Maria Luisa Ancona

Maria Luisa Ancona

Il 1° novembre l’Italia celebra Ognissanti, antica festa cristiana tra dolci, tradizioni locali e un’atmosfera magica da Halloween italiano.

📆 Ultimo aggiornamento
22/10/2024

Il primo Novembre l’Italia si tinge dei colori caldi dell’autunno e si riunisce per celebrare una delle feste più sentite e tradizionali del Paese: la festa di Ognissanti.

Ognissanti è un’antichissima ricorrenza di origine cristiana che commemora Tutti i Santi della nostra religione. La storia di questa festa si evolve fra il sacro e il profano e i rituali ad essa connessi sono moltissimi e variano di regione in regione. Una delle usanze più diffuse è la visita ai cimiteri, dove si adornano le tombe con fiori, soprattutto crisantemi, e si accendono candele. In molte località, si organizzano processioni e messe solenni in onore dei santi.

Alcune celebrazioni autunnali in altre culture, come Halloween nel mondo anglosassone, condividono con Ognissanti alcune caratteristiche particolari, ad esempio il tema dei morti e del mistero. Tuttavia, Ognissanti mantiene radici cristiane profonde che trasmettono la sua identità unica, fatta di memoria e tradizioni locali che si perdono nei secoli.

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La storia della festa di Ognissanti

La festa di Ognissanti: Pantheon

Le prime tracce di questa ricorrenza risalgono al IV secolo d.C. quando l’anniversario si svolgeva in primavera (e non in autunno come ai nostri giorni). Come dice il nome stesso della celebrazione, lo scopo era ricordare i principali santi della Cristianità. Non dimentichiamo che nel calendario cristiano ogni giorno è dedicato ad un santo o un martire di questa religione; il primo di novembre, vengono festeggiati tutti.

Pare che la ricorrenza derivi dalla festa romana che commemora la trasformazione del Pantheon in chiesa dedicata alla Vergine e a tutti i martiri. Successivamente, Papa Gregorio III nel secolo ottavo d.C. scelse questa data per consacrare una cappella a San Pietro alle reliquie "dei santi apostoli e di tutti i santi, martiri e confessori".

Alcuni studi ricollegano Ognissanti alla festa celtica di “Samhain”, il capodanno celtico da cui ha avuto origine Halloween. Non a caso il giorno successivo, vale a dire il 2 novembre, in Italia si celebra la festa dei defunti, il Giorno dei Morti.

Le principali tradizioni regione per regione

La festa di Ognissanti: tradizioni

La festa di Ognissanti è particolarmente sentita in tutto il territorio italiano. Durante la ricorrenza, i primi Cristiani vagavano per i villaggi chiedendo un dolce chiamato "pane d'animo", ricambiando con preghiere rivolte ai defunti del donatore. Tuttora, in ogni regione, sono presenti celebrazioni e tradizioni che risalgono persino al Medioevo. La maggior parte di questi rituali si svolge nella notte fra il 1 e il 2 novembre quando il mondo dei vivi si ricongiunge a quello dei defunti.

In Sicilia, per esempio, è convinzione che durante la notte di Ognissanti i defunti portino dolciumi o doni ai bambini che si sono comportati bene. In Basilicata, precisamente a Matera, la tradizione vuole che il giorno 1 novembre i morti scendano in città dalle colline del cimitero stringendo un cero acceso nella mano destra e che il 2 novembre le donne replichino il pianto funebre sulle tombe.

In Sardegna la tradizione di Ognissanti ha diversi nomi: Is Panixeddas, Is Animeddas, Su mortu su mortu o ancora Su Prugadoriu quando i bambini girano di casa in casa e chiedono un’offerta per i defunti. In Campania, nei quartieri popolari, si usava andare in giro con una cassetta di cartone a forma di bara, chiamata "u tavutiello".

A Roma si usava consumare un pasto nei pressi della tomba di un caro defunto, per tenergli compagnia; mentre in Abruzzo e Trentino è ancor oggi tradizione intagliare le zucche e porvi poi una candela all'interno per utilizzarle come lanterne. In Toscana, durante questa festività, i bambini indossano collane di mele e di caldarroste.

