
Ti sei mai chiesto come è stata costruita Venezia, la città che sembra galleggiare sulla laguna? Le sue calli e i suoi palazzi poggiano su un equilibrio che sfida i secoli, ma il segreto delle sue fondamenta non è così immediato. Nei secoli, ingegno umano e ambiente naturale hanno dialogato in modi sorprendenti, dando vita a una città che ancora oggi stupisce architetti e ingegneri di tutto il mondo.
Dalla scelta del luogo alla maestria delle tecniche medievali, fino alle sfide della conservazione moderna, ogni dettaglio racconta una storia di creatività e maestria unica. Prepariamoci a un viaggio che unisce storia, scienza e fascino: un racconto che rivela come Venezia abbia potuto nascere e resistere per secoli sospesa tra acqua e cielo.

Le fondamenta: il segreto di come è stata costruita Venezia

Quando ci chiediamo come è stata costruita Venezia, la risposta ci porta sotto la superficie dell’acqua, dove si nasconde il vero cuore della città.
Quando i primi abitanti scelsero queste isole, sapevano che la terra era fangosa e instabile. Per costruire palazzi che sfidassero i secoli piantarono migliaia di pali di legno, uno accanto all’altro, fino a creare una base compatta. Su quei pali posero tavole orizzontali e, sopra, blocchi di pietra d’Istria, una roccia calcarea che non teme l’acqua salmastra.
È incredibile pensare che il continuo movimento della laguna, privando il legno di ossigeno, lo abbia trasformato in un materiale quasi fossile, duro come roccia!
Ogni volta che passeggiamo in Piazza San Marco o ammiriamo Palazzo Ducale, camminiamo letteralmente su una foresta sommersa: una meraviglia che possiamo solo immaginare, ma che da più di mille anni regge il peso della città e spiega come Venezia sembra galleggiare ancora oggi.
Le sfide dell’ingegneria della laguna

Costruire una città sull’acqua ha richiesto una creatività straordinaria, la vera ingegneria di Venezia.
Mentre le altre città medievali innalzavano mura, qui si studiava come “dialogare” con la laguna: un equilibrio fragile in cui ogni nuovo edificio doveva sposarsi con quelli esistenti senza compromettere le fondamenta.
Nei secoli i veneziani hanno deviato canali, creato barene artificiali e progettato dighe per domare le maree. Ogni palazzo doveva trovare il giusto bilanciamento con il terreno e con l’acqua, attraverso calcoli e intuizioni che ancora oggi lasciano a bocca aperta.
Quando attraversiamo il Ponte di Rialto, ad esempio, non possiamo fare a meno di percepire la sapienza antica che lo ha reso possibile: un’opera che sfida il Canal Grande con eleganza e sicurezza, testimoniando come l’ingegno dei maestri muratori abbia saputo trasformare un intreccio di isolotti e canali in una città magica.
L’ingegno dei cantieri medievali di Venezia

Per capire come Venezia abbia imparato a resistere al tempo e all’acqua, cerchiamo di immaginare le acque dei canali che brillano al sole, mentre gli operai chini sul lavoro trasformavano il terreno instabile della laguna in solide fondamenta per i palazzi della città.
I materiali pesanti, pietre, mattoni e travi, arrivavano via barca, trasportati lungo i canali fino quasi alla porta del cantiere. Lì, grazie ad argani rudimentali e a pontili temporanei, gli operai riuscivano a sollevare e posizionare blocchi di pietra e travi di legno, lavorando direttamente sopra l’acqua.
I pali immersi nel fango erano scelti tra quercia, larice e ontano, legni resistenti che, privi di ossigeno, si conservavano perfettamente per secoli. Le malte e gli intonaci erano formulate con calce e sabbia per permettere ai muri di “respirare” e proteggere le strutture dall’umidità della laguna.
Gli edifici venivano costruiti in più fasi: prima le fondamenta, poi i piani bassi, quindi i piani superiori e infine le decorazioni esterne. Ogni intervento richiedeva precisione, pazienza e una comprensione profonda dell’ambiente della laguna.
Ancora oggi possiamo quasi sentire quanto quell’intreccio di mani esperte e legno immerso racconti la storia di una città che ha imparato a crescere in modo straordinario nei secoli
Custodire Venezia: la conservazione, oggi

