
Cento uomini portano a spalla una torre luminosa alta quanto un campanile. L’oscurità avvolge le strade, interrotta solo da un monumento di luce che sembra fluttuare. È la sacra, surreale, sorprendente processione della Macchina di Santa Rosa a Viterbo.
Una notte all’anno, il 3 settembre, la Città dei papi diventa il palcoscenico di un evento che ha dell'incredibile. Fede, arte e ingegneria si fondono in un atto collettivo di devozione. La cerimonia è così speciale che l’UNESCO l’ha riconosciuta come parte del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Ecco tutto quello che devi sapere se vuoi assistervi di persona.

La Macchina di Santa Rosa di Viterbo - Una tradizione che nasce nel Medioevo

Nel corso dei secoli, l’aspetto della Macchina di Santa Rosa è cambiato moltissimo. Ciò che è rimasto immutato è l’idea che la ispira: una comunità che porta la propria devozione sulle spalle.
Tutto ebbe inizio nel XIII secolo, quando i viterbesi decisero di onorare una giovane concittadina conosciuta per la sua generosità verso poveri e malati. Rosa era morta a soli diciotto anni, nel 1252. Papa Alessandro IV, che più volte l'aveva vista in sogno, ordinò la traslazione delle sue spoglie nella chiesa delle Clarisse nel 1258. Quando la tomba venne aperta, il corpo apparve miracolosamente intatto.
Da quel momento la devozione popolare verso santa Rosa è cresciuta senza sosta e, con essa, la solennità dei festeggiamenti.
Per trasportare l’immagine della patrona di Viterbo in processione, si è gradualmente passati da un semplice baldacchino a strutture sempre più imponenti e sofisticate: le macchine, altissime torri luminose, mix di ingegno artistico e tecnico, portate a spalla da centinaia di Facchini lungo le vie del centro.
Scopri di più sulla Macchina di Santa Rosa di ViterboChi sono i Facchini che trasportano la Macchina di Santa Rosa
Il cuore della celebrazione è il trasporto della Macchina. Circa cento uomini, conosciuti come i Facchini di Santa Rosa, portano sulle spalle l’enorme torre, alta 30 metri e dal peso di cinque tonnellate, attraverso le strade e le piazze del centro storico.
Mesi di allenamento precedono l’impresa, che è al tempo stesso una prova fisica durissima e un atto di profonda devozione verso la patrona della città.
All’interno del gruppo ognuno ha un compito preciso: i Ciuffi sorreggono il peso centrale, le Spallette e le Stanghette lo stabilizzano ai lati, mentre altri rinforzano la formazione nell’ultimo tratto, percorso in salita. In uniforme bianca con fascia rossa, i Facchini si muovono come un solo corpo sotto la base di legno e metallo dell’enorme campanile.
A guidarli è il Capo Facchino, il leader che coordina ogni passo e si assicura che la torre superi strade assiepate dalla folla e angoli stretti, talvolta con appena otto centimetri di margine.
Prima della partenza, il vescovo li benedice con una preghiera tradizionalmente recitata in articulo mortis, il che può sembrare piuttosto spaventoso. È un richiamo alla gravità e al potenziale rischio del compito che stanno per sostenere.
La processione dura più di un’ora. Lungo il percorso i Facchini si fermano in piazze prestabilite, riposando per pochi istanti prima di sollevare nuovamente la Macchina tra gli applausi.
Uno spettacolo senza eguali
Oltre all’imponenza della Macchina, ciò che rende la festa di Santa Rosa un evento davvero eccezionale è l’atmosfera che riesce a creare.
Al calar del sole, tutte le luci della città vengono spente. Strade e piazze piombano nel buio, finché la torre, costellata di centinaia di luci elettriche e candele, non inizia il suo lento cammino luminoso, rischiarando le facciate dei palazzi e il mare di spettatori.
Il contrasto è mozzafiato, con il silenzio rotto dalle esplosioni di applausi e dai cori ritmati dei Facchini.
La Macchina di Santa Rosa

