
Nel cuore più vero della Toscana, dove le colline sembrano tracciate a mano e i filari di vite disegnano il paesaggio come spartiti, sorge Radda in Chianti, abbracciato da vigneti e custodito da antiche mura, affacciato sul crinale tra l’Arbia e la Pesa.
"Borgo delle vigne", come viene chiamato da chi lo conosce davvero, è un piccolo scrigno medievale, disegnato da vicoli stretti, archi in pietra e torri: a colpire, prima ancora dell' architettura intatta, è la trama fittissima di vigneti che si estende a perdita d’occhio attorno al centro abitato.
Abitato già nel IX secolo e menzionato nel 1002, ha avuto un ruolo centrale nella storia del Chianti, tanto da esserne la capitale per secoli, accanto alle “sorelle” Castellina e Gaiole.
Ma ciò che rende Radda in Chianti così speciale va oltre i documenti e le date.
È quell’atmosfera che si percepisce subito, appena si mette piede tra le sue mura: un senso di lentezza preziosa, di quotidianità senza fretta, il modo in cui il paesaggio si fonde con la cultura e i sapori diventano esperienza.
Visitare Radda (oltre a essere una tappa di un tour enogastronomico) significa entrare in una dimensione dove tutto è autentico, ancora vivo.
E forse proprio per questo motivo, ancora poco affollato.

Un’anima antica tra mura etrusche e torri medievali

Chi passeggia oggi per le vie di Radda in Chianti fatica a immaginare quanto sia antica la sua storia: fu terra di passaggio e di insediamento per il misterioso popolo degli Etruschi, di cui restano segni discreti ma profondi, sparsi nei dintorni e nei piccoli nuclei rurali che punteggiano le colline.
Le prime tracce documentate risalgono all’800 a.C., ma è nell’XI secolo che compare il Castello di Radda, poi passato ai conti Guidi attorno al 1220. Il vero snodo storico arrivò con la rivalità tra Firenze e Siena: Radda finì sotto il controllo fiorentino e, nel Duecento, ottenne un proprio Podestà. Nel 1384 divenne capoluogo della Lega del Chianti insieme a Castellina e Gaiole.
La pace trasformò il paesaggio: con la mezzadria nacquero poderi, vigne, oliveti e fattorie, che diedero forma a quel volto ordinato e armonioso che oggi riconosciamo come tipico del territorio del Chianti.
Il centro storico ha conservato intatta la struttura ellittica, racchiusa da mura. Tra gli edifici simbolo spiccano il Palazzo del Podestà, dall’elegante facciata ornata di stemmi, o la Chiesa di San Niccolò, affacciata su una raccolta piazzetta.
Nei dintorni, storia, arte e spiritualità convivono in armonia: dal convento di Santa Maria in Prato con il museo d’arte sacra, al borgo fiabesco di Volpaia, con il suo castello tra due mondi (Firenze e Siena) e la singolare Chiesa della Commenda, dedicata a Sant’Eufrosino, il vescovo orientale che secondo la tradizione evangelizzò il Chianti.
Sapori di Radda in Chianti: dove il tempo si misura in calici e profumi

