Alessandro  Zoppo

Alessandro Zoppo

La Sicilia sta trasformando il cambiamento climatico in opportunità: aumentano le coltivazioni di mango ed è boom per l'export.

⌛Tempo di lettura
3 minuti

L'agricoltura in Sicilia sta cambiando volto: mango e avocado sono diventati i nuovi frutti del Sud Italia. Le colture tradizionali come gli agrumi, i fichi d'India, le vigne, gli ulivi, i cereali e i grani antichi devono fare i conti con il riscaldamento globale e gli eventi estremi che comporta, la siccità e la crisi idrica, persino la comparsa di parassiti sconosciuti sino a qualche anno fa. La secolare tradizione agricola dell'isola, culla della biodiversità mediterranea, è in cerca di una strada per la diversificazione. Con un clima sempre più tropicale, caldo nei mesi estivi e in primavera, con temperature miti in autunno e quasi senza pioggia e gelate in inverno, la frutta esotica sta conquistando sempre più spazio, il mango in particolare.

I cambiamenti climatici condizionano l'agricoltura siciliana, uno dei settori più strategici per l'economia regionale. I fenomeni estremi influiscono in modo significativo sulla disponibilità di acqua necessaria per l'irrigazione, sulla trasformazione dei prodotti e sulle condizioni di trasporto e conservazione. L'impatto si riversa sull'intero comparto, influenzando i prezzi, la qualità e le quantità, il reddito e il valore economico dei terreni. Per far fronte alla crescente richiesta del mercato nazionale ed estero, le strategie di adattamento passano per lo sviluppo di nuove pratiche e tecnologie, come la formazione di comunità agricole, le piattaforme per la gestione delle colture, i sistemi di monitoraggio climatico, irrigazione intelligente e riutilizzo delle acque reflue. Ma non solo.

Scopri la Sicilia: le esperienze e le attrazioni più popolari
tickets banner

Il cambiamento climatico e l'impatto sull'agricoltura: boom di mango in Sicilia

Una donna tiene un mango tra le mani

Paraphytofarmacia / Dott.ssa Bianca Brun

Per salvare l'agricoltura siciliana dalla crisi climatica, la soluzione è adattarsi al nuovo status di orto tropicale. È la classica traiettoria da emergenza a opportunità: negli ultimi vent'anni, gli agricoltori dell'isola stanno sfruttando le temperature torride per trasformare il loro terreni nel principale giardino europeo per la produzione di mango, avocado e papaya. I frutti esotici hanno trovato nel territorio della Sicilia un microclima favorevole: temperature tra i 25 e i 30 gradi, molta luce solare diretta, inverni senza gelo, terreni sabbiosi, ben drenati, leggermente acidi e ricchi in sostanza organica. La domanda in netta crescita da parte dei consumatori nazionali e internazionali e la crescita dei prezzi, arrivati a 5,50 euro al chilo, hanno fatto il resto.

Zone un tempo regno di aranci e limoni, vitigni e ulivi, vengono dedicate ai frutti tropicali. La Sicilia guarda al futuro e all'innovazione nel rispetto della tradizione: già da tempo, infatti, il clima si era dimostrato favorevole a questa tipologia di coltivazione. Il mango è sfruttato in vari modi: dal frutto fresco alle marmellate e i succhi. Le aree più interessate sono l'Etna a est, Milazzo a nord est, da Partinico a Castellammare del Golfo nel nord ovest. Non esiste ancora un database centralizzato con il numero esatto di aziende agricole siciliane che producono e vendono mango, ma si stima che siano circa 50-100 imprese, concentrate soprattutto nelle zone costiere con microclima tropicale, in particolare nelle province di Messina, Catania, Trapani e Palermo.

Esplora Palermo: storia, mare e street food

L'exploit delle coltivazioni di mango e avocado

Dal 2004, il numero di ettari coltivati a mango e avocado in Italia è aumentato da 10 a oltre 1.200, secondo le stime di Coldiretti. La capitale italiana della produzione è diventata Balestrate, paesino sulla costa tirrenica al confine tra le province di Trapani e Palermo. Il piccolo comune siciliano conta una ventina di aziende agricole che hanno convertito gli agrumeti in filari. Ogni anno a settembre si festeggia la raccolta con l'evento Le vie del mango, un fine settimana di degustazioni, performance di cucina, visite guidate, convegni, musica e spettacoli. Un happening che intreccia sfera commerciale e piano culturale, un momento di condivisione e rito collettivo che cerca di consolidare la coltivazione di mango nella comunità.

