Un viaggio attraverso la storia che Mercogliano conserva da secoli: un percorso dal centro storico della città fino al Santuario di Montevergine

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L’importanza di una località alle spalle di Avellino

Mercogliano è un paese situato alle porte di Avellino, distante circa 3km dallo stesso. L’origine del suo nome sembra derivare da Mercurianum, chiaro riferimento al culto di Mercurio praticato dagli abitanti alle origini della località. Con i suoi 13.000 circa abitanti, è famosa per l’Abbazia territoriale di Montevergine, meta di numerosi pellegrinaggi provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo, sita nella frazione che prende il nome omonimo. Negli ultimi 35 anni ha ricevuto un grande incremento demografico, urbanistico e industriale grazie al fiorente centro economico di Torrette-Torcelli, sede di numerose attività commerciali.

Un paese al passo con i tempi che resta legato a tradizioni propiziatorie

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La località collinare di Mercogliano ai piedi di Montevergine può essere raggiunta grazie allo svincolo Avellino Ovest dell’autostrada Napoli-Canosa, che ti permetterà di raggiungere il centro del paese in pochi minuti. Le aree dov’è possibile parcheggiare i veicoli gratuitamente sono distribuite per tutto il paese, per poi consentirti di passeggiare a piedi lungo l’alberato Viale San Modestino, il corso più frequentato del paese che prende il nome del santo patrono. Ricco di trattorie e ristoranti tipici della zona irpina, caffetterie, pasticcerie e botteghe, il Viale lungo circa 500 metri parte da un piccolo e curato giardino pubblico e termina con la piccola Piazza omonima, caratterizzata da un suolo ricoperto da sampietrini che ospita la Parrocchia di San Modestino Vescovo. Ogni 17 Febbraio, giorno in cui si celebra San Modestino, all’interno dello spiazzale della Funicolare di Mercogliano sito sul corso sopracitato, c’è l’accensione del “focarone”, tipico rito propiziatorio durante il quale si incendia la legna del posto. I sampietrini sono un elemento urbanistico ricorrente a Mercogliano, venendo ripresi da entrambi i corsi paralleli che partono dalla Chiesa dell’Annunziata, risalente al XV secolo, e portano al Municipio del paese, situato ai piedi della frazione di Capocastello, un borgo medioevale caratterizzato dalla sua crescita urbanistica verticale in pietra locale.

La frazione di Capocastello: un percorso culturale fino ai resti del Castello

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La frazione di Capocastello, nome derivante dall’antico castello che si ergeva sulla cima, è raggiungibile a piedi, grazie ad una scalinata che parte da Piazza Municipio. Durante la salita, incontrerai le tre chiese che ospita: la piccola Chiesa di San Giovanni, la Chiesa Madre di Mercogliano Santi Pietro e Paolo, e la Chiesa della SS.ma Immacolata Concezione, che ospita nella cripta l’Antiquarium, un museo gratuito che espone sia materiale ceramico e numismatico risalenti al XII-XIII secolo, che manufatti databili tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’Età Moderna. Al termine del tuo percorso in salita, potrai percorrere un breve tratto di strada che ti permetterà di visitare i ruderi del Castello di Mercogliano, anticamente posto a dominio del paese con lo scopo di difendere ed impedire il passaggio sul versante occidentale. Edificato nella seconda metà del XI secolo, si affaccia su Mercogliano e sulla vicina Avellino, potendo arrivare a scorgere anche i Monti Picentini che chiudono la valle. Dopo esser stato teatro di numerose battaglie, dopo i danneggiamenti del terremoto del 1140 e del 1732, dopo un incendio scoppiato nel 1656 e dopo la demolizione di alcune porzioni per ricavarne materiali destinati alla costruzione di nuovi edifici privati, il Castello fu definitivamente distrutto dalle truppe francesi nel 1799. Recenti restauri hanno riportato alla luce una delle cinque porte delle mura che un tempo circondavano il borgo. Si tratta della “Porta dei Santi” che, nella parte superiore, mostra un affresco raffigurante San Modestino, San Fiorentino e San Flaviano.

