L’Unesco ha riconosciuto le Isole Eolie come patrimonio dell’umanità, non solo per la bellezza naturale caratterizzata da una flora e fauna unica ma soprattutto per la loro morfologia, modellata nel corso dei millenni dalla presenza dei vulcani e dalla loro attività.

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Eolo vi regna: in vasto andro domina l’impeto di tempeste sonore e i venti chiude e incatena.

Virgilio, Eneide, Libro I
Il sito naturalistico delle Isole Eolie è stato nominato Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO nel 2000 a Cairns, Australia, durante la ventiquattresima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale. 

I Criteri

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La giustificazione per l’iscrizione delle Isole Eolie nella lista UNESCO si basa sul criterio VIII poiché la loro morfologia rappresenta un modello storico nell’evoluzione degli studi della vulcanologia mondiale. Esse sono uno straordinario esempio del fenomeno vulcanico ancora in corso. Studiate sin dal XVIII secolo le Eolie hanno fornito alla vulcanologia due tipi di eruzione (vulcaniana e stromboliana) e hanno occupato, di conseguenza, un posto eminente nell’educazione di tutti i geologi per oltre 200 anni. Il sito continua ad arricchire il campo degli studi vulcanologici

I Luoghi: le sette isole

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Lipari, Vulcano, Salina, Stromboli, Filicudi, Alicudi, Panarea: queste le sette isole Eolie che sorgono come tesori preziosi dalle acque a Nord-Est della Sicilia, nel Tirreno Meridionale; non dimentichiamo anche i cinque isolotti minori Basiluzzo, Dattilo, Lisca Nera, Bottaro e Lisca Bianca, in prossimità di Panarea. Sono tutte isole di origine vulcanica e in alcune di esse l’attività dei crateri attivi con l’azione del mare e del vento le modella costantemente. Le Isole Eolie hanno un’identità particolare perché sono le vette di una catena sottomarina di rilievi, cioè sono la parte visibile del gruppo montuoso sommerso che segue uno sviluppo lineare di circa 87 km, dal punto più a Nord-Est (l’isola di Stromboli) al punto più occidentale (l’isola di Alicudi), e che si prolunga in profondità verso Ovest con altri vulcani sommersi. Le Eolie costituiscono uno straordinario ambiente dominato dalla natura. La flora e la fauna rappresentano un tesoro che queste isole racchiudono e conservano grazie all’attenzione e alla cura degli isolani. Sono attestate circa 900 specie di piante, perlopiù tipiche di tutto il Mediterraneo (di cui quattro specie endemiche, cioè esclusive delle Eolie). Per quanto riguarda la fauna, vi sono circa 40 specie di uccelli, tra le quali sono di particolare interesse le specie migratrici. Tutto il mondo ci invidia questi luoghi magici circondati dal mare cristallino e da scogliere rocciose dai colori intesi resi ancora più vividi dalle formazioni vulcaniche tipiche ed uniche. Colori, sapori, odori, le Eolie oltre ad essere storicamente rilevanti, sono diventate anche simbolo di varie tipologie di turismo, da quello mondano a quello avventuriero.

FILICUDI e ALICUDI

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Anticamente chiamata Phoenicusa, perché ricoperta da felci, Filicudi è accessibile dal porto, a oriente, o dal villaggio di Pecorini, sul versante meridionale. Recenti studi hanno datato la lava al centro di Grande Zucco a più di 1 milione di anni, rendendolo così il luogo più vecchio conosciuto di tutto l’arcipelago. Alicudi è ancora più “mistica” ed inaccessibile poiché l'attracco è stato da poco facilitato dall'approdo di Palomba. Incantevole il contrasto tra la terra ferma e il mare blu che la circonda.

VULCANO

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Essa è la terza isola per estensione delle Eolie. Rimase disabitata a lungo a causa dell’intensa attività vulcanica; dopo il 1888 con la una grande eruzione, il cratere centrale ha cessato di essere attivo permettendo agli agricoltori di insediarsi. Attualmente l’attività vulcanica è limitata alle emissioni fumaroliche, presenti pressoché ovunque. 

STROMBOLI

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Qui l’attività vulcanica è attiva, con eruzioni che si ripetono ogni 15/20 minuti circa. Il suo vulcano è uno dei due vulcani attivi in Italia ed uno dei sei al mondo costantemente in eruzione. Visitando l’isola via mare si nota benissimo la famosa Sciara del Fuoco, la ripida parete lungo la quale scende il materiale incandescente che finisce in acqua e il caratteristico Strombolicchio, scoglio a nord che si eleva ripido per 56 metri sul mar Tirreno.

LIPARI, PANAREA e SALINA

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Lipari è l’isola principale e storicamente più importante. È stata abitata sin dal paleolitico come si vede dai resti del Castello, sito sull’antica Acropoli e risalente al VI sec a.C. dove oggi si trova il Museo archeologico eoliano. Il colore bianco che ricopre le spiagge e tutta l’isola è dovuto alle cave di pomice di Porticello. Lipari ha una superficie di 37,6 chilometri quadrati, su di essa si trovano rilievi che giungono all’incirca ai 600 metri di altitudine Panarea è la più piccola dell’arcipelago (3,4 chilometri quadrati)¸ suscita notevole interesse naturalistico per la presenza varietà degli ambienti. L'isola è sinonimo di mondanità e divertimento per la presenza di locali notturni famosi in tutto il mondo. L'antico nome di Salina antico nome era Dydime ossia Gemella perché è formata da due cime di origine vulcanica, il Monte Fossa delle Felci ed il Monte dei Porri. Poi venne chiamata Salina per le saline a sud-est, dietro punta Lingua.

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