
Dove si trovano le più suggestive e spesso nascoste volte affrescate in Italia? Scoprire i soffitti decorati presenti all'interno di opere sparse in tutto il Belpaese è un viaggio unico e avventuroso tra arte, storia e architettura. La pittura illusionistica, caratterizzata da una tecnica speciale come il sotto in su, ha una lunga storia alle spalle: nasce nel Rinascimento con Melozzo da Forlì (si parla spesso di prospettiva melozziana, come si può ammirare nella cupola della sagrestia di San Marco nella basilica di Loreto) e si sviluppa durante il Barocco e il Rococò fino ad arrivare ai nostri giorni.
Il risultato nella maggior parte dei casi è sbalorditivo: sono tanti i luoghi sorprendenti capaci di ammaliare, turbare e confondere persino gli osservatori più preparati, rigorosi ed attenti. Il modello per tutte le volte affrescate in Italia è il soffitto della Cappella Sistina con gli affreschi più belli e famosi al mondo: i capolavori di Michelangelo. In questo articolo, però, ti portiamo alla scoperta di 10 proposte alternative fuori dal consueto e dall'ordinario: alcune conosciute e apprezzate ma da vedere e rivedere, altre meno note e capaci di stimolare curiosità e meraviglia.

L'arte sopra di noi: le 10 più sorprendenti volte affrescate in Italia

Sailko, Wikipedia, CC BY-SA 3.0
L'illusionismo degli affreschi a soffitto è un tratto distintivo dell'arte italiana: lo stile con lo scorcio dal basso, considerata una delle tecniche più difficili da applicare, ha radici che risalgono alla pittura murale dell'antica Roma e tracce che si riscontrano nella Venezia del Cinquecento, dove al sostrato bizantino si amalgamano il tardo-gotico e l'orientalismo. È con il Rinascimento che l'illusionismo prospettico e il sotto in su irrompono nelle volte, con affreschi che danno la netta sensazione di estendersi oltre i confini materiali.
Da Nord a Sud, presenti in luoghi famosi lungo tutto lo stivale, l'Italia è ricca di opere di questo genere che stupiscono e invitano a guardare attentamente dettagli e particolari. Quel che rende le volte affrescate italiane così uniche al mondo è lo stile e la personalità degli artisti che le hanno realizzate. In ogni tappa (tranne una, perché non sempre accessibile al pubblico) è possibile scattare foto e ci sono visite guidate: siete pronti a lasciarvi incantare?
10. Chiesa di Sant'Ignazio di Loyola, Roma

Compagnia di Gesù
Campo Marzio è il quarto rione di Roma, una delle zone più antiche e suggestive della Capitale: è in questo quartiere storico, tra via del Corso e il Pantheon, che sorge la chiesa barocca costruita nel 1626 in memoria di Ignazio di Loyola, il fondatore della Compagnia di Gesù. Il vescovo Ludovico Ludovisi, nipote di Papa Gregorio XV, commissionò la volta dell'edificio e la finta cupola al pittore, architetto e matematico gesuita Andrea Pozzo, autentico maestro dell'illusionismo e teorico della prospettiva. L'effetto per chi visita la chiesa è sbalorditivo. La grande cupola affrescata nei pressi dell'altare è un'illusione ottica tridimensionale: in realtà, è un dipinto su tela che fa credere di trovarsi sotto una vera e propria cupola. Esiste pure uno specchio "magico" che si può usare per vedersi con il dipinto alle spalle.
Il grande affresco della volta, La gloria di Sant'Ignazio, offre il secondo incredibile gioco prospettico. Il visitatore e la visitatrice che si posizionano sopra il disco di marmo giallo al centro della navata hanno l'illusione che l'immagine sfondi il soffitto e che il tetto sia infinito. Grazie al cielo azzurro, alle nuvole e agli elementi architettonici come colonne, archi e trabeazioni, si percepisce nettamente la sensazione di ammirare una seconda chiesa sovrapposta a quella reale. L'obiettivo di Pozzo è restituire l'immagine di Sant'Ignazio sostenuto dagli angeli come portatore della grazia di Dio oltre i confini del mondo. Al centro dei lati corti della volta campeggia un versetto del Vangelo di Luca che è l'ispirazione dell'autore: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra, e che cosa voglio se non che arda?”.
9. Chiesa di San Pantalon, Venezia

