La Sardegna è una grande isola appartenente all’Italia e abbracciata però da tutti gli stati europei che si affacciano sul mediterraneo.

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Siti archeologici della Sardegna, il nuraghe di Barumini

La Sardegna è una grande isola appartenente all’Italia e abbracciata però da tutti gli stati europei che si affacciano sul mediterraneo. Meravigliosa, rigogliosa, verde e per questo abitata sin dai tempi più antichi. Popolazioni arcaiche e scambi commerciali rendono oggi l’isola appetibile non solo per gli amanti del mare, meraviglioso tra l’altro, ma anche per coloro che amano l’archeologia. Tantissimi i siti archeologici dell’Isola, alcuni di origini veramente remote. Tra i più importanti da vedere, Barumini che ad oggi è una piccola cittadina situata nella provincia del Sud Sardegna, che conserva all’interno del suo territorio un tesoro unico e inestimabile. Stiamo parlando del villaggio nuragico di Su Nuraxi, un luogo del mondo che vi lascerà senza parole, per tutti gli amanti delle popolazioni antiche tra i patrimoni dell’umanità.


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I luoghi della popolazione nuragica. Oggi patrimonio dell’Unesco

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La civiltà nuragica ha vissuto l’isola sin dai tempi più remoti, ed è una delle prime forme di civiltà complessa che ha abitato queste terre dopo il Paleolitico. Il periodo storico in questione corrisponde pressappoco all’età del bronzo, tra il 1800 a.C e il II secolo d.C.

Un lasso di tempo veramente enorme che lascia ancora oggi un patrimonio culturale di cultura inestimabile che l’Unesco ha riconosciuto come unico al mondo.

La popolazione Nuragica ha poi in epoca successiva lasciato spazio ai Fenici e ai Romani che hanno portato il loro tipo di cultura in diverse parti d’Europa, Africa, Asia minore e ogni sponda del mediterraneo.


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Il sito archeologico di Barumini, un patrimonio tutto da scoprire

Il glorioso sito archeologico di Barumini è stato scoperto durante gli anni ’50 dall’archeologo Giovanni Lilliu dopo indagini preliminari sul posto durate oltre 10 anni.

La grande fortezza nuragica domina la conca del “Pardu”, e svetta su una marea di nuraghi satelliti, in maniera metaforicamente simile a Saturno con i suoi anelli; questo faceva sì che il luogo somigliasse proprio a un piccolo pianeta, più che un piccolo “stato”, all’epoca immerso in una natura ancora più incontaminata e selvaggia .

In questo spazio di circa un ettaro e mezzo, il grande nuraghe occupa più di un terzo della superficie e in una visione dall’alto si intuisce subito la complessità e l’intricatezza architettonica che conserva tutt’ora un luogo del genere.

La grande struttura architettonica polilobata è composta da una torre primitiva rinforzata da una parte più massiccia di materiale. Essa segue una tecnica architettonica veramente stupefacente per l’epoca in cui è stata costruita. La torre doveva essere alta in origine oltre 18 metri e conteneva diverse “camere” caratterizzate da ampi spazi e altezze profonde, con all’interno delle “feritoie” (aperture sull’esterno) solitamente posizionati a due a due per camera.

Accanto a questa straordinaria struttura difensiva sorgevano le diverse torri marginali, che avevano il compito di proteggere il bastione principale e allo stesso tempo di rendere ancora più stabile la grossa struttura in basalto. La modernità con cui era stata pensata quest’architettura è disarmante, con cortili interni, terrazze e ingegnosi sistemi di funi per sostenere le porte in legno. La grande alternanza di vuoti e pieni può far pensare ad architetti più moderni come Le Corbusier o Frank Lloyd Wright ma invece erano sistemi di illuminazione naturale già studiate da quella che sembra essere una delle civiltà più evolute di un mondo antico mai perduto, capace di lasciare un’impronta indelebile nella storia dell’umanità.

Questo è esattamente ciò che rende unico questo luogo: essere il più contemporaneo dei posti antichi.


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