Le Grotte di Stiffe così chiamate perché nascono da quella che viene definita dai geologi una “risorgenza”, ovvero il punto in cui un fiume torna alla luce dopo un tratto sotterraneo; il caso di Stiffe è peculiare poiché questo punto è situato all’apice della forra che sovrasta il piccolo paese omonimo.

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Nel cuore dell’Abruzzo: le grotte di Stiffe

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La risorgiva di Stiffe è conosciuta da molti anni dagli abitanti del luogo. Siamo in possesso di una vasta documentazione storica, che fa risalire a molto tempo fa la conoscenza dei primi ambienti. Proprio la presenza di un copioso flusso d'acqua all'interno della grotta ha permesso, all'inizio del Novecento, la costruzione di una centrale idroelettrica: alimentata dall'acqua trasportata a valle attraverso una condotta forzata, si pensi che una parte è ancora visibile vicino all'ingresso, questa centrale è stata una fonte di energia fino alla sua distruzione durante la seconda guerra mondiale.

Il progetto di valorizzazione turistica della grotta risale a più di trent'anni fa, ma solo dopo un processo durato decenni si è giunti alla realizzazione effettiva della stessa negli anni Ottanta, anche se è il 1991 l'inaugurazione del Complesso Turistico "Grotte di Stiffe".

Siamo proprio nel comune di San Demetrio ne' Vestini, ed è in una delle sue frazioni che si trovano Le Grotte di Stiffe, esattamente in cima alla gola sopra l'omonima frazione.

Viaggio all’interno delle grotte

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In prossimità della grotta è possibile ammirare uno degli angoli più belli di tutto l’Abruzzo: da una parte lo sguardo si adagia sulla placida, morbida visione della conca aquilana, dominata dalla imponente mole della catena del Gran Sasso d’Italia, dall’altra s’inerpica sull’aspra parete rocciosa alta cento metri, che sovrasta l’ingresso della grotta, e si perde nella lussureggiante vegetazione della forra, attraversata da sentieri perfettamente percorribili.

Entrando nella grotta siamo totalmente avvolti da una sensazione non comune: le temperatura cambia rispetto alla superficie e siamo colpiti da giochi di luce meravigliosi, i quali ci proiettano in una dimensione arcaica del tempo; grazie alle gocce che cadono possiamo essere spettatori del fenomeno dello stillicidio che ha dato forma alle insolite stalattiti e stalagmiti; la vista si concentra sull’acqua che spumeggia sotto le passerelle, e si perde in lontananza per catturare ogni dettaglio delle concrezioni, il fiume sarà uno dei protagonisti principali, la sua corrente accompagnerà i visitatori tutto il tempo,nascondendosi quel tanto che basta per far sentire il silenzio, per poi ripresentarsi manifestandosi in tutta la sua potenza, in una maestosa sala dove confluirà in una enorme cascata, offrendo così uno spettacolo splendido ed inquietante.

 Uno degli aspetti che catturerà subito la nostra curiosità sarà il bianco candido delle pareti, colore caratteristico delle rocce calcaree, che, ad una certa altezza, viene bruscamente spezzato da due fasce scure che ci accompagneranno lungo tutta la grotta: ricordiamo che tale colorazione è dovuta alla presenza di ossidi metallici che sono stati depositati dal fiume nella sua azione millenaria.

Ma oltre gli interessi naturalistici le grotte ci hanno donato anche importantissimi reperti archeologici. Infatti proseguendo, poco più avanti, sulla sinistra, si nota una piccola cavità, formatasi a causa dell’azione erosiva del fiume, qui nel 1997, è stato rinvenuto materiale archeologico risalente al periodo del neolitico e dell’eneolitico antico e medio.

Proseguendo nella nostra visita, quindi, incontriamo un canyon particolarmente interessante per le forme erosive presenti, e, percorrendolo per qualche decina di metri costeggiando ed attraversando il fiume, raggiungiamo altri posti caratteristici: La sala del silenzio, la sala delle concrezioni, il Lago nero. Questi sono i luoghi che incontrerete in questo percorso meraviglioso e tanto affascinante che aspetta soltanto voi.

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