Unʼimmersione breve ma intensa alla scoperta della città sotto il Vesuvio. Ecco cosa puoi fare in due giorni a Napoli. Scoprilo con noi

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Conoscere Napoli, scoprirla nelle sue mille facce e colori e viverla nella pienezza dei suoi umori è lʼimpresa di una vita, ma la città che Stendhal definì “la più bella dellʼuniverso” sa conquistare anche allʼistante, perché ha squarci che lasciano a bocca aperta. E allora anche due soli giorni bastano per avere un assaggio dellʼinesausta bellezza della sirena Partenope e lasciarsi catturare dalla meraviglia che suscita.

Perché prima della conoscenza viene lo stupore, prima dellʼ approfondimento viene la meraviglia. Ed è con questo obiettivo che VisitItaly ti spiega cosa fare in due giorni a Napoli. Ecco allora che per cogliere appieno lo stupore che la città regala occorre partire dall'alto, dalla sommità dei suoi colli che si affacciano sul golfo regalando panorami senza eguali, per scendere solo dopo nel ventre della città, quel dedalo di cardini e decumani che spiazza e stordisce per la sua vitalità. Napoli dopotutto, cantava Pino Daniele, è “una camminata nei vicoli in mezzo ad altri vicoli”. E non dimenticare che per spostarsi fra la zona alta di Napoli e il centro storico è utilissimo il Naples Pass, che include anche i mezzi pubblici (c'è anche la versione da un giorno).

Visita Napoli con Naples Pass

Cosa fare due giorni a Napoli, dai colli alti alla città sotterranea

cosa fare in due giorni a Napoli

San Martino e Castel Sant'Elmo viste dal mare

Il nostro tour per scoprire cosa fare in due giorni a Napoli parte perciò dallʼalto. Per una volta, infatti, capovolgiamo il classico itinerario della “città nuova” (Napoli deriva dal greco neapolis, ciò che ne fa per definizione una città sempre nuova) e, lasciati i bagagli, iniziamo la visita dal punto più alto della collina del Vomero, dove si stagliano in armonia Castel SantʼElmo e la Certosa di San Martino e dalle cui terrazze si guarda un panorama che toglie il respiro. Il Vomero, tra le altre cose, è uno dei quartieri dove ti consigliamo di alloggiare se cerchi maggiore tranquillità rispetto al vibrante caos del Centro Storico

La discesa verso il mare è oggi possibile con vari mezzi, tutti piuttosto veloci, ma un tocco di esclusività lo dà la pedamentina di San Martino, la più bella delle strade pedonali che uniscono i vari livelli della città. Napoli è infatti una città verticale, abitata a strati (e perciò densamente popolata) e questa caratteristica la rende compatta alla vista dallʼalto, come fosse racchiusa in un abbraccio. Il primo giorno lo chiuderemo nel centro storico, il più grande dʼEuropa, ben lontano da essere soltanto un museo a cielo aperto perché vivo e pulsante di tante attività.

Il secondo giorno a Napoli lo iniziamo con la cultura del MANN, considerato fra i musei archeologici più importanti al mondo e trai i migliori musei di Napoli, per le raccolte uniche degli scavi di Pompei e degli altri siti vesuviani e flegrei. Poi, sempre camminando, entriamo nel salotto buono di Piazza Plebiscito, della Galleria Umberto I e del Borgo Marinari, fino a scendere in… cantina. Sì perché esiste una Napoli sotterranea che nel tufo ha celato parte della sua storia. Tornando a riveder le stelle, chiudiamo con il lungomare che conduce a Mergellina e, da qui, torniamo ancora per un attimo, a salire verso lʼalto.

Giorno 1, la mattina al Vomero

cosa fare due giorni a Napoli, pedamentina di San Martino

Pedamentina di San Martino

Per salire a San Martino ci sono le funicolari, quella che parte da Montesanto ‒ nel cuore dei quartieri spagnoli ‒ arriva vicino a Castel SantʼElmo, ma anche la funicolare centrale che si prende da via Roma (prospiciente la Galleria Umberto I) e quella di Chiaia da piazza Amedeo salgono verso il Vomero e, dopo una breve passeggiata, consentono di arrivare alla celebre terrazza di San Martino.

