Nobile e teatrale, la Sicilia che vi stiamo per raccontare ha eretto bellezza dalle macerie. Cosa rende questo luogo così magico?

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L’anno zero è il 1693. L’11 gennaio un terremoto devastante rade al suolo più di 2.000 anni di storia greca, bizantina, araba e normanna. Quella che seguì fu una ricostruzione grandiosa che in soli 50 anni fece del territorio sud orientale siciliano e del Val di Noto in particolare uno scrigno di raffinata bellezza. 

Le nuove costruzioni hanno uno stile così particolare che per loro è stata coniata la definizione di tardo barocco siciliano, un Patrimonio UNESCO da vedere almeno una volta nella vita. Vedere dove? Tanto per cominciare, ecco 7 tappe da segnare sulla mappa. 

7. Siracusa e Ortigia, nel cuore della Magna Grecia

Alla scoperta del barocco siciliano: Siracusa

Non rientra tra i famosi siti UNESCO del tardo barocco in Val di Noto, ma Siracusa è meta che non può essere tralasciata durante un viaggio in questo angolo di Sicilia. A partire da Ortigia, l’antica colonia greca da cui si è sviluppata, tra le più importanti dell’antichità.

La città bianca della Sicilia, così soprannominata per il colore che le regala la pietra giuggiulena, l’arenaria siracusana, condensa millenni di storia, dall’epoca greca ai ricchi decori barocchi. 

Non vorrete mica perderla? E allora ecco qualche consiglio da annotare e portare con voi durante il prossimo viaggio per non perdervi i punti salienti. Il vostro tour sulle strade del barocco deve necessariamente condurvi in piazza Duomo, una delle più più suggestive non solo di Siracusa ma di tutta la Sicilia. 

Qui si affacciano il settecentesco Palazzo Vermexio, oggi sede del Municipio, l’elegantissimo palazzo Beneventano del Bosco, il Palazzo Vescovile e la chiesa di Santa Lucia alla Badia. Varcate il suo portale barocco e troverete all’interno una sorpresa inaspettata, un’opera di Caravaggio del 1608, Il Seppellimento di Santa Lucia.

A catturare per prima la vostra attenzione sarà molto probabilmente la cattedrale della Natività di Maria Santissima, il Duomo di Siracusa, un luogo di culto per gli ultimi 2500 anni. Il passato da tempio dedicato ad Atena si scorge nelle colonne del V secolo a.C. incorporate nelle navate interne e lungo una fiancata laterale esterna.

6. Catania, la città ai piedi dell’Etna

Alla scoperta del barocco siciliano: Catania

È una città vulcanica, Catania. Il vulcano è presente nel bene e nel male in ogni sua sfaccettatura. Lo è nel nome (dal greco katà e Aitné, “appoggiata all’Etna”) così come nei suoi palazzi, scuri di pietra lavica. Persino nei cibi: l'“arancina” da queste parti è femmina ed ha una forma che ricorda…indovinate un po’ cosa?

Ed è sempre il vulcano che ha cambiato profondamente il volto di Catania con la terribile eruzione del 1669, ventiquattro anni prima del disastroso terremoto che ha lacerato il Val di Noto. 

Il centro del barocco catanese è piazza del Duomo. Ad accogliervi c’è un monumento singolare che è diventato il simbolo cittadino. Si chiama Fontana dell’Elefante ed è una sorta di talismano che protegge Catania dai capricci del suo vulcano. Leggenda vuole che l’animale appartenesse ad Eliodoro, mago che nell’VIII secolo si dilettava nel trasformare le persone in animali.

Lungo il perimetro della piazza si trovano il palazzo degli Elefanti, sede del Municipio, il palazzo dei Chierici e la fontana dell’Amenano dello scultore napoletano Tito Angelini, dietro cui si apre il mercato del pesce. E poi, l’incantevole cattedrale di Sant’Agata, il Duomo di Catania, con all’interno la tomba di Vincenzo Bellini, tra i più celebri compositori dell’‘800. 