Radda in Chianti è una di quelle tappe assaporare la vita con calma: la giornata può iniziare con una passeggiata tra i vigneti e concludersi con un bicchiere colmo di rosso, sorseggiato sotto il cielo che si fa dorato al tramonto. Il cibo è un rito e il pasto un racconto.
È il Chianti Classico, con il gallo nero in etichetta, a raccontare meglio di chiunque altro la personalità di questa terra. Un vino austero ma generoso, nato dal sangiovese, affinato con precisione secondo disciplinari severi, ma mai privo di anima.
Ma sarebbe un errore pensare che la cucina di Radda si esaurisca nel vino. Anzi. La tavola qui è un tripudio di sapori antichi e autentici, che affondano le radici nella cultura contadina.
Tra questi, spicca un protagonista indiscusso: la Cinta Senese. Una razza suina allevata allo stato brado, la cui carne, saporita e marmorizzata, viene lavorata con arte per diventare salumi che hanno il sapore dell’attesa e della cura.
Salame, finocchiona, capocollo, prosciutto: ogni fetta racconta una storia diversa, fatta di stagioni, pascoli e mani esperte.
E poi c’è il Tonno del Chianti: un piatto che sorprende già nel nome. Non è pesce, ma maiale. Viene cotto lentamente in olio extravergine d’oliva e spezie, fino a diventare tenerissimo e profumato.
Nasce dalla necessità, da quell’ingegno tipico della cucina contadina che trasformava la conservazione in arte. Si gusta su un crostino caldo o con fagioli e cipolla: un assaggio e ci si ritrova seduti a una tavola di pietra, all’ombra di un pergolato, in un’estate che potrebbe essere quella di cento anni fa.
Infine, c’è la “ciccia”, come la chiamano qui. La carne di chianina (o di altre razze allevate sul territorio) è una delle protagoniste assolute. Alla brace, al sangue, condita solo con sale grosso e olio buono: non serve altro, se la materia prima è quella giusta.
Cantine da scoprire: là dove nasce il cuore del Chianti

Visitare Radda in Chianti senza lasciarsi guidare dal profumo del vino sarebbe come leggere solo il titolo di un romanzo e poi richiuderlo. Qui, tra vigneti che seguono il ritmo delle stagioni, grappoli maturi al sole e cantine immerse nella quiete delle colline, il Chianti Classico diventa un’esperienza da vivere con tutti i sensi.
Appena fuori dalle mura del borgo, il paesaggio si apre su dolci pendii punteggiati da tenute immerse nel verde, luoghi in cui la tradizione vinicola è ancora oggi parte del quotidiano. Alcune di queste proprietà raccontano storie antiche tra filari ordinati e botti custodite in ambienti secolari, dove ogni etichetta è il frutto di un sapere tramandato con rispetto e dedizione.
Salendo verso le alture, si incontrano eleganti dimore rurali abbracciate da vigne, dove la vista si perde tra vallate e profili lontani: il tempo sembra scorrere lento, segnato da vendemmie, silenzi e gesti sapienti.
Ci sono anche tenute storiche che conservano vigne ultracinquantenni e cantine scavate nella pietra, vere e proprie culle di memoria, in cui ogni bottiglia racconta non solo un'annata, ma una storia.
In altre zone, a pochi passi dal centro abitato, le vigne si alternano a oliveti e boschi, in un equilibrio paesaggistico che riflette l’anima più autentica del Chianti. In alcune realtà più recenti, l’approccio si fa sartoriale: l’eleganza contemporanea incontra l’artigianalità del fare vino, con attenzione al terroir, alle altitudini e al respiro leggero della terra.
Qualunque sia l’itinerario scelto, lasciarsi guidare dai profumi, dai racconti e dai panorami è il modo più sincero per conoscere l’anima profonda di Radda.
Sentieri tra vigne e silenzi: Radda in Chianti da scoprire a piedi

Chi sceglie di esplorare Radda in Chianti a piedi, lo fa per un motivo profondo: perché il paesaggio qui non si guarda soltanto, si vive.
Uno dei percorsi più suggestivi è quello che compone il grande anello tra Radda, Castelvecchi e Volpaia.
È un itinerario che racconta l’anima del Chianti: si parte dal cuore del borgo per poi inoltrarsi tra colline ordinate, vigneti infiniti e piccoli borghi in pietra che emergono come miraggi.
Il cammino si apre in panorami sempre differenti: una distesa di vigne scolpite dal sole, una macchia di bosco odoroso di terra e silenzio, un borgo come Volpaia che appare all’improvviso, con le torri fiere e le sue affacciate sul vuoto.
Più intimo e meditativo è il sentiero che da Radda in Chianti conduce a Valimaggio, verso la Chiesa di San Giusto in Salcio. Si attraversano vallate più ombrose, punteggiate da cipressi e querce, fino ad arrivare a questo luogo di culto isolato, da cui si domina l’intera valle come da un pulpito naturale.
Tra le escursioni più accessibili e allo stesso tempo scenografiche, c’è quella che da Radda conduce a Castelvecchi. Si cammina per poco tempo, ma si guadagna un punto panoramico che lascia senza fiato: Radda, da lì, sembra un castello che galleggia nel verde.
Chi desidera invece un’immersione più selvaggia e intensa può avventurarsi fino a Badiaccia Montemuro, borgo aggrappato alle pendici del Monte San Michele. Qui la Toscana si fa più ruvida, più verticale, e il panorama si apre in un respiro lunghissimo fino a confondersi con l’orizzonte.
Infine, per chi preferisce una camminata più dolce ma non per questo meno affascinante, c’è la Passeggiata La Villa. Un percorso che serpeggia tra vigne ordinate, cipressi solitari e dimore storiche che punteggiano il paesaggio come piccoli gioielli.
È il sentiero ideale per chi vuole contemplare il borgo da lontano, vederlo disegnarsi tra le pieghe del paesaggio e poi ritrovarsi, un passo alla volta, di nuovo nel suo abbraccio di pietra.
Dove dormire (e mangiare) a Radda in Chianti: ospitalità che sa di casa e sapori da ricordare