Qui la prima cosa da fare è lasciarsi guidare dallo sguardo. Si vede la città tutta intera e nel mezzo, ben visibile, Spaccanapoli, lʼarteria principale del centro storico che racchiude i decumani maggiore e inferiore, con alla destra lʼimponente monastero di Santa Chiara col suo tetto verde e il meraviglioso chiostro maiolicato. In fondo la skyline del Centro Direzionale sotto lʼimmancabile cura del Vesuvio. Gratificati gli occhi, hai tempo per visitare sia la Certosa di San Martino con il suo Museo che la fortezza di SantʼElmo, risalente al XIII secolo e che oggi ospita il Museo del Novecento.

Dopo le visite è tempo di “tuffarsi” nel brulichio dei vicoli di Napoli e quindi scendere dal Vomero, con le funicolari certo ma anche… a piedi! Eh sì, perché una città con millenni di storia alle spalle ha dovuto inventarsi il modo di unire i suoi strati e allora ecco il consiglio che renderà unica la vostra esperienza napoletana: la pedamentina di San Martino. Sono 414 fra gradini e scaloni, a basalti grandi e passeggiabili che portano ‒ fra squarci favolosi! ‒ fino al Corso Vittorio Emanuele. Da qui le scale di Montesanto per raggiungere la Pignasecca e, oltrepassata via Toledo, il tour su cosa fare a Napoli in due giorni si tuffa dentro Spaccanapoli, lì dove lʼavete vista dallʼalto.

Scopri il Castel Sant'Elmo

Giorno 1, il pomeriggio a Spaccanapoli

Cosa fare due giorni a Napoli, Spaccanapoli

Spaccanapoli e, a destra, monastero di Santa Chiara

Prima di tutto è tempo di rifocillarsi, e quale miglior posto del centro storico di Napoli per assaporare il suo street food ricco e accessibile a tutte le tasche. I “cuppettielli” di terra e di mare propongono fritti strepitosi, dai crocché alle zeppole e frittatine di pasta fino alle fritture di pesce. Chi ama il dolce troverà sfogliate, babà e pastiere. E poi cʼè sua maestà la pizza, qui nel centro storico di Napoli ci sono le più famose e storiche pizzerie, che le propongono classiche e contemporanee. Unica difficoltà, trovare posto!

Siete nel centro storico più grande del mondo, tutelato dallʼUnesco. Lo schema ortogonale dei coloni greci risale al VI secolo a.C., poi in epoca romana furono ridefiniti i tre decumani che ancor oggi conosciamo, con il dedalo di cardini che, in pratica, costituisce lʼossatura della città da quasi 2.700 anni! Il giro a Spaccanapoli inizia con la bellissima piazza del Gesù, con i suoi due luoghi di culto: la chiesa del Gesù Nuovo, espressione maestosa del barocco napoletano, e lʼamatissimo monastero di Santa Chiara, distrutto dai bombardamenti alleati del 1943 e oggi ricostruito.

Da piazza del Gesù sʼimbocca via Benedetto Croce (dove al civico 12 abitava il filosofo e oggi sede dellʼIstituto Italiano di Studi Storici) e si arriva in unʼaltra piazza: San Domenico Maggiore. Altra grande chiesa di cui, però, qui si vede la parte absidale. Imperdibile è nei pressi della piazza la visita alla Cappella Sansevero, e se avete voglia di stupirvi ancora, cʼè qui una delle più grandi meraviglie dellʼarte moderna: il Cristo Velato dello scultore Giuseppe Sanmartino. Proseguendo per Spaccanapoli, che assume ora il nome di via San Biagio dei Librai, si arriva alla perpendicolare via San Gregorio Armeno, celebre per la tradizione presepiale e artigiana, attiva tutto lʼanno nel forgiare i pastori e le statuine natalizie.

