Le acque cristalline di questi cinque isolotti del Gargano, in Puglia, richiamano ogni anno migliaia di turisti, affascinati dalle bellezze naturalistiche e selvagge del luogo. Incastonate come diamanti di fronte allo “sperone d’Italia”, le isole Tremiti sono una continua scoperta. Conosciamole più da vicino.

Le perle dell'Adriatico
L’arcipelago delle Tremiti si trova nella punto più a nord della Puglia. Immerse nelle spettacolari acque dell’Adriatico, queste isole fanno parte del Parco Nazionale del Gargano, in provincia di Foggia, e costituiscono una Riserva Naturale Marina, nonché le uniche isole italiane del basso Adriatico. La loro natura selvaggia, la loro storia, i miti, i luoghi di interesse, i fondali variopinti e i paesaggi sorprendenti hanno fatto meritare alle Tremiti l’appellativo di perle italiane dell’Adriatico.
Il mito delle Insulae Diomedeae

Le isole Tremiti racchiudono una storia legata ad antichi miti. In passato, infatti, erano conosciute come Insulae Diomedeae in onore di Diomede, le cui gesta nella guerra di Troia lo hanno reso un eroe. Nell'Iliade si narra che Diomede, compagno di Ulisse e re della città di Argo, lasciò la sua patria una volta scoperta la congiura omicida ai suoi danni architettata da sua moglie e dal suo amante. Dopo un lungo peregrinare in mare, il prode guerriero si fermò sulle coste del Gargano e sposò la figlia del re Dauno. Una volta creatosi una nuova vita qui, si servì di pietre portate dalla patria per segnare i confini del suo nuovo regno. Secondo il mito, le rocce restanti e inutilizzate furono scagliate da Diomede in mare e, emergendo dall’acqua, diedero vita alle isole Tremiti. Inoltre, la leggenda vuole che, dopo la morte di Diomede, la dea Venere abbia trasformato i suoi compagni di avventura in diomedee, uccelli marini dal canto simile al vagito dei neonati, per permettere loro di piangere in eterno l’amico scomparso e vegliare sulla sua tomba.
Le 5 isole dell’arcipelago

L’arcipelago delle Tremiti è composto da cinque isole, di cui solo due abitate (San Domino e San Nicola) e dotate di servizi ricettivi per turisti. Le altre tre sono letteralmente dei paradisi incontaminati, sfuggiti all’imposizione dell’attività umana e, per questo, luoghi selvaggi e quasi inesplorati, ideali per le immersioni esplorative alla ricerca di fauna autoctona e fondali degni dei Caraibi.
San Domino

San Domino è l'isola più estesa dell’arcipelago, a soli 200 metri di distanza da San Nicola. Il paesaggio naturalistico è da togliere il fiato: San Domino è una porzione di macchia mediterranea immersa nel blu, completamente ricoperta da una foresta di pini d'Aleppo e un tempo chiamata l’Orto del Paradiso. L’isola ospita l’unica spiaggia sabbiosa dell’intero arcipelago, Cala delle Arene. Un costone di roccia abbraccia un bellissimo litorale dalla sabbia bianchissima e dal fondale trasparente. La posizione centrale, la rende ottima per un’intera giornata al mare con gli amici o la famiglia. Tuttavia, per ammirare le bellezze dell’isola a 360 gradi, bisogna prendere il largo. Un giro dell’isola in barca, infatti, permette di osservare tesori naturalistici nascosti come la Grotta del Bue Marino e la Grotta delle Rondinelle. Poco distante dalla prima, è possibile ammirare il suggestivo Scoglio dell’Elefante, scogliera scolpita dalla natura negli anni fino ad assumere una forma che ricorda il pachiderma dalla lunga proboscide. Infine, vale la pena visitare l’isola anche internamente. In particolare, dal cosiddetto “Villaggio Rurale” partono tre sentieri che permettono di esplorare tutta l’isola a piedi.
Curiosità: A proposito del mito delle Insulae Diomedeae, il singolare verso degli uccelli che abitano l'isola crea un’atmosfera suggestiva a San Domino, soprattutto nelle ore serali. Non a caso, sull’isola esiste un punto panoramico chiamato Picco delle Diomedee.

