riparo dai grandi flussi turistici. Ancora oggi continua a essere al centro della vita culturale e spirituale di Oriolo.

Ogni aprile, la comunità locale rinnova con entusiasmo la festa dedicata al suo simbolo sacro più caro.

La sua è una storia lunga e, per certi aspetti, sorprendente. Ecco cosa sapere.

Dalle radici normanne alle rivolte popolari

Dalle radici normanne alle rivolte popolari

La Chiesa di San Giorgio veglia su Oriolo fin dall’epoca normanno-sveva, quando il cristianesimo latino iniziò a prendere piede tra i borghi collinari della Calabria. I due leoni di marmo che affiancano il portale sono i testimoni silenziosi di quasi otto secoli di culto.

Col passare del tempo, l’edificio è diventato molto più di un luogo di preghiera. Nel 1530, i funzionari del re si riunirono tra queste mura per ratificare la concessione con cui Ferdinando d’Aragona assegnava alla famiglia Sanseverino il controllo di Oriolo e delle sue terre. Ciò documenta come la chiesa rivestisse un ruolo civico, oltre che spirituale.

Ma la storia della Chiesa Madre di Oriolo è anche segnata da colpi di scena. Chi immaginerebbe una chiesa al centro di una ribellione? Eppure è proprio ciò che accadde durante la rivolta del 1647. Ispirati dall’insurrezione di Masaniello a Napoli, gli abitanti del borgo si sollevarono contro il dominio feudale e si barricarono nel campanile, che un tempo era alto quasi quanto il castello.

Arte e architettura da ammirare a Oriolo

Arte e architettura da ammirare a Oriolo

La Chiesa di San Giorgio di Oriolo conserva la sua impronta medievale. Dal 1793 in poi, vari restauri hanno introdotto aggiunte barocche e neoclassiche, ma gli elementi più antichi restano ancora visibili.

Chi la visita può scorgere tracce dell’edificio originario: pilastri, murature appartenenti alle cappelle medievali e frammenti di antiche cripte funerarie. 

Tra i pezzi più pregiati custoditi figurano un bassorilievo in marmo del XV secolo, probabilmente della scuola donatelliana, e una Madonna del 1581 realizzata dallo scultore Antonello Gagini.

In un altro bassorilievo del Quattrocento è raffigurato san Francesco nell’istante in cui riceve le stimmate, una scena fedele alla descrizione fatta da Tommaso da Celano, il primo biografo del santo di Assisi.

Non finisce qui, perché nel corso dei secoli la chiesa ha collezionato un interessante patrimonio di opere sacre. Ecco allora un altare ligneo barocco, un Ecce Homo in terracotta del XVIII secolo e diversi oggetti liturgici provenienti dall’ex convento dei Cappuccini.

L’organo a canne di metà Settecento fu invece donato dalla regina di Spagna, mentre due campane, datate 1637 e 1926, scandiscono ancora oggi il ritmo della vita del borgo.

Un patrimonio sacro nascosto

Un patrimonio sacro nascosto

I lavori di restauro della Chiesa di San Giorgio Martire di Oriolo hanno evidenziato la presenza di una serie di antiche cappelle, spazi votivi dedicati a San Giovanni Battista, al Santissimo Sacramento e a Santa Maria degli Angeli.

Attorno a questi altari prendeva vita un mondo di confraternite e congregazioni (di San Michele, San Giuseppe, San Carlo e altre ancora) che un tempo avevano un ruolo centrale nella vita del paese, un po’ come un collante tra comunità e spiritualità. Erano loro a organizzare processioni, opere di carità o sepolture.

Quelle testimonianze riemerse dal passato raccontano la storia, più grande, di come a Oriolo la spiritualità si intrecciava alla solidarietà e all’arte ben prima della nascita delle istituzioni moderne. 

