Una vacanza all'insegna del benessere, della tranquillità ed in totale sicurezza in Valle d'Aosta, la regione più piccola d'Italia, capace di offrire tutto ciò che il visitatore cerca.

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Valle d'Aosta: un'oasi naturale di pace e tranquillità

Da sempre, la vacanza in montagna è stata simbolo di tranquillità, pace, libertà e benessere ma con l'avvento del Covid-19 un'esperienza lontano dal caos cittadino è anche sinonimo di sicurezza.

Questo è, infatti, ciò che è in grado di regalare la Valle d'Aosta, la regione più piccola d'Italia che si trova a nord-ovest della nazione. Diverse sono le caratteristiche che fanno della Valle d'Aosta una vera e propria oasi per il visitatore che desideri immergersi nel contesto serafico e distensivo di una natura incontaminata.

È la regione italiana con meno comuni, meno abitanti e, dunque, con minor densità di popolazione (38 abitanti per kmq contro i 418, 415 e e 332 rispettivamente di Lombardia, Campania e Lazio tanto per avere dei termini di paragone come riferimento). La Valle d'Aosta, con i suoi 3.260,85 kmq di superficie, è l'unica regione italiana a non essere divisa amministrativamente in province. Infatti, i confini dell'unica provinciaAosta – corrispondono con i confini gli stessi confini regionali.

La regione ha un'altitudine minima di 300 metri e massima 4810 metri che risultano essere maggiori rispetto a qualsiasi altra località italiana. L'altitudine maggiore, tra l'altro, è il record che vanta appunto il Monte Bianco (4810 metri), vetta più alta d'Europa, al confine tra Italia e Francia situato tra il comune italiano di Courmayeur e quello francese di Chamonix.

Inoltre, la Valle d'Aosta è famosa per essere circondata da ben 4 massicci che -incluso il Monte Bianco, la incastonano come fossero delle pietre preziose che costituiscono un gioiello. Si tratta dei 3 Giganti delle Alpi, vale a dire, in ordine di grandezza il Monte Rosa (4637 m), il Cervino (4478 m) ed il Gran Paradiso (4061 m).

Storia e origini della Valle d'Aosta

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L’area Megalitica di Saint-Martin-de-Corléans, rinvenuta ad Aosta nel 1969, attesta la presenza di insediamenti umani fin dal Neolitico. Il Cromlech del Piccolo San Bernardo, situato al confine tra l'Italia e la Francia, è uno degli altri luoghi che narrano le prime presenze umane, nonché il susseguirsi di popoli e civiltà nel corso dei millenni. Tuttavia, in tutta la regione, vi sono numerose tracce di siti preistorici risalenti ad epoche successive quali l'età del rame, del bronzo e del ferro. Il sito di Lignan, località a quota 1600 metri di altitudine nel comune di Nus, è un villaggio datato tarda età del bronzo e inizi età del ferro (circa 1200-900 a.C.).

La Valle d'Aosta si costituì inizialmente dall'incontro tra i Celti  che penetrano qui tra l'VIII e il V secolo a.C. e che, fondendosi ed integrandosi con la popolazione indigena, diedero vita alla popolazione dei Salassi. Successivamente, questi dovettero fare i conti con i Romani tra il II ed il I sec. a.C. a causa delle mire espansionistiche tese alla conquista di Gallia ed Elvezia (le odierne nazioni di Francia e Svizzera). La sconfitta dei Salassi, che furono costretti ad arrendersi ai Romani nel 25 a.C., ebbe come conseguenza diretta la fondazione della colonia di Augusta Praetoria, l'attuale città di Aosta, nonché la costruzione delle strade che portano ai colli del Piccolo e del Gran San Bernardo. In seguito, la regione subì un processo di cristianizzazione a partire dal IV secolo e nel V secolo Aosta divenne sede vescovile.

