Il nome deriva dal greco flegraios, cioè “ardente”. Infatti, oltre a custodire i primi insediamenti greci in Italia e testimonianze archeologiche preziose per la storia dell’intera civiltà Occidentale, i Campi Flegrei sono geologicamente definiti come una caldera in stato di quiescenza. Conosciamo insieme l’antica storia e le affascinanti caratteristiche geologiche di quest’area campana.

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Aspetti geologici e acque termali

Durante i millenni, innumerevoli eruzioni vulcaniche provenienti da centri eruttivi differenti hanno interessato la zona dei Campi Flegrei creando una depressione, la cosiddetta caldera. La caldera dei Campi Flegrei ha un diametro di circa 15 km e si estende dalla collina di Posillipo, abbracciando la collina di Camaldoli, fino ad arrivare all’acropoli di Cuma e Monte di Procida. L’intera zona è ricca di luoghi di interesse dal punto di vista geologico:

-nell’area della Solfatara (Pozzuoli), alcuni dei numerosi crateri ivi locati presentano manifestazioni gassose che emanano i loro vapori sulfurei ad una temperatura che va oltre i 160 °C;

-ad Agnano, Pozzuoli e Lucrino, le manifestazioni sono idrotermali;

-vi è presente un lago di origine vulcanica, il lago d’Averno, in prossimità del Tempio di Apollo denominato “passaggio agli inferi” da Virgilio nell'Eneide;

-vi sono numerose sorgenti di acque termali, di cui le più famose sono disseminate su tutta l'isola di Ischia. Sulla terraferma, invece, le più rinomate sono le Terme di Agnano, di Lucrino e Puteolane, note per le importanti funzioni terapeutiche.

Origine dei Campi Flegrei

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I Campi Flegrei sono un ampio campo vulcanico e racchiudono una vasta zona a ovest di Napoli che comprende i comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto e Napoli (quartieri di Agnano e Bagnoli). Benché situate al di fuori del cratere originario, fanno parte dei Campi Flegrei anche le Isole di Ischia, Vivara e Procida, poiché condividono un pezzo di storia geologica parallela a quella dei vulcani sulla terraferma. Inoltre, accurate ricerche hanno individuato altri numerosi crateri sprofondati nel mare del golfo di Pozzuoli, rendendo ancora più suggestiva la storia della nascita di questo sito unico al mondo.

I Campi Flegrei sono considerati una zona ad alto rischio vulcanico e, per questo motivo, sono sempre monitorati dall’Osservatorio Vesuviano. L’intera area flegrea, infatti, è ancora oggi interessata da fenomeni vulcanici che continuano a trasformare lentamente il paesaggio. Il più evidente e caratteristico è indubbiamente il bradisismo. Periodicamente, l’area subisce un sollevamento o abbassamento del suolo, ma è cosi lento per l’uomo che non lo avverte! Tuttavia, le conseguenze della variazione di altezza del suolo sono osservabili in alcuni siti dove gli edifici emergono o vengono sommersi dall’acqua. Un esempio? Il Tempio di Serapide a Pozzuoli. La sua base è collegata al mare tramite una serie di cunicoli sotterranei. In questo modo, il bradisismo porta l’acqua ad inondare la struttura anche per diversi metri, rendendo possibile l’osservazione del fenomeno.


I Campi Flegrei tra natura, storia antica e miti

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La parte più antica dei Campi Flegrei è la città di Cuma, la prima colonia della Magna Grecia in Italia. L’antica popolazione dei cumani decise di stanziarsi per la prima volta sulla terraferma tra Bacoli e Pozzuoli (VII e l’VIII secolo a.C.), avviando il processo di diffusione della cultura greca in Italia. Con gli anni, Cuma espanse il suo predominio su quasi tutto il litorale campano, diventando una vera e propria potenza commerciale. Con la conquista romana, poi, pur perdendo la sua autonomia, la città venne riconosciuta come un punto di forza sia militare che commerciale, fino a guadagnarsi la privilegiata nomina di civitas sine suffragio (cittadinanza senza voto). A Cuma è indissolubilmente legato il mito della Sibilla Cumana, antica figura profetica delle religioni greca e romana. La sacerdotessa di Apollo divulgava i suoi oracoli nell’Antro della Sibilla, un’antichissima caverna artificiale. Gli Scavi archeologici di Cuma hanno portato alla luce le rovine dell’antica città greca e, oggi, l’Antro della Sibilla è uno dei siti di maggiore interesse turistico del Parco archeologico dei Campi Flegrei, insieme al Tempio di Apollo e al Tempio di Giove.

