Nel cuore della regione Abruzzo si trova uno dei luoghi più affascinanti e caratteristici d’Italia, una delle mete più ambite dagli amanti delle escursioni e del trekking. La Riserva Naturale Regionale “Calanchi di Atri”, fu istituita nel 1995 e, nel 1999 diventa un’Oasi WWF con lo scopo di preservare circa 600 ettari di natura, flora e fauna.

Il Fascino della riserva naturale Calanchi di Atri: tra realtà e leggenda

Il Fascino della riserva naturale Calanchi di Atri: tra realtà e leggenda

Cominciamo col dire che la riserva, grazie alle sue caratteristiche, è un vero e proprio miracolo di biodiversità, nonostante l'aspetto esteriore che potrebbe far pensare ad una scarsa presenza di specie vegetali, si possono trovare il gladiolo selvatico, i capperi e la liquirizia. La riserva si estende ben oltre la formazione dei calanchi, e vi si possono trovare anche salici, pioppo bianco, sambuco e vitalba.

L'habitat è ideale per i rapaci, infatti, nidificano diverse coppie di poiane, gheppi e sparvieri. E' possibile trovare, anche grazie alla vicinanza di diversi stagni e del torrente Piomba: Mammiferi: volpi, tassi, talpe e ricci, istrici e il ghiro; Uccelli: al di là dei rapaci sopra citati è un luogo di sosta e di riposo, di diverse specie migratorie; Rettili: il serpente dal collare, il serpente cervello, l'orbita e altri più comuni come la lucertola campestre, e la lucertola; Anfibi: diverse specie di rane e salamandre, oltre al più raro rospo smeraldino.

Il paesaggio, così suggestivo, è stato creato dall'erosione del terreno argilloso, causata dal continuo disidratamento e dal flusso di acqua piovana incontaminata. Si tratta di una delle forme più affascinanti del paesaggio collinare, con un'alta percentuale di sabbia e ricco di fossili marini la cui forma cambia e si evolve costantemente in funzione del deflusso dell'acqua che lo attraversa.

Ma oltre alle sue caratteristiche naturali, la riserva ci regala anche racconti sul leggendario e sul sacro: come il caso del mistero che circonda la "Pietra di S. Paolo". Si tratta di un blocco di pietra miracolosa, custodito all'interno di una piccola cappella che secondo la leggenda sembra essere la pietra su cui fu decapitato S. Paolo Apostolo e che ha il potere di guarire le malformazioni ossee. Ricordiamo inoltre che una delle caratteristiche peculiari di questo luogo sono le "case in terra cruda o pingiare", le cui rovine sono ancora visibili e rappresentano la testimonianza di un'architettura molto spoglia. Il materiale utilizzato per realizzare i mattoni delle case era l'argilla, che veniva poi cotta al forno, ma a causa della povertà economica di molti abitanti, si è cercata una soluzione diversa. Si sviluppò questa nuova tecnica, cioè la miscela di argilla grezza, impermeabile e flessibile, con paglia, pietre, mattoni rotti e altri materiali, fino alla realizzazione di blocchi regolari.

Ma cosa sono i Calanchi?

Ma cosa sono i Calanchi?

Una delle tante caratteristiche tipiche della riserva è quella di contenere forme di erosione che qui assumono un aspetto impressionante: i calanchi.

Le caratteristiche biodiverse e geodiverse dei calanchi conferiscono al paesaggio agricolo il suo carattere unico, rendendolo un'area di interesse nazionale e preservando una delle forme più affascinanti del paesaggio costiero adriatico.

Questo millenario processo di erosione ha contribuito alla "costruzione" di architetture naturali note ai più come "Bolle Dantesche" o "Bolle del Diavolo".

 Per visitare la riserva consigliamo un abbigliamento comodo, scarpe da trekking o da tennis, cappello da sole e una bottiglia d'acqua.

 È preferibile visitare la riserva nei periodi dell'anno in cui il clima è temperato, evitando magari il caldo estivo o le ore più calde della giornata.

 Ricordiamo infine che non c'è un biglietto da acquistare, l'ingresso è gratuito. 

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