Durante l'alto medioevo, la Valle d'Aosta fu oggetto di contesa, dapprima, tra Goti e Burgundi e, successivamente tra Longobardi e Franchi. A partire dal 575, entrò a far parte del Regno Franco e vi rimase fino alla caduta dell'Impero Carolingio nel 888. In seguito, fu accorpata al Regno di Borgogna insieme alle vicine regioni transalpine oggi territori francesi e svizzeri. Con la caduta della dinastia dei Borgogna nel 1032 la Valle d'Aosta passò sotto il dominio del capostipite dei conti -successivamente duchi- di Savoia il conte Umberto e poi sotto il Regno di Sardegna. I discendenti del conte Umberto acquistarono sempre più potere nella regione nel corso dei secoli successivi e assoggettarono i signori locali e facendo numerose concessioni alle comunità rurali e urbane. Fu questo il periodo in cui proliferarono castelli, torri e roccaforti disseminati in tutta la regione e costruiti dalle famiglie aristocratiche quali ad esempio i conti di Challant.

I Savoia ne mantennero il controllo fino al XVII secolo, mentre dal XVI secolo e fino al XIX secolo la regione assistette ad un progressivo peggioramento economico e sociale a causa della peste del 1630 che devastò ben due terzi della popolazione, nonché per via dell'occupazione francese e della campagna napoleonica di fine XVIII secolo.

Nel 1796 la Valle d'Aosta venne invasa dalle truppe rivoluzionarie ed annessa alla Repubblica Francese nel 1796. All'Impero Francese appartenne per ben un decennio, vale a dire dal 1804 al 1814. Successivamente il Congresso di Vienna e la Restaurazione della monarchia sabauda sancirono il ritorno nella sfera d'influenza del ricostituito regno di Sardegna che divenne il Regno d'Italia nell'anno 1861 e l'annessione di gran parte della penisola con Nizza e Savoia inglobate sotto il dominio francese.

Durante il Risorgimento e la Prima Guerra Mondiale la popolazione valdostana pagò un pesante tributo in termini di vite umane. La creazione dello Stato italiano fece emergere per la Valle d'Aosta delle questioni di natura politica, sociale e culturale dovuti al suo particolarismo politico e linguistico che si inasprirono soprattutto durante l'epoca fascista. Come ben noto, il fenomeno di italianizzazione coatta da parte delle autorità fasciste costrinse la popolazione ad adeguarsi e a rinunciare al carattere di bilinguismo come unica alternativa all'emigrazione. Con la caduta del Fascismo e la fine della Seconda Guerra Mondiale, la Valle d'Aosta si vide riconosciuta autonomia sia politica che amministrativa nel 1948 da parte dello stato italiano e, oggi è una delle 5 regioni italiane a statuto speciale.


Valle d'Aosta: regione Covid free per sua conformazione naturale

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Nonostante le località costiere o le città d’arte siano ancora le mete più gettonate, ribadiamo l’importanza di scoprire a fondo i benefici di una vacanza in montagna. Innanzitutto, se si cerca relax l’ambiente alpino, tra pendii, massicci, boschi, valli e sentieri è l’ideale. Ad una certa quota non l'aria non è solo pura poiché priva di smog o inquinamento atmosferico, perché ad esempio a partire da 1500 metri risulta essere un toccasana per chi soffre d’asma o in particolare per chi è allergico agli acari che, avendo bisogno di umidità per vivere, a tali quote trovano un ambiente ostile. Inoltre, la presenza degli ioni negativi favorisce il metabolismo e stimola il funzionamento del sistema immunitario. Inoltre, tutti gli sport che è possibile praticare in montagna, sia in estate che in inverno, contribuiscono a mantenere e/o a ritrovare la forma fisica. Escursioni, trekking, pedalate in bici, alpinismo, arrampicate, rafting, canoa, kayak, golf, equitazione, pesce, parapendio, pesca e canyoning sono attività che migliorano la circolazione e il sistema cardiovascolare in generale, favoriscono la respirazione e potenziano il tono muscolare. Ma chiaramente passeggiare o praticare anche una sola di queste discipline all’aria aperta influisce sul nostro umore e grazie alla produzione di endorfine inducono al rilassamento e ad un benessere psicofisico totale: mens sana in corpore sano. Oltre all’aria, altro elemento di fondamentale importanza nella vita dell’uomo è l’acqua. Questa essenziale e preziosa sostanza che ad alta quota raggiunge la massima purezza, non solo è caratterizzata da un gusto ineguagliabile ma dalla capacità di depurare l’organismo almeno 3 volte in più rispetto all’acqua della maggior parte delle città in cui viviamo. Il ritmo lento scandito dall’orologio di madre natura è il più potente antistress che possa esistere per allontanare la frenesia e staccare completamente la spina e ricaricare le proprie batterie. Vogliamo dimenticare il cibo genuino? Assolutamente no, ricordando la Fontina come l’autentica protagonista della tradizione gastronomica valdostana. Uno dei piatti tipici più famosi è la Fonduta cioè una specialità tipica dove la fontina, il formaggio DOP targato Val d’Aosta, viene sciolta in una particolare pentola chiamata chaquelon e mangiata calda. O ancora la Polenta Concia, una tradizionale polenta di farina gialla, con fette di fontina e burro fuso o la squisita Seupa à la Vapelenentse o Zuppa alla Valpellinese, preparate con pane bianco raffermo fontina, burro, verza e brodo antica ricetta tramandata dalle nonne. E la tradizione enologica non è da meno considerando che la regione vanta un’antichissima vocazione vinicola che affonda le proprie origini addirittura nel I sec. d.C. Vini bianchi o rossi, DOP e IGP, ce n' è per tutti i gusti, tra cui i deliziosi Blanc de Morgex et de La Salle, Torrette, Nus Rouge, Chambave Rouge, Arnad-Montjovet, Nus Malvoisie, Enfer d'Arvier e Chambave Muscat.