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Pantaleone di Nicomedia (in Bitinia, nell'odierna Turchia) è uno dei martiri più famosi della Chiesa: il suo culto è molto antico (la sua morte risale al 305, durante le persecuzioni di Diocleziano) e si esalta a Venezia, nel sestiere di Dorsoduro. È qui che dal 1704 sorge l'edificio progettato da Francesco Comin che sul soffitto presenta non un affresco, ma un enorme dipinto su tela realizzato con la tecnica del telero, ovvero una stesura pittorica ad olio messa su un telaio di legno di grandi dimensioni e collocata sulla parete a simulare un affresco. Martirio e gloria di san Pantaleone unisce 44 tele e si estende su un totale di 443 metri quadrati: per questo motivo è considerata l'opera più grande al mondo.
L'autore è il pittore veneziano Giovanni Antonio Fumiani, impegnato per oltre vent'anni (dal 1680 al 1704) nella decorazione di questo soffitto. Specializzato nelle scenografie teatrali, nella fusione tra architettura reale e fantastica e negli scorci prospettici dal basso verso l'alto, Fumiani ricostruisce la condanna a morte di San Pantalón da parte dell'imperatore romano Galerio Massimiano in questo mastodontico insieme di dipinti che fanno un utilizzo incredibile della prospettiva. Accolto da Gesù in Paradiso e circondato da angeli in festa, Pantaleone è al centro della scena; i dodici apostoli sono nella parte sottostante, le quattro virtù cardinali e le tre virtù teologali sono agli angoli della controfacciata e a quelli del presbiterio. Sulla destra c'è la scena del giudizio, sulla sinistra appaiono i carnefici. A completare l'opera sono le rappresentazioni di orgoglio e furore, giustizia e pace. Pantaleone torna in sei tele presenti nella cappella della chiesa, ad opera di Fumiani, Paolo Veronese, Jacopo Palma il Giovane e Gregorio Lazzarini.
Scopri tutta Venezia con il Visit Venice Pass8. Castello di Sammezzano, Leccio (Reggello)

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Poco fuori Firenze, nel comune di Reggello, sorge un antico maniero con parco di 65 ettari appartenuto dall'ottavo secolo a diverse importanti famiglie della nobiltà cittadina. Dalla metà dell'Ottocento è Ferdinando Panciatichi Ximenes D'Aragona a riprogettare questo prestigioso complesso in puro trompe-l'oeil. Il castello toscano diventa così l'unico esempio di architettura orientalista in Italia: l'atrio delle colonne, la sala dei pavoni, la sala dei gigli sono soltanto alcuni spazi che lasciano i visitatori e le visitatrici a bocca aperta per l'insieme di decorazioni con mosaici, stucchi policromi, cupole, bassorilievi ed elaborati soffitti.
I lavori commissionati da Ximenes D'Aragona, avviati nel 1843 e conclusi nel 1889, fanno immergere in un luogo suggestivo e fuori dal comune che incrocia i mandala della tradizione indiana con l'arte araba andalusa. Negli anni Sammezzano è set di numerosi film, da Il fiore delle Mille e una notte di Pier Paolo Pasolini a Il racconto dei racconti - Tale of Tales di Matteo Garrone. Alla morte di Marianna, la figlia ed erede di Ximenes D'Aragona, il castello riversa per decenni in stato di abbandono, nonostante la vendita all'asta nel 1999 e alcuni lavori di restauro. Soltanto nel maggio del 2025 l'edificio viene acquistato dalla famiglia fiorentina Moretti (Ginevra, la figlia dell'imprenditore Giorgio, e suo marito Maximilian Fane) per 18 milioni di euro e rinasce in vista dell'apertura al pubblico.
7. Duomo di Firenze

