Ancora una volta la Calabria si aggiudica un importante riconoscimento. Dopo Tropea, eletta "Borgo dei Borghi 2021" ora è il turno di Vibo Valentia, proclamata "Capitale italiana del Libro 2021"

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Vibo Valentia, Capitale italiana del Libro 2021

Ennesimo primato per la Calabria. Dopo Tropea, proclamata "Borgo dei Borghi 2021", è la volta di Vibo Valentia che si è aggiudicata il titolo di "Capitale italiana del Libro 2021".

Istituito nel 2020 per volere del Ministro della Cultura Dario Franceschini, mediante legge n. 15 del 13 febbraio 2020, questo riconoscimento vede ogni anno l'assegnazione del titolo "Capitale italiana del Libro" ad una città italiana. Tale iniziativa ha lo scopo di promuovere progetti ed attività volte a favorire la lettura mediante selezione secondo apposite modalità stabilite. Come avvenuto per la Capitale italiana della Cultura, che si ispira chiaramente al titolo Capitale Europea della Cultura, anche il riconoscimento della Capitale mondiale del Libro assegnato annualmente dall'UNESCO ha dato vita nel nostro Paese a questa fondamentale esigenza di diffondere il libro e la lettura.

La città assegnataria del titolo riceve contributi per il finanziamento dei progetti presentati fino ad un importo di 500.000 euro, che rappresentano una cifra sostanziosa per i progetti atti a favorire la circolazione della lettura. Nel 2020, non essendovi il tempo di seguire l'intera procedura, il titolo è stato conferito alla città di Chiari, in provincia di Brescia. Per la seconda edizione, la proclamazione è avvenuta in una conferenza stampa in diretta live dal sito del Ministero durante la quale il Ministro Franceschini ha annunciato la vittoria della città calabrese tra una rosa di candidate finaliste (composta anche da Ariano Irpino, Caltanissetta, Campobasso e Pontremoli) selezionate tra 23 città.

La motivazione è stata la seguente “La città prescelta si è distinta per la qualità delle iniziative presentate, esposte con una chiarezza in cui si fondono rigore ed entusiasmo: ‘l’idea di base’, era scritto nell’introduzione al progetto che ha vinto, ‘è di far entrare prepotentemente il libro nella vita delle persone”. Un riconoscimento importante per Vibo Valentia, la cui amministrazione comunale sta lavorando duramente per la promozione culturale per una rinascita a 360 gradi della città. 

Origini ed evoluzione storica

Vibo Valentia, oltre ad essere un capoluogo di provincia che comprende 50 comuni, è una località calabrese posizionata su un colle a 476 metri sul livello del mare. Fa parte di quel tratto di costa del Tirreno meridionale denominato "Costa degli Dei" o anche "Costa Bella" in quanto da qui si può godere di viste spettacolari sulle vicine isole Eolie in Sicilia.

È una città dalle origini antichissime che vanta una storia millenaria, le cui prime tracce risalgono al Neolitico. Inizialmente denominata Veip, era una delle colonie della Magna Grecia fondate sul versante tirrenico della Calabria durante la prima fase di colonizzazione greca dell'Italia meridionale (circa VII secolo a.C.). Sembrerebbe che i greci attribuirono alla città un mitico fondatore, Ippone, eroe che, a seguito della caduta di Troia approdò sulla costa calabrese, fondando appunto la colonia che prese il nome di  Hipponion. Numerose sono le testimonianze di quest'epoca di fiorente sviluppo, fra cui i resti delle mura greche, vale a dire le mura difensive dell'antica città di Hipponion. Successivamente, stando ai racconti dello storico greco Strabone, i Romani conquistarono la città intorno al III sec. a.C. Fu così che Hipponion venne ribattezzata con il nome latino di Valentia e latinizzando anche l'antica denominazione Veip, trasformandola in Vibo. La colonia romana di Vibo Valentia aveva un fondamentale ruolo di controllo sulla costa, acquisendo sempre più ricchezza e importanza. Il suo porto divenne un fiorente punto di snodo, l'unico scalo tra la Sicilia e Napoli e dal quale si movimentavano numerosi traffici commerciali che oggi definiremmo import-export. A seguito del declino e della successiva caduta dell'Impero Romano, il nome di Vibo Valentia venne sostituito da Vibona come testimoniano gli atti della Chiesa datati 451 che provano l'esistenza di un vescovato. A partire dal V-VI secolo Vibona venne invasa e distrutta dai barbari: dapprima dai Goti, seguiti dagli Ostrogoti, Vandali e, infine, i Longobardi. Nel 536 passò sotto il dominio bizantino del generale Belisario. Numerosi furono i saccheggiamenti da parte dei Saraceni, di cui quello del 983 portò alla sua totale e completa devastazione. Durante il dominio normanno-svevo, Vibona vide qualche segno rinascita e prese il nome di Monteleone. Verso la metà dell'XI secolo, il condottiero normanno Ruggero il Guiscardo, vista la sua cruciale posizione strategica, fece costruire la fortezza, contribuendo al rifiorire della città con un notevole incremento demografico ed economico. Durante la dominazione angioina la città si sviluppò e si ingrandì e su questa scia si continuò con gli Aragonesi, periodo fiorente che portò alla nascita di numerose attività artigianali e commerciali molto importanti. Grazie all'arrivo di alcuni ordini religiosi, si conobbe un momento di grande fermento dal punto di vista puramente culturale. La città subì anche la dominazione di Napoleone negli ultimi anni del Settecento, quando entrò a far parte della Repubblica Partenopea. Successivamente,  Ferdinando IV di Borbone assunse il titolo di Ferdinando I Re Delle Due Sicilie ed iniziò un periodo di restaurazione per Monteleone. Nel 1860, con l'arrivo di Garibaldi si aprì la fase che portò all'Unità d'Italia. Fu solo nel 1928, in epoca fascista, la città assunse nuovamente il suo nome definitivo di Vibo Valentia in omaggio alla politica di romanizzazione tipica del regime.

