Cerchi un’esperienza di viaggio a contatto con la natura? Scopri il meraviglioso Parco Naturale Regionale Fiume Ofanto, slow tourism made in Puglia.

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A cosa pensi quando senti parlare della Puglia? Probabilmente all’estate, al sole, al mare e ai bellissimi paesaggi delle sue coste. Ma questa terra, ovviamente, non è solo questo. 

Esiste una Puglia che non ti aspetti, con una fortissima identità territoriale scolpita nel tempo da anni di storia, cultura e arte, dove puoi ritrovare pace ed equilibrio vivendo le esperienze uniche che solo un turismo lento sa offrire. 

Per raccontarti al meglio questa Puglia inconsueta ti portiamo al Parco Naturale Regionale del Fiume Ofanto

Parco Naturale Regionale Fiume Ofanto: lo slow tourism made in Puglia

Il Parco Naturale Regionale del Fiume Ofanto è stato istituito nel 2007 e si estende su un territorio di circa 24.000 ettari tra le province di Foggia e di Barletta-Andria-Trani, nell’area settentrionale della Puglia.

In particolare, passando dai borghi più suggestivi incastonati in questo paesaggio ai centri urbani più popolosi, sono undici i comuni che fanno parte del Parco Naturale Regionale del Fiume Ofanto: Ascoli Satriano, Barletta, Candela, Canosa, Cerignola, Margherita di Savoia, Minervino Murge, Rocchetta Sant’Antonio, San Ferdinando di Puglia, Spinazzola e Trinitapoli.

L’elemento che caratterizza il territorio del Parco Naturale Regionale del Fiume Ofanto è proprio il percorso tracciato dal corso d’acqua, con una lunghezza prossima ai 100 km in Puglia, scendendo dalla Daunia e scorrendo attraverso il Tavoliere per poi sfociare nell’Adriatico. Questi ambienti, così diversi ma allo stesso tempo fortemente accomunati dalla presenza dell’Ofanto come fattore chiave che identifica la cultura locale, oggi sono spazi meravigliosi di un territorio che afferma la propria identità e si riscopre come una destinazione alternativa e suggestiva per il turismo nel sud Italia.

Un'insolita Puglia da scoprire all’insegna dello slow tourism, il nuovo trend del turismo che contrasta la frenesia della routine quotidiana con un modo di viaggiare lento, a misura d’uomo e sostenibile.

Lasciati accogliere dalla bellezza del Parco Naturale Regionale del Fiume Ofanto e scopri la cultura racchiusa nei suoi borghi, l’energia e la passione delle esperienze uniche che questa terra saprà regalarti: escursionismo nel verde, luoghi storici da visitare, storie da scoprire e tantissime attività outdoor a stretto contatto con la rigogliosa natura mediterranea del panorama pugliese.

Vuoi saperne di più sull’identità del territorio dell'Ofanto e cosa fare e vedere durante la tua visita al Parco? Continua a leggere e scoprirai un modo nuovo di vivere il turismo in Puglia.

Cosa fare al Parco Naturale Regionale Fiume Ofanto: escursionismo e cicloturismo

Cosa fare al Parco Naturale Regionale Fiume Ofanto

Il Parco Naturale Regionale del Fiume Ofanto punta a valorizzare il suo territorio come destinazione turistica ideale per le persone che amano vivere esperienze outdoor uniche immersi nel verde della Puglia.

Il suo territorio offre moltissime opportunità per l’escursionismo e lo sport all’aperto. Tra le attività più indicate spiccano il trekking e il nordic walking attraverso i sentieri nelle aree collinari e lungo il fiume, dov’è possibile godersi il panorama naturale ed incontrare esemplari della fauna locale come la lontra (animale simbolo dell’Ofanto), il rospo e diverse specie di uccelli, soprattutto picchi.

Durante la tua esplorazione non dimenticarti di ammirare l’ambiente circostante, impreziosito di luoghi di interesse storico e paesaggistico che costituiscono l'identità della gente dell'Ofanto: dalle formazioni geologiche come le ‘pietre affioranti’ di Rocchetta alle cave di San Samuele e ai ruderi di Canne della Battaglia e del parco archeologico della Via Traiana, passando per le masserie, per i bellissimi centri storici e per le strutture religiose del territorio, ad ogni passo visiterai un’appassionante pagina di storia.

E per i più sportivi? Il Parco consente a chi vuole praticare sport all’aperto di vivere quel senso di libertà che il contatto con la natura sa dare. In particolare, la Ciclovia dell’Ofanto è uno dei percorsi più lunghi d’Italia per il cicloturismo: ben 150 km che uniscono l’Irpinia all’Adriatico seguendo il corso del fiume, un itinerario di viaggio ricco di tesori archeologici e gemme naturali da affrontare in sella alla propria bicicletta o facendo affidamento sulle proprie gambe. La Ciclovia, infatti, propone ai viaggiatori tour giornalieri e tappe tematiche di differente difficoltà, dando a tutti la possibilità di cimentarsi in attività outdoor e lanciando una sfida agli sportivi più competitivi. Accetti? Se la risposta è sì, allora vieni anche tu a scoprire il Parco Naturale Regionale del Fiume Ofanto.