Via San Biagio dei Librai sfocia in via Duomo, dove cʼè la cattedrale e la sontuosa stanza del tesoro di San Gennaro, protettore della città, che tre volte lʼanno celebra il miracolo della liquefazione del sangue. Si può poi tornare indietro per lʼaltro decumano noto come via dei Tribunali, da ammirare le bellissime chiese di San Paolo Maggiore in piazza San Gaetano (era questa lʼagorà greca) e la basilica di San Lorenzo Maggiore, dove soggiornò Petrarca e la leggenda narra che Boccaccio incontrò la sua musa Fiammetta. Una chicca di via Tribunali è la chiesa delle Capuzzelle, dove ancor vivo è il culto delle “anime pezzentelle”, di cui i credenti si prendevano cura in cambio di protezione benigna.

Cristo Velato, la magnificenza della Cappella Sansevero
Cappella Sansevero, il Cristo Velato

Cristo Velato

Il Cristo Velato è l'opera più famosa conservata all'interno della Cappella del Pricipe di Sansevero, Raimondo di Sangro, ma ci sono altre statue capolavoro, come le 10 dedicate alle virtù dell'anima. Tra queste citiamo soltanto, per l'eccellenza artistica, la Pudicizia e il Disinganno.

Visita la Cappella Sansevero

Giorno 1, la sera a PortʼAlba e Piazza Bellini

Cosa fare due giorni a Napoli, la sera

San Gregorio Armeno

Il centro antico di Napoli non racchiude soltanto storia e tradizione, ma anche la cultura viva e pulsante delle Università che tuttora sono presenti qui con i loro dipartimenti e biblioteche. Il complesso dellʼUniversità “Federico II” risale lʼintera via Mezzocannone fino a piazza San Domenica Maggiore, ma tuttʼintorno sorgono anche il Conservatorio di San Pietro e Majella e lʼAccademia di Belle Arti in via Costantinopoli. Frequentato da studenti, anche fuori sede che vi abitano, il centro storico di Napoli è perciò vivace e affollato di sera, con tanti locali, giusto allora chiudere qui la prima giornata napoletana.

Piazza Bellini è uno dei luoghi cult della movida partenopea. È un piccolo slargo, il più antico in cui sono stati trovati resti dei decumani. Fa da crocevia tra la via Costantinopoli degli artisti, via San Sebastiano dei musicisti (per i tanti negozi di strumenti) e PortʼAlba, la strada delle librerie che apre su Piazza Dante e quindi via Toledo. LʼAntica Pizzeria PortʼAlba è un locale storico, lʼinsegna riporta come anno di fondazione addirittura il 1738, cioè un secolo e mezzo prima che fosse codificata la prima pizza dedicata alla Regina Margherita! Ma per dove cenare cʼè solo lʼimbarazzo della scelta.

Cosa fare due giorni a Napoli: giorno 2, mattina

Cosa fare in due giorni a Napoli

Il Maschio Angioino

Per decidere cosa fare il secondo giorno a Napoli, il consiglio è dʼiniziare proprio da dove lʼabbiamo lasciata la sera prima. Da Piazza Dante infatti, dopo una fugace tazzulella eʼ café, è un passo arrivare al MANN ‒ il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ‒ che per i napoletani è semplicemente il Museo, le cui ricche collezioni (Borgia, Farnese, egizia) e la raccolta dei reperti trovati negli scavi di Pompei, Ercolano e Cuma lo rendono unʼeccellenza unica al mondo.

Usciti dal MANN è tempo di una passeggiata e quale strada migliore se non la via Toledo che dista appena un centinaio di metri. È la strada dello “struscio” dei napoletani, la passeggiata, cantata da Renato Carosone e oggi via dello shopping, che porta dritta fino a Piazza Plebiscito. Certo è dʼobbligo una deviazione dentro la Galleria Umberto I, che apre sul teatro San Carlo e su quella piazza Municipio in cui si erge il maestoso Maschio Angioino. Il castello non è oggi soltanto un luogo da visitare, ma ha ancora una parte attiva nella vita cittadina, visto che nella Sala dei Baroni si svolgono le riunioni del Consiglio comunale di Napoli.