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La cattedrale di Santa Maria del Fiore è il simbolo di Firenze e una delle chiese più famose d'Italia. Il merito è della cupola del Brunelleschi, della discussa facciata di Arnolfo di Cambio portata a termine da Emilio De Fabris e soprattutto degli affreschi di Giorgio Vasari e Federico Zuccari. Il Giudizio universale che decora l'interno della cupola, avviato da Vasari nel 1572 e completato da Zuccari nel 1579, rappresenta la pittura parietale più estesa del mondo: 700 figure dipinte su oltre 3.600 mq di superficie. Ammirare i dettagli di queste decorazioni lascia davvero senza fiato. In totale si contano 248 angeli, 235 anime, 102 personaggi religiosi, 35 dannati, 23 putti, 21 personificazioni, 14 mostri, 13 ritratti e 12 animali.
In questa infinità di allegorie, santi e dannati, angeli e demoni, ci si perde. Il senso di lettura, infatti, è sia verticale in ordine agli spicchi che orizzontale in base ai registri concentrici sovrapposti. Il passaggio da Vasari a Zuccari segnò anche un cambio di tecnica e stile: dal tradizionale affresco fiorentino alla tempera su muro, dallo titanismo michelangiolesco al pietismo raffaellita. Sopravvissuti fino ad oggi nonostante al tempo dell'inaugurazione non tutti fossero soddisfatti del risultato finale, gli affreschi della cupola sono stati oggetti di un lungo intervento di restauro tra il 1980 e il 1995. Lo spettacolare ciclo pittorico che decora l'immenso intradosso della cupola l'ha trasformata a tutti gli effetti nella Cappella Sistina fiorentina.
Visita il Duomo di Firenze6. Duomo di Parma

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Consacrata nel 1106 e completata nel 1178, la cattedrale romanica di Santa Maria Assunta è un luogo speciale di arte, storia e spiritualità. Cuore della città ducale, il duomo custodisce tre grandiosi affreschi per soffitto di uno dei più importanti pittori rinascimentali: Antonio Allegri detto il Correggio. Il più sbalorditivo e straordinario è L'Assunzione della Vergine, meravigliosa opera prospettica e capolavoro di illusionismo visivo che decora la cupola ottagonale della basilica. Conclusa nel 1530 e definita scandalosa da alcuni critici, l'opera incrocia lo stile rinascimentale con l'arte barocca. San Bernardo degli Uberti, San Giovanni Battista, San Giuseppe e Sant'Ilario, i quattro santi patroni di Parma, campeggiano all'interno di finte conchiglie nei pennacchi. Gli apostoli spiccano in primo piano nel parapetto trompe-l'oeil, dipinti sopra una finta cornice.
Sul lato occidentale della cupola, e non al centro, a colpire chi osserva ai piedi della scala che porta dalla navata centrale all'altare è l'ascensione di Maria che sale al cielo: da una grande e abbagliante luce gialla scende Cristo per accogliere la Madonna, accompagnata da un vorticoso intreccio di angeli, putti e figure bibliche. I patriarchi guidati da Adamo sono alla destra della Vergine, Eva conduce le figure femminili alla sua sinistra. Il Paradiso secondo Correggio è un'esplosione di gioia, un tripudio di canti e suoni: un concetto assolutamente innovativo, ancora oggi a 500 anni di distanza.
5. Camera degli Sposi del Castello di San Giorgio, Mantova

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Nata come residenza ufficiale dei Bonacolsi, il Palazzo Ducale è famoso soprattutto come reggia dei Gonzaga, i duchi della città virgiliana. Nel torrione nord-est del Castello, parte del palazzo e uno dei monumenti cittadini più iconici e rappresentativi, sorge la cosiddetta Camera picta, come veniva chiamata nelle cronache antiche: una camera per udienze e di rappresentanza, che voleva celebrare i successi politici e sociali della famiglia di Ludovico III in occasione dell'elezione a cardinale del figlio Francesco. La decorazione delle pareti venne affidata al pittore di corte Andrea Mantegna, che tra il 1465 e il 1474 portò a compimento un lavoro entrato a pieno titolo nella storia dell'arte.
L'elemento che ha reso la sala famosa e ammirata in tutto il mondo è l'innovativo affresco del soffitto che genera l'effetto di una finta volta e l'illusione della profondità, con al centro uno stupefacente oculus che porta oltre ogni limite gli esperimenti della Cappella Ovetari di Padova. Incorniciato da festoni di frutta e fogliame, l'oculo aperto verso il cielo raduna intorno a una balaustra diversi personaggi: svariati putti (alcuni pericolosamente in bilico sull'orlo, a rafforzare il gioco prospettico), una dama di corte con la sua domestica nera, tre donne di servizio della casa, una pianta in vaso e un esotico pavone. Una visione vertiginosa, restaurata nel 1987 e assolutamente imperdibile.
4. Cappella Sansevero, Napoli