La città di Pozzuoli, anch’essa fondata da Greci, è fortemente legata alla storia di Roma. Il suo nome antico era Dicearchia, ma con la conquista romana della Campania prese il nome latino di Puteoli, cioè piccoli pozzi. La cosiddetta capitale dei Campi Flegrei divenne, poi, il porto di Roma verso l'Oriente per molti anni, trasformandosi in un’importante fulcro commerciale per l’Impero. Non a caso, qui ritroviamo numerose testimonianze dell’attività romana che rendono Pozzuoli una piccola Roma. Tra le rovine di edifici di epoca romana, ricordiamo il già citato Tempio di Serapide (Macellum, antico mercato), numerose necropoli, edifici termali, il Tempio di Augusto e il mastodontico Anfiteatro Flavio, il terzo più grande d’Italia dopo quelli di Roma (Colosseo) e Capua, al cui interno si svolgevano - come consuetudine del costume romano - spettacoli teatrali, musicali e le tipiche lotte dei gladiatori. Ad ogni modo, anche le testimonianze della storia plurimillenaria di Pozzuoli precedente al dominio romano sono ancora ben visibili. Il Rione Terra, il primo nucleo abitativo della città, racconta la storia di Pozzuoli dalla sua fondazione greca come Dicearchia alla sua evoluzione romana come Puteoli, fino ai giorni nostri. In particolare, i suoi sotterranei sono ricchi di suggestive rovine di antiche botteghe e case. Attraverso un percorso archeologico nel sottosuolo, è quasi possibile tornare nell’antichissima era di Dicearchia.

Sempre a Pozzuoli, troviamo la già citata area della Solfatara, un’oasi naturalistica composta da un complesso di 40 vulcani antichi che, nel 1700, fu inserita nel famoso “Grand Tour” che gli aristocratici europei intraprendevano per elevare la loro conoscenza del mondo. Nel XX secolo, poi, il sito iniziò ad essere usato anche come stabilimento termale. Oggi, il cratere vulcanico ancora attivo regala spettacolari emanazioni di vapori sulfurei.

La città di Baia, piccola frazione in provincia di Bacoli, ha radici storiche e mitologiche diverse. Secondo la leggenda, Bajos, il nocchiere di Ulisse morto e sepolto qui, avrebbe dato il nome a questa spettacolare insenatura situata tra Bacoli e Pozzuoli. La storia, invece, ci riporta indietro a migliaia di anni fa, quando l’attuale porto era occupato dalla terraferma, racchiuso in un abbraccio dai promontori di Punta dell'Epitaffio e di Punta del Castello che formava un bacino. In seguito, fu praticata un'apertura per costruire un canale che dava sull'attuale golfo di Pozzuoli. Da qui prese il nome questa piccola baia di origine vulcanica. In epoca romana, Baia è stata uno dei luoghi di ozio preferiti dagli imperatori. Lo spettacolare e suggestivo paesaggio costiero, insieme alla presenza di acque termali terapeutiche, permise alla città di diventare residenza estiva degli imperatori romani, accrescendo la sua importanza come meta dal lussureggiante e irresistibile fascino. A testimonianza di questo periodo d’oro, vi sono numerose rovine di ville imperiali, tra cui i Tempi di Mercurio e Diana, oggi visitabili presso il complesso archeologico di Baia. Tuttavia, la maggior parte dell’antico complesso urbanistico è sommersa. Infatti, Baia conserva la sua storia quasi interamente in fondo al mare. Nel corso di 2000 anni, i continui fenomeni di bradisismo hanno pian piano inghiottito totalmente la città, trasformandola in una piccola Atlantide italiana, oggi area marina protetta istituita con il nome di Parco sommerso di Baia. La città ospita anche il Museo Archeologico dei Campi Flegrei nel maestoso Castello Aragonese, costruito alla fine del ‘400 dall’omonima famiglia iberica regnante su antiche rovine di un palazzo imperiale romano.

Altra frazione di Bacoli, altra leggenda: la città di Miseno dovrebbe il suo nome all’omonimo trombettiere di Enea che sarebbe stato gettato in mare e annegato dopo aver sfidato Tritone col suono della sua tromba. In base al racconto di Virgilio, Enea avrebbe poi ritrovato il suo corpo e lo avrebbe seppellito sotto un enorme cumulo di terra, oggi il promontorio di Capo Miseno. In epoca Cumana, fungeva già da porto militare e marittimo, ma è col dominio romano che Miseno acquisì una grande rilevanza storica diventando la sede della base navale del Tirreno alle dipendenze dell’imperatore Augusto. A questa importante funzione, in seguito, Miseno affiancò anche uno spiccato carattere residenziale. Tra le maggiori opere edilizie romane a Miseno di epoca augustea, è di notevole importanza il gigantesco serbatoio che i romani costruirono per fornire acqua alle strutture militari del porto. La cisterna terminale di tale costruzione era il gigantesco serbatoio della Piscina Mirabilis, tutto scavato nelle splendide distese di tufo bianco tipiche della zona. Oggi, è possibile visitare parte di Piscina Mirabilis la quale, più che un antichissimo serbatoio, ha quasi l’aspetto di un tempio sotterraneo.


