Le opere di difesa veneziane: un patrimonio Unesco di sei siti tra Italia, Croazia e Montenegro.

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Nei suoi millecento anni di storia Venezia fu una delle maggiori potenze commerciali e navali europee. Tra il XVI e il XVII secolo la Serenissima, realizzò delle innovative opere di difesa all'interno del suo territorio, per difenderlo dalle incursioni delle altre potenze europee a nord-ovest e per proteggere le proprie rotte commerciali ed i porti dell'Adriatico, dagli attacchi provenienti da Oriente. Le sei fortificazioni di Bergamo, Peschiera del Garda, Palmanova, Zara e Sebenico in Croazia e Cattaro in Montenegro, per il loro eccezionale valore storico, architettonico e tecnologico, dal 2017 sono un sito seriale transnazionale parte del Patrimonio mondiale Unesco.

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Venezia: un po' di storia

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Dalle Prealpi lombarde alla costa orientale Adriatica, Venezia costruì un sistema fortificato per controllare e difendere i suoi territori di terra e di mare. Fino alla fine del Quattrocento, la Serenissima era ancora una grande potenza marittima e privilegiava il potenziamento dei suoi territori di mare in modo da difenderli dalle invasioni dei nemici, soprattutto i Turchi. Tra il 1463 e il 1503, con la perdita dei territori orientali di Negroponte, Corone e Modone, la supremazia marittima veneziana diminuì notevolmente e fu necessario potenziare anche la difesa dei territori di terra, dalle mire espansionistiche delle altre grandi nazioni europee. Alla fine del XV secolo la Serenissima iniziò a risistemare le sue città fortificate in pianura padana che fino a quel momento presentavano caratteristiche medievali. Così, per oltre mille chilometri tra Italia, Croazia e Montenegro, Venezia sviluppò un nuovo sistema difensivo, alla moderna, con mura bastionate e terrapieni.

Opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo

Tra XVI e XVII secolo, nel periodo più importante della sua storia, Venezia realizzò un sistema di difesa innovativo che mostra la progettualità e le caratteristiche delle fortificazioni “ alla moderna o bastionate”, utilizzate poi in tutta Europa. Il sistema difensivo dello stato da Terra, che proteggeva la repubblica a nord-ovest, e lo Stato da Mar che proteggeva i porti e le rotte commerciali del Mar Adriatico verso Oriente, era necessario per sostenere e mantenere il potere della repubblica di Venezia. Le innovative ed ampie reti difensive, riflettevano i cambiamenti nelle tecniche e nell'architettura militare, avvenuti con l'introduzione della polvere da sparo e l'aumento dell'uso delle armi da fuoco. Queste nuove fortificazioni, per la loro struttura e per i lavori di sterro, hanno un eccezionale valore storico, architettonico e tecnologico.

I criteri di riconoscimento

L'inserimento delle Opere difensive veneziane nella lista UNESCO, si basa su due criteri:

Criterio (iii): le opere di difesa veneziane danno un'importante testimonianza della cultura militare alla moderna che si sviluppò nella Repubblica di Venezia nei secoli XVI e XVII, interagendo con sistemi e culture preesistenti e coinvolgendo vasti territori. Il sistema difensivo per lo Stato da Terra e lo Stato da Mar occidentale nel Mar Adriatico, aveva dimensioni civili, militari e urbane, che si estendevano attraversando la regione mediterranea fino ad Oriente.

Criterio (iv): le opere di difesa veneziane evidenziano le caratteristiche del sistema fortificato alla moderna (sistema bastionato) introdotto dalla Repubblica di Venezia in seguito ai cambiamenti portati dall'utilizzo della polvere da sparo e dall’uso delle armi da fuoco. Le sei fortificazioni mostrano le caratteristiche del sistema alla moderna, con le sue capacità tecniche e logistiche, le moderne strategie di combattimento e le nuove esigenze architettoniche all'interno dei territori veneziani.