Museo Cappella Sansevero
I turisti che affollano il capoluogo campano fanno tappa obbligatoria al duomo per visitare la cattedrale e la cappella del Tesoro di san Gennaro con il suo ciclo di affreschi barocchi realizzati su volte e cupola dal Domenichino e da Giovanni Lanfranco. Meno battuta dal turismo mordi e fuggi ma non meno suggestiva è la volta a botte della Cappella Sansevero, completamente affrescata da Francesco Maria Russo nel 1749. Il capolavoro barocco che ricopre l'intero soffitto è conosciuto come Gloria del Paradiso o Paradiso dei di Sangro, dal nome del principe di Sansevero, Raimondo di Sangro, geniale esoterista, studioso di arte militare, inventore e sperimentatore della cosiddetta pittura oloidrica (un impasto segreto che permette ai colori usati per gli affreschi di resistere agli agenti atmosferici) che commissionò quasi tutte le opere scultoree e pittoriche contenute all'interno della struttura.
Gli effetti spaziali, l'illusione tridimensionale, i colori vivi ed intensi, le esplosioni di luce sono i tratti distintivi dell'affresco, insieme alla potente simbologia presente nell'elemento centrale: la colomba dello Spirito Santo, coronata da un'aureola triangolare (simbolo della Trinità, ma anche il delta della nascita cosmica e la luce nell'iconografia massonica) e circondata dagli angeli. Tra una finestra e l'altra colpiscono l'occhio di chi guarda i sei medaglioni con i ritratti dei santi della famiglia di Sangro. Nel cuore del centro storico di Napoli, fuori dai tradizionali itinerari turistici, la Pietatella (così è chiamata la chiesa, da Santa Maria della Pietà) custodisce questa straordinaria volta che proprio grazie alla pittura oloidrica, continua a stupire a distanza di quasi tre secoli dalla sua realizzazione.
Scopri tutta Napoli con il Naples Pass3. Sala Clementina, Città del Vaticano
Il Palazzo Apostolico del Bramante è l'imponente edificio vaticano dove ogni domenica si affaccia il Papa per il tradizionale Angelus. Storica e solenne residenza del Pontefice, è composta da numerose cappelle apostoliche (le più note sono la Sistina, la Paolina, la Niccolina, la Redemptoris Mater e quella di Urbano VIII), dagli antichi appartamenti e cortili pontifici e soprattutto dalle celebri Sale: la Sala Regia, la Sala Ducale, le Logge di Raffaello e le varie sale d'onore riservate alle udienze. La sala più grande e affascinante è la Sala Clementina, costruita intorno al 1598 da Clemente VIII della famiglia Aldobrandini che la dedicò a Clemente I, il terzo Papa della storia.
L'intera Sala Clementina, al secondo piano del palazzo, è ricoperta da straordinari affreschi rinascimentali, ma a spiccare sul soffitto è l'Apoteosi di San Clemente di Giovanni Alberti da Borgo San Sepolcro, il pittore che con il fratello Cherubino e il collega Baldassare Croce si occupò degli affreschi su volta e pareti della sala. Il martirio, l'ascesa al cielo e l'eredità spirituale di Clemente, una delle figure più misteriose e intriganti nella storia del cristianesimo, dominano la volta. Un elemento dell'opera è tornato prepotentemente d'attualità nel 2025: la decorazione delle chiavi decussate del Pontefice, emblema del potere di San Pietro, e i due angeli che sostengono il gonfalone, l'umbraculum papale simbolo della Chiesa cattolica.
Quest'immagine è stata utilizzata come grafica per i quattro francobolli emessi dal Vaticano per la Sede vacante 2025, il periodo di tempo che è intercorso tra la morte di Papa Francesco e l'elezione del suo successore, il cardinale statunitense Robert Francis Prevost diventato Papa Leone XIV. Una scelta non certo casuale: nella Sala Clementina viene esposto il corpo del Papa dopo la sua morte. Oggi la sala è un ambiente inaccessibile al pubblico e non fa parte del circuito previsto per la visita dei Musei Vaticani: viene aperta soltanto in occasioni speciali e attività formali quali vertici, udienze riservate ai cardinali, incontri con i capi di Stato e per le visite private da parte delle autorità durante le esequie.
Visita i Musei Vaticani2. Pantheon, Roma