Via dei Crociferi è la strada barocca per eccellenza. Un’inquietante storiella diffusa nel ‘700 narrava di un cavallo senza testa che si aggirava per la zona. Non lo incontrerete ma in compenso potrete ammirare palazzi, chiese e conventi di straordinaria bellezza tutti condensati in 200 metri di passeggiata.

5. Ragusa, perché visitare la città aristocratica del Val di Noto

alla scoperta del barocco siciliano: ragusa

Un motivo per visitare Ragusa? Ve ne diamo diciotto, come i monumenti Patrimonio UNESCO che si contano tra la parte vecchia, Ibla, e la città nuova, Ragusa Superiore, costruita all’indomani del terremoto del 1693.

L’antico centro storico non venne mai abbandonato dall’aristocrazia locale, che anzi rifondò ambiziosamente una città ancor più ricca e raffinata di quella precedente. Strade e stradine intrecciate e fiancheggiate da magnifici palazzi signorili, cortili nascosti, case di pietra e chiese gioiello.

Tra le più belle in cui vi capiterà di entrare c’è quella dedicata a San Giuseppe. È piccola ma il suo spazio interno tutto curve, dalle pareti alla cupola, vi lascerà a bocca aperta.   

Percorrendo una strada in salita raggiungerete il Duomo di San Giorgio, il monumento più noto di Ragusa Ibla. È il capolavoro di Rosario Gagliardi, architetto simbolo della ricostruzione barocca del Val di Noto. Il sapiente gioco di prospettiva del suo progetto iniziale permise di mettere in risalto la luminosa cupola ottocentesca. 

4. Caltagirone, una colorata scoperta

alla scoperta del barocco siciliani: caltagirone

Famosa per le sue ceramiche e i presepi, la cittadina collinare di Caltagirone ha alle spalle millenni di storia. Roccaforte per Bizantini, Arabi e Normanni, sorge su tre alture e domina un paesaggio di verde e vallate. 

Le maioliche, simbolo della secolare maestria artigiana calatina, le troverete un po’ ovunque, non solo nelle tante botteghe che affollano le strade del centro: scorci cittadini, palazzi, ponti e persino chiese (la facciata della bella chiesa di San Pietro). Visitate il Museo regionale della ceramica e capirete quanto questa tradizione sia radicata. 

Tra i simboli di Caltagirone non possiamo non menzionare la scalinata di Santa Maria del Monte. 142 gradini che collegano la parte vecchia al nuovo quartiere collinare rivestiti di maioliche colorate. Durante la festa di San Giacomo vengono illuminati dalla luce di tanti lumini, un’usanza che risale al XVIII secolo. 

La Cattedrale normanna di San Giacomo svetta sullo skyline cittadino con la sua cupola turchese e dorata. Distrutta e ricostruita più volte, conserva un fascino ipnotico. Nelle vicinanze noterete alcune delle architetture più pregevoli, palazzo Libertini di San Marco, Monte delle Prestanze e il palazzo Crescimanno d’Albafiorita.

3. Modica, tra cioccolato e barocco

Alla scoperta del barocco siciliano: Modica

Mangiare il cioccolato di Modica vi farà provare delle sensazioni indimenticabili, ma non è la sola cosa che non scorderete dopo un tour di questo borgo barocco nella provincia di Ragusa.

La città è un continuo saliscendi di stradine e scalinate che fiancheggiano palazzi e chiese dal delicato color miele. Il barocco qui non è tutto condensato in una singola strada o piazza, ma dovrete impegnarvi, scrutare, esplorare per trovare le sue perle nascoste. Farete forse un po’ fatica ad orientarvi, ma la ricompensa vi lascerà più che soddisfatti.

