Siete pronti per un viaggio nella Città dell'Infinito alla scoperta del natio borgo selvaggio che diede i natali a Giacomo Leopardi?

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La cittadina di Recanati, in provincia di Macerata, sorge su un colle a circa 296 metri sul livello del mare. È situata tra le valli dei fiumi Potenza e Musone, godendo di una posizione a dir poco privilegiata. Strategicamente incastonata tra mare e montagne, viene definita “città balcone” come diverse altre città delle Marche. Nelle giornate terse, infatti, il cielo fa da eco a uno spettacolare panorama dominato dal Monte Conero, l’Adriatico e i Monti Sibillini.

I primi nuclei abitativi più antichi sono, con ogni probabilità, precedenti all’epoca preromana. Quando giunse la popolazione dei Piceni, infatti, erano presenti diversi insediamenti. In epoca romana, vi fu la nascita di due città ovvero Potentia ed Helvia Recina (detta anche Ricina o Recina). Recanati deriva dal latino “Recinetum” che altro non è che una variazione del nome Recina. Il nucleo urbano si costituì intorno al XII secolo con l’accorpamento delle alture di Monte Volpino, Monte San Vito e Monte Morello voluto dai rispettivi signori che decisero di unirsi. La città ha attraversato, come il resto dello Stivale, diverse fasi storiche e vicissitudini fino al completamento dell’Unità d’Italia. Ogni periodo ha lasciato la sua ricca impronta, custodita orgogliosamente in ogni angolo del caratteristico borgo.

Recanati è la patria di personalità celebri, tra cui l’illustre poeta Giacomo Leopardi ed il famoso tenore Beniamino Gigli. Qui, un’aura di cultura ed arte permea in ogni dove: nei monumenti e palazzi di interesse, nelle chiese, pinacoteche e musei. Da non sottovalutare l’enogastronomia locale, caratterizzata dalla presenza di piatti poveri della cucina contadina. Pietanze semplici ma succulente che custodiscono i sapori antichi e una storia da preservare. Dai Vincisgrassi (versione marchigiana delle lasagne), alle pizze dolci e al formaggio tipiche del periodo pasquale, passando per i deliziosi secondi piatti a base di carne. Eccellente la produzione di prosciutti, salsicce, lonze o il classico ciauscolo.

Se a quanto appena detto finora aggiungiamo un clima mite e la cordialità dei suoi abitanti, Recanati è davvero la meta ideale per la vostra prossima vacanza. Di seguito, un itinerario in 5 tappe per partire alla sua scoperta. Pronti?

5. Il Duomo

La Chiesa di San Flaviano, Duomo di Recanati, venne elevata a basilica minore nel 1805 da papa Pio VI. Dell’originaria cattedrale risalente all’anno Mille, restano ben poche tracce. In realtà, l’edificio ha subito un lungo processo di costruzione e rifacimenti a partire dai primi del XII secolo. Essa comprende il Palazzo Vescovile e le carceri. La cattedrale è in sostanza priva di facciata, in quanto venne inglobata nella dimora vescovile del Seicento. Infatti, l’accesso principale si trova lateralmente.

La pianta è articolata in tre navate sormontate da un soffitto ligneo a cassettoni commissionato dal Cardinal Galamini nel 1620. Al suo interno, so-no custoditi i sarcofagi del Cardinale Angelo da Bevagna (vescovo dal 1383 al 1412), del vescovo Nicolò delle Aste da Forlì (a cui si deve l’avvio dei lavori del Santuario di Loreto) e, infine, di papa Gregorio XII che ab-dicò e divenne Vicario della Marca. Contiguo al duomo, è il Museo Diocesano che ospita manufatti di oreficeria, arredi, sculture messali, nonché dipinti di gran pregio risalenti al XVI al XVII secolo. Tra i capolavori, una Sacra Famiglia attribuita al pittore veneto Mantegna, oltre ad opere di artisti come Il Guercino, Guglielmo da Venezia, Ludovico Urbani, Giacomo da Recanati e Giovanni Battista Salvi. Un vero tesoro artistico da non perdere assolutamente.

4. Il Museo Civico, Pinacoteca e Museo dell'Emigrazione Marchigiana

ll Museo Civico

A Recanati, il circuito museale offre un ampio ventaglio di proposte. Il Museo Civico si trova all’interno della maestosa Villa Colloredo Mels, edificio nobiliare il cui nucleo più antico risale all’epoca medievale. Elementi cinquecenteschi, come lo scalone, o pregiatissime pitture settecentesche impreziosiscono internamene i soffitti e le volte. Il museo, distribuito su tre piani, comprende de una sezione dedicata a Giacomo Leopardi e la Pinacoteca (situati al piano nobile). Quest’ultima è costituita dalla sezione medievale e rinascimentale. Al piano terra, si trovano le interessantissime sezioni archeologica, storica e moderna. Numerosi capolavori tra cui libri, documenti appartenenti al Comune di Recanati, nonché opere del pittore rinascimentale Lorenzo Lotto.

Nella parte dei sotterranei di Villa Colloredo, ha sede il Museo dell’Emigrazione Marchigiana. Inaugurato il 9 dicembre 2013, il museo è la testimonianza delle esperienze migratorie di oltre 700.000 cittadini marchigiani che, tra Ottocento e Novecento, hanno abbandonato la loro terra in cerca di un futuro migliore. È un emozionante e suggestivo viaggio nelle storie e nelle vite umane.