Le reliquie della Chiesa di Oriolo

Le reliquie della chiesa di Oriolo

Tra i tesori custoditi nella Chiesa di San Giorgio ci sono due reliquiari che collegano Oriolo al più ampio patrimonio spirituale della Calabria.

Uno contiene frammenti del cranio di San Giorgio Martire, patrono del paese. L’altro conserva una falange del piede di San Francesco da Paola, il santo calabrese morto in Francia nel 1507 e considerato il protettore di Oriolo. 

Secondo i documenti d’archivio, quest’ultima reliquia giunse a Oriolo alla fine del Cinquecento, quando un frate locale, padre Dionisio Colomba, la ricevette in dono da Caterina de’ Medici. Ma cosa c’entra la regina di Francia con un borgo arroccato del Sud Italia? 

È una questione di… famiglia. Caterina de’ Medici era infatti cugina di Donna Fulvia Gattinara, moglie del primo marchese di Oriolo, Marcello Pignone del Carretto. Un legame che, a quanto pare, bastò a far arrivare fin qui una reliquia destinata a segnare la storia del paese.

La sua presenza a Oriolo fu poi confermata da un atto notarile del 1680, rintracciato nell’Archivio di Stato di Castrovillari dallo storico Vincenzo Toscani, e riconosciuta ufficialmente dall’Ordine dei Minimi nel 2008.

A San Giorgio e San Francesco sono dedicati tre giorni di festeggiamenti nel mese di aprile

La festa di San Giorgio e San Francesco – fede, musica e… guardie in marcia

La festa di San Giorgio e San Francesco

Viaggi in primavera? Non perdere questo evento. Dal 22 al 24 aprile, Oriolo celebra San Giorgio e San Francesco da Paola con una delle feste più caratteristiche della Calabria.

Le strade si illuminano di luci colorate, i bambini affollano le giostre del luna park allestito per l’occasione e dalle case si diffonde il profumo dei dolci preparati per l'"incanto". Si tratta di una speciale asta in cui famiglie e gruppi di amici si sfidano a suon di offerte per aggiudicarsi dolci, prodotti tipici e lavori artigianali. Il ricavato viene poi destinato all’organizzazione della festa.

La mattina del 22 aprile, le note della storica banda musicale di Oriolo risuonano per il paese dando il via alla festa.

All’interno della Chiesa Madre, le statue dei due santi vengono portate fuori dalle loro cappelle per “incontrarsi” davanti all’altare maggiore, un gesto simbolico che segna l’inizio delle celebrazioni.

I giorni successivi, le autorità civili ed ecclesiastiche, insieme a centinaia di residenti e fedeli provenienti dai paesi vicini, partecipano alle lunghe processioni per il centro storico. I balconi lungo il percorso si riempiono di fiori e festoni, mentre le famiglie aprono le porte a parenti e visitatori che vogliono assistere al passaggio del corteo dall’alto. 

A guidarlo ci sono due guardie cerimoniali, la Guardia Tradizionale e la Guardia Spagnola. Indossano uniformi storiche e marciano tra la folla con passo ritmato e una compostezza solenne. Chi ne fa parte spesso immagina questo momento fin dall’infanzia, e ora sfila con l’orgoglio di chi è finalmente riuscito a realizzare un piccolo sogno.

Il tutto si conclude in un tripudio di musica, stendardi e fuochi d’artificio all'ombra del castello, una chiusura delle più classiche per una festa all'insegna della fede e dello spettacolo.

Oriolo è una delle destinazioni selezionate nella nostra guida ai luoghi da visitare in Italia nel 2025

Oltre la Chiesa Madre: rovine di conventi e cappelle di campagna

Oltre la Chiesa Madre: rovine di conventi e cappelle di campagna

Non solo la Chiesa Madre di San Giorgio Martire. Una rete di piccoli luoghi sacri racconta secoli di devozione popolare a Oriolo. 