A Radda in Chianti, l’ospitalità si percepisce ovunque: tra pietre antiche, travi a vista e profumi che sanno di pane appena sfornato. Le strutture dove dormire o fermarsi a mangiare sono spesso piccole oasi di autenticità, dove ogni dettaglio racconta la cura, la tradizione e quella calda umanità tipica della zona.
Che si scelga di soggiornare nel cuore del borgo o tra le colline, le opzioni sono molte: antiche dimore storiche, agriturismi immersi nella natura, casolari ristrutturati e relais con vista sui vigneti, tutti accomunati da un’atmosfera intima e rilassata. Alcune sistemazioni offrono anche colazioni contadine con torte preparate in casa e prodotti locali, spazi benessere ricavati in antiche cantine, o terrazze panoramiche dove godersi il silenzio e la luce del tramonto.
Il momento della tavola, qui, è un rituale da vivere con lentezza. I ristoranti del borgo e dei dintorni propongono piatti tipici della cucina toscana, rivisitati con creatività o fedelmente ancorati alla tradizione: dalla ribollita al cinghiale, dai pici fatti a mano ai dolci casalinghi, accompagnati da un calice di Chianti Classico. Alcuni locali si affacciano su balconate panoramiche, altri si nascondono tra cortili segreti, logge rustiche o vecchie cantine in pietra, ideali per un pranzo all’aperto o una cena dall’atmosfera più raccolta.
Per chi cerca una sosta più semplice e informale, non mancano trattorie e pizzerie a gestione familiare, dove i sapori autentici parlano la lingua del territorio e delle sue stagioni.
Qualunque sia la scelta, mangiare e dormire a Radda significa vivere il territorio con tutti i sensi, lasciandosi accogliere con genuinità.
Perché dovresti andarci prima che venga scoperta

Ci sono luoghi che sembrano sospesi in un equilibrio fragile, come se la loro bellezza fosse un segreto sussurrato tra colline e vigne, ancora al riparo dai riflettori: Radda in Chianti è uno di questi.
Non ha l’affollamento di Greve, né il clamore turistico di Castellina, e forse è proprio questo a renderla così preziosa: il fatto che sia rimasta sé stessa. Un borgo dove puoi ancora incrociare lo sguardo di un anziano seduto all’ombra, dove il vino sa davvero di terra e tempo, e dove il silenzio non è vuoto, ma respiro.
Visitare Radda adesso, prima che venga scoperta in massa, è un privilegio raro. È come trovare un sentiero ancora intatto, dove ogni passo lascia una traccia leggera e rispettosa. È vivere la Toscana più autentica, quella che non ha bisogno di scenografie perché è già perfetta com’è.
Andarci adesso significa portarsi a casa non solo un viaggio, ma un frammento di verità.
L'autore
Scritto il 25/07/2025
Flavia Cantini
Un viaggio tra vigne, silenzi e sapori autentici: Radda in Chianti è il borgo toscano da scoprire prima che lo facciano tutti.