
Esistono luoghi in cui non ci si imbatte per caso, ma che si guadagnano passo dopo passo, remata dopo remata. Cala Goloritzè è uno di questi: una visione custodita tra le scogliere vertiginose del Golfo di Orosei, dove il mare si accende di sfumature turchesi, la roccia si fa scultura e il silenzio racconta storie di vento e di luce.
Non è una spiaggia qualunque bensì un santuario naturale dove ogni dettaglio (dalla sabbia ai fondali, dall’arco scolpito dal tempo alla guglia che svetta solitaria) evoca sensazioni di meraviglia e rispetto.

Dove si trova Cala Goloritzè e perché è famosa

Cala Goloritzè si rivela all’improvviso, dopo un cammino tra i profili lunari del Supramonte di Baunei o una traversata in mare tra scogli scolpiti dal vento. Si trova nella parte sud del Golfo di Orosei, nel cuore più autentico e selvaggio della Sardegna.
Ciò che la rende celebre in tutto il mondo è una combinazione rara di bellezza, isolamento e protezione ambientale. La sua insenatura, abbracciata da alte falesie e custodita da acque di un turchese abbagliante, è punteggiata da ciottoli bianchi che brillano al sole. Ma è la sua guglia calcarea, l’“Aguglia”, un monolite naturale di 143 metri che svetta come una sentinella, a trasformare ogni sguardo in una cartolina.
Proclamata Monumento Naturale della Sardegna nel 1993 e Monumento Nazionale Italiano nel 1995, Cala Goloritzè ha conquistato anche il cuore degli esperti internazionali: è stata eletta la spiaggia più bella del mondo nell’edizione 2025 di “The World’s 50 Best Beaches”.
A rendere la spiaggia ancora più preziosa è poi il suo status di area protetta: Cala Goloritzè è parte integrante del Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu, oltre a rientrare tra i Siti di Interesse Comunitario. Ciò significa che ogni onda, ogni ciottolo e ogni ramo che affonda le radici nel terreno meritano rispetto e tutela.
Storia e impegno per la conservazione: il valore protetto di Cala Goloritzè

Cala Goloritzè non è nata dal tempo lento dell’erosione, ma da un evento improvviso che ha dato forma alla meraviglia. È il 1962 quando una frana modella per caso una delle spiagge più incantevoli della Sardegna, una meraviglia che la natura ha scolpito d’improvviso, e che l’uomo ha imparato presto a proteggere.
Da allora, la piccola baia nel territorio di Baunei ha incantato migliaia di visitatori e fotografi, diventando l’icona incontestata dell’Ogliastra. Non è un caso se è considerata la spiaggia più immortalata della zona: tutti i dettagli (dalla limpidezza dell’acqua all’arco naturale che incornicia il mare) sembrano creati apposta per lasciare senza fiato.
Il primo riconoscimento ufficiale arriva nel 1993, quando la Regione Sardegna la proclama Monumento Naturale. Solo due anni dopo, nel 1995, ottiene il titolo di Monumento Nazionale Italiano. E sebbene non sia mai stata inserita tra i siti UNESCO, il suo valore paesaggistico e ambientale è considerato tra i più alti d’Europa. Una conferma arrivata anche nel 2025 con il prestigioso riconoscimento di “spiaggia più bella del mondo” da parte di The World’s 50 Best Beaches.
Ma la vera ricchezza di Cala Goloritzè è l’impegno costante per la sua conservazione. Un impegno che si legge nelle regole stringenti adottate per accedervi, nella volontà di contingentare gli ingressi, nella scelta di rendere la spiaggia raggiungibile solo a piedi o con piccole imbarcazioni a remi. Nessun motore può infrangere il silenzio cristallino: la navigazione a motore è vietata a meno di 200 metri dalla costa.
La tutela di Cala Goloritzè non è solo una strategia ambientale, ma un modo per educare alla bellezza, perché solo proteggendo si può continuare ad ammirare.
Come arrivare a Cala Goloritzè: l’incanto che si guadagna passo dopo passo