In un contesto simile a quello che stiamo vivendo, vale a dire il post pandemia, la Valle d’Aosta assicura che il vostro soggiorno più o meno breve e che le vostre vacanze avvengano all’insegna della sicurezza e in modalità assolutamente covid-free. Respirare a pieni polmoni l’aria fresca di montagna, in tutta libertà e senza la costrizione della mascherina visto che notoriamente queste zone sono note per essere le meno densamente popolate. La montagna, per antonomasia, è il luogo meno frequentato dal turismo di massa tipico invece delle località balneari e dunque, da sempre, in un certo senso promuove il distanziamento nei suoi sterminati boschi e negli isolati sentieri alpini, senza alcun tipo di assembramento.

 Infinite sono le possibilità di scelta sia dal punto di vista dell’attività praticare ma soprattutto dal punto di vista delle meraviglie naturali, località e luoghi di interesse da visitare ed inserire nel vostro itinerario. Questa regione sarà in grado di regalarvi un soggiorno a misura d’uomo e privo di rischi in una spettacolare bellezza, ritrovando il benessere riappropriandosi del rapporto ormai perso con la natura e della tranquillità di un ambiente sicuro.

Alcune proposte di itinerari da percorrere in completa sicurezza

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Oltre ad una vacanza rigenerante propriamente detta, la Valle d’Aosta vi si concede in un’offerta ricca e variegata, con numerose possibilità per i visitatori di ogni genere e sorta. Con i paesaggi incontaminati e panorami incastonati tra le Alpi valdostane che fanno da sfondo, avrete veramente molte opzioni tra cui scegliere o da combinare tra loro per completare il soggiorno nella maniera a voi più congeniale.

A coloro che amano il tipico dell’ambiente montano consigliamo il Parco Nazionale del Gran Paradiso, situato al confine tra Valle d’Aosta e Piemonte. Esso si estende su 70.000 ettari di territorio per lo più montuoso, ad un’altitudine che varia tra gli 800 metri del fondovalle ed i 4.061 del massiccio di Gran Paradiso.

Nato per volontà del re Vittorio Emanuele III che decise di cedere allo Stato i suoi territori del Gran Paradiso a condizione che si destinasse a parco nazionale per la tutela della flora e della fauna alpina. Come sancito dall’art.1 del decreto istitutivo del parco, la sua finalità è quella di "conservare la fauna e la flora e di preservare le speciali formazioni geologiche, nonché la bellezza del paesaggio".

