Gallipoli è l’unico esempio in Europa di isola racchiusa da mura sui quattro lati.

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Sulle antiche mura una lunga e bellissima passeggiata

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L’isoletta di S. Andrea che la precede al largo, e che oggi è dominata da un faro, era una sentinella in avamposto. Esposta sia agli attacchi sia ai venti. Anche per rallentare questi ultimi, oltre che per intrappolare i nemici, strette e attorcigliate sono le viuzze del borgo medievale, che ha sempre dovuto rimediare allo scarso spazio con soluzioni ingegnose come le case a corte, laddove la corte ha la funzione di piazza e di strada, di sosta e di passaggio, di condominio e di presa d’aria, di pozzo di luce e di fascia di sicurezza.

Spregiudicate scale in muratura la collegano al piano superiore, e non si riesce mai a capire il confine fra il privato e il pubblico; archi, finestre, portali cambiano di continuo forma per adattarsi agli spazi.

Camminare per la città è scoprire la meraviglia del barocco, con i balconcini in ferro battuto, le brulicanti facciate, i rifiniti portali, e le chiese, a cominciare dalla Cattedrale di Sant’Agata, in quella tenera pietra leccese sulla quale il cesello era capace di ogni incanto.

La fontana Ellenistica è un monumento umanistico-rinascimentale che rievoca gli stili e i miti dell’antichità classica, faceva parte delle terme greche.

Nel borgo antico si ripetono ogni giorno scene antiche: la riparazione delle reti, la preparazione delle nasse, l’asta del pesce. Il resto del passato è racchiuso nel piccolo prodigioso Museo comunale che conserva fianco a fianco le ossa di una balena e le palle di cannone, un sarcofago messapico, conchiglie e coralli. Un museo delle sorprese nel quale è riassunta tutta l’emozione della “città bella”: l’odore di salsedine e quello di polvere da sparo, l’aria di Levante e la cappa di scirocco sull’isola intrisa di infinito.


Un fiore spumeggiante sulle acque dello Ionio

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Dicono che galleggi sul mare ed è vero.

Il mare circonda da ogni lato Gallipoli. C’è chi l’ha vista come una zattera e chi l’ha paragonata a un fiore di pietra spumeggiante sullo Ionio.

Candida, soleggiata e protesa sul mare nel ceruleo suo abbraccio. 

Il mare può essere amico o nemico e così è avvenuto per questa isola un tempo penisola, diventata isola per sicurezza e collegata alla terraferma da un ponte che correva parallelo alle scarpate e dal castello attestato in posizione tale da consentire alle artiglierie di sparare verso tramontana e verso scirocco.

Significa, il suo nome, “città bella” dal greco Calipolis, e lo si vede ancora.  

Il gallo coronato che domina lo stemma sarebbe lo stesso dello scudo Idomeneo, eroe cretese che combatté a Troia e quando tornò a casa dopo dieci anni trovò trono e moglie occupati. Allora vagò per il Mediterraneo finché approdò su questa costa del Salento e posò la prima pietra di Gallipoli.

Paternità tuttavia controversa, c’è chi la intravede nei Galli Senoni ed altri nei Siciliani o addirittura negli scampati dell’Arca di Noè.

Di certo, comunque, già prima di Cristo da queste parti passarono popoli misteriosi: a cominciare dai Messapi che ancora oggi sono i più misteriosi di tutti. Qui furono di casa gli dei dell’Olimpio e non dovette essere ininfluente lo sbarco dei Parteni, quei figli illegittimi di Atene che, dopo aver combattuto contro Sparta, furono liquidati dalla patria ingrata e anch’essi toccarono qui terra stremati: e da loro nacque Taranto.

Poi arrivarono le quadrate legioni di Roma, i Vandali, i Goti, i Franchi, i Bizantini dal fare cavilloso e dalle vesti sontuose, i Saraceni che la tennero ininterrottamente per trent’anni, i Normanni che ormai sciamavano per la terra d’Otranto: gli uomini del Nord che la fecero tanto inespugnabile quanto potente, con le sue galere su cui portavano da una parte all’altra del Mediterraneo i profumi di olio e sale.


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