Un sorprendente road trip sulle strade della Basilicata, una regione che fa rima con avventura. Vi porteremo tra paesaggi spaziali, città millenarie e borghi fantasma. Voleremo tra i monti a cento all’ora, e… Balleremo con le streghe. Pronti? Si parte!

Il nostro viaggio on the road comincia in Calabria. Il tempo di caricare i bagagli in auto e via verso la Basilicata. Fuori dal finestrino scorrono veloci e colorate le ampie valli e le colline, a tratti ondulate e a tratti scoscese, della zona settentrionale.
Siamo ancora distanti da quei paesaggi brulli e lunari marchio di fabbrica della regione. Quelli li avremmo visti - con tanto stupore da parte di chi scrive - il giorno successivo. Panorami incredibili che fanno apparire questo spicchio d’Italia come un luogo fuori dal mondo.
In effetti, di "fuori dal mondo” e straordinario la Basilicata ha molto. Dai calanchi modellati nell’argilla in forme bizzarre, alle profonde incisioni delle gravine nei pressi di Matera; dagli alti speroni dalla morfologia fantasiosa e animalesca, ai borghi che spuntano dalle rocce come fossero una naturale continuazione del granito.
Stupirsi, in Basilicata, è un’emozione assai comune e vi succederà più volte mentre vi addentrerete alla scoperta del suo territorio, tanto misterioso quanto affascinante.
Basilicata: dove andare e cosa vedere

Ancora non sovraffollata da un turismo di massa aggressivo, la Basilicata è una destinazione perfetta per le vostre vacanze, qualunque sia la vostra idea di vacanza. Lungo la costa vi attendono chilometri di spiagge, baie e piccole calette rocciose lambite dai due mari che bagnano la regione, il Tirreno e lo Ionio.
Qui c’è anche il più grande parco nazionale d'Italia, il Pollino, sul confine calabrese. Quale location migliore per cimentarsi in trekking avventurosi, rafting e canyoning? Troverete una natura davvero selvaggia e sovrana, con pendii boscosi di pini, aceri e faggi (i più antichi d’Europa) che si spingono fin sotto i nudi picchi del Monte Pollino.
E poi, il folklore. La Lucania è terra antichissima, ancora strettamente ancorata alle sue radici più profonde a cui la popolazione - meno di 600.000 abitanti - è visceralmente legata.
Dominata da Lucani, Greci, Romani, Longobardi, Bizantini, Saraceni e Normanni, vive negli ultimi anni un periodo di felice riscoperta trainata dalla rinnovata popolarità di Matera, maestoso set cinematografico del kolossal di Mel Gibson La passione di Cristo e Capitale europea della Cultura nel 2019.
Ed è proprio a Matera che si pensa quando si parla di questa regione. Decidiamo di tenere la città simbolo della Basilica come ultima tappa. Prima, ci dirigiamo verso due tra i Borghi più belli d’Italia.
Castelmezzano

Curva dopo curva, tra greggi di pecore, cascine isolate e segnali di pericolo d’attraversamento di bestiame ci avviciniamo al magnifico spettacolo delle Dolomiti Lucane. Quel piccolo presepe che vediamo abbarbicato appena sotto i mille e passa metri delle guglie rocciose è la nostra destinazione. Ci troviamo a Castelmezzano, panoramicissimo borgo medievale che vi farà venire le vertigini, un po’ per l’altitudine e un po’ per la bellezza.
Pasquale, il proprietario del b&b in cui alloggiamo, ci accoglie calorosamente raccomandandoci il faticoso ma suggestivo trekking che collega Castelmezzano alla dirimpettaia Pietrapertosa e promettendoci un’abbondante colazione per il mattino seguente. “Prepara tutto mia moglie”, ci dice.
Sistemiamo velocemente le valige in camera e ci incamminiamo verso il centro storico: tante scale e salite ripide, vicoli e stradine lastricate (dietro cui si celano altre scale) e magnifiche vedute su scorci a picco sulla roccia. Da vedere i ruderi del castello normanno, i palazzi Coiro, Parrella, Merlino, Paternò, Campagna e il palazzo Ducale.
Sgranocchiamo i tradizionali peperoni cruschi in una croccante versione street food e mangiamo un panino farcito con gustosi salumi locali nella centrale Piazza Caiazzo, magnifica terrazza sulle Dolomiti in cui spicca la maestosa Santa Maria dell’Olmo. Risalente al XIII secolo, la chiesa custodisce una statua lignea della Madonna con Bambino, un altare barocco e una Sacra Famiglia ad opera di Girolamo Bresciano.
Rifocillati, seguiamo il consiglio del nostro oste e ci dirigiamo verso il Percorso delle sette pietre, un cammino letterario ispirato al racconto Vito ballava con le streghe di Mimmo Sammartino, con tanto di installazioni sceniche ed effetti sonori. Se, come nel nostro caso, il tempo sarà un po’ cupo e non incontrerete molti escursionisti, l’effetto brivido sarò assicurato.
Il trekking è impegnativo, specie per il notevole dislivello, ma fattibile senza particolari attrezzature. Lungo il tragitto noterete le indicazioni per raggiungere il Ponte nepalese, una passeggiata a 650 metri di quota che collega le vie ferrate Salemm e Marcirosa.
Se siete amanti del genere, sappiate che la Basilicata conta i ponti tibetani più lunghi al mondo. Il record spetta a Castelsaraceno, con i suoi 590 metri di passerella sospesa nel vuoto. Per spiriti audaci.
Pietrapertosa