Che si scelga il sentiero che attraversa il Supramonte o un’escursione in barca lungo la costa d’Ogliastra, il viaggio verso questa perla nascosta ha il sapore dell’avventura e della scoperta.
Chi opta per la via di terra parte dall’altopiano del Golgo, precisamente dalla località di Su Porteddu, dove un parcheggio a pagamento segna l’inizio di un’escursione che è già, di per sé, un’esperienza indimenticabile. Il sentiero si snoda per circa 3,6 chilometri tra rocce calcaree e vegetazione mediterranea, con un dislivello di oltre 500 metri. Non è una passeggiata da prendere alla leggera, ma un cammino di media difficoltà che richiede scarpe adatte, scorte d’acqua, protezione solare e la voglia di rallentare per osservare. Lungo il percorso, il paesaggio cambia in continuazione: si alternano scorci aridi e assolati, tratti ombrosi e aperture panoramiche che anticipano il turchese del mare. In un’ora e mezza circa si arriva a ridosso della cala, e il momento in cui la spiaggia si mostra tra le rocce è pura poesia.
Chi invece preferisce ammirare Cala Goloritzè dal mare può prenotare una delle tante escursioni in barca che partono da Cala Gonone, Arbatax o Santa Maria Navarrese. Le imbarcazioni si fermano a distanza, nel rispetto del divieto di attracco. Da lì, è possibile fare il bagno nelle acque limpide e galleggiare ammirando la spiaggia da un punto di vista privilegiato, con l’arco naturale che incornicia l’insenatura e la guglia calcarea che si riflette sull’acqua. Alcuni tour offrono anche la possibilità di passare sotto l’arco.
Cosa aspettarsi: natura allo stato puro, senza filtri

Chi arriva a Cala Goloritzè con l’idea di trovare una spiaggia attrezzata, magari con lettini, bar e ombrelloni pronti ad accogliere i bagnanti, scopre presto che qui le regole sono ben diverse. Non è, infatti, una meta da vivere con leggerezza ed è proprio nella sua essenza selvaggia, priva di servizi e comfort, che risiede il suo fascino più autentico.
Non vi sono chioschi dove acquistare una bottiglia d’acqua né bar dove rifugiarsi all’ombra per una pausa ristoratrice. Cala Goloritzè è così com’è nata: pura, libera, incontaminata. Chi desidera raggiungerla deve organizzarsi in anticipo, portando con sé tutto l’occorrente per una giornata lontano dal mondo. Scarpe da trekking ai piedi, uno zaino ben fornito sulle spalle con almeno due litri d’acqua a testa, qualcosa da mangiare, crema solare, costume, cappello e magari anche un piccolo ombrellone o un frigo portatile, se si ha intenzione di restare fino al tramonto.
L’accesso, inoltre, è contingentato. Solo 250 persone al giorno possono godere di questo paradiso, per evitare che la sua fragile bellezza venga compromessa. Prenotare è obbligatorio, e lo si può fare tramite l’applicazione Heart of Sardinia oppure il sito ufficiale del Comune di Baunei.
Nuotare, fare snorkeling e scattare foto a Cala Goloritzé: emozioni dentro e fuori dall’acqua

Cala Goloritzè è un mondo da esplorare, dentro e fuori dall’acqua.
Il mare è quasi sempre calmo, trasparente come vetro, di un azzurro che sfuma nel turchese più profondo. Chi arriva dal mare, con escursioni guidate o in piccole imbarcazioni autorizzate, può scivolare in acqua a pochi metri dalla riva e nuotare in direzione dell’arco naturale, che si staglia contro il cielo come un ponte verso l’invisibile: le boe segnano i confini entro cui è possibile immergersi in sicurezza.
I fondali, modellati dalla roccia e punteggiati di vegetazione marina, ospitano una varietà di pesci, piccoli crostacei e creature curiose che si nascondono tra le pietre. Le zone più riparate, soprattutto vicino alle pareti rocciose, offrono una visibilità sorprendente: basta indossare maschera e boccaglio per ritrovarsi in un acquario naturale. Anche chi non è un nuotatore esperto può vivere l’esperienza in tutta tranquillità, magari con l’aiuto di un giubbotto galleggiante.
E poi c’è la fotografia, inevitabile quando ci si ritrova dinnanzi a cotanta bellezza. Cala Goloritzè regala immagini da cartolina a ogni ora, ma è nelle prime luci del mattino e nel tardo pomeriggio che i giochi di ombre e contrasti scolpiscono la spiaggia con la luce più teatrale. L’arco naturale che incornicia il mare, l’Aguglia che svetta fiera alle spalle, il riflesso delle falesie nell’acqua limpida: ogni dettaglio merita di essere immortalato.
Se si ha con sé una fotocamera impermeabile, si può spingere lo sguardo anche sotto la superficie, dove si svela un’altra faccia della meraviglia. E chi ha un drone (rispettando ovviamente tutte le normative) può cogliere l’insieme dall’alto, con la cala che si disegna tra il bianco della roccia e l’infinito blu del mare.
Regole e norme di conservazione: custodire la bellezza con rispetto