Entriamo finalmente dentro Piazza del Plebiscito, il salotto della città con i suoi caffè eleganti e il contorno rappresentato dal Palazzo Reale (oggi sede della Biblioteca nazionale) e dalla basilica di San Francesco da Paola con il suo imponente colonnato ottocentesco. E guardando in alto si rivedono la Certosa di San Martino e Castel SantʼElmo, là dove siete stati il primo giorno, e anche per questo è un vantaggio aver iniziato il tour di Napoli dallʼalto, perché la familiarità dei luoghi già visti rafforzerà la sensazione di aver abbracciato la città e di conoscerla un poʼ meglio.

Nei pressi della piazza cʼè poi la Galleria Borbonica, uno dei migliori accessi alla Napoli sotterranea, un tempo usata dalla prefettura come deposito per veicoli sequestrati. Un altro accesso alla città sottoterra si ha a Piazza San Gaetano, nel centro storico, dove cʼè lʼitinerario di cunicoli e cisterne che meglio spiega la struttura storica di Napoli e permette di fare un viaggio nel tempo lungo 2400 anni.

Giorno 2, pomeriggio a Chiaia

Cosa fare in due giorni a Napoli, il Borgo Marinari

Il Borgo Marinari con Castel dell'Ovo

Uscendo da Piazza Plebiscito si arriva al mare. Sia imboccando Santa Lucia, sia proseguendo verso via Partenope, si ha davanti il lungomare di Napoli e lʼincantevole Borgo Marinari. Prima di scoprirlo, è però il caso di un ristoro e qui è un fiorire di locali che si fanno vanto di una location da sogno, magnificata da quando la strada è stata resa pedonale.

Dopo pranzo entriamo nel Borgo, costruito sullʼisolotto di Megaride e unito da un ponte alla città. Qui sorge Castel dellʼOvo, lo splendido maniero sul mare che pare sia il nucleo più antico di Napoli (lʼ“ovo” cantato da Virgilio e da cui sarebbe nata la città sarebbe stato deposto dalla sirena Partenope), un tempo fortezza ma anche carcere, da visitare soprattutto la terrazza dei cannoni, la parte più alta e panoramica.

Dopo il Borgo Marinari e raggiunta Piazza Vittoria si ha davanti il lungomare Caracciolo, e anche qui lo stupore supera la voglia di conoscenza. Il consiglio è di percorrerlo tutto, magari in parte anche allʼinterno, visto che in parallelo al lungomare corre il polmone verde della Riviera di Chiaia e, verso la fine di questa, lʼulteriore parco di Villa Pignatelli. Siete ormai giunti a Mergellina, zona romantica ma non priva di cari ricordi: qui cʼè infatti il Parco Vergiliano, che ospita le spoglie del poeta latino Virgilio e, dal 1939, quelle di Giacomo Leopardi. Post scriptum per i non napoletani: il Parco Vergiliano non fa confuso con il Parco Virgiliano, che è un polmone verde del quartiere Posillipo.

Giorno 2, la sera a Posillipo

Cosa fare a Napoli in due giorni, Mergellina e Posillipo

Napoli vista da Sant'Antonio a Posillipo

Siamo ormai al tramonto della seconda giornata napoletana e lʼistinto ci dice che bisogna tornare… in alto! A Mergellina cʼè infatti una funicolare che, alla prima fermata, fa tappa alla piccola chiesetta di SantʼAntonio a Posillipo, nel cuore dell'omonimo quartiere. 

Chiesa a parte, cʼè qui la terrazza più iconica di tutta Napoli, il panorama più bello e famoso della città che si affaccia ad anfiteatro sul golfo, come se volesse lei abbracciare noi, baciarci. In fin dei conti, il Vesuvio che si specchia nel mare non suscita altra idea che le labbra prossime a un bacio. La cena in uno dei ristoranti di Mergellina non potrà essere più dolce.

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