In Val d’Aosta, nella notte di Ognissanti si usa vegliare davanti ai fuochi e si lasciano sulla tavola delle pietanze per i morti. In Piemonte, nella Val D'Ossola, un tempo era uso lasciare le case dopo aver cenato perché venissero occupate dai defunti in visita mentre in diverse zone lombarde esiste ancora la tradizione di lasciare un vaso pieno d'acqua nella cucina di casa per dissetare i defunti venuti in visita di notte.

In Emilia Romagna, in antichità, i poveri andavano di casa in casa a chiedere la “carità di murt”, ricevendo cibo dalle persone a cui domandavano aiuto.

Alle finestre delle abitazioni del Friuli Venezia Giulia si tengono una candela accesa, una bacinella d’acqua e un pezzo di pane a disposizione dei morti.

In Trentino Alto Adige, in ultimo, si suonano le campane delle chiese per richiamare le anime dei defunti e viene lasciata loro una tavola imbandita per saziarsi.

Ricette tipiche e piatti tradizionali di Ognissanti

Ogni regione italiana ha il suo tipico dolce dei morti: dalle “ossa dei morti” lombardi (biscotti con mandorle e nocciole), alla “colva” pugliese (fatto di grano, melograno, cioccolato e noci), agli “stinchetti dei morti” umbri, alle “fave da morto” emiliane e laziali.

In Sicilia ci sono i dolci della Martorana, fatti di pasta di mandorle; "lu scacciu" (misto di frutta secca fatta di ceci tostati, semi di zucca tostati, arachidi, nocciole tostate, pistacchi); i Tetù (coperti di zucchero a velo e quelli marroni coperti di cacao) e li "ossa ri muortu" ("ossa di morto", dolcini di "pasta di miele" ricoperti di glassa bianca, duri come ossa).

In Trentino le stesse zucche usate per creare lanterne vengono convertite in deliziosi risotti mentre in Liguria, il giorno dei morti, si preparano i "bacilli" (fave secche) e i "balletti" (castagne bollite). In Molise il piatto principale sono le "sagne e jierv", tagliatelle bianche condite con la verza.

In Umbria, Marche, Emilia-Romagna, Lazio e Lombardia, è usanza mangiare le "Fave dei Morti", questi gustosi pasticcini alla mandorla simili agli amaretti; in Veneto, gli innamorati, per allontanare la malinconia, regalano ai propri amati un sacchetto di "Favette dei morti", come pegno d'amore eterno.

In Umbria vengono chiamati "Stinchetti dei Morti” e vengono mangiati per cercare di alleviare la tristezza per i cari che non ci sono più. Questi dolcetti presentano diverse varianti: croccanti o morbidi, al cacao o alla vaniglia, restano fra i dolci più tipici consumanti in questi giorni.

Il "Torrone dei morti", in ultimo, è un dolce tipico preparato a Napoli: si tratta di un torrone morbido a base di cioccolato con la forma che, non a caso, ricorda una cassa da morto.

La festa di Ognissanti è una delle tradizioni religiose e culturali più importanti del nostro paese. Le celebrazioni, ognuna con la propria identità, rispecchiano il folklore delle varie regioni aprendo uno sguardo sulla nostra storia e sulle usanze dei nostri avi. 

Il Torrone di Ognissanti

La festa di Ognissanti: il Torrone

Il torrone di Ognissanti è un dolce tipico della tradizione campana, simbolo delle festività dei defunti. Il torrone di Ognissanti è una specialità dolciaria che affonda le sue radici nella cultura popolare campana. Preparato con cioccolato, nocciole e spesso arricchito da altri ingredienti come il miele o i canditi, questo dolce morbido e goloso viene tradizionalmente offerto in occasione della commemorazione dei defunti.

La sua preparazione, che coinvolge tutta la famiglia, è un rito che si ripete di generazione in generazione, tramandando così una tradizione antica e ricca di significato. Oltre al classico gusto al cioccolato fondente, oggi si trovano in commercio numerose varianti, dal torrone bianco, mandorlato, cioccolato fondente, al pistacchio, fino a gusti più originali come quello al caffè o al limone, soddisfacendo così i palati più esigenti.