Grazie a un'agricoltura di precisione e alla scelta attenta del materiale vivaistico di partenza, al minore uso di pesticidi e alla filiera corta, i manghi siciliani stanno sfidando per qualità e resa quelli di Brasile, Perù, Costa d'Avorio, Israele, Filippine, India, Bangladesh e Sri Lanka, i maggiori Paesi produttori, consumatori ed esportatori, nazioni dove il mango è considerato il re della frutta per la sua popolarità. Le Sicilia è ormai un polo di produzione autoctona: da 500 ettari riservati alle colture nel 2019 si è passati a quasi 1.215 ettari nel 2023. Nascono reti di coltivatori specializzati, cresce la specializzazione e le aziende chiudono contratti con la grande distribuzione, non soltanto in Italia. I manghi siciliani finiscono soprattutto nei mercati storici: Francia, Austria, Germania e Svizzera.

Il potenziale dell'export e i trend di mercato

Un albero di mango Kensington Pride in Sicilia

Sicilia Avocado

Nel 2024 le esportazioni italiane di mango hanno prodotto 56,3 milioni di euro con un significativo +17,3% rispetto ai 48 milioni del 2023. L'export italiano ha avuto come destinazioni principali la Francia con 12,4 milioni (-5,7% sul 2023), l'Austria con 5,8 milioni (+22,7%), la Grecia e la Slovenia con 5,4 milioni (+11%), la Svizzera con 4,9 milioni (+8,5%), la Germania con 3,2 milioni (+35,4%), la Croazia con 2,9 milioni (+ 1,5%), Malta con 2 milioni (+24,5%), la Spagna con 1,5 milioni (+56,7%) e la Norvegia con 1,2 milioni (+12,4%). I mercati emergenti sono i Balcani (Serbia, Montenegro, Bosnia ed Erzegovina), la Slovacchia e la Turchia.

Dai database che registrano le operazioni di export non è possibile estrapolare il dato disaggregato per regioni. In base ai trend recenti e ai rapporti settoriali di Ice e Istat, il volume esportato nel 2024 dalla aziende siciliane potrebbe arrivare a quota 230-360 tonnellate, con una crescita del +15-20% rispetto al 2023, quando i volumi delle esportazioni di mango si sono fermati a 200-300 tonnellate per un valore stimato di 1,5-2 milioni di euro. Il giro d'affari è stimato in 1,8-2,4 milioni di euro, con un aumento dovuto ai miglioramenti nella qualità produttiva e nella logistica. L'aumento delle esportazioni si deve al maggiore riconoscimento del mango siciliano come prodotto di nicchia, al perfezionamento delle tecniche di conservazione e trasporto e alle collaborazioni avviate con la grande distribuzione europea.

La principale destinazione delle esportazioni siciliane di mango è la Germania con il 40% dell'export. Il mercato premium è il biologico. Il 25% della produzione finisce in Francia, destinato alla grande distribuzione e alla ristorazione, mentre il 15% riservato alla Svizzera è per una nicchia di mercato con elevato potere d'acquisto. L'Austria (10%) è una destinazione dove l'healthy food è consolidato; la richiesta è in crescita tra Regno Unito, Benelux ed Est Europa (10%). Particolare attenzione va riservata al Portogallo, il Paese europeo con il consumo pro capite più alto di mango. Questi numeri si inseriscono in un trend positivo dell'intero export agroalimentare italiano, capace di raggiungere cifre da record nel 2024: oltre 28 miliardi di euro di vendite sui mercati esteri e una crescita del +7,1% rispetto al 2023, come rivela il monitor dei distretti agro-alimentari del Research Department di Intesa Sanpaolo.

