Tra i diversi appellativi che descrivono Roma, senza dubbio, una definizione universalmente nota è la Città Eterna. Sapete perché?

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Roma non ha bisogno di introduzioni, si presenta da sola. Geograficamente è il cuore dell'Italia, a metà dello stivale è pressoché equidistante dal nord e dal sud. Dal punto di vista amministrativo, per la presenza delle maggiori sedi istituzionali (governo, ministeri e Parlamento), è il centro dove si svolge la vita dello Stato. Paesaggisticamente, offre tutto ciò di cui si possa aver bisogno in natura: laghi, pianura, montagne, colline, mare e persino la  neve in inverno. Storicamente, rappresenta le nostre origini, è la culla della civiltà mondiale e di una storia di cui possiamo andare orgogliosamente fieri.

In quanto ad arte e cultura, inutile dire che questa città è un museo a cielo aperto (che puoi visitare utilizzando il miglior pass turistico cittadino) che si è stratificato e sedimentato nel corso dei secoli: è la testimonianza di un passato glorioso ed immortale. Relativamente all'aspetto enogastronomico, Roma è una tappa imprescindibile per un tour all'insegna dei sapori autentici. Tanti gli appellativi che le sono stati attribuiti, ora per un motivo ora per un altro. Il nome costituisce l’autentica personalità, definendone in un certo senso il destino. Non a caso, la locuzione latina Nomen omen sta ad indicare, secondo le diverse traduzioni, "il nome è un presagio", "un nome un destino", "il destino nel nome" o "di nome e di fatto". Quello di Città Eterna, che come vedremo non è l'unico, indubbiamente è quello che racchiude il significato più intimo e profondo. Pronti a scoprire perché?

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Roma: AMOR e Urbs

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Tratto della Via Appia Antica

Città dall’immenso patrimonio artistico-culturale, costellata ovunque da monumenti e luoghi di immenso pregio, Roma è stata ribattezzata con i nomi più svariati. Forse il primo appellativo attribuitole si deve alla lettura speculare di ROMA che, in una frase palindroma attribuita al retore latino Quintiliano, diventa il bifronte AMOR. «ROMA, TIBI SUBITO MOTIBUS IBIT» ovvero «A Roma, l’amore, ad un tratto ti verrà dalla passione». Roma è amore (amor), come quasi a voler suggellare il legame tra la città e Venere, dea madre del mitico capostipite dei Romani, Enea. Poema virgiliano o no, nessuno può negare il carattere suggestivo e romantico della Capitale.

Definita poi anche Urbe, dal latino Urbs, in quanto è la città per eccellenza è il concetto ideale che identifica l’idea stessa di città. Ponti, acquedotti, strade e capolavori di ingegneria che a tutt’oggi sopravvivono in buona parte le sono valse l’appellativo di Urbs per vocazione e per sua stessa natura. Un sistema da far invidia alle moderne infrastrutture. 

Regina Aquarum

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Fontana di Trevi

Roma è conosciuta, inoltre, come Regina aquarum (letteralmente Regina delle acque) ovvero Città dell’acqua. Pur non affacciandosi sul mare, il motivo di tale nome è presto spiegato. L’Urbe sorge sulle sponde del fiume Tevere che è stato testimone, o meglio protagonista, del suo fiorente sviluppo commerciale e traffici fluviali. Questo corso d’acqua svolse un ruolo cruciale come canale di comunicazione per trasportare i materiali necessari ad edificare la Roma imperiale. Ospitò porti di grande importanza strategica, mulini, barcaroli e lavandaie.

Oggigiorno, si possono scorgere molte imbarcazioni sul fiume: diversi barconi sono divenuti ristoranti. Quindi è per via del Tevere che Roma è chiamata Città dell’acqua? Assolutamente no, c’è dell’altro. Pensiamo alla presenza dei numerosi acquedotti che approvvigionavano la città e alle oltre 2.000 fontane. Uno di essi, quello dell’Aqua Virgo (19 a.C.) da oltre duemila anni continua a portare acqua ai romani ed alimenta tre delle opere più ammirate al mondo: la Fontana di Trevi, la Barcaccia (Piazza di Spagna) e la Fontana dei Quattro Fiumi (Piazza Navona).

Roma è la città degli echi, la città delle illusioni, e la città del desiderio

Giotto di Bondone

Caput mundi e Caput fidei

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Più noto, indubbiamente, l’appellativo di Caput mundi, vale a dire “Capitale del mondo“, dovuto non solo alla gloria e alla potenza dell’Impero Romano, ma anche alla sua posizione centrale e strategica in Italia, nel bacino del Mediterraneo e nel mondo. Roma divenne il fulcro della cultura, del progresso e foriera di una civiltà che ha scritto la storia. Sembrerebbe che questo epiteto sia stato estrapolato da un passo del Pharsalia del poeta latino Marco Anneo Lucano. «Ipsa, Caput Mundi, bellorum maxima merces, Roma capi facilis» ovvero «la stessa Roma, capitale del mondo, la più importante preda di guerra, agevole a soggiogarsi».

Sicuramente più prevedibile, è la definizione di Caput fidei, cioè Capitale della fede o Città Santa. Sede del Vaticano e del potere della Chiesa, Roma è stata sempre associata alla spiritualità e alla religione. Inoltre, era (ed è) la tappa finale del pellegrinaggio lungo la via Francigena che, da Canterbury, si snoda per circa duemila chilometri. Altro simbolo di universalità di Roma, capace di unire popoli e culture.

Perché Roma è definita la Città Eterna

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Veduta parziale dei Fori Imperiali

Dulcis in fundo, il nome di Urbs Aterna ovvero Città Eterna ed immortale che è impassibile al trascorrere del tempo. Fu l’autore latino Albio Tibullo (I secolo a.C.), non proprio conosciutissimo, ad introdurre per la prima volta l’espressione Urbs Aeterna nel secondo libro delle Elegie. Il poeta scriveva: «Romulus aeternae nondum formaverat urbis moenia» che tradotto significa «né ancora aveva Romolo innalzato le mura dell’Eterna Urbe». Tuttavia, il concetto di eternità di Roma venne erroneamente attribuito per lungo tempo all’imperatore Adriano nelle sue profetiche parole «Altre Rome verranno, e io non so immaginarne il volto; ma avrò contribuito a formarlo. […] Roma vivrà, Roma non perirà che con l’ultima città degli uomini». Niente di più sbagliato! Si tratta, in realtà, di una passaggio del celebre romanzo Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar. Non è, dunque, una frase pronunciata dall’imperatore romano, ma un piccolo stralcio dell’opera pubblicata verso la metà degli anni Cinquanta (quando ormai la fama di Roma città eterna era ampiamente consolidata). 

Al di là di questo, la cosa fondamentale è il senso dell’affermazione. Se Roma dovesse scomparire, allora si sarà estinto il genere umano. Non può esistere umanità senza Roma. Chiunque sia l’autore, da queste parole traspare la funzione di Roma che, nel corso dei secoli, ha costituito il punto di riferimento culturale, spirituale e politico per l’intero globo terrestre. La città è testimone di un passato glorioso che non tramonterà mai, una responsabilità che poche altre città al mondo possono vantare. Da residente o da visitatore, non potrai fare a meno di respirare questa atmosfera di eternità ammirando tesori ed antichi splendori in ogni angolo dell’Urbe.

Roma non è una città come le altre. È un grande museo, un salotto da attraversare in punta di piedi

Alberto Sordi

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