Il Monte Rosa o Massiccio del Monte Rosa è il massiccio montuoso più esteso delle Alpi, secondo per altezza solo al Monte Bianco, il più alto della Svizzera e il secondo più alto in Italia. Costituisce anche la catena montuosa con l’altitudine media più elevata, posto tra le Alpi Nord-Occidentali lungo il confine tra Italia e Svizzera che prendono il nome di supergruppo delle "Alpi del Monte Rosa"

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Monte Rosa: l’origine del suo nome

Al contrario di quello che si può pensare, il nome Monte Rosa non deriva dalle tinte rosa che colorano il massiccio all’alba e al tramonto, ma piuttosto dal latino rosia, attraverso il termine del dialetto valdostano rouése o rouja, che significa “ghiacciaio”.

È degno di nota il fatto che il nome noto per l’intero massiccio sia l’italiano “Monte Rosa”, mentre i nomi dei vari picchi e cime sono tutti tedeschi, con tarde traduzioni italiane, a testimonianza del passaggio di popolazioni Walser (popoli di origine germanica) per la regione, che nel XIII sec. si pensa siano transitati per il Colle del Lys per migrare dal Vallese alla Valle del Lys.


Alla conquista delle cime del Monte Rosa

Alla conquista delle cime del Monte Rosa

Ben trenta Punte con altezza superiore ai 4000 metri si innalzano dal massiccio. La più alta è Punta Dufour (4634 m), visibile, tra tutti i paesi circondanti, soltanto dall’abitato di Macugnaga. È intitolata al grande generale svizzero Guilliame-Henri Dufour.

Sulla Punta Gnifetti è invece ubicato il rifugio alpino più alto d’Europa, la Capanna Regina Margherita (a quota 4554 m), sede anche di una stazione metereologica e di un centro di ricerche sugli effetti dell’alta quota sul corpo umano.

Da Cervinia, nella Valtournenche, si può scalare la vetta del Breithorn, classica meta di avvicinamento all’alpinismo. Da Saint-Jaques, in Val d’Ayas, si può affrontare il Polluce, mentre da Gressoney-La-Trinté, è possibile raggiungere la Punta Gniffeti ed il Castore.

Per vivere al meglio queste emozionanti esperienze è sempre consigliabile affidarsi alle Guide Alpine.


Il rifugio più alto d’Europa e il Tour del Monte Rosa

Il rifugio più alto d’Europa e il Tour del Monte Rosa

Il rifugio più altro d’Europa, la Capanna Regina Margherita, deve la sua denominazione alla storica impresa della Regina d’Italia Margherita di Savoia che tra il 18 e il 19 agosto salì coraggiosamente su quelle cime. Attualmente il rifugio è gestito dal Club Alpino Italiano di Varallo Sesia ed è un punto di appoggio per alpinisti e scienziati.

Fin dai secoli dei secoli il Monte Rosa è sempre stato una meta di primaria importanza per tutti gli amanti della montagna in quanto offre la possibilità di cimentarsi in quasi tutte le discipline sportive invernali ed estive, da quelle più semplici fino ad arrivare alle discipline alpinistiche più complicate.

A tal proposito, è stato anche creato un nuovo itinerario panoramico che passa di rifugio in rifugio, denominato Tour del Monte Rosa che, ispirato agli antichi percorsi dei Walser, ripercorre tutte le tappe più caratteristiche, offrendo squarci di paesaggio senza eguali. Tutti possono conoscere e provare questa nuova esperienza, grazie alla possibilità di scegliere il proprio percorso in base alle proprie capacità fisiche eventualmente usando anche i mezzi o gli impianti di risalita.


Monterosa Ski

Monterosa Ski

Dagli anni ’60 la salita al Monte Rosa è stata agevolata dalla funivia Alagna – Punta Indren, dove, sull’omonimo ghiacciaio per diversi anni, si è praticato anche lo sci estivo.

A prendere il nome del massiccio, lungo il versante sud e sud-est, è l’importante e noto comprensorio sciistico italiano Monterosa Ski, situato per lo più in Valle d’Aosta e per la restante parte in Piemonte. Sono disponibili circa 180 km di piste da sci (quasi tutte dotate di innevamento programmato), dalle più semplici a quelle più tecniche (fra queste vi è la Gressoney-Saint-Jean, la più difficile della Valle d’Aosta).

La portata oraria complessiva degli impianti è di circa 50.000 persone l’ora. Nel comprensorio ci sono anche numerosi itinerari pensati per chi non ama sciare, infatti il comprensorio dal 2010 è aperto anche d’estate permettendo a bikers e turisti a piedi di poterlo attraversare totalmente.

Il posto oltre ad essere un paradiso per gli sciatori e gli amanti della montagna è anche una gioia per gli occhi di chi guarda, di volta in volta, infatti, vengono regalati squarci panoramici sempre diversi: un alternarsi di linee morbide, rettilinee e regolari, aspre e selvagge. Proprio come quelle che sono le caratteristiche tipiche del Monte Rosa.


Le Chiese e i Castelli attorno al Monte Rosa

Le Chiese e i Castelli attorno al Monte Rosa

Le tracce che la storia ha lasciato in queste valli sono costituite da numerosi castelli e soprattutto da chiese e cappelle, che ovunque ricordano la tradizione religiosa dei popoli che vi hanno vissuto.

Tra tutte, da non perdere la parrocchia di S. Martino ad Antagnod con un insolito campanile a bulbo ed un prezioso altare barocco del XVII sec. in legno intagliato, dipinto e dorato con numerose statue e il Museo d’Arte Sacra. La chiesa parrocchiale di S. Giacomo Maggiore ad Issime, costituita nel XVI sec. è nota soprattutto per l’affresco del Giudizio Universale che adorna la facciata, ma anche per l’altare maggiore del XVII sec. in stile barocco ed il Museo d’Arte Sacra.

L’architettura civile ha lasciato nella Valle d’Ayas le rovine di due poderosi castelli appartenenti alla famiglia Challant, quello di Villa e quello di Graines, mentre a Gressoney-Saint-Jean la storia ci parla della famiglia reale italiana, i Savoia e soprattutto della prima regina d’Italia, Margherita, che a Castel Savoia ha trascorso molte estati. Testimonianza della presenza di Margherita a Gressoney è anche Villa Margherita costruita dal Barone Beck Peccoz proprio per accogliere la regina ed ora trasformato in municipio.


Il paesaggio si aprì all’improvviso, davanti agli occhi, avevamo il Monte Rosa. Un mondo artico, un eterno inverno che incombeva sui pascoli estivi. Mia madre ne fu spaventata. Mio padre invece diceva che fu come scoprire un altro ordine di grandezza, arrivare dalle montagne degli uomini e ritrovarsi in quelle dei giganti.

Le otto montagne - Paolo Cognetti

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