Basta l’ombra di un riflesso sull’acqua per ricordarci che Venezia vive in bilico tra resistenza e fragilità. Passeggiando tra calli e campielli, rallentiamo quasi inconsciamente davanti a una marea che sale, a una passerella che compare, a una facciata che sembra sgretolarsi in un canale: segnali quotidiani di una città che da secoli combatte con l’acqua e che oggi deve misurarsi con nuove sfide.
Acqua alta, cambiamenti climatici e subsidenza e non sono soltanto parole tecniche, ma forze tangibili che incidono ogni giorno. E intanto, intorno a noi, la città lavora in silenzio: le mani esperte dei restauratori rimettono in sesto marmi incrinati, mentre i controlli costanti verificano la tenuta delle fondamenta sommerse.
Anche le barriere del MOSE, quando si sollevano, ci ricordano che la città non può mai fermarsi, e che deve difendersi continuamente. Perché la vera salvezza è la cura quotidiana, fatta di gesti concreti, attenzione costante per proteggere l’equilibrio di un luogo unico, che ci incanta passo dopo passo.
Rispettare Venezia con un turismo consapevole

Proprio come la città sopravvive grazie alla cura quotidiana di restauratori e tecnici, anche noi visitatori possiamo contribuire a preservarne la fragile bellezza.
Ogni visita ai suoi monumenti più iconici, ogni giro in gondola o in vaporetto, lascia un’impronta sulla città e sulla laguna. Scegliere percorsi meno affollati, sostenere le attività locali e ridurre l’impatto dei nostri spostamenti non è solo una buona abitudine: è un gesto concreto per proteggere fondamenta, edifici storici e canali.
Camminando lentamente e fermandoci a osservare l’acqua che riflette gli eleganti palazzi, capiamo che il turismo sostenibile non è una rinuncia, ma una forma di partecipazione: contribuire a preservare Venezia significa permettere alle future generazioni di vivere questa meravigliosa città con lo stesso stupore che proviamo oggi.
Esplora Venezia in modo sostenibile con il Venice PassVenezia in una timeline: dalle origini al MOSE

La storia di Venezia si legge anche come una sequenza di sfide e soluzioni. Dalle prime palificate ai moderni sistemi di difesa, ogni epoca ha lasciato un segno preciso che ancora oggi permette alla città di esistere.
- V/VI secolo: i primi abitanti scelgono le isole della laguna per rifugiarsi dalle invasioni e iniziano a piantare pali nel fango.
- Medioevo: nascono i grandi cantieri: travi, pietra d’Istria e malte speciali permettono di costruire palazzi e chiese che sembrano galleggiare sull’acqua.
- XVI/XVII secolo: i veneziani deviano fiumi, creano barene artificiali e progettano nuove opere idrauliche per proteggere la laguna.
- XX secolo: restauratori e tecnici sviluppano sistemi moderni per monitorare subsidenza e umidità, mantenendo in vita le fondamenta.
- XXI secolo (2020): entra in funzione il MOSE: le barriere mobili che si sollevano per difendere la città dalle maree eccezionali.
Alcune curiosità da conoscere su come stata costruita Venezia

1. Come è stata costruita Venezia sull’acqua?
La città è sorta piantando milioni di pali di legno nel fango della laguna, poi ricoperti da piattaforme e fondamenta in pietra. Col tempo, il legno immerso senza ossigeno si è pietrificato, creando basi solidissime su cui hanno preso forma palazzi e chiese.
2. Quali materiali sono stati usati per le fondamenta di Venezia?
Per i pali si usavano legni resistenti come larice, quercia e ontano, che sott’acqua durano secoli. Sopra veniva posata la pietra d’Istria, dura e impermeabile, e i mattoni davano forma ai muri, una combinazione che ha superato brillantemente la prova del tempo.
3. Come fa Venezia a impedire che gli edifici sprofondino?
La magia sta nei pali sommersi, che non marciscono e restano compatti anche immersi nell’acqua. A questo si aggiunge oggi un monitoraggio continuo e interventi di restauro mirati: un lavoro silenzioso che mantiene in equilibrio la città.
4. Il MOSE protegge davvero Venezia dall’acqua alta?
Sì, le barriere mobili del MOSE si sollevano per bloccare l’acqua del mare durante le maree eccezionali. Non è una soluzione definitiva, ma negli ultimi anni ha ridotto notevolmente gli allagamenti e resta una difesa preziosa.
5. Perché Venezia si allaga così spesso?
Perché la città vive in un equilibrio fragile tra mare e laguna, e basta poco a farlo traboccare. L’acqua alta nasce dall’incontro di marea, vento e pressione atmosferica: una combinazione che a volte porta l’acqua fin dentro calli e campielli.
6. Venezia rischia di scomparire?
Non nell’immediato, ma i cambiamenti climatici e l’innalzamento del mare sono sfide reali e preoccupanti. La sopravvivenza dipende dalla manutenzione quotidiana e dalla protezione della laguna, un impegno costante che riguarda tutti, residenti e visitatori.
L'autore
Scritto il 13/10/2025
Alessandro Savino
Passeggiamo insieme tra calli silenziose ed eleganti palazzi in un viaggio sorprendente per scoprire come è stata costruita Venezia.