Partiamo dalla Cappella di Santa Maria delle Virtù del XVII secolo. Per vederla dovrai recarti nei pressi di Porta San Giacomo. La facciata dell’edificio si distingue per un portale in pietra scolpito del XVIII secolo e per la presenza degli stemmi dei Pignone del Carretto e dell’Ordine francescano. Ogni anno, il primo sabato di giugno, la comunità si ritrova qui per rendere onore alla Vergine, un appuntamento che riporta gli oriolesi a uno dei loro luoghi più amati.

Altra meta che vale la pena visitare a Oriolo è l’antico convento francescano, che si trova poco fuori dal borgo, lungo la strada statale 481. Il sito risale al 1439 ed è riemerso dopo secoli, riportato alla luce da recenti scavi archeologici. 

Gli studiosi hanno identificato la chiesa, il chiostro e le pareti affrescate dei locali che un tempo ospitavano i frati del Terzo Ordine Regolare di San Francesco d’Assisi. All’interno del complesso potrai distinguere l’antico refettorio, lo scriptorium e alcune tracce di un ciclo di affreschi in stile bizantino del XVI secolo.

Organizza la tua visita alla Chiesa di San Giorgio di Oriolo

Organizza la tua visita alla Chiesa di San Giorgio di Oriolo

Dove si trova: Chiesa di San Giorgio Martire, Corso Vittorio Emanuele, Oriolo (CS) – Calabria

Accesso: La chiesa è ubicata nel centro storico di Oriolo, a circa cinque minuti a piedi dal castello, lungo una salita acciottolata. Si può lasciare l’auto fuori dal centro, in prossimità di Porta San Giacomo, e proseguire seguendo la segnaletica.

Da abbinare a: il castello di Oriolo, una delle fortezze medievali meglio conservate della Calabria, con sale restaurate, esposizioni di costumi d’epoca e paesaggi mozzafiato che abbracciano i monti e la costa; Palazzo Giannettasio, dove fare un tuffo nella vita contadina della Calabria; i laboratori del centro storico, dove si tramandano antichi mestieri artigiani. Prosegui verso il Parco Nazionale del Pollino, a circa 30 minuti d’auto, per un tuffo nella natura selvaggia.

Come arrivare: La stazione ferroviaria più vicina è Trebisacce (circa 25 minuti in auto). Oriolo dista 120 km da Matera e 126 km da Cosenza.

La Chiesa di San Giorgio, Oriolo – Domande frequenti (FAQ)

La Chiesa di San Giorgio, Oriolo – FAQ

Quando è stata costruita la Chiesa di San Giorgio di Oriolo?

La prima struttura risale al periodo normanno-svevo (XII secolo). L’edificio fu poi ampliato in più fasi, in particolare tra la fine del Settecento e l’Ottocento.

Quali opere d’arte si possono ammirare nella Chiesa di San Giorgio?

Tra le opere da ammirare all’interno della Chiesa Madre di San Giorgio Martire figurano i leoni in marmo del XIII secolo che custodiscono l’ingresso, la Madonna di Antonello Gagini (1581) e un bassorilievo del XV secolo che raffigura San Francesco d’Assisi mentre riceve le stimmate. Sono poi presenti un pregevole altare ligneo barocco, un organo a canne del XVIII secolo e diverse opere sacre provenienti dalle antiche cappelle e dai conventi di Oriolo.

Quali reliquie sono conservate nella Chiesa di San Giorgio?

La chiesa custodisce frammenti del cranio di San Giorgio Martire e una falange del piede di San Francesco di Paola, riconosciuta ufficialmente nel 2008.

Quando si celebra la festa di San Giorgio?

Il borgo festeggia San Giorgio Martire e San Francesco da Paola, rispettivamente patrono e protettore di Oriolo, dal 22 al 24 aprile. Sono tre giorni di cortei, musica, intrattenimento, buon cibo e fuochi d'artificio. La processione principale si svolge il 23 aprile.

L'autore

Scritto il 31/10/2025