Molti monumenti puntellano la zona nei pressi di corso Umberto I, la via principale nella parte bassa di Modica. Entrate a visitare la chiesa di San Pietro e l’antica chiesa rupestre di San Nicolò Inferiore, il Museo Civico Archeologico, l’immancabile Museo del Cioccolato e poco distante il Museo Casa natale di Salvatore Quasimodo

Modica è anche soprannominata “città delle cento chiese”. Di edifici sacri ne incontrerete molti, fra tutti il Duomo di San Giorgio è il più sfarzoso, con un’ingresso scenografico di 250 gradini. Palazzo Polara, elegante dimora nobiliare, si trova a pochi metri. Circa dieci minuti di passeggiata in salita e raggiungerete il Belvedere del Pizzo. Fate una pausa, godetevi la vista della città e proseguite ad esplorare Modica perdendovi tra le sue strade.

2. Scicli, oltre Montalbano

Alla scoperta del barocco siciliano: Scicli

Da antica colonia sicula a set dell’amata serie televisiva de Il commissario Montalbano, in 3000 anni di storia Scicli non si è fatta mancare proprio nulla. Per certi versi vi ricorderà un po’ Matera, un elegante presepe dalle calde sfumature dorate. Si trova in un territorio ricco di grotte e anche qui sono presenti delle abitazioni scavate nella roccia.

Via Francesco Mormino Penna è il corso principale, una bella strada fiancheggiata da locali, boutique, palazzi storici e chiese: il palazzo Comunale; la chiesa di San Giovanni Evangelista con il Crocifisso di Burgos (o “Cristo in gonnella”, come lo chiama la gente del posto); l’ Antica Farmacia Cartia del palazzo Spadaro, tra gli edifici barocchi più sontuosi; palazzo Bonelli Patanè.

Non distante dal Municipio si apre piazza Busacca, dove spicca il rococò della chiesa della Madonna del Carmine e la statua in onore del banchiere locale Pietro di Lorenzo.

Da non perdere la chiesa Madre di Sant’Ignazio in piazza Italia; palazzo Beneventano, splendidamente decorato con insoliti mascheroni; la chiesa di San Bartolomeo, uno spettacolare monumento reso ancora più scenografico dalla location, il canyon nel quale è racchiusa come una perla.

1. Noto, la capitale del tardo barocco siciliano

Alla scoperta del barocco siciliano: Noto

Tanto bella da sembrare un dipinto. Oppure il set di un film. Tra tutte le città del tardo barocco siciliano (sono otto quelle Patrimonio UNESCO: Caltagirone, Militello Val di Catania, Catania, Ragusa, Noto, Modica, Palazzolo, Scicli) Noto è la più rappresentativa, quella in cui il barocco raggiunge una teatralità più marcata che altrove.

Dopo la catastrofe del XVII secolo, la città viene ricostruita in un altro sito, vicino al vecchio nucleo ma più in prossimità della costa. Al completamento dei lavori la nova Noto è un elegantissimo centro di assoluta armonia architettonica e urbanistica.

La Porta Reale segna l’accesso al centro storico. Da qui imboccherete direttamente corso Vittorio Emanuele II, la strada principale di Noto. La chiesa di San Francesco d'Assisi e il monastero benedettino del SS. Salvatore sono tra i primi edifici che incontrerete passeggiando. 

Proseguendo si raggiunge la Cattedrale di San Nicolò, edificio di interesse nazionale dal 1940. L’imponente facciata è messa ancor più in risalto dalla scenografica scalinata che la precede. A pochi passi ci sono palazzo Ducezio, sede del Municipio, palazzo Landolina, il palazzo Vescovile e la chiesa di San Carlo al Corso

Raggiungete piazza XVI Maggio, con la chiesa di San Domenico, il convento dei Domenicani e il teatro Tina Di Lorenzo.

Imboccate via Nicolaci e osservate le decorazioni che arricchiscono i palazzi barocchi: putti, animali e creature mitologiche. Imperdibile durante il mese di maggio, quando è ricoperta di composizioni floreali in occasione dell’Infiorata, una tradizionale manifestazione artistica. 

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