
Nel cuore della Calabria, arroccato su cinque colli immersi in uliveti e vigneti, sorge Montalto Uffugo, una delle gemme meno conosciute ma più autentiche da includere tra i borghi da visitare in Calabria. Il centro storico, a 430 m s.l.m., si staglia su un mosaico di colline verdeggianti, offrendo vedute mozzafiato e un’atmosfera sospesa tra passato e natura rigogliosa.
Non è un classico borgo turistico, ma un luogo dove storia, cultura e musica - grazie anche al compositore Leoncavallo - convivono in perfetta armonia. Ideale per viaggiatori che vogliono scoprire la vera calabresità, lontano dal turismo di massa, Montalto invita a perdersi tra i vicoli e i profumi della tradizione. Lasciati cullare dal verde dei panorami, dalla storia e dalla cultura locale: un’esperienza da vivere con tutti i sensi.

Borghi da visitare in Calabria: le radici antiche di Montalto Uffugo
Quando Tito Livio, nel libro V dell’Ab Urbe Condita, cita Aufugum, antico centro dei Bruzi, Montalto Uffugo si rivela già protagonista della scena mediterranea nel IV secolo a.C. Un insediamento che, nel tempo, ha accolto e resistito a numerose dominazioni: romani, longobardi, normanni, aragonesi. Testimonianze tangibili si trovano nelle necropoli di Pantoni e Trisoria, oggi non visitabili, ma ancora cariche di potenziale narrativo.
L’impronta aragonese è tra le più imponenti. Non a caso, i duchi di Montalto ebbero un ruolo così rilevante da meritare una sala dedicata nel palazzo reale di Palermo. L’antico Palazzo Ducale, oggi sede del Comune, ospitava un tempo le carceri del ducato: lì si consumarono pagine oscure della storia calabrese.
Tra il 1560 e il 1561, Montalto fu centro dell’inquisizione anti‑valdese. I Valdesi piemontesi, rifugiati nel Borgo degli Ultramontani, avevano avviato attività agricole e tessili, contribuendo alla fiorente sericoltura montaltese. Uomini e donne operosi, umili, ma fieri delle loro convinzioni religiose. La reazione dell’Inquisizione fu spietata: settecento prigionieri, torture, processi sommari. L’11 giugno 1561, su scalinata della Chiesa dell’Annunziata, ottanta Valdesi vennero sgozzati. Il massacro proseguì a Guardia Piemontese e Cosenza, dove oltre duemila furono sterminati.
Accanto a queste vicende, vive anche la memoria ebraica. Già dal XIV secolo, numerose famiglie ebraiche da Spagna e Sicilia si stabilirono a Montalto. Tintori, spezieri, ricamatori e scribi diedero vita a un’economia raffinata, centrata su seta, lana e cotone. Ma il clima divenne presto ostile: accuse di usura, tassazioni oppressive, l’obbligo di indossare un panno rosso sul petto. Fino all’espulsione: prima temporanea nel 1510, poi definitiva nel 1540, sotto la spinta dei regnanti aragonesi. L’economia locale ne fu duramente colpita.
Oggi, la Bottega degli Ebrei, unico resto sopravvissuto, è simbolo di un’inclusione violata, ma anche di un’identità pluri‑culturale che ha lasciato un segno profondo.
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Ruggero Leoncavallo: la musica nata tra i colli calabresi

Se visiti per la prima volta Montalto Uffugo, scoprirai che Ruggero Leoncavallo, geniale compositore del verismo, ha trascorso la sua infanzia tra queste colline. Il Museo Ruggiero Leoncavallo, aperto nel 2010 all’interno del chiostro dell’antico convento domenicano (oggi municipio), conserva oltre 1.500 cimeli: spartiti autografi, lettere, dischi, il pianoforte Erard suonato da Leoncavallo in gioventù, e bozzetti scenici realizzati da Rocco Ferrari per la prima parigina di Pagliacci.
Fu qui, a Montalto, che il giovane Ruggero assistette all’omicidio del domestico di casa (Gaetano Scavello) nel 1865: un trauma che ispirò proprio "I Pagliacci", capolavoro immortale della lirica. Questo legame tra vita reale e arte rende il museo un’esperienza immersiva, dove musica e memoria convivono.
Ogni estate, da oltre vent’anni, il Festival Internazionale “Ruggiero Leoncavallo” anima le vie del borgo: un concorso lirico che richiama ospiti internazionali, giovani talenti emergenti e il pubblico degli appassionati di musica classica. Il festival si svolge tra il Duomo e il chiostro, con anteprime teatrali e serate d’opera all’aperto.
San Francesco di Paola a Montalto Uffugo: tra spiritualità e natura
A Montalto Uffugo, la presenza di San Francesco di Paola non è solo venerazione: è identità viva. Qui il Santo taumaturgo è considerato a pieno titolo “montaltino”, poiché il territorio di Paola, al suo tempo, apparteneva al contado montaltese.
La Chiesa dell’Annunziata, chiamata anche Chiesa di San Francesco, custodisce l’unico ritratto originale del Santo, divenuto icona di culto e meta di pellegrinaggi, specialmente durante i tredici venerdì di preghiera che precedono la sua festa.
Tra le pratiche più sentite in paese, spicca l’uso del saio come voto personale e il suggestivo “Sentiero del Pellegrino” o più conosciuto come “Via dell’Eremita”, un percorso che parte dal non lontano Paterno Calabro e raggiunge, attraverso boschi e crinali, il versante tirrenico verso Paola. Questo percorso è parte del “Cammino di San Francesco di Paola", oggi rilanciato come itinerario naturalistico e meditativo. Grazie a un progetto di turismo lento, sono state installate pietre miliari con GPS, segnaletica immersiva e materiali informativi pensati per un pellegrino moderno: consapevole, ecologico, attento al ritmo del paesaggio e della preghiera.
Montalto ha saputo valorizzare anche la figura del suo Santo, protettore dei poveri e della gente di mare attraverso eventi, mostre e concorsi, tra cui l’importante volume didattico “L’impronta di San Francesco sul territorio”, e opere d’arte che lo ritraggono come uomo di carità, visione e forza spirituale. Qui, la fede si intreccia con la bellezza del paesaggio, trasformando ogni visita in un’occasione per ritrovare il silenzio, la storia e, forse, anche te stessi.
Sapori e tradizioni locali da conoscere