Arriviamo a Pietrapertosa al termine di una salita piuttosto gravosa. Siamo proprio a ridosso dei picchi frastagliati delle Dolomiti: guardando in alto si intravede un tratto della strada ferrata. Qualche minuto per ricaricarci e siamo pronti a vagabondare per il paese, che è poi il comune più alto della Basilicata.
Il bel borgo saraceno conserva un centro storico che si fonde alla perfezione con la montagna, un anfiteatro di basse casette, dimore signorili, raffinati portali di pietra incisa e chiese rupestri. Visitate quella di San Giacomo Maggiore, forziere di opere d’arte lucana che vanno dal XV al XVIII secolo.
Ci spingiamo fino all’Arabata, strettissimo e altissimo quartiere arabo, con piccole abitazioni (non molte) addossate ad altre piccole abitazioni a loro volta addossate alla nuda roccia. Siamo vicinissimi alla fortezza normanna. Prima di percorrere la salita (l’ennesima) che ci porterà ad ammirare ciò che resta dell’antico castello, notiamo un vivace via vai di persone, casco in testa e sorrisi di tesa euforia.
Sono i temerari che hanno deciso di volare. Sì, perché qui potete provare l’ebbrezza di attraversare i 1550 metri di distanza da Castelmezzano scivolando a 120 chilometri orari in posa da Superman lungo un cavo d’acciaio. Si chiama Volo dell’angelo, ma andando così veloci a 400 metri d’altezza vi sentirete come Clark Kent: adrenalina assicurata.
Proseguiamo ancora qualche metro e conquistiamo, stanchi ma soddisfatti, il punto più alto: la vista a perdita d’occhio dalle mura perimetrali del castello normano-sveno, è indescrivibile. Al rientro, ripercorrendo a ritroso il Percorso delle sette pietre, riusciamo nell’impresa di perderci; il tragitto è ottimamente segnalato, ma occhio ai cartelli: potreste ritrovarvi a camminare nel letto di un torrente come noi.
A cena, d’obbligo un assaggio della ricca cucina locale: carne e formaggi di podolico, patate arraganate e ancora gli immancabili peperoni cruschi. Il ritorno serale verso il nostro b&b è col naso rivolto all’insù: il cielo stellato di Castelmezzano è la conclusione perfetta di una giornata che ci ha fatto esclamare più volte “wow”.
Craco, la città fantasma