L'Italia è insieme ai Paesi Bassi un hub decisivo per la distribuzione di frutta esotica in Europa. Secondo un report di Fruitimprese, nel 2023 sono state vendute all'estero 3,4 milioni di tonnellate di frutta, ma i classici mele, pere e uva hanno perso terreno proprio di fronte alla frutta tropicale. Le esportazioni di frutta esotica sono cresciute del 20,9% arrivando a 147mila tonnellate: il doppio dell'export di frutta secca e i due terzi di quello di agrumi. In valore si parla di una cifra vicina a 143 milioni di euro, aumentata del +22,4% rispetto al 2022. Nel primo trimestre del 2024, le esportazioni di frutta tropicale hanno fatto segnare una crescita del 47% in volume e del 28,1% in valore.

Non è da meno il mercato interno. L'Istat ha introdotto mango e avocado nel paniere dell'indice dei prezzi al consumo. I volumi venduti in Italia sono aumentati del 30% dal 2017 ad oggi. Mango, avocado, papaya, litchi e maracuja sono acquistati dal 48% delle famiglie italiane. Un sondaggio realizzato dall'Istituto Ixè per Coldiretti rivela che sei italiani su dieci (il 61% del campione di intervistate e intervistati) acquisterebbero manghi, avocado e banane italiane se li avessero a disposizione al posto di quelli stranieri, mentre il 71% sarebbe disposto a pagare di più per avere la garanzia dell'origine nazionale di questi frutti.

Esplora l'Etna, il vulcano più alto d'Europa

Sfide e opportunità per i coltivatori siciliani

Kensington Pride, il mango dell'Etna

Kensington Pride, il mango dell'Etna (foto: Sicilia Avocado)

La sfida per le aziende agricole siciliane di mango è nella continua adattabilità e nella ricerca dell'alta qualità: nonostante le minacce legate a fenomeni climatici estremi, siccità, crisi idrica e aumento dei costi di produzione, in particolare quello dell'energia elettrica, questo mercato di nicchia si sta affermando in tutta Italia e in Europa, seguendo l'evoluzione dei consumi. L'obiettivo per il futuro immediato è alzare l'asticella della qualità produttiva, tenendo sempre come punti di riferimento il recupero dei terreni incolti e il chilometro zero. Il competitor principale rimane la Spagna, ad oggi ancora il maggiore Paese europeo produttore.

Le varietà di mango più diffuse in Sicilia sono il Keitt (il più tardivo: matura tra novembre e dicembre), il Kent (un mango autunnale di grossa pezzatura che matura tra settembre e ottobre), il Tommy Atkins (ha dimensioni medio grosse e matura tra fine agosto e settembre) e il Maya (di media pezzatura, arrivato in Europa nei primi Duemila), ma non mancano esperimenti incoraggianti come il Kensington Pride: il mango originale italiano, la prima varietà ad essere stata introdotta in Sicilia negli anni Ottanta e che si è subito adattata al clima dell'isola. Un'eccellenza dolce e succosa, certificata 100% bio nella maggior parte delle aziende.

L'opportunità per i coltivatori siciliani è ghiotta: affermare un nuovo marchio di frutta esotica made in Sicily, locale e sostenibile, trainato dai buoni prezzi e dalla domanda, appetibile per il biologico, le principali catene della grande distribuzione italiana e i rivenditori esteri, senza mai rinunciare al legame col territorio. Molte imprese hanno avuto l'intuizione di collaborare con brand e chef per integrare il mango nelle ricette della tradizione culinaria siciliana: la cucina tradizionale si reinventa con nuovi ingredienti che rappresentano un arricchimento di gusto, salute (il mango è ricco di vitamina A, vitamina C e vitamine B) e cultura.

L'impegno per lo step decisivo sarà fare squadra: per cogliere in pieno le opportunità offerte dal mercato europeo del mango, è necessario costituire reti di produttori in grado di avere maggiore incisività sui mercati esteri. Un'intuizione felice già avuta da Sicilia Avocado, un consorzio che raduna 43 imprese coltivatrici di avocado, mango e papaya su 188 ettari di terreno tra Giarre e Acireale. Un modello per l'intero comparto.

L'autore

Scritto il 18/06/2025