3. La Torre del Passero Solitario

Torre del Passero Solitario

La Torre del Passero Solitario, risalente al XIII secolo, si trova all’interno del chiostro della Chiesa gotica di Sant’Agostino. La torre campanaria è stata resa famosa dalla poesia di Leopardi, Il Passero Solitario. Venne decapitata da un fulmine verso la fine dell’Ottocento ed è l’emblema della solitudine del poeta, emarginato dalla società. Nei celebri versi, il Leopardi vede un passero sulla cima della torre e lo paragona, nella solitudine, alla sua condizione e si identifica con l’uccello.

«D’in su la vetta della torre antica,
Passero solitario, alla campagna
Cantando vai finché non more il giorno; […]»

Sembra di essere immersi nella stessa atmosfera del paesaggio bucolico descritto dal Leopardi in un tripudio generale di gioia per il ritorno della primavera. Animali ed esseri umani partecipano attivamente alla stagione del rinnovamento in questa immagine idilliaca dipinta magistralmente dal poeta. Tutti, tranne il passero che se ne sta in disparte osservando gli altri. Quasi si riesce a udire il suo canto melodioso che risuona per la campagna circostante fino al volgere del giorno.

2. Il Colle dell'infinito

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Parco del Colle dell'Infinito

Luogo ricco di fascino e suggestione è il Colle dell’Infinito, ovvero l’altura che ispirò uno degli idilli più famosi di Giacomo Leopardi: l’Infinito. Si tratta della cima del Monte Tabor, rifugio ideale del poeta, da cui si gode di un panorama sconfinato verso le montagne che ha scatenato l’immaginazione del giovane poco più che ventunenne. Oggi il colle è un parco a pochi passi da Casa Leopardi e proprio accanto al Centro Studi Leopardiani.  

Percorrendo un sentiero all’interno del parco, possiamo raggiungere anche noi il luogo in cui il poeta trovò l’ispirazione che diede vita all’Infinito. Nella passeggiata del colle, lungo il muro di cinta, è possibile leggere il celebre incipit «SEMPRE CARO MI FU QUEST’ERMO COLLE» cioè «questo colle solitario mi è sempre stato caro». Qui, Leopardi riusciva a ritrovare sé stesso nella sua intimità e ad esprimersi. La siepe che gli impediva una visuale completa scatena la sua immaginazione e la sua riflessione sul concetto di infinto. Inoltre, sembra che il Monte Tabor sia legato anche alla lirica Alla Luna. Il poeta, infatti, vi si recava spesso per ammirare la luna e liberare il suo estro creativo.    

1. Casa Leopardi

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Recanati è famosa per aver dato i natali, il 29 giugno 1798, a Giacomo Leopardi. Illustre figura non solo dell’Ottocento, Leopardi è riconosciuto come uno dei principali esponenti della letteratura italiana, nonché del Romanticismo del quale rappresenta la vera essenza. Come è logico che sia, la cittadina vanta numerosi luoghi di interesse legati intimamente alla vita del celebre poeta. In primis Casa Leopardi, anche nota come Palazzo Leopardi, ovvero la dimora della famiglia e dove è nato, cresciuto e vissuto colui che fu, inoltre, filosofo, scrittore e filologo. Esternamente l’edificio non cattura la nostra attenzione per il suo aspetto, in quanto caratterizzato da un sobrio stile Settecentesco.

Tuttavia, il fascino del palazzo, tuttora abitato dai suoi discendenti e visitabile in parte, risiede nel fatto che è possibile rivivere i luoghi che il poeta viveva e provare le emozioni che riversava nelle sue opere. Dal 21 marzo 2020, finalmente, gli appartamenti privati di casa Leopardi sono stati aperti al pubblico. Visitare la camera da letto e scoprire da quale finestra il poeta ammirava la luna è un’esperienza a dir poco affascinante. E ancora, il giardino da dove scorgeva i Monti Sibillini, i “Monti Azzurri” che spessissimo cita nelle sue Ricordanze. Percorrere questi posti equivale a conoscere da vicino l’anima più segreta del Leopardi e di immedesimarsi nella sua quotidianità, oltre che nei suoi capolavori.

Da non perdere, la famosa Biblioteca di Monaldo, con oltre 20.000 volumi. Luogo di studio del giovane Leopardi, è il frutto dell’opera del conte Monaldo, suo, padre, nonché filosofo e politico che riuscì a creare una collezione di immense proporzioni, soprattutto per l’epoca. Con un esempio di tale calibro, il destino del piccolo Giacomo era segnato e, per così dire, votato al mondo della cultura. Sotto la casa, dove un tempo c'erano le cantine, vi è un piccolo museo commemorativo dedicato a Leopardi. Antistante il palazzo, è la Piazzetta del Sabato del Villaggio, dal nome della celebre lirica. Sulla piazzuola, si affaccia anche la casa di Teresa Fattorini, ovvero la “Silvia” di uno dei più noti componimenti poetici dell’autore recanatese. Un viaggio unico ed irripetibile, in un'atmosfera suggestiva sui passi di un personaggio conosciuto in tutto il mondo.

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