La piazza è il cuore di ogni città italiana. Nel Medioevo e Rinascimento ne vengono create molte seguendo progetti molto originali. Ma alcune piazze nascondono dei segreti nella propria struttura e nel nome. La loro forma è modellata direttamente sulle costruzioni più antiche o sugli spazi preesistenti, conservati ancora al di sotto. Noi passeggiamo sulla storia, ma spesso non ce ne accorgiamo.

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Piazza dell’Anfiteatro a Lucca

Piazza dell’Anfiteatro a Lucca è l’esempio più lampante di questo fenomeno. Il suo nome è tutt’altro che casuale e sorge infatti proprio al di sopra dell’anfiteatro romano del II secolo d.c. Inizia a svolgere funzione di piazza in epoca medievale, quando veniva chiamata Parlascio, derivato dal latino “paralisium”, cioè appunto “anfiteatro”. Nel corso dei secoli l’area venne occupata da molti edifici usati come depositi ed abbattuti poi nell’800 per riqualificare la zona. Basta osservare la piazza dall’alto per rendersi conto di come ricalchi esattamente la forma dell’antica costruzione. Lo spazio libero corrisponde all’arena, mentre gli attuali edifici sono disposti tutt’intorno secondo l’andamento delle gradinate. Via dell’anfiteatro circonda infine tutta l’area ripercorrendone il profilo ellittico.

Piazza Navona a Roma

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Piazza Navona a Roma è uno dei simboli dell’arte e dell’architettura italiana per eccellenza. Perla del Barocco, famosa per i capolavori del Bernini e per gli edifici storici, nasconde anch’essa un segreto nel nome e nella forma. Il suo profilo è ellittico, con un grande spazio aperto circondato da costruzioni su tutti i lati. Se ricorda la struttura di uno stadio è proprio perché anticamente lo era! Si tratta di quello di Domiziano, costruito per volere dell’imperatore nell’85 d.c. Qui si svolgevano delle gare d’atletica, dette in greco Agones. Per questo il luogo era inizialmente chiamato In Agone, poi diventato In Nagonis ed infine Navona. Testimonianza del toponimo si conserva anche in S. Agnese in Agone, chiesa seicentesca che si affaccia sulla piazza. Le tracce dell’antico stadio invece, son ancora ben conservate sotto gli attuali edifici.

Piazza Duomo (Lecce)

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Lo stesso accade a Lecce, dove le costruzioni di Piazza Sant’Oronzo si dispongono su linee curve intorno allo spazio centrale. In questo caso l’anfiteatro sottostante è ben visibile, in quanto riportato in parte alla luce. Mentre la splendida Piazza Duomo, su cui si affaccia la Cattedrale di Santa Maria Assunta, ha una storia molto più particolare. Si tratta di uno dei pochi esempi di “piazza chiusa”. L’accesso infatti è possibile solo attraverso un unico passaggio, che un tempo restava chiuso la notte. La pianta quadrangolare riprende esattamente l’andamento dell’antica struttura: la corte di una piccola cittadella fortificata. Gli edifici, tra cui i palazzi gemelli, il Seminario e l’Episcopio, ricalcano di fatto l’andamento dei muri di cinta. L’alto campanile barocco sorge probabilmente nello stesso punto in cui svettava la torre di vedetta. Prova del fatto che spesso anche la funzione degli spazi viene rispettata nel tempo.

Prato della Valle (Padova)

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Prato della Valle è la piazza più grande di Padova. Con la sua superficie è anche una delle più estese di tutt’ Europa. La realizzazione risale al XVIII secolo, a seguito di un progetto di riqualificazione dell’area. Il luogo ha infatti subito varie trasformazioni nei secoli. In epoca romana era il Campo Marzio (da Marte, dio della guerra), cioè uno spazio rurale adibito ad assemblee o esercitazioni militari. Nel Medioevo diventa un’area abbandonata e soggetta ad alluvioni. Compare a questo punto la denominazione "Valle", col significato di zona bassa e paludosa. Quando nell’XI secolo la città rifiorisce, viene recuperata e destinata ai mercati. Pratum è il termine con cui si indicava lo spazio commerciale. Ecco quindi spiegato perché una piazza così signorile conservi il nome di Prato della Valle.

Piazza del Campo (Siena)

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Piazza del Campo a Siena è fra le più belle e note piazze d’Italia. In molti la conoscono per il famosissimo Palio di Siena. La sua storia ricorda molto quella di Prato della Valle di Padova. Anche questo luogo infatti era anticamente un terreno paludoso, denominato Campus Fori, da cui appunto "Campo". Ed anche in questo caso vi si teneva il mercato, per lo più di bestiame e del grano. La forma della piazza deriva proprio dalla disposizione che assumevano i mercanti attorno allo slargo, pratica che continuò per secoli. Nel tempo la risistemazione urbanistica ha fatto in modo che gli edifici affacciati sulla piazza assumessero lo stesso profilo a semicerchio. La caratteristica pavimentazione che ricorda una conchiglia, realizzata in epoca medievale, la rende un luogo unico al mondo.

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