Chiesa della Madonna della Serra a Montalto Uffugo
Se vuoi assaporare l’anima autentica del territorio, devi gustare il celebre Amaro Jefferson, prodotto artigianale del Vecchio Magazzino Doganale a Montalto Uffugo. Questo amaro unico nel suo genere è stato insignito del titolo di Miglior liquore al mondo al World’s Liqueur Awards 2018, trionfando sia nella categoria “Best Herbal Liqueur” che come miglior liquore assoluto. Realizzato con botaniche locali (bergamotto, arancia, genziana, rosmarino e artemisia), il Jefferson esprime in ogni sorso il sapore del mediterraneo calabrese, equilibrato e rigenerante.
Nel calendario festivo di Montalto, si ricorda la Fiera della Madonna della Serra il 12 febbraio. In questa occasione, il centro storico si anima con mercatini, stand gastronomici, spettacoli e una notte di fuochi artificiosi, come segno tangibile di devozione e comunità.
E poi, c’è il fiore all’occhiello dell’inverno: il Carnevale Saraceno, una rievocazione storica unica in Italia. Con maschere di cartapesta giganti e un corteo teatrale, il borgo celebra in chiave satirica la vittoria dei montaltesi contro le scorrerie saracene del IX secolo, guidate dal temibile Ibrahim II ibn Ahmad. La manifestazione culmina in Piazza E. Bianco, dove si inscena l’antica battaglia con coreografie spettacolari e colpi di scimitarra tra farsa e leggenda.
Tra un brindisi e l’altro, tu potrai anche partecipare a sagre locali, scoprire dolci fritti come le ciambelle, assaggiare prodotti caseari e miele di fico, e respirare l’atmosfera calorosa di una cultura millenaria che celebra la terra. Un invito a vivere ogni sapore come una finestra sul passato, tra tradizione e convivialità, in uno dei borghi da visitare in Calabria più autentici.
Esperienze da vivere nei dintorni di Montalto Uffugo

Se desideri allontanarti dal borgo, la natura della Sila ti regala emozioni straordinarie. A un’ora di macchina da Montalto, il Lago Cecita - il più esteso bacino silano a 1.143 m s.l.m. - è circondato da foreste di conifere e faggete, perfetto per passeggiate, picnic o pesca sportiva contemplativa. Proprio lì sorge il Centro Visita Cupone, ricavato da una segheria demaniale: al suo interno troverai un museo naturalistico, un giardino botanico accessibile anche a non vedenti, e osservatori faunistici per ammirare il lupo, il daino, il cervo e altre specie selvatiche.
A pochi chilometri ti attendono i Giganti della Sila, una riserva biogenetica dove oltre 50 pini larici ultrasecolari si alzano per oltre 40 m, formando un vero colonnato naturale: uno spettacolo ancestrale, custode del silenzio e della storia delle foreste calabresi. Sentieri didattici, pannelli esplicativi e visite guidate rendono questa meta adatta a famiglie e appassionati della natura autentica.
Come arrivare a Montalto Uffugo
Se stai pianificando il tuo viaggio verso questo borgo da scoprire in Calabria, ecco come raggiungerlo con facilità:
In auto, puoi percorrere la SS 107 o la SS 19 dalla costa tirrenica. L’uscita autostradale più vicina è Cosenza‑Rende sull’A2 del Mediterraneo, da cui Montalto dista circa 20 km e si raggiunge in 20‑25 minuti di guida tra colli e curve panoramiche.
Se viaggi con i mezzi pubblici, prendi il treno o l'autobus fino a Cosenza o Rende, poi puoi prendere varie linee di autobus per raggiungere Montalto Uffugo.
I periodi ideali per visitare Montalto sono la tarda primavera, l’inizio estate o settembre, quando l’aria è limpida e i panorami brillano. Infatti, il comune si estende su altitudini variabili tra 100 m e 1.389 m s.l.m., offrendo microclimi che vanno dal freschissimo dell’alta quota alle temperature più miti in valle. Questo significa che potresti sperimentare un clima temperato con notti fresche anche in estate, e inverni rigidi con occasionali nevicate in quota.
Cerchi un’avventura in e-bike in Calabria? Dai un’occhiata quiL'autore
Scritto il 22/10/2025
Rossella Friggione
Esplora Montalto Uffugo, tra suggestivi borghi da visitare in Calabria: storia, enogastronomia, esperienze autentiche e dintorni da scoprire.