Istituito il 3 dicembre 1922, è il parco nazionale italiano più antico  e risulta essere l’area protetta alpina con maggior presenza di specie faunistiche: lo stambecco (simbolo del parco), il camoscio, marmotte, ermellini donnole, l’aquila, il picchio verde, il pettirosso, salamandre e vipere. Un totale di 167 specie vertebrate di cui 51 mammiferi, 3 anfibi, 8 rettili 4 pesci e in maggioranza uccelli (101 specie). Riguardo alla flora, si passa dai boschi di larici, abeti rossi, pini cembri e rari abeti bianchi del fondovalle a sconfinati pascoli alpini in quota e, salendo oltre i 4000 metri, il paesaggio si veste di rocce e ghiacciai. Il territorio è stato dichiarato Important Plant Area (IPA) a causa della ricchissima presenza di specie vegetali, se ne contano ben 968, per la biodiversità e l’eccezionalità delle specie rare. La zona del Parco Nazionale comprende comprende le valli di Cogne, Valsavarenche, Rhêmes e Valgrisenche, i pendii che dal fondovalle salgono verso il Mont Fallère e il vallone di Vertosan.

Vertosan, per l’appunto, è un vallone situato nel comune di Avise usato come pascolo brado dove vengono prodotte tra le migliori fontine della Valle d’Aosta. Rappresenta praticamente il cuore agricolo, caratterizzata dai numerosi e peculiari alpeggi, tipici della tradizione della Valle d’Aosta e del Trentino. L’alpeggio altro non è che un sistema di transumanza che consiste nel trasferimento del bestiame ad altra quota dalla primavera a fine estate. Da ammirare senza dubbio sono le peculiari costruzioni rustiche chiamate malghe, i contadini producono dei formaggi qualitativamente superiori in quanto gli animali godono anch‘essi dei benefici dell’ambiente montano. Località verdeggiante ed incontaminata e poco nota dal punto di vista turistico, sicuramente il luogo ideale per chi cerca una vacanza in tutta sicurezza lontano dalla folla. Ai suoi lati, il vallone è popolato da bellissimi boschi di abeti rossi e larici che ospitano caprioli, cervi e camosci e sorvolati dalla maestosa aquila reale. Il Vallone di Vertosan è raggiungibile dal comune di Saint-Nicolas, un piccolo borgo che vale la pena sicuramente visitare. A piedi o anche in mountain bike, a Vertosan si giunge anche dal caratteristico villaggio semiabbadonato di Vedun. La zona è perfetta per praticare l’escursionismo e, salendo al promontorio della Court de Bard che si affaccia sulla valle centrale a 2260 metri di quota, è possibile godere di una spettacolare vista del Monte Bianco e delle Valli del Gran Paradiso.

La Valpelline è una valle quasi per niente battuta dai normali flussi turistici ed ha dunque mantenuto il suo originario aspetto di montagna agricola dove la natura incontaminata domina incontrastata. Si tratta della più lunga valle laterale della regione che da Aosta risale fino al confine con la vicina Svizzera. Alcuni valloni laterali della Valpelline, quali ad esempio Vessona, Verdonaz e Montagnayes, sono luoghi praticamante solitari ed anche in altissima stagione si incontrano pochissime persone. Sono dunque mete ideali per gli amanti del wilderness -cioè dell natura selvaggia- o per chi vuole fare lunghe passeggiate in totale sicurezza.

Inoltre, anche il Cammino Balteo è poco conosciuto e frequentato. Il nome di questo particolare tracciato deriva dalla Dora Baltea, il fiume che si snoda attraverso tutta la regione ricevendo le acque dei torrenti di tutte le valli laterali. Adibito di recente, il percorso escursionistico interessa tutta la Valle d’Aosta a bassa quota, alla scoperta di luoghi poco conosciuti e fuori dai tradizionali itinerari turistici. È una proposta consigliata per rigenerarsi nel corpo e nello spirito, in particolare dopo questo lungo periodo di pandemia a partire dalla primavera fino all’autunno. In autunno, la montagna è ancor meno frequentata ed è un vero peccato in quanto è proprio questa stagione a regalare giornate terse e dai colori incomparabili. Gli amanti del fall foliage cioè del "fogliame autunnale" e delle fotografie di paesaggi incantevoli possono immortalare questo spettacolo che la natura ci offre assumendo le tonalità più calde, vibranti e romantiche e profumi che ci riportano all’essenza della Madre Terra.