Il Parco regionale e il Parco Archeologico dei Campi Flegrei

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L’intera zona flegrea abbraccia un territorio di enorme importanza paesaggistica, biologica e naturale. A dimostrazione di ciò, nel 2003 viene istituito il Parco regionale dei Campi Flegrei, facendo della vasta caldera campana un’area naturale protetta. Le continue eruzioni hanno creato un paesaggio naturale unico al mondo, che ospita sorgenti termali, laghi, sedimentazioni di rocce peculiari del luogo (tufo giallo), fauna e flora autoctoni, e un terreno fertile che regala un pregiato patrimonio di vitigni.

Nel Parco regionale, sono state individuate e distinte tre grandi zone:

• Zona A - Area di riserva integrale, in cui l’ambiente è tutelato nella sua integrità in osservanza di legge. Fanno parte di questa zona Nisida, Montenuovo, Solfatara, Astroni e Punta Penna;

• Zona B - Area di riserva generale e riserva marina, di cui fanno parte Coroglio, Lago d’Averno, Capo Miseno, Cuma, Gaiola, Golfo di Baia ecc;

• Zona C - Area di riserva controllata, ossia soggetta a riqualificazione urbana e ambientale.

Oltre che di grande interesse paesaggistico e naturale, i Campi Flegrei rappresentano un importante sito culturale e archeologico secondo solo a Roma. E a Roma, infatti, è anche legata gran parte della loro millenaria storia. Nel 2016, il MiBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo) ha istituito il Parco Archeologico dei Campi Flegrei, dotandolo di autonomia speciale. Il Parco Archeologico racchiude un contesto singolare di interesse culturale, archeologico, storico e paesaggistico.

Conosciamo, dunque, i principali punti di interesse di questa splendida porzione di paesaggio campano.

Cuma

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Capo Miseno

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Rovine Etrusche della città di Cuma

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Dove soggiornare ai Campi Flegrei

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Visit Italy propone due tipologie di accomodation ai Campi Flegrei.

Un hotel 4 stelle molto confortevole: l'Hotel Tempio. L’Hotel Tempio, nasce nel 2001, dall’iniziativa imprenditoriale di una famiglia locale e dal suo desiderio di accoglienza e valorizzazione del territorio.

L’Hotel si trova, infatti, nell’interland Partenopeo, tra la quiete delle campagne della provincia di Napoli, ma è perfettamente collegato alle principali vie di comunicazione stradali che permettono facile accesso a tutti i siti archeologici dell’area flegrea, all’imbarco per le isole e a tutti i punti di interesse turistico della Regione Campania. Negli anni, si è affermato nel mercato ricettivo, puntando sempre ad un ospitalità cortese e professionale. Oggi, l’Hotel Tempio, è stato completamente rinnovato e punta a nuovi obiettivi di accoglienza professionale e di qualità, che solo un 4 stelle può offrire.

Lasciatevi stupire dallo stile imperiale e raffinato, curato nei dettagli, dell’ambiente rilassante e intimo, dall’accoglienza professionale e attenta.


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Un'altra proposta è la Villa Avellino, una romantica soluzione sia per coppie in viaggio di nozze che altri tipi di target.

Villa Avellino è una residenza storica nel cuore di Pozzuoli che ospita raffinati e confortevoli appartamenti recentemente restaurati. L’esclusività della posizione è quanto di meglio si possa pretendere per godere della bellezza del luogo e della sua posizione.

Ubicata sul promontorio che domina il lungomare di Pozzuoli, Villa Avellino gode di un panorama unico sul golfo e sulle isole di Capri, Ischia, Nisida e Procida, stando al tempo stesso nelle strette vicinanze del centro cittadino, dei famosi siti archeologici, degli esercizi commerciali e delle principali stazioni di trasporto pubblico (Metro, Cumana, Metrò del Mare).

La posizione strategica permette di muoversi in totale libertà senza dover ricorrere all’uso dell’automobile, per la quale è previsto un parcheggio interno gratuito.

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