Architas, Wikipedia, CC BY-SA 4.0
Fondato nel 27 a.C. da Marco Vipsanio Agrippa e costruito come tempio dedicato a tutte le divinità passate, presenti e future, il Pantheon viene ricostruito sotto Adriano e diventa una basilica cristiana con Papa Bonifacio IV, trasformandosi in Santa Maria ad Martyres. Non ha una volta affrescata, ma la sua cupola in calcestruzzo detiene il record di più grande del mondo (superiore per diametro a quelle di San Pietro, del Duomo di Firenze e di Santa Sofia ad Istanbul) e un interno che, una volta immersi nella sua bellezza, lascia stupefatti. La decorazione è composta da cinque ordini di 28 cassettoni (28 è il numero perfetto, somma di 1 + 2 + 3 + 4 + 5 + 6 + 7) di misura decrescente, interrotti da un oculus zenitale (un buco di quasi 9 metri di diametro) in grado di illuminare l'ambiente esterno.
Proprio a causa dell'oculus sopra la cupola, unica finestra da cui penetra la luce, nel Pantheon piove: le gocce entrano attraverso il foro, ma il pavimento con il centro concavo, i lati spioventi e 22 uscite è progettato per fare in modo che non si possano formare pozzanghere. Ad attirare l'occhio è però l'architettura della cupola tutta in calcestruzzo, senza una telaio su cui reggersi. Il merito è di Adriano, che suggerì ai suoi architetti di alleggerire la struttura man mano che si sale in altezza, facendo ridurre lo spessore del muro e mescolando al calcestruzzo materiali come il travertino e la pietra pomice. “È il più bel resto dell'antichità romana: un tempio che ha così poco sofferto, che ci appare come dovettero vederlo alla loro epoca i romani”, ha scritto Stendhal nell'Ottocento quando visitò il Pantheon per la prima volta.
1. Palazzo Farnese, Roma

Andrea Gennari, Wikipedia, CC BY 2.0
Nel 1594 il cardinale Odoardo Farnese chiamò a Roma il bolognese Annibale Carracci, uno dei pittori più importanti dell'epoca, per decorare la galleria di Palazzo Farnese, anticamente considerata una delle quattro meraviglie della città. Tra il 1597 e il 1608 Annibale si fece aiutare dal fratello Agostino e da alcuni allievi, tra i quali il Domenichino, per realizzare una volta di 20 metri affrescata con soggetti mitologici ispirati agli amori degli dèi e a scene delle Metamorfosi di Ovidio. Nella fascia centrale ci sono il trionfo di Bacco e Arianna con Pan e Diana a sinistra e Mercurio e Paride a destra. In alto appaiono Ercole e Iole, Aurora e Cefalo e Venere e Anchise; in basso Giove e Giunone, il trionfo marino e Diana ed Endimione; a destra Polifemo e Galatea e Apollo e Giacinto; a sinistra Polifemo e Aci e il ratto di Ganimede; nei medaglioni Ero e Leandro, Pan e Siringa, Ermafrodito e Salmaci e omnia vincit Amor, Apollo e Marsia, Borea e Orizia, Orfeo e Euridice e il ratto di Europa.
La volta Farnese è un capolavoro del Rinascimento: scultura, pittura e architettura si sovrappongono; al fregio si alternano il sistema architettonico e quello a quadri riportati; gli affreschi offrono giochi ottici e prospettici unici per raccontare l'amore e il rapporto tra dimensione spirituale e carnale. La decorazione di Palazzo Farnese si concluse nel 1608 e poco meno di un anno dopo, il 15 luglio 1609, Annibale Carracci morì ad appena 49 anni vittima di una profonda depressione, forse causata dal mancato apprezzamento del suo committente. Ma il lavoro del pittore emiliano rimane un unicum: realista tra i manieristi, con i suoi studi dal vero ha anticipato di anni la nascita del Barocco in Italia.
L'autore
Scritto il 14/05/2025
Alessandro Zoppo
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