La Macchina è tutt’altro che statica. Ogni cinque anni un concorso pubblico ne sceglie un nuovo progetto.
Oggi costruttori e artigiani utilizzano strumenti moderni e materiali innovativi per rendere la struttura più sicura e maneggevole.
L’attuale campanile, Dies Natalis (2024), è stato realizzato dall’architetto Raffaele Ascenzi e racconta tre passaggi del percorso spirituale di Rosa: la sua morte, l’estasi mistica e, in cima, l’incontro con Dio.
Per approfondire la storia di questa antica e singolare tradizione, fai un salto al Museo dei Facchini di Santa Rosa, nel quartiere medievale di San Pellegrino, dove sono conservati modellini delle torri del passato, fotografie storiche e filmati che ne documentano l’evoluzione.
. Dove vedere da vicino la Macchina di Santa Rosa - Dopo la sfilata del 3 settembre, la Macchina rimane per alcuni giorni in Largo Facchini di Santa Rosa, dove i turisti possono ammirarla da vicino.
Riconoscimento da parte dell’UNESCO
Nel 2013 l’UNESCO ha inserito il Trasporto della Macchina di Santa Rosa tra le “feste delle grandi macchine a spalla”riconosciute come Patrimonio Culturale Immateriale.
A essere premiata, oltre alla spettacolarità dell'evento, è l'energia con cui la celebrazione riesce a unire la comunità. La festa di Viterbo vive infatti della collaborazione attiva dei cittadini, che condividono lavoro e fatica. È come un grande rito collettivo che coinvolge centinaia di persone.
Partecipando in prima persona, chi alla realizzazione della Macchina e chi all’organizzazione della festa, ciascuno aiuta a mantenere viva la tradizione. E così anno dopo anno, decennio dopo decennio, il senso di appartenenza alla comunità si rafforza.
. Curiosità - Accanto al campanile luminoso di Viterbo, la lista UNESCO include anche i Gigli di Nola in Campania, la Varia di Palmi in Calabria e i Candelieri di Sassari in Sardegna.
Consigli pratici per assistere al trasporto della Macchina di Santa Rosa
Ecco alcune informazioni utili se vuoi assistere al Trasporto della Macchina di Santa Rosa di Viterbo:
. Quando andare: la processione principale si svolge la sera del 3 settembre, con partenza intorno alle 21 da Porta Romana (Piazza San Sisto). Il 2 settembre si tiene un corteo storico con circa 300 figuranti in costumi d’epoca dal santuario alla cattedrale.
. Dove posizionarsi: il percorso attraversa il centro storico entro le mura: Via Garibaldi, Piazza Fontana Grande, Via Cavour, Piazza del Plebiscito, Piazza delle Erbe, Corso Italia, Piazza del Teatro e Largo Facchini di Santa Rosa.
. Biglietti e posti: gran parte del percorso è gratuito. Alcuni posti a pagamento vengono allestiti in Piazza del Comune. Piattaforme per persone con disabilità sono disponibili a Porta Romana, davanti al Teatro dell’Unione e sotto i portici di Palazzo dei Priori. Le modalità di prenotazione vengono pubblicate in agosto.
. Arriva presto: i posti sono limitati e le strade si riempiono già dal pomeriggio. Alcuni residenti assistono dalle terrazze: verifica disponibilità presso bar, ristoranti o hotel lungo il percorso.
. Per arricchire la visita: fermati al Museo del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa in Via San Pellegrino. All’interno, modellini, foto storiche e approfondimenti su questa tradizione riconosciuta dall’UNESCO.
Perché la festa di Santa Rosa merita un posto nella tua bucket list

La Macchina di Santa Rosa mostra cosa significano fede e resilienza. Nel buio compatto della sera senti il mormorio della folla, la tensione dei cento Facchini che sostengono la struttura, l’onda di applausi quando la Macchina si solleva e avanza.
È il racconto di una comunità che da secoli si ritrova mettendo in gioco forza, ingegno e creatività per tenere viva una tradizione. Il risultato è un intreccio di emozioni, fatica e orgoglio collettivo.
L'entusiasmo è palpabile, con i più giovani che addirittura si fiondano in strada dalla sera prima pur di accaparrarsi il posto migliore per esistere al Trasporto.
È uno spettacolo raro nel panorama degli eventi religiosi italiani, capace di unire dimensione spirituale e audacia ingegneristica. Non serve essere credenti per rimanere conquistati. Ecco perché Viterbo e la sua festa di Santa Rosa meritano di entrare nella tua bucket list.
Viterbo è una delle destinazioni da non perdere nel 2025.
Macchina di Santa Rosa Viterbo – FAQ
Cos’è la Macchina di Santa Rosa di Viterbo?
È un campanile luminoso alto circa 30 metri, del peso di cinque tonnellate, trasportato a spalla per le strade di Viterbo ogni 3 settembre da cento uomini chiamati Facchini di Santa Rosa.
Quando si svolge il festival della Macchina di Santa Rosa?
L’evento principale si tiene la sera del 3 settembre di ogni anno. Il 2 settembre si svolge un corteo storico con figuranti in costumi dal XIII al XVIII secolo.
Quanto è alta la Macchina di Santa Rosa?
L’attuale Macchina, chiamata Dies Natalis e realizzata nel 2024, raggiunge i 33 metri di altezza.
La Festa della Macchina di Santa Rosa è riconosciuta dall’UNESCO?
Sì, dal 2013 è inserita nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità come parte delle “Feste delle grandi macchine a spalla” italiane.
I turisti possono assistere alla processione della Macchina di Santa Rosa?
Assolutamente sì. L’evento è aperto a tutti. Gli spettatori possono posizionarsi lungo le strade gratuitamente o prenotare posti a sedere per una migliore visuale. È consigliato arrivare con largo anticipo.
L'autore
Scritto il 03/10/2025
Lorena Calise
Cento uomini, una torre luminosa, secoli di devozione, una notte magica. Cosa c'è da sapere sulla Macchina di Santa Rosa di Viterbo.