La frazione di Montevergine: l’importanza di un luogo che accoglie milioni di pellegrini

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La frazione di Montevergine, situata a oltre 1.260 metri sul livello del mare, prende il nome dal santuario cattolico che ospita. È possibile raggiungere Montevergine attraverso la Funicolare di Mercogliano, che collega la frazione al paese omonimo. Il nome antico, secondo alcuni manoscritti, deriva da “Monte di Virgilio”, in quanto si riteneva che il poeta latino Virgilio avesse un orto in questo luogo. Solo in seguito alla fondazione della chiesa fu rinominata Montevergine, chiara dedica alla Vergine Maria. Oltre alla funicolare, l’Abbazia può essere raggiunta attraverso una tortuosa strada, scelta per sei volte nel Giro ciclistico d’Italia come tappa d’arrivo. L’Abbazia territoriale di Montevergine è una delle sei abbazie territoriali nazionali e include il Santuario omonimo: monumento nazionale che ospita al suo interno il quadro della Madonna di Montevergine, risalente al XIII-XIV secolo e raffigurante la vergine Maria seduta su un trono con in braccio Gesù bambino. Il Santuario include una basilica antica e una basilica nuova: risalente al 1126, della prima basilica non rimane nulla dopo il crollo del 1629. Ricostruita alcuni anni dopo, permetteva l’accesso alla navata unica tramite una scalinata angolare presente nel cortile del monastero, che si affaccia su tutta la valle. La basilica nuova, invece, è stata completata nel 1961 e realizzata dall’architetto Florestano di Fausto. La facciata è rivestita in pietra e divisa in tre scomparti, dove si aprono altrettanti ingressi: al centro è posto un rosone che raffigura, attraverso i colori dei vetri, l’incoronazione della Vergine. Accanto alla nuova basilica si erge il campanile alto 80 metri, rivestito di granito bianco e grigio, caratterizzato da uno stile architettonico ionico nella parte inferiore, e corinzio nella parte superiore, diversamente dalla basilica che è stata concepita mediante uno stile architettonico neoromanico. Il complesso monastico include, oltre alle due basiliche, la cripta di San Guglielmo e la statua a lui dedicata all’esterno, la sala degli ex voto, un museo che raccoglie i numerosi reperti archeologici o gioielli ed opere d'arte portati dai pellegrini o ritrovati intorno al santuario, e le abitazioni dei residenti. Ogni anno il Santuario è visitato da circa un milione e mezzo di pellegrini

Il Palazzo Abbaziale di Loreto: uno dei tesori d’arte più importanti dell’Irpinia

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Importante edificio di carattere religioso presente sul territorio di Mercogliano è il Palazzo Abbaziale di Loreto, realizzato dal brillante architetto Domenico Antonio Vaccaro. L’attuale abbazia sostituisce un complesso monastico risalente al XII secolo, raso al suol dal terremoto del 1732, che aveva il ruolo di prestare un’adeguata assistenza sanitaria ai deboli, anziani e infermi che avevano difficoltà a ricevere cura nella zona di Montevergine. Oggi il palazzo è adibito all’organizzazione di eventi orchestrali, sia interni che esterni, grazie al chiostro stupendo che l’edificio comprende, ma avrai ugualmente la possibilità di visitare aree ricche di storia, come la Biblioteca statale di Montevergine che occupa un’ala della struttura e conserva oltre 200.000 manoscritti religiosi, musicali, sociali, politici ed economici, e l’antica farmacia contenente oltre 300 vasi di maiolica dipinti a mano. 

Il Parco regionale del Partenio: la terra natia di prodotti rinomati in tutto il mondo

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Mercogliano fa parte di un’area naturale protetta, il Parco regionale del Partenio, che si estende per le provincie di Avellino, Benevento, Caserta e Napoli. Il parco, soprattutto nella zona di Avellino e Benevento, presenta punti di sosta e aree per pic-nic, molto apprezzate dagli escursionisti che intraprendono percorsi montuosi ed escursioni. Essendo una grande zona verde incontaminata, vanta una produzione agricola di qualità, tra cui i tartufi neri del Partenio, i funghi porcini, le cosiddette castagne del prete coltivate in bassa montagna nonché le nocciole con il quale viene prodotto il torrone nella vicina località di Ospedaletto d’Alpinolo. Non mancano coltivazioni di alberi da frutto che aggiungono ai sapori dell’Irpinia la mela annurca, la ciliegia imperiale, olive e uva. Per la produzione di olio d'oliva si usano ancora processi tradizionali con antichi frantoi, mentre dall’uva raccolta nella valle si producono vini grande di pregio: un esempio è il Fiano di Avellino DOCG. Peculiare dei monaci benedettini dell’abbazia di montevergine è la produzione del liquore Anthemis, realizzato grazie ad una ricetta che si conserva nel tempo. Visitando Mercogliano e i paesi limitrofi potrai assaporare i piatti tipici di una zona che abbraccia la terra rendendo i suoi frutti rinomati in tutto il mondo.

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