Nel borgo di Agnone fondere le campane è un'arte antica che ancora è praticata. Scopriamo cosa rende questo luogo e i suoi artigiani così unici.

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Cuore Sannita e circa cinquemila abitanti, una tradizione enogastronomica quanto mai ricca, un artigianato di alto livello e persino un insospettabile legame con la lontana Venezia. Per non parlare dei bellissimi  paesaggi circostanti.

Questo angolo di Molise, Agnone, ha tantissime belle storie da raccontare, ma una in particolare affascina i suoi visitatori ormai già da qualche secolo. È la tradizione della fusione delle campane, che ad Agnone segue ancora metodi artigianali.

Andiamo a conoscere più da vicino il piccolo borgo che ha conquistato anche i Papi.

Agnone, il centro storico e il quartiere veneziano

Agnone Sant'Antonio Abate

Prima di andare alla scoperta della fonderia delle campane di Agnone, vale sicuramente la pena fare una passeggiata per il suo grazioso e tranquillo centro storico.

Il cuore di Agnone è Piazza Plebiscito, con la fontana in marmo di Carrara e il Palazzo del Governatore. Altrettanto importanti sono due delle tredici chiese che si trovano nel borgo. La prima è Sant'Antonio Abbate, un meraviglioso gioiello barocco perfettamente conservato. La seconda è quella di San Pietro Apostolo, attorno a cui ruota la tradizione del Natale Agnonese che qui inizia il 21 novembre. Questa usanza si deve agli artigiani del rame che, costretti a viaggiare per lunghi periodi, chiesero al parroco della chiesa di suonare la Pastorale natalizia proprio il 21 novembre, per la festa della Madonna delle Grazie, invece che il 24 dicembre.

Agnone però è nota anche per il suo quartiere veneziano. Ma cosa ci fa un sobborgo di Venezia così lontano dalla Serenissima? L'esistenza di tante architetture tipiche di Venezia si deve al Conte di Pietrabbondante, capitano di ventura al servizio di Venezia, il quale possedeva il feudo di cui Agnone era parte e vi si trasferì nel 1139. Il Conte portò con sé artigiani, scalpellini, maestri orafi e così via e anche la chiesa del quartiere venne intestata a San Marco, patrono di Venezia.

La storia di Agnone e delle sue campane ha un'origine incerta, ma di sicuro qui la lavorazione dei metalli è un'arte che esiste da millenni. La prima campana agnonese di cui abbiano notizie risale a dieci secoli fa, ed è custodita nel museo della Pontificia Fonderia Marinelli

Nel corso del tempo sono stai tanti gli artigiani che hanno portato avanti quest'arte, ma è proprio la famiglia Marinelli quella che tutt'ora è ancora attiva ad Agnone e che non ha praticamente mai smesso di lavorare. 

Attraverso ventisette generazioni gli artigiani hanno saputo tramandare una tecnica che è rimasta praticamente invariata, facendo della fonderia Marinelli anche la più antica al mondo.

Le sue campane sono uniche, letteralmente. Per produrle, infatti, bisogna costruire uno stampo di mattoni e cemento in cui si cola il bronzo fuso. Per estrarre la campane lo stampo deve essere distrutto, per cui è impossibile realizzare due campane identiche.  

Semplici e sobrie o finemente decorate, piccole o enormi, le campane di Agnone hanno in ogni caso una qualità e una bellezza riconosciute in Italia e nel mondo. Da qui sono arrivate alcune campane illustri, come quella della Cattedrale di Buenos Aires, quella per il Giubileo del 2000 o quella del Santuario di Montecassino, ma anche tante altre.

Dal 1924, inoltre, la fonderia Marinelli ha ricevuto un importante e raro riconoscimento, cioè la possibilità di utilizzare lo stemma pontificio, per volere di Papa Pio IX. Nei decenni successivi anche i pontefici che sono venuti dopo hanno ceduto al fascino di questi luoghi e alla maestria dei suoi artigiani, venendo in visita alla fonderia di Agnone in più di un'occasione.

Nel museo adiacente alla fonderia ci sono diverse testimonianze della presenza di questi illustri ospiti, insieme a tanti altri reperti grazie ai quali potrai scoprire di più su questo interessante mestiere.

I rintocchi delle campane, sul tramonto, si fondono con i sentimenti di chi li ascolta.

Giuseppe Boniviri

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