Vibo Valentia, uno scrigno di tesori e sapori

Dopo questo breve ma denso excursus storico, pregno dell'influenza di numerose culture nel corso dei secoli, si può certamente affermare che Vibo Valentia è una culla di storia e tradizioni millenarie, di un patrimonio inestimabile.

Senza dubbio, tra le strutture di maggior rilevanza, il Castello normanno-svevo di epoca medievale domina tutt'oggi la città ed è sede del Museo Archeologico Statale che ospita numerosi reperti antichi. La sua costruzione risale all'epoca normanna, ma venne ampliato da Carlo d'Angiò nel 1289, assumendo grosso modo l'aspetto attuale. Nel XV secolo fu rafforzato dagli Aragonesi e tra il XVI e XVII i Pignatelli gli diedero la funzione di dimora nobiliare, facendo perdere completamente il suo ruolo di fortezza militare.

Altro esempio di architettura militare o fortezza è il Castello di Bivona, che sorge nell'omonima frazione. Venne edificato nel 1304 sui resti di una villa romana, la sua struttura ha pianta quadrangolare munita di mura perimetriche ai cui angoli vi sono torri circolari merlate. Dal punto in cui sorge, nei pressi di un'insenatura naturale in località Marina di Vibo, si può ben intuire che avesse una funzione di controllo sul porto. Nel 1500 divenne sede della fabbrica dello zucchero e fu necessario costruire un livello superiore. A partire dal 1700, il castello venne lasciato all'incuria e all'abbandono. Oggi, le mura si presentano ben conservate, a differenza delle torri mentre il piano superiore è crollato, come si può notare direttamente dalla strada.

Inoltre, di notevole interesse sono la Porta e torre del Conte d'Apice e l'Arco Marzano due porte dell'antica cinta muraria medievale.

Numerosi gli edifici religiosi, tra i quali degno di menzione è il Duomo conosciuto anche come Chiesa di Santa Maria Maggiore e San Leoluca. Costruita nel XVII secoli sui resti di una basilica bizantina, venne restaurata a seguito del terremoto del 1783. Presenta una pianta a croce latina a navata unica. Sovrastata da una volta a botte decorata con affreschi del pittore architetto vibonese Emanuele Paparo e stucchi del XVIII e XIX secolo. Il portale in granito, minuziosamente decorato dallo scultore Giuseppe Niglia, narra le vicende storiche di Vibo Valentia. Notevoli opere di pregio sono custodite all'interno del Duomo, tra i quali l'altare maggiore del XVIII secolo in marmo policromo opera dello scultore Francesco Raguzzini e, sui pennacchi della cupola, dipinti del pittore vibonese Giulio Rubino raffiguranti i quattro Evangelisti. 

 E ancora il Santuario della Madonna della Salute (Chiesa di Santa Ruba), la Chiesa del Rosario, la Chiesa del Carmine, la Chiesa di Santa Maria degli Angeli, la Chiesa di San Michele, la Chiesa dello Spirito Santo, la Chiesa Santa Maria la Nova, la Chiesa di Santa Maria del Soccorso e la Cappella della Madonnella, di epoche e stili differenti tra loro.

Infine, degni di menzione sono i resti delle mura dell'antica Hipponion, le Terme e Domus Romane di Vibonia, il Tempio dorico di Persefone, il Tempio ionico di Kore-Persefone-Demetra, la Necropoli greca, il Tempio dorico Cava Cordopatri, il Battistero paleocristiano, la Domus romana di Piazza San Leoluca e le Fornaci Romane.

A completare il quadro appena descritto, essendo un'importante località turistico balneare, sono il mare turchese e cristallino e spettacolari spiagge da cartolina, ammirate all'Italia e all'estero dove è possibile praticare numerose attività acquatiche.

Il porto, altra struttura di notevole interesse, costituisce una base per il commercio e per il turismo, ed in particolare per il settore ittico e da cui partono, durante il periodo estivo, collegamenti con le isole Eolie. Come accennato in precedenza, Vibo Valentia è parte della spettacolare Costa degli Dei, un tratto di litorale lungo circa 55 km.

Procedendo verso l'entroterra il paesaggio muta divenendo arrivando all'altopiano e all'area protetta Parco Naturale Regionale delle Serre che custodisce al suo interno l'Oasi del Lago Angitola. Numerose le specie di flora e fauna presenti nell'area che si estende tra l'Aspromonte e la Sila e che abbraccia tre province calabresi: Vibo Valentia, Reggio Calabria e Catanzaro.

A coronare questo connubio di storia, arte, paesaggi meravigliosi e verdeggianti, mare e spiagge sono senza dubbio le antiche e prelibate tradizioni gastronomiche: vini, insaccati, olio, prodotti da forno e dolci, Il peperoncino di Spilinga...

Per il vostro viaggio a Vibo Valentia, dunque, avete l'imbarazzo della scelta: da dove cominciate?


  

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