Nel cuore dell'Emilia-Romagna, sorge una città d'arte, patria di una gustosa gastronomia e terra di motori. Modena ha un volto medievale, figlio dell’antichissima storia della sua fondazione. La sua architettura ha guadagnato un meritato posto nella lista dei patrimoni mondiali dell'UNESCO nel 1997. Scopriamo insieme i segreti di questa splendida città!

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Le origini di Modena sono incerte e risalgono probabilmente al periodo etrusco. Tuttavia, le prime notizie sicure sulla città coincidono con l’espansione dell’Impero Romano (II secolo a.C.) quando i Romani crearono la grande arteria della via Emilia e proclamarono l’antica Mutina colonia romana.

La rinascita

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Come molte altre città italiane dopo la crisi dell’Impero, anche Modena attraversò un lungo periodo di carestie e degrado. La ripresa della città fu segnata dalla costruzione della nuova Cattedrale per poter ospitare le spoglie del santo patrono della città, San Geminiano, ancora oggi una figura in parte oscura. I lavori del Duomo cominciarono nel 1099, in un momento in cui la sede vescovile era vacante. Questa curiosa circostanza sottolinea il forte desiderio popolare di rinascita in un momento in cui non era presente il potere autoritativo ecclesiastico per poter predisporre la commissione di siffatta opera architettonica. 


La città estense

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Durante i secoli, la città passò nelle mani di diversi importanti casati e si ritrovò arricchita di numerosi edifici religiosi e civili, gli stessi che oggi le conferiscono un aspetto solenne. Durante il Rinascimento, i duchi d’Este furono coloro che diedero gloria alla città, trasformandola nella capitale del ducato e regalandole l’appellativo di “città estense” per antonomasia alla fine del XVI secolo.


Modena moderna: il rumbo dei motori

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Oggi Modena è una città moderna, frutto di uno svecchiamento dell’assetto urbanistico adoperato tra il XIX e il XX secolo. In particolar modo, il periodo del secondo dopoguerra ha visto questa città cavalcare l’onda del boom economico con la nascita di importanti industrie automobilistiche quali Ferrari e Maserati. Anche se non si è appassionati di corse automobilistiche, vale la pena visitare il Museo Enzo Ferrari. Inaugurato nel 2012, il museo vi racconterà passo dopo passo la nascita della leggenda rossa dal rombo potente e dal design unico al mondo. 

Terra di sapori

Inoltre, come in ogni città italiana che si rispetti, a Modena non manca una tradizione gastronomica d’eccellenza sia DOP (Denominazione di Origine Protetta) che IGP (Indicazione Geografica Protetta). La città emiliana è patria di prodotti tradizionali fortemente legati al territorio e fiori all’occhiello della produzione di eccellenze del Made in Italy apprezzate e conosciute in tutto il mondo. Di seguito, ne citiamo alcuni:

L’aceto balsamico di Modena DOP e IGP è il risultato di un minuzioso lavoro di mani sapienti, di condizioni climatiche uniche e della lavorazione di uve coltivate esclusivamente sul territorio;

Il Parmigiano Reggiano DOP è il Re dei formaggi. Ottenuto dal latte di vacche cresciute sul territorio e alimentate con foraggi della zona d’origine, è probabilmente il formaggio più famoso al mondo. Dalla produzione al confezionamento, tutte le fasi costitutive del Parmigiano Reggiano DOP vengono svolte esclusivamente a Modena, Mantova, Bologna, Parma e Reggio Emilia;

Il Lambrusco Modenese DOP è un vino rosso frizzante, dal sapore fresco e delicato. Conosciuto in tutto il mondo, il Lambrusco DOP costituisce una delle basi dell’economia modenese;

Il Prosciutto di Modena è un salume ottenuto dalla coscia di suini bianchi allevati esclusivamente sul territorio italiano. Questo prodotto, ottiene il marchio di tutela solo dopo 14 mesi di stagionatura.


Modena e la musica

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Infine, vale la pena menzionare il fatto che Modena ha dato i natali al tenore italiano più famoso al mondo, Luciano Pavarotti. Non sembra un caso che una delle voci più apprezzate al mondo sia nata proprio qui. Infatti, Modena ha instaurato un profondo legame con la musica già a partire dall’epoca Estense. La passione e l’amore per il canto sono da sempre stati coltivati in scuole, istituti musicali e teatri. Oggi, quella stessa dedizione viene portata avanti attraverso una ricca programmazione di eventi musicali nei teatri e nelle piazze della città. 

Il sito UNESCO di Modena

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La magnifica Cattedrale del XII secolo di Modena, insieme alla sua Piazza Grande e alla la Torre Civica, è un trionfo di arte romanica ad opera di due grandi artisti italiani, Lanfranco e Wiligelmo. Il complesso rappresenta un vero e proprio simbolo dell’arte romanica in Italia e in tutta Europa. Per questo e altri motivi, nel 1997 il complesso è stato inserito dall’Unesco nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’Umanità. 

Piazza Grande

Nata nel XII secolo, la Piazza del Duomo ha assunto l’appellativo di Grande solo cinque secoli più tardi. Rappresentava il luogo da cui veniva gestito il potere politico, civico e religioso, nonché lo spazio predisposto per il mercato. Qui, il mercato non rappresentava un semplice luogo di scambi commerciali, bensì fungeva anche da luogo di scambi di opinioni, chiacchiere e curiosità sulla vita cittadina. In sostanza, la Piazza era il vero e proprio cuore pulsante della città. Si prestava anche a solenni processioni religiose e rappresentazioni sacre, nonché alle gioiose feste in onore del santo patrono, sovrapponendo talvolta il sacro e il profano. Inoltre, la Piazza era anche teatro di feste in maschera durante il carnevale e altre fiere, tornei e spettacoli con cui i saltimbanchi intrattenevano il pubblico.