Cala Goloritzè non è una spiaggia da vivere con leggerezza ma una località che impone la scelta di abbandonare l’abitudine di consumo turistico per abbracciare un’esperienza fondata sul rispetto.
L’accesso, come già accennato, è regolamentato. Ogni giorno solo 250 persone possono scendere fino alla cala, un numero scelto non per escludere, ma per proteggere. È richiesto anche un piccolo contributo economico, un biglietto simbolico che aiuta a finanziare le attività di tutela e manutenzione del sentiero.
I divieti servono a difendere ciò che rende unica Cala Goloritzè. Non è possibile introdurre animali domestici, né campeggiare, né tantomeno raccogliere fiori, piante o conchiglie: ogni elemento che compone questo microcosmo (dal più piccolo ciottolo alla più invisibile forma di vita marina) ha un ruolo essenziale. Chi visita la cala è invitato a portare con sé tutto il necessario, ma soprattutto a riportare indietro ogni cosa, rifiuti compresi.
Prima di partire, è sempre bene informarsi sulle ultime disposizioni: le normative possono variare, e i canali ufficiali del Comune o i siti specializzati sono il riferimento più affidabile. Ma c’è una regola che non cambia mai, e che vale più di ogni altra: qui si entra in punta di piedi, con la consapevolezza di essere ospiti in un santuario della natura.
Quando visitare Cala Goloritzè: il periodo giusto per vivere l’incanto

Cala Goloritzè non si lascia vivere allo stesso modo in ogni stagione. La sua bellezza resta immutata, ma è il tempo (inteso come clima, luce, silenzio) a fare la differenza: scegliere il momento giusto per visitarla significa accordarsi con il suo ritmo naturale, cercare un’intesa sottile tra desiderio e attesa.
La primavera è forse il momento più poetico. Da aprile a giugno, i profumi della macchia mediterranea si fanno più intensi, i fiori punteggiano il sentiero che porta alla cala e l’aria è frizzante, ma già riscaldata dal sole. Le giornate si allungano, il mare inizia a tingersi di blu accogliente, e le temperature invitano al cammino senza mettere alla prova. È la stagione ideale per chi ama il trekking, per chi vuole arrivare con calma e trovare, una volta giunto a destinazione, spazio e silenzio. L’acqua potrebbe essere ancora fresca per nuotare, ma a partire da metà giugno anche tale ostacolo si dissolve.
L’estate, invece, è l’ora del mare pieno. Luglio e agosto portano con sé il calore, la luce abbondante e la voglia di tuffarsi a ogni ora ma anche la folla: Cala Goloritzè diventa una meta ambita, desiderata, inseguita. Prenotare con largo anticipo è indispensabile.
A settembre e ottobre le temperature si fanno più miti, il mare resta caldo e accogliente, ma il turismo inizia a rallentare. È il tempo perfetto per chi cerca equilibrio tra camminate rigeneranti e bagni nel silenzio, tra sole ancora generoso e calette che tornano a respirare. Le giornate cominciano ad accorciarsi, è vero, e l’ombra può arrivare prima sulla spiaggia, ma è un piccolo prezzo da pagare per ritrovare l’intimità del luogo.
L’inverno, infine, è il regno degli esploratori. Da novembre a marzo Cala Goloritzè diviene più schiva, più ruvida, più distante. Le condizioni meteo sono variabili, il mare non sempre invita al bagno, e il sentiero può essere impegnativo. Ma per chi cerca l’essenza pura del paesaggio, per chi cammina senza fretta e ama la solitudine delle giornate limpide, anche l’inverno può regalare frammenti di meraviglia.
L'autore
Scritto il 07/07/2025
Flavia Cantini
Cala Goloritzè, perla selvaggia della Sardegna, tra trekking, acque cristalline e regole per custodire un paradiso fragile.