Craco è la meta successiva del nostro road trip. Indugiamo un po’ troppo dinanzi alla famosa colazione promessaci da Pasquale, ma compiaciuti e a pancia piena ci rimettiamo in marcia. La nostra destinazione, ora, è la città fantasma.
Craco venne abbandonata nel 1963 in seguito ad una frana ed il nuovo centro abitato trasferito a qualche chilometro di distanza (Craco Peschiera). Oggi, gli unici a gironzolare indisturbati al di là delle recinzioni sono gli asini e alcune pecore. Per ovvie ragioni di sicurezza non è possibile accedere ai ruderi in autonomia ma potrete ugualmente visitare la cittadina partecipando a un tour con guida.
Set cinematografico di numerosi film (Cristo si è fermato a Eboli, Basilicata coast to coast e il già menzionato The Passion, per citarne alcuni), sono moltissimi i turisti che ogni anno vengono qui, attratti dall’atmosfera surreale e un po’ sinistra di questo imperdibile borgo circondato dai calanchi.
La strada che prendiamo è un susseguirsi di tornanti serpeggianti in una verde e folta vegetazione che andrà pian piano a mutarsi in un paesaggio da far west: terra rossa e praterie ocra da cui spuntano onde d’argilla.
Prima di essere definitivamente evacuata, Craco fu un borgo fiorente, un centro strategico militare e una sede universitaria. Nel XV secolo molti furono i palazzi eretti al di sotto della sua torre normanna: alta 20 metri, ancora oggi delinea inconfondibilmente la sagoma della città inserita nella lista dei siti da preservare del World Monuments Fund.
Una carezza ad un asinello che ci guarda pigramente dalla sua postazione sotto un albero di fico e torniamo on the road. Stavolta siamo diretti in Puglia, ma questa è un’altra storia. Saremmo tornati in Basilicata dopo qualche giorno, per visitare la star della regione.
Matera, la città di pietra

L’arrivo a Matera non è dei più semplici. Un improvviso temporale ci sorprende a pochi chilometri dalla nostra destinazione. La pioggia non ci abbandona neanche quando giunti in città troviamo parcheggio dinanzi a un’invitante norcineria. Ne approfittiamo per spiluccare salumi e provare il caciocavallo podolico, tra i prodotti lucani più conosciuti.
Accogliamo con felice sollievo la vista di un venditore ambulante spuntato da non si sa dove e, rimediati (a un prezzo spropositato) un paio di ombrelli traballanti, cominciamo la nostra esplorazione.
La passeggiata verso gli antichi rioni è costellata da boutique hotel, bar alla moda e locali modernissimi perfettamente armonizzati con l’urbanistica e l’architettura dei palazzi. Nel mezzo, si alternano terrazze panoramiche dove fare una scorpacciata di flash. È da una di queste, il Belvedere Guerricchio, che ci affacciamo per la prima volta sui Sassi.
Restiamo attoniti dinanzi allo spettacolo di roccia, tetti e natura che si palesa dinanzi a noi. Fa uno strano effetto pensare che negli anni ’50 questo sito Patrimonio UNESCO venisse definito "la vergogna d’Italia”. La dura vita contadina di un tempo è ben ricreata a Casa Grotta, in Vico Solitario.
Matera necessita (e merita) che vi trascorriate più di un giorno, ma noi non abbiamo molto tempo e lo impieghiamo entrando in tutte le chiese e palazzi storici che ci capitano a tiro mentre gironzoliamo tra affioramenti rocciosi, ripide gradinate e vicoli di pietra. Vi consigliamo di essere più smart e studiare anticipatamente un piano d’attacco.
Un buon punto di partenza per un tour del Sasso Caveoso è Casa Noha, dove si assiste a una presentazione multimediale della storia della città. Da qui si può proseguire alla volta di Piazza San Pietro Caveoso, visitare la chiesa omonima e indugiare nell’ampio piazzale: è un punto panoramico eccezionale sul Parco della Murgia.
Altre fermate consigliate: le chiese rupestri della Madonna dell’Idris e di San Giovanni in Monterrone, entrambe scavate nel tufo, e il cinquecentesco Palazzo Pomarici, che ospita una collezione con opere, tra gli altri, di Picasso e De Chirico.
Il Sasso Barisano richiede tappe alla Chiesa di San Pietro, la più grande struttura sacra rupestre di Matera, il Convento di Sant’Agostino, la Chiesa di San Giovanni Battista e la Cripta di San Giuliano.
E poi, la Civita, l’alto rione tra i due Sassi da cui svetta la cattedrale gotica della Madonna della Bruna. Visitare Matera richieda un po’ di impegno (anche fisico), ma pochi altri posti al mondo conservano la stessa, mistica atmosfera di autentica antichità. Ripartiamo, consapevoli di aver visto solo una parte della bellezza - che Carlo Levi definì dolorosa - di questa città senza tempo, quasi biblica.