Dal Mont Saint-Julien alla Becca di Nona, dalla Riserva di Tsatelet ai Laghi delle Laures attraversando valli, colli e boschi abbiamo diverse opzioni all’aperto da considerare per tenerci in forma e per recuperare il contatto con la natura praticando ad il trekking e il nordic-walking. Non solo sport e attività all’aria aperta, anche cultura, benessere e ottima tradizione gastronomica. Diversi sono gli itinerari alla scoperta di questo meraviglioso territorio. Le chiese ed i castelli, ad esempio, sono autentici pezzi di storia e testimonianze architettoniche degne di interesse come Castel Savoia, il Castello di Sarre, Castello di Fénis, quello di Issogne, Verrès, Ussel, Saint-Pierre, Sarriod de la Tour. Circa una sessantina tra castelli, fortezze e torri difensive simbolo di un passato feudale. Non dimentichiamo poi il fascino mistico della Cattedrale, di S. Orso e della sua collegiata e S. Lorenzo e ad Aosta. Suggestivi gli itinerari dello spirito che testimoniano la grande devozione popolare delle genti di montagna: santuari mariani, cappelle e croci votive erette sulle vette dei monti, ai bordi dei laghi alpini o di antichi ghiacciai. Possiamo, infine,  percorrere parte dell’antica Via Francigena, la strada del pellegrinaggio da Roma a Canterbury.

Spettacolari esempi di architettura tradizionale e moderna si possono apprezzare anche nelle stesse abitazioni dei famosi banchieri della famiglia Walser a Gressoney, nei borghi di Saint-Rhémy ed Étroubles e nelle ville a Courmayeur. È possibile, poi, ripercorrere e ammirare le vestigia romane lasciate nel corso dei secoli da questa meravigliosa civiltà nell’intero territorio valdostano come l'Arco di Augusto, Porta Pretoria e il Teatro Romano ad Aosta. Un tipico esempio è il ponte-acquedotto-romano o Pont d’Ael, acquedotto lungo la strada da Aymavilles a Cogne ed esattamente presso il piccolo borgo di Pont d’Ael. Essa rappresenta un’imponente opera in muratura e blocchi di pietra, alta circa 56 metri e lunga oltre 50.

Infine, in Valle d’Aosta si trovano 2 dei borghi valdostani unici ad essere inseriti tra i Borghi più Belli d’Italia: il borgo valdostano di Étroubles e quello di Bard. A circa 20 km da Aosta, nel cuore della Valle del Gran San Bernardo, il delizioso borgo di Étroubles risulta essere particolarmente suggestivo grazie al suo centro storico e al paesaggio montano circostante, dove è possibile respirare la fine e salubre aria di montagna. Caratteristiche le viuzze che si snodano tra case dai bellissimi balconi fioriti, fontanelle e botteghe. Di notevole interesse la chiesa parrocchiale del 1815 situata sul promontorio de la Tour dove un tempo sorgeva la torre di Étroubles. Le pietre di questa torre vennero utilizzate per costruire la chiesa. Lungo la strada che da Étroubles conduce alla frazione di Vachéry, si trova la prima latteria della Valle d’Aosta, risalente al 1853. A Vachéry si potrà ammirare anche l’antica torre chiamata Tour de la Vachère risalente al XII secolo.

 Bard, con i suoi circa cento abitanti è il più piccolo comune italiano. Con la sua posizione strategica, lungo la via Consolare romana costruita tra il 31 ed il 25 a.C., è sempre stato il fulcro della vita commerciale e militare. Il borgo medievale, dall’assetto pressoché intatto, è famoso per le sue circa 25 case storiche fra le quali Casa Nicole, Casa Challand, Casa Valperga dichiarate monumento nazionale. Dal promontorio roccioso su cui è situato, svetta l’omonimo Forte di Bard, accessibile mediante ascensori panoramici e che offre numerose possibilità di visita: il Museo delle Alpi, le Prigioni, il Museo delle Fortificazioni e delle Frontiere. Il forte è divenuto un rinomato polo museale che ospita mostre ed esposizioni temporanee e permanenti a livello internazionale, nonché sede di eventi e spettacoli durante tutto l’anno.

Questi sono solamente alcuni dei suggerimenti che proponiamo per scoprire o riscoprire la storia e tradizioni millenarie di una regione alpina, piccola ma ricca di tesori.  Regalatevi dei momenti di pace, benessere e tranquillità e soprattutto una vacanza all’insegna della sicurezza.

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