I tre siti italiani

Le fortificazioni veneziane di Bergamo

Bergamo era la città fortificata più occidentale del sistema difensivo dello stato di Terra di Venezia. Le mura della città furono costruite su progetto degli ingegneri Francesco Malacreda e Genesio Bersani, fra il 1561 e il 1588, per fermare gli attacchi nemici. Erano già presenti alcuni tratti di fortificazioni romane che vennero quasi totalmente sostituite dalle nuove opere veneziane. Per realizzare le mura vennero distrutti molti edifici tra cui anche importanti chiese. Il sistema difensivo di Bergamo, oltre alle mura interne (bastionate) ed esterne, comprende anche elementi fortificati come i Forti di San Vigilio e di San Domenico, la Cittadella e la Rocca.

Le fortificazioni veneziane di Peschiera

La città di Peschiera del Garda rappresentava un collegamento importante tra Venezia e i suoi territori più occidentali situati oltre il fiume Mincio. Questa città fortificata, ha una pianta pentagonale che comprende l’intero centro abitato ed è l’unica in un contesto lacustre. Nella fortificazione sono stati inseriti elementi idrici come il Canale di Mezzo, ramificazione del Mincio, navigabile già al tempo dei romani. Quando Peschiera passò sotto il controllo della Repubblica di Venezia, le fortificazioni vennero rinnovate secondo i criteri dell'epoca. Su progetto di Guidobaldo della Rovere, la cinta venne terrapienata e bastionata. La nuova cinta fortificata che seguiva l’andamento di quella medievale, aveva cinque lati con cinque angoli protetti da bastioni. Lungo la cinta vennero aperte due porte, porta Verona e porta Brescia, poste in direzione delle due importanti città. Intorno alla metà del Cinquecento la Rocca Scaligera venne modificata e terrapienata per l'utilizzo dell'artiglieria moderna.

Le fortificazioni veneziane di Palmanova

La città fortificata di Palmanova, fondata nel 1593 e progettata per accogliere ventimila persone, era il centro strategico per contrastare gli attacchi provenienti dall’Oriente e dall’Austria. Questa città rappresenta la sintesi perfetta tra aspetti militari e aspetti civili delle città utopiche rinascimentali. La fortezza cittadina si sviluppa all'interno di tre cinte murarie concentriche, due mura veneziane ed una terza più esterna francese, che danno alla città la forma a stella a nove punte. Palmanova rimase per più di duecento anni sotto il dominio della Serenissima (1593-1797), fino a quando fu conquistata da Napoleone.

I siti in Croazia e Montenegro

Zara e Sebenico - Croazia

Zara (Zadar), conquistata da Venezia nel 1409, fu la capitale “veneziana” dei domini dalmati e rimase sotto il dominio della Serenissima fino al 1797. Le fortificazioni di Zara, furono costruite dai Veneziani per difendere il porto dagli attacchi della marina ottomana. Ad oggi solo alcune parti delle fortificazioni sono visibili. Tra queste, la famosa porta di Terraferma, il monumentale accesso alla città progettato nel 1543 da Michele Sanmicheli. A Sebenico (Sībenik) invece, troviamo un altro gioiello dell’architettura militare veneziana: il forte di San Niccolò. Il forte rinascimentale di forma triangolare, situato all’entrata del canale di San Antonio a ovest della città, fu progettato tra il 1540 e il 1547 da Gian Girolamo Sanmicheli ed occupa interamente l’isolotto di Ljuljevac.

Cattaro - Montenegro

Le Bocche di Cattaro sono formate da una serie di insenature che si inseriscono nell'entroterra creando uno dei migliori porti naturali del Mar Mediterraneo. Fin dall'antichità la zona ha avuto un’importanza strategica per l’accesso ai territori dell’Adriatico ed anche durante la dominazione veneta (1420-1797) Cattaro fu un porto ed una basa navale di primaria importanza per il commercio marittimo. Il sistema difensivo di Cattaro si inserisce in una scenario geomorfologico del tutto unico. La cinta muraria, le porte e le fortezze, sono ancora ben conservate nonostante il passare del tempo e le invasioni che si sono susseguite negli anni.

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