Una nuova incredibile scoperta archeologica a Pompei: si tratta di una tomba, una sepoltura molto particolare, che può essere considerata come la prima prova dell'esistenza di spettacoli in lingua greca nella città romana sepolta dal Vesuvio, prima solo ipotizzati dagli studiosi.

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Una nuova incredibile scoperta archeologica a Pompei: si tratta di una tomba, una sepoltura molto particolare, che può essere considerata come la prima prova dell'esistenza di spettacoli in lingua greca nella città romana sepolta dal Vesuvio, prima solo ipotizzati dagli studiosi.

La prova di quanto si dice sta nel fatto che in questo particolare ambiente funerario è stata trovata un'iscrizione marmorea che ci racconta la storia personale di un abitante di Pompei: il sepolto è Marcus Venerius Secundio, un liberto, cioè un ex-schiavo liberato tramite mezzi legali del tempo e custode del tempio di Venere. Doveva essere proprio lui che organizzava da solo spettacoli in latino e anche in lingua greca.

La scoperta ha in sé qualcosa di clamoroso tant’è che archeologi ed esperti di tutto il mondo sono rimasti a bocca aperta, come spesso accade, davanti alle meraviglie dell’antica città di Pompei. Anche il mondo della politica e della cultura si è mosso attorno a questa nuova scoperta. Queste ad esempio sono le prime parole del Ministro della Cultura Italiana, Dario Franceschini, che dichiara:

"Pompei non smette di stupire e si conferma una storia di riscatto, un modello internazionale, un luogo in cui si è tornati a fare ricerca e nuovi scavi archeologici grazie alle tante professionalità dei beni culturali che, con il loro lavoro, non smettono di regalare al mondo risultati straordinari che sono motivo di orgoglio per l'Italia".

La grande scoperta è stata fatta nel corso di una campagna di scavo realizzata nell'area della necropoli di Porta Sarno. Una campagna nata dalla collaborazione stretta dello stesso Parco Archeologico di Pompei assieme all'Università di Valencia. Insieme hanno permesso al mondo di conoscere qualcosa in più sulla vita nell’antica Roma e delle sue ricche province.  

Pompei, un rinvenimento che ha emozionato tutto il mondo dell'archeologia

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Ma chi era l’ultrasessantenne Marcus Venerius Secundio? Come dicevamo era uno schiavo che, una volta liberato aveva raggiunto uno status economico e sociale di spicco.

La sua epigrafe infatti racconta come esso: “diede ludi greci e latini per la durata di quattro giorni”.

Ed è proprio questa iscrizione che ha entusiasmato gli studiosi e gli esperti perché aggiunge qualcosa di assolutamente nuovo alla conoscenza della città e della sua vita in epoca antica.

In passato si era anche ipotizzato che a Pompei si conoscesse la cultura greca ma come ci spiega anche il direttore degli scavi, l’archeologo Gabriel Zuchtriegel (ex-direttore del parco archeologico di Paestum) che si tratta della "prima testimonianza certa di esibizioni a Pompei in lingua greca".

"Abbiamo qui un'altra tessera di un grande mosaico, ovvero la Pompei multietnica della prima età imperiale, dove accanto al latino è attestato il greco, all'epoca la lingua franca del Mediterraneo orientale".


Un miracolo dell’archeologia ma anche della mummiologia. Un connubio tra storia e scienza

Inoltre al di là delle questioni antropologiche e storiche che questa scoperta chiarisce c’è anche il fatto che l’uomo, risulta essere uno degli scheletri meglio conservati ritrovati nella città antica.

Infatti l'ambiente della tomba, ermeticamente chiuso, ha infatti permesso una mummificazione perfetta, con i capelli e addirittura un orecchio perfettamente visibile.

Resta da capire quanto poi sia voluto questo processo di mummificazione, ma sicuramente nuovi studi e nuove scoperte saranno capaci di chiarire anche questo punto. Anche per questo la necropoli di Porta Sarno, luogo della scoperta, non è al momento visitabile. Tuttavia il Parco archeologico di Pompei, data anche la risonanza mediatica e la portata della scoperta, ha già avviato uno studio di fattibilità per includerla nell'area aperta e visitabile dal pubblico.


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