San Nicola

L’Isola di San Nicola ospita il Comune e i principali monumenti dell’intero arcipelago, tanto da essere considerata un museo a cielo aperto. Visitando l’isola, infatti, ci si imbatte in un suggestivo centro storico, fortezze, torri, muraglie e chiese antichissime che testimoniano la ricca storia dell’arcipelago delle Tremiti. Tra i siti da non perdere, vi consigliamo la Torre dei Cavalieri del Crocifisso, il Castello di Badiali e la magnifica Abbazia di Santa Maria, da dove è possibile godere di una vista unica dell’intero arcipelago e la cui storia si perde nella leggenda. Infine, nel sito archeologico vi è la necropoli dove, secondo la leggenda, è sepolto l’eroe omerico Diomede.
Capraia

L’isola di Capraia è completamente disabitata e non è permesso attraccarvi. È possibile avvicinarsi alle sue coste e ammirare il suo paesaggio incontaminato tramite escursioni in barca. Gli unici veri abitanti sono le colonie di gabbiani e diomedee che le regalano un’aria ancora più selvaggia. L’isola è anche chiamata Capperaia, per la cospicua presenza di piante di capperi sul suo territorio. Ad ogni modo, il vero spettacolo naturalistico è offerto dai fondali marini, dove l’isola conserva un vero e proprio giardino segreto, fatto di grotte sommerse, pesci variopinti e una flora marina unica. Insomma, un vero e proprio paradiso per gli amanti delle immersioni. Infine, sempre sul fondale, troviamo la maggiore attrazione di Capraia e ciò che l’ha resa celebre: la statua sommersa di San Pio da Pietrelcina. Considerata tra le più grandi statue sommerse al mondo, fu realizzata dallo scultore foggiano Mimmo Norcia alla fine degli anni ’90.
Pianosa

Il nome deriva dalla struttura morfologica dell’isola, totalmente pianeggiante. La sua altezza massima (15 metri) fa sì che venga quasi completamente sommersa durante le mareggiate. Anche Pianosa è totalmente disabitata e chiusa ai visitatori. Fa parte della Riserva Marina Protetta, per cui è totalmente inaccessibile, con disposizione di divieto di pesca, approdo e navigazione entro i 500 metri di distanza. Tuttavia, ammirare le sue bellezze anche solo da lontano è un’esperienza che affascina i visitatori.
Cretaccio

Cretaccio è di fatto uno scoglio più che un’isola. Situato in posizione strategica tra San Domino e San Nicola, in passato fu un vero e proprio ponte naturale tra le due isole maggiori. Anche quest’isolotto è disabitato, ma la sua natura incontaminata e le sue acque blu rappresentano una meta molto ambita per i sub più esperti.
Il rifugio di Lucio Dalla

Le isole Tremiti hanno per anni ospitato il compianto cantautore bolognese Lucio Dalla. Il maestro amava rifugiarsi in questi luoghi, lasciandosi ispirare dalle acque cristalline e dai magnifici scenari isolani per la composizione della sua musica.
Che dialetto si parla alle Tremiti?

Non sorprendetevi se alle Tremiti sentirete parlare un dialetto molto simile al napoletano. Anzi, più precisamente, al dialetto ischitano. Alla fine del XVIII secolo, Ferdinando IV di Borbone, re di Napoli, usò l'arcipelago per istituire una colonia penale. Nel giro di poche decine di anni, quei magnifici luoghi si ritrovarono abitati da soli galeotti e vagabondi. Circa cinquant’anni più tardi, Ferdinando II, re delle Due Sicilie, inviò dei pescatori provenienti da Ischia per ripopolare le isole. Gli ischitani si insediarono in questi luoghi, tramandando – tra le altre cose – il loro dialetto di generazione in generazione, fino ad arrivare ai giorni nostri.