La Calabria è una terra dove spiritualità e natura spesso si fondono, dando vita a luoghi di straordinaria bellezza. A Paola, in provincia di Cosenza, una cittadina sul mare, il Santuario di San Francesco è una tappa da non perdere quando si visita la Calabria.

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Chi non ha alcuna cosa, possiede ogni bene.

San Francesco di Paola

Il Santo Protettore di Calabria

Il Santo Protettore di Calabria e della gente di Mare è nato a Paola e proprio qui, sono custodite le sue spoglie e sono stati compiuti una serie di miracoli che lo hanno reso santo. La visita al santuario è un'immersione nella natura e nel mondo mistico, meta ideale per chi ama vivere esperienze uniche. Il complesso religioso è meta di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo e non è difficile scoprirne il perché, una volta giunti a destinazione. 

Il benvenuto ai pellegrini

Il benvenuto ai pellegrini

Un grande piazzale accoglie i viaggiatori, dove si possono ammirare la Nuova Basilica (eretta nel 2000) e sul fondo la Vecchia Basilica, risalente al XV secolo. La facciata del convento è alta ben 24 metri ed è stata realizzata interamente in pietra locale. La Basilica Nuova, progettata dall’architetto Sandro Benedetti è un tripudio di colori grazie alla presenza di mosaici che rappresentano scene della vita di Gesù Cristo e il portale in bronzo variopinto realizzato da Paolo Borghi, narra attraverso le immagini gli episodi più significativi della vita di San Francesco. 

La via dei Miracoli

La via dei Miracoli

L’esperienza spirituale per eccellenza è il percorso dei miracoli, una passeggiata all’interno dell’area del Santuario che narra attraverso alcuni oggetti simbolici, le imprese più significative del Santo Patrono di Calabria.La via dei miracoli si snoda dall’ingresso della vecchia basilica, fino a giungere sul ponte del torrente Isca.Il primo simbolo della prodigiosità del Santo è il macigno, una pietra che da secoli è oggetto di devozione da parte dei pellegrini: si narra sia stata trasportata dal mare fino alle porte della chiesa da un uomo infermo e man mano che si avvicinava alla meta, la pietra diventava più leggera e la sua gamba malata guarì completamente. Andando avanti nella passeggiata, incontriamo la Fornace, luogo in cui si avverarono ben due miracoli: riportò in vita l’agnellino Martinello, mangiato dagli operai affamati che stavano lavorando alla costruzione del convento, si narra inoltre che il Santo entrò nella fornace che stava cedendo per ripararla, uscendone indenne. Poco più avanti, la suggestiva Fonte della Cucchiarella racconta il prodigio della creazione di una fonte di acqua dal nulla, il cui livello rimane sempre lo stesso, da secoli ormai. Le acque prodigiose di questa fonte fecero tornare in vita anche una trota, conosciuta come la Trota Antonella. 

La Bomba e il Ponte del Diavolo

La Bomba e il Ponte del Diavolo

Le emozioni però in questo luogo magico continuano, infatti è possibile ammirare un ordigno della Seconda Guerra Mondiale che nel 1943 cadde nel torrente Isca ma non esplose, segno dell’intervento del santo protettore. Destano stupore anche le Pietre del Miracolo, due enormi macigni che stavano per cadere durante la costruzione della chiesa, ma furono bloccate dalla volontà del Santo e ancora oggi restano inspiegabilmente in equilibrio. L’ultima tappa di questo cammino mistico è rappresentata dal Ponte del Diavolo, un viadotto costruito dal maligno su ordine del Santo. Qui sono ancora visibili i segni di uno scontro tra i due, una lotta tra il bene e il male, si riconosce infatti un buco sulla parte sinistra e l’impronta della mano sulla parete destra. Passando su questo ponte in pietra si percepisce tutta la potenza mistica di questo luogo immerso nel verde, si sente lo scrosciare impetuoso del torrente e intorno una natura di una bellezza incontaminata, tra profumi e rumori che narrano storie incredibili ed emozionanti.

Il Santuario di Paola rappresenta il volto spirituale della Calabria, un luogo che attrae non solo pellegrini, ma anche persone che amano la pace della natura incontaminata e che solo qui ritrovano l’equilibrio interiore, tra simboli di eventi apparentemente inspiegabili e lo scosciare dell’acqua del torrente Isca, simbolo della vita e del suo continuo rinnovamento.


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