Lo sai che esiste l’app della Ciclovia dell’Ofanto? Puoi scaricarla qui sotto.  

Scarica l'app della Ciclovia dell'Ofanto

Cosa vedere nella Valle dell’Ofanto: l’identità di un territorio tra storia, arte e cultura

Il territorio del Parco Naturale Regionale del Fiume Ofanto è un esempio perfetto di come secoli di storia, arte e cultura possono plasmare l’identità di una terra caratterizzata da sempre dalla presenza rilevante del corso d’acqua più importante del versante Adriatico dopo il Po: stiamo parlando della splendida Valle dell’Ofanto.

La storia dell’Ofanto e della Valle ha radici profondissime, che scavano a ritroso nella storia dell’umanità in tempi remoti al cospetto di popoli antichissimi che abitavano questa zona, come testimoniato dal menhir: un monumento preistorico costituito da un unico blocco di pietra alto circa 3 metri e infisso verticalmente al suolo.

In epoca romana il territorio del Parco conosce un notevole periodo di crescita e sviluppo, tanto che l’importanza dell’Ofanto trova risonanza anche nelle Odi di Orazio. Il passaggio di Roma nella Valle è ancora oggi evidente grazie alle testimonianze storiche del sito di Canne della Battaglia - teatro del celebre scontro tra romani e cartaginesi - e del parco archeologico della Via Traiana nei pressi di Canosa. Qualche esempio? Il ponte sull’Ofanto, l’arco di Traiano, il mausoleo Bagnoli e il battistero di San Giovanni. Di grande importanza turistica sono anche le strutture religiose locali, come il santuario della Madonna di Ripalta presso Cerignola e il santuario della Madonna del Bosco di Montemilone, al confine con la Basilicata non distante da Minervino Murge.

Con un bagaglio così impressionante di bellezza e ricchezza culturale, non stupisce affatto che la Valle dell’Ofanto fosse una delle tappe del Grand Tour, un vero e proprio itinerario di viaggio al quale partecipavano i giovani aristocratici europei nella cornice del neoclassicismo. Partire alla scoperta dell’Ofanto, della sua valle e della sua cultura locale significava entrare in contatto con uno dei luoghi dove il mondo classico ha lasciato una grande eredità, fatta di storie, monumenti e ruderi - veri e propri oggetti di culto neoclassici. Non a caso, l'amore per il classico per quei viaggiatori ha trovato massima espressione nell’arte, con particolare enfasi per gli acquerelli di Louis Ducros, autore nel 1778 del “Ponte romano di Canosa” e della “Veduta della Piana di Canne della Battaglia” - un nome cui noi affianchiamo quello di Giuseppe De Nittis, un artista nato e cresciuto nel territorio dell’Ofanto e al quale ha dedicato moltissime opere d’arte di grande raffinatezza artistica.

Quello tra il Grand Tour e la Valle dell’Ofanto è stato un particolare rapporto di dare e avere: infatti, se da un lato gli aristocratici traevano da questi luoghi spettacolari una conoscenza profonda dei classici e della bellezza del Mediterraneo, dall’altro avevano la possibilità di portare in questo territorio idee all’epoca del tutto estranee. Ciò ha contribuito nel corso dell’Ottocento alla crescita socio-economica della zona: ne sono esempi la costruzione delle prime ferrovie tra il 1891 (Rocchetta Sant’Antonio-Lacedonia e successivamente collegata a Gioia del Colle) e il 1895 (Barletta-Spinazzola), promossa da Giustino Fortunato, e lo sviluppo di uno dei primi grandi esempi di imprenditorialità moderna nel Sud a nome di Giulio Bucci lungo la Lamalunga, detta anche la 'strada storica del vino' e sede di masserie e produzioni agricole.

Nel corso del Novecento la Valle dell’Ofanto si riscopre come teatro bellico durante la seconda guerra mondiale, punto strategico per gli Alleati ma soprattutto simbolo della resistenza meridionale. Nel dopoguerra ci sono stati ulteriori interventi di riqualificazione sul territorio, cruciali sia per il paesaggio sia per il supporto al settore primario: in particolare la creazione artificiale mediante la costruzione di dighe dei laghi Locone e Capacciotti - quest’ultimo è ancora oggi luogo dove ammirare la pratica della transumanza.

Per respirare ancora di più l’identità del Parco dell’Ofanto, noi ti consigliamo di visitare con attenzione i borghi e che costellano il suo territorio: in particolare Villaggio Moschella e Borgo Libertà nel complesso monumentale Torre Alemanna (Cerignola), Borgo Loconia (Canosa) e Borgo Santa Chiara (Trinitapoli).

Vuoi rivivere le emozioni dei viaggiatori del Grand Tour o semplicemente cerchi il posto perfetto per goderti un viaggio nella tranquillità nella natura? Allora vieni a scoprire la meraviglia del Parco Naturale Regionale del Fiume Ofanto, lo slow tourism made in Puglia: una terra tutta da esplorare ricca di fascino, storia e bellezze, dalla personalità e dall'identità tenace, un viaggio con una storia da raccontarti.

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