Il termine "torrone" ha origini incerte e dibattute, ma esistono diverse teorie sull'etimologia di questa parola:

• Derivazione araba: Una delle ipotesi più accreditate fa risalire il termine "torrone" alla parola araba "turun", che significa "zucchero". Questa teoria si basa sul fatto che la produzione del torrone, così come la lavorazione dello zucchero, ha origini orientali e si è diffusa in Europa attraverso gli Arabi.

• Derivazione latina: Un'altra teoria collega il termine "torrone" al latino "torrere", che significa "arrostire". Questa ipotesi si riferisce al processo di tostatura delle mandorle e degli altri ingredienti che compongono il torrone, un passaggio fondamentale per la realizzazione di questo dolce.

• Riferimento alla forma: La forma allungata e rettangolare del torrone ricorda quella di una piccola bara, motivo per cui in alcune regioni viene chiamato anche "murticciello", che significa "piccolo morto" in napoletano.

• Simbolismo: Il torrone, come altri dolci offerti in occasione della commemorazione dei defunti, rappresenta un omaggio ai cari scomparsi e un modo per "allietare" il loro viaggio nell'aldilà.

Il Ponte di Ognissanti: una vacanza tra l’estate e il Natale

Il Ponte di Ognissanti: una vacanza tra l’estate e il Natale

Il primo novembre segna l'inizio di un periodo di transizione, un ponte tra l'estate che volge al termine e l'atmosfera natalizia che si avvicina. Dal 31 di ottobre, la festa di Halloween, festa pagana ma celebrata ormai in tutto il mondo, fino al 2 novembre, il giorno dei morti, ci sono giorni di festa in cui non si lavora. Questo lungo weekend rappresenta un'occasione unica per staccare la spina dalla routine quotidiana e concedersi un momento di relax e svago, magari facendo una bella vacanza.

Tra le foglie che cambiano colore e le prime luci dell'autunno, il Ponte di Ognissanti offre un'atmosfera suggestiva e invitante, perfetta per esplorare nuovi luoghi, immergersi nella natura o semplicemente godersi la compagnia dei propri cari.

Nel 2025 Ognissanti cade di sabato, quindi il “ponte” sarà limitato a sabato 1 e domenica 2 novembre. Non sarà un weekend lungo, ma in due giorni si possono comunque godere un paio di giornate di relax, a metà tra le ferie estive e le vacanze natalizie. Se non hai ancora idee su come trascorrere il Ponte di Ognissanti, ecco alcuni consigli e idee per il Ponte di Ognissanti.

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Domande e curiosità su Ognissanti, l’Halloween italiano

Ognissanti, l'Halloween italiano: tradizioni

1. Quali sono le origini di Ognissanti?

Le radici di Ognissanti risalgono al 609 d.C., quando Papa Bonifacio IV consacrò il Pantheon di Roma come chiesa in onore di Maria e dei martiri. Nel tempo, la festa si è diffusa in tutta Europa, arricchendosi di tradizioni regionali e significati diversi.

2. Cosa si celebra durante Ognissanti?

Ognissanti è dedicata alla riflessione su vita e morte. È un momento per onorare i santi e ricordare i propri cari defunti, rafforzando legami familiari e comunitari.

3. Quali dolci e cibi sono tipici di Ognissanti?

La festa è accompagnata da dolci stagionali come le “ossa dei morti”, biscotti a forma di osso, e le “animelle”, dolcetti a base di mandorle e miele. In alcune regioni si preparano anche zuppe e minestre calde per le giornate autunnali.

4. Come viene celebrata Ognissanti nelle diverse regioni italiane?


Le celebrazioni variano da nord a sud: alcune città organizzano processioni e messe solenni, in altre le strade si animano di canti e luci autunnali. Famiglie e comunità partecipano a riti locali e commemorazioni pubbliche, creando un’atmosfera che unisce devozione, folklore e memoria dei defunti.

5. Si può considerare Ognissanti come l’Halloween italiano?


Pur condividendo con Halloween il tema dei morti e un certo fascino per il mistero, Ognissanti mantiene radici cristiane profonde e tradizioni uniche in Italia. La festa unisce memoria dei defunti, usanze locali e dolci tipici, senza zucche, travestimenti o altri elementi della tradizione anglosassone. Ognissanti è un’occasione per rafforzare i legami familiari e della comunità, celebrando la storia e la cultura di ogni regione con rituali che si tramandano da secoli.

L'autore

Scritto il 14/10/2021