L’ariosa e maestosa piazza è incorniciata dalla Torre Civica (detta anche Ghirlandina), dalla Cattedrale e dal porticato del Palazzo Comunale.

La Cattedrale

Come già anticipato, il Duomo di Modena fu fortemente voluto dai cittadini per conservare le spoglie del patrono, san Geminiano. I lavori cominciarono nel 1099 e furono ultimati nel Trecento ad opera dei Maestri Campionesi, ai quali furono affidati gli interni e la Torre Civica.

Ad ogni modo, fu l’architetto Lanfranco che, in soli sette anni, riuscì a finire la struttura architettonica della mastodontica cattedrale. La decorazione scultorea della facciata, invece, fu affidata al maestro Wiligelmo, il quale lavorò fianco a fianco con l’architetto lombardo. Lo scultore scolpì le numerose figure collocate sulla facciata della Cattedrale, raffiguranti immagini sacre e profane che riassumevano i misteri e le incertezze della fede tipiche dell’uomo medievale. Attraverso l’eterna lotta tra bene e male, gli uomini sono portati ad affrontare le difficoltà della vita quotidiana tenendo sempre a mente il grande disegno divino; questo viene narrato attraverso solenni forme e figure che rimandano a complessi significati biblici e teologici, tipici del tempo.

La facciata del Duomo è decisamente monumentale. L’estro di Wiligelmo esplode nella decorazione del Portale Maggiore, dove il maestro sintetizzò perfettamente la visione del mondo del suo tempo: l’esistenza è un percorso travagliato, la cui unica meta è la Salvezza celeste. La metafora medievale della vita viene perfettamente rappresentata da una continua lotta che oppone il credente a una moltitudine di bestie medievali (anche fantastiche) quali leoni, draghi e centauri. Le figure di Patriarchi e Profeti, invece, rappresentano la venuta di Cristo e l’unica via di salvezza per redimersi e sfuggire alle tentazioni del demonio.

Il grande rosone centrale regala la fioca luce interna del Duomo. Entrando, infatti, si ha la sensazione che l’unica via illuminata sia quella verso il crocifisso posto sull’altare centrale. Il buio contrasta con il candore del marmo bianco, donando agli spazi interni un’atmosfera solenne.

Nella cripta è custodito il sepolcro di San Geminiano.

Curiosità: Il Duomo di Modena viene chiamato anche La Bibbia di pietra. In epoca medioevale, infatti, la gente del volgo era analfabeta e le immagini e i simboli sacri presenti nella magnifica Cattedrale ricoprivano per loro una funzione didattica.


La Torre Civica

Accanto al Duomo, sorge la Torre Civica, oggi il vero e proprio simbolo della città di Modena. Con i suoi quasi 90 metri di altezza, la Torre è stata battezzata dai modenesi con il vezzeggiativo La Ghirlandina, sottolineando la maestria scultorea del doppio giro di balaustre che abbracciano la guglia e che sembrano delle ghirlande di marmo. Infatti, l’esterno della Ghirlandina è costituito da un maestoso apparato scultoreo costruito con materiali provenienti dall’antica Mutina romana.

Al suo interno, la torre nasconde una scala elicoidale. Al quinto piano, si trova la cosiddetta Stanza dei Torresani, dove un tempo abitavano i custodi della torre. Salendo fino in cima, poi, è possibile godere di una magnifica vista di Modena da una prospettiva davvero unica.

In tempi antichi, i rintocchi delle campane della torre scandivano la vita dei cittadini, segnalando momenti di pericolo e chiamando a raccolta la popolazione ove necessario.

Curiosità: La cronologia dell’edificazione della Ghirlandina è tuttora oggetto di studio. Mancano, infatti, fonti storiche dirette riguardanti le primissime fasi costruttive.


Criteri UNESCO

Di seguito, alcuni dei criteri che hanno permesso a queste spettacolari opere architettoniche di diventare patrimonio Unesco.

Criterio (I) : L’inestimabile lavoro creativo congiunto dell’architetto Lanfranco e dello scultore Wiligelmo ha dato vita ad un complesso di opere d’arte che rappresentano un nuovo rapporto dialettico tra architettura e scultura in arte romanica.

Criterio (II) : Tra il XII e il XIII secolo, la costruzione del complesso monumentale segnò la nascita di un nuovo linguaggio figurativo che influenzò notevolmente lo sviluppo dello stile romanico. A livello europeo, solo pochissimi altri complessi monumentali possono ritenersi un punto di riferimento per la comprensione della rinascita della scultura monumentale in pietra.

Integrità : Nel corso del tempo, il complesso monumentale di Modena è sopravvissuto relativamente intatto, con l’apporto di modifiche minime, mantenendo le sue caratteristiche storiche, sociali e artistiche che ne definiscono l'Eccezionale Valore Universale.

Autenticità : Per quanto riguarda la sua progettazione, i materiali e la funzione, il complesso monumentale di Modena è indubbiamente autentico. Senza mai tangere l’autenticità della struttura originale, sono state molteplici le opere di restauro e conservazione apportate al complesso negli anni. In particolare, il Duomo di Modena rappresenta un caso esemplare nella storia della conservazione del patrimonio italiano, in quanto ha alle spalle una storia secolare di